Brescia, 21 ottobre 1953.
Figlio del compianto giornalista Ferruccio, indimenticato autore anche di vignette satiriche, Marco Furri è maestro d’arte, ha studiato all’Istituto d’arte “A. Vittoria” di Trento, e all’Università di Bolo-gna si è laureato nelle discipline artistiche, musica e spettacolo.
Frutto di evidente abilità grafica, le sue opere tendono a esprimere per immagini i molteplici aspetti della vita, attraverso figure di cui la vena amara dell’autore propone a volte il grottesco, a volte la caducità suscitatrice di moto umano di simpatia.
Il tratto rapido, geometrizzante, spigoloso con il quale sono composti i volti, i drappeggi, gli interni contribuisce a dare alle “creature” effigiate un che di statico, di innaturale durezza che sembrano sottolineare la tipicità. “Il segno grafico si fa più intenso nell’affrontare il tema della morte, dispera-zione, o rassegnata accettazione” attenuando ogni sospetto di ironia per tradurre intera la emozio-ne, l’umana pietà.
Presente in personale all’A.S.C.A. di Concesio nel 1977, Marco Furri ha preso parte ad alcune col-lettive, a Cicognolo (Cremona), Trento, Brescia.
Sempre più intensa si è fatta la presenza sul palcoscenico artistico, tanto che ad oggi ha allestito altre trentacinque mostre personali, delle quali particolarmente significative quelle ordinate in seno al Festival dei due Mondi di Spoleto negli anni 1991, 1992 e 1993.
Altrettanto numerose le presenze in rassegne collettive.
Nel 1980 Furri ha realizzato il manifesto del Campionato europeo di judo, nel 1995 quello della ma-nifestazione podistica internazionale “Vivi città”.
Nel maggio 2001 al Concorso nazionale indetto dall’Archidiocesi di Trento sulla figura di S. Vigilio, la sua opera è stata premiata ed esposta nel Museo Diocesano trentino: premessa ai notevoli cicli de-corativi murali eseguiti nelle sedi consiliari dei comuni di Bondo, Condino e Spiazzo, località trentine assai frequentate dai bresciani.
Le figure dei quattro Evangelisti ornano la facciata della chiesa di S. Antonio in città.
Nel 2004 alcuni dipinti sono stati selezionati per adornare la nave della Costa Crociere “Costa magi-ca”.
Della recentissima attività creativa di Marco Furri ha dato conto la mostra antologica offertagli dal Comune di Sarezzo nel novembre 2005, alla quale fa riferimento la rivista “STILE Arte” n. 73.
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Secolo XVIII.
Lo si sa operoso nel 1750 perché in quell'anno firmò il tempietto del tabernacolo di Canè; per la parrocchiale di Cividate Camuno ha realizzato i Quindici misteri dell'al-tare della Madonna per il quale, unitamente a Beniamino Fusi, esegue due putti, progettando altresì il baldacchino.
Bagolino, 19 novembre 1952.
Autodidatta, animato da forte vena creativa educata frequentando i corsi serali della Scuola “Caravaggio” e seguendo i consigli amichevoli di Natale Doneschi, Pierino Fusi affronta pittorica-mente un realismo narrativo caratterizzato dall’esempio degli autori di paesaggio tradizionale bre-sciano, coniugato al suo forte senso di appartenenza alla terra natia e alla comunità valsabbina.
Predilige infatti scorci degli agglomerati rurali della sua zona, le figure delle “ballerine”, le colorate e affascinanti maschere del Carnevale di Bagolino: dipinti tutti realizzati mediante la tecnica ad olio, la materia posata sulla tela con la spatola che gli consente di raggiungere effetti di singolare vibra-zione cromatica. Il colore caldo tratto dalla natura assume gradazioni verdi, ocra alternate a viva-cizzante tocco di rosso o di giallo, soprattutto quando compare la fantasia delle maschere.
Più che le singole figure festeggianti, chiaramente definite, come solitamente fanno Eugenio Busi o Antonio Stagnoli, della nota manifestazione “bagossa” Pierino Fusi rileva il concitato e irruente compenetrarsi del cromatismo invadente l’intero percorso prospettico delle contrade affollate e rav-vivanti un tessuto composto con rapide, insistite pennellate.
Il lavoro svolto, richiedente intensa applicazione, non ha consentito a Pierino Fusi di dedicarsi in-tensamente a manifestazioni artistiche. Ciò non di meno suoi dipinti sono stati proposti dai suoi conterranei estimatori a mostre collettive prodotte in Bagolino, Caffaro e località vicine e contrasse-gnati da positivi commenti.
Secolo XV
E’ operoso nel 1494 per la confraternita della Addolorata in S. Alessandro. Il Fenaroli trae la notizia dalle carte relative alla confraternità stessa.
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
“Storia di Brescia”, Vol. II.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Azzano Mella, 23 maggio 1945
Partito da una espressione che, grosso modo, poteva dirsi riferita alla tradizione, si è fatto conoscere partecipando a manifestazioni artistiche varie, riscuotendo anche ri-
conoscimenti.
Ma alla sua prima personale (1977) già palesava i suoi intendimenti pittorici affrontando motivi vari: spiagge, lembi di campagne, villaggi (anche meridionali) in composizioni geometrizzanti in cui «tutto pare bloccarsi in una sorta di provvisoria atemporalità... ferme e precarie, le sue opere esprimevano in un certo modo un aspetto almeno della verità di oggi».
Ma ben presto la essenzialità della figurazione si tramuta in anelito di spazi infiniti incisi da voli che paiono assurgere a simbolo della fuga da angoscia tutta attuale verso più umano approdo.
BIBLIOGRAFIA
a.m. Ilpaesaggio di Padenghe, «Giornale di Brescia», 2 luglio 1976.
L.SPIAZZI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 5-17 novembre 1977.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 12 novembre 1977.
E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 15 novembre 1977.
v. GATTI GABRIEL.
Brescia, 21 settembre 1918.
Ha frequentato l'Accademia di Brera, a Milano, sotto la guida di Aldo Carpi e Achille Funi. La sua attività espositiva ha inizio negli anni Quaranta.
Del 1943 è l'unica sua mostra personale bresciana; poco più tardi (1945) vince una borsa di studio ministeriale. Ma i momenti più significativi della sua attività, accanto all'affermazione al Premio S. Fedele nel 195 1, ripetuta nel 1967, sono le mostre personali allestite nelle Galleria Schettini (1 955), Pater (1 958 e 1960), Cenobio (1 963) e Salotto (1 966) in quel di Corno.
Ha pure presenziato a Quadriennali di Roma ed ha collaborato alla decorazione pittorica della Triennale di Milano nel 1960.
Insegnante di figura disegnata al Liceo artistico di Brera dal 19 5 8, esplica una pittura figurativa dal lineare impianto, cromaticamente ordinata e riassuntiva a ricreare
aspetti di città e della natura.
Nelle nevicate, fra le poche opere vedute, sembra meglio raggiungere motivi poetici per quei grigi attenuanti i volumi in grado di svolgere più suadente racconto.
BIBLIOGRAFIA
Sta in:
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed. IV, (1972).
Secolo XV.
Si sa che operava nel 1480, ma di lui non si conoscono opere.
BIBLIOGRAFIA
P.ZANI, «Enciclopedia metodica critico ragionata di B.A.», 1819-1824.
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
«Storia di Brescia», Vol. 11.