Brescia, 1530-1574.
La recente, esauriente monografia dovuta alla fatica di P.V. Begni Redona e Giovanni Vezzoli ci esime dal dilungarci troppo sull'opera di Lattanzio Gambara che, per essere esaurita, chiederebbe lo spazio, appunto, d'un grosso volume. Figlio d'un povero sarto, la letteratura ci tramanda che proprio nella bottega del padre lo sorprende in lacrime Francesco Campi, in quel tempo operoso a Brescia, il quale, conosciuto il motivo del pianto dirotto e veduti alcuni disegni del ragazzo poco più che decenne, lo porta con sè a Cremona dove lo educa all'arte e lo fa suo aiutante. Il ragazzo studia con passione e raggiunge buona cultura. Tornato a Brescia, il Gambara avvicina Romanino e ne diviene discepolo affezionato, collaboratore e... genero, sposandone la figlia Margherita. Eredita al tempo stesso i lavori che il maestro stava affrontando nelle case «di corso del Gambero sulle quali, benché dal tempo guaste, si intraveggono ancora in quarantotto compartimenti le prove gloriose del giovane pittore» come poté affermare Stefano Fenaroli, autore del noto «Dizionario». Ancora col Romanino opera nel palazzi Valotti (ora Lechi) e Averoldi nel 1550, a soli vent'anni, dunque. Lungo diviene il ricomporre tutto il cammino artistico del pittore che, dopo aver operato con i fratelli Campi a Cremona, dopo l'aiuto dato al Romanino, affronta vari palazzi e chiese bresciani: affreschi in S. Eufemia, la pala di S. Maria in Silva, decorazioni a Montirone, due sale di palazzo Martinengo alle Caselle, palazzo Maggi a Codignano... Ma altre opere si devono seguire, a Bergamo (Chiesa di S. Spirito), a Milano (Battesimo di Gesù, parte della Allegoria dell'Abbondanza), le scene mitologiche di villa Lechi, ora ad Edimburgo. Con influenza da Giulio Romano, si rammentano le distrutte quattro vele del cavalcavia del Broletto realizzate nel 1560; la Natività per S. Faustino, veduta dal Vasari in visita a Brescia e al pittore. L'opera sua che recentemente fece dire di sè per i restauri, in grado di ricuperare alla città un nobile salone, è quella che copre tutte le pareti d'un vasto locale di palazzo Avogadro in corsetto S. Agata; come conservate sono le decorazioni d'un palazzo ch'egli aveva acquistato e decorato, dietro il Vescovado. Palazzi Calini a Calino, casa Cimaschi a Brescia lo videro operoso nel 1568, ma già il pittore l'anno avanti era stato a Parma per lavorare nel Duomo di quella città dove tornerà ancora, fino al 1573. Ed operoso dev'essere stato nel Duomo di Monza, a Rodengo.
Maestosi i dipinti di Parma, vicini e rivaleggianti con quelli del Correggio. Alla pari dovevano stare quelli eseguiti in S. Lorenzo in città; potevano dirsi compiuti ormai, quando «di pieno pomeriggio il pittore precipitò da un ponte sconnesso e morì» nel 1574, a soli quarantaquattro anni. Gli affreschi vennero poi distrutti da un incendio che danneggiò notevolmente la bella chiesa, come distrutti o scomparsi o trasmigrati sono altri suoi dipinti a Venezia, nelle chiese bresciane di S. Clemente, S. Alessandro, S. Giuseppe, S. Antonio, S. Faustino.La Pinacoteca nostra, fra l'altro, possiede invece un brano d'affresco con l'Autoritratto.
BIBLIOGRAFIA
Sta in: P.V. BEGNI REDONA-G. VEZZOLI, «Lattanzio Gambara», Ed. Banca S. Paolo, Brescia, 1978.
Si veda inoltre: G. VEZZOLI, Opere del Gambara da salvare, «Giomale di Brescia», 12 dicembre 1978.
C. BOSELLI, Il testamento di L. Gambara, «Arte veneta», XXXII, 1978.
Secolo XVI.
Secondo scheda ms. di Luigi Dedè, il nome di questo "intagliatore", figlio del fu Marino, ricorre in atto notarile del 28 gennaio 1584, all'Archivio di Stato (Filza 4555).
Secolo XVIII.
Di lui si sa che fu quadratista e che nel 1773 collaborò con Pietro Scalvini nella decorazione di pareti e del sofritto nel salone di palazzo Fenaroli.
BIBLIOGRAFIA
«Storia di Brescia», Vol. 111.
Brescia, 1565-163 1. Il Fenaroli lo dice morto il 17 luglio 1630.
In Antonio Gandino si fondono la formazione avvenuta con il Veronese e Palma giovane e la scuola bresciana dominata da Moretto e Lattanzio Gambara. Vastissima la sua produzione a olio e decorativa nella quale ha «depurato la tavolozza dei toni, troppo grigi e lividi del manierismo veneziano» soggiungendo una equilibrata composizione di «netta derivazione bresciana». Che egli abbia raggiunto vasta considerazione lo dicono gli incarichi pervenuti da ogni località bresciana (e l'elenco si può considerare nella «Storia di Brescia») nonché da Bergamo, dove operò per la chiesa dedicata a S. Andrea. Fra le realizzazioni locali basti qui rammentare le più significative che si possono ammirare nella chiesa di S. Agata: I SS. Francesco e Carlo Borromeo davanti alla Vergine; in S. Maria delle Grazie: Purificazione; in S. Maria del Carinine: Consegna delle chiavi; in S. Nazaro e Celso: Storie della vita di S. Rocco; e la Deposizione dell'Istituto Orfani, considerata il suo capolavoro. Antonio Gandino, col figlio Bemardino e altri noti pittori, ha contribuito a superare il criterio narrativo e didascalico della decorazione per inserirla come completamento allo stile architettonico degli edifici affrontati con i colori, ponendo così per qualche tempo in evidenza e considerazione la scuola bresciana anche al di là dei confini regionali.
BIBLIOGRAFIA
F. PAGLIA, «Il giardino della pittura», Ed. Boselli, 1958-1967.
L. COZZANDO, «Vago e curioso ristretto ... », Brescia, 1694.
G.A. AVEROLDI, «Le scelte pitture di Brescia», Brescia, 1700.
P.A. ORLANDI, «Abecedario pittorico», Bologna, 1704.
F. MACCARINELLI, «Le glorie di Brescia», 1747, Ed. C. Boselli, 1959.
G.B. CARBONI, «Notizie storiche di pittori e scultori», 1776, Ed. C. Boselli, 1962.
B. ZAMBONI, «Memorie intorno alle pubbliche fabbriche ... », Brescia, 1778.
L. LANZI, «Stoiia pittorica dell'Italia», Bassano, 1797-1808, Ed. 1823.
F. NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», Brescia, 1807.
P. ZANI, «Enciclopedia metodica critico ragionata di B.A.», 1819-1824.
P. BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
S. TICOZZI, «Dizionario dei scultori, pittori ... »,Milano, 1830-1833.
F. DE BONI, «Biografie di artisti», Venezia, 1840.
F. ODORICI, «Guida di Brescia rapporto alle arti», 1853.
P. DA PONTE, «Esposizione della pittura bresciana», Brescia, 1878.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
A. GNAGA, «Guida di Brescia artistica», 1903.
A. UGOLETTI, Brescia, Ist. italiano d'arti grafiche, Bergamo, 1909.
A. BESUTTI, La cattedrale di Asola, «Brixia sacra», 1915.
THIEME BECK-ER, Vol. XXX, (1920).
P. GUERRINI, Elenco delle opere d'arte della Diocesi, «Brixia sacra», 1920 e seg.
F. CAPRETTI, «La chiesa di S. Giuseppe in Brescia», Ed. Brixia sacra, 1922.
P. GUERRINI, «Il santuario della B.V. delle Grazie», 1923.
E. BtNtZIT, «Dictionnaire... des peintres», Paris, 1924.
P. GUERRINI, Bagolino, «Bagolino e la Madonna di S. Luca», N.U., Brescia, 1926.
L. FE'D'OSTIANI, «Storia tradizione e arte per le vie di Brescia», 1927.
G. NICODEMI, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», 1927.
V. LONATI, La basilica dei SS. Faustino e Giovita, «Brescia», febbraio 1930.
A.VENTURI, «Storia dell'arte italiana», Vol. IX, parte Vll, 1934.
E. CALABI, «La pittura a Brescia nel Sei-Settecento», 1935.
A. MORASSI, «Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia: Brescia», Roma, 1939.
PANAZZA, BOSELLI, «Pittura in Brescia dal Duecento all'Ottocento», 1946.
G. PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed. Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
C. BOSELLI, Spoliazioni napoleoniche, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1960.
F. MURACHELLI, Secondo supplemento a La pittura bresciana nel Sei-Settecento, «Commenta-
ri dell'Ateneo», Brescia, 1960.
«Storia di Brescia», Vol. 111.
L. ANELLI, A. Gandino, «Arte lombarda», 1974, n. 4 1.
Brescia, 1587-1651.
Figlio di Antonio (v) e padre di Carlo (v), del genitore è stato dapprima allievo, collaboratore in vari lavori, per poi raccoglierne la eredità artistica, pur non raggiungendo del maestro il livello qualitativo. Le opere sue più note sono quelle un tempo in S. Maria dei Miracoli: Lo sposalizio della Vergine, Adorazione dei Magi, Discesa dello Spirito Santo purtroppo distrutte dal bombardamento dell'ultima guerra che gravemente danneggiò il Santuario; nella chiesa di S. Maria del Carmine: affresco del coro, in collaborazione con Domenico Bruni; nonché nelle chiese di S. Domenico, demolita nel secolo scorso, di S. Faustino, in Duomo vecchio, in S. Giovanni e nella parrocchiale di Bagnolo Mella.
Palese nei suoi dipinti la osservazione di noti autori, dal Tintoretto a Palma il Giovane, a Veronese ripresi tuttavia con modesta vena manieristica.
BIBLIOGRAFIA
Nota:Vale l'elenco alla Voce: Gandino Antonio con particolare riferimento a:
F .MACCARINELLI, «Le glorie di Brescia», 1747. Ed. Boselli, 1959.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
C.BOSELLI, Spoliazioni napoleoniche, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1960.
«Storia di Brescia», Vol. 111.
Secolo XVII.
Figlio di Bernardino Gandino (v) ne ha proseguito l'attività artistica, ma di lui i conoscono opere.
BIBLIOGRAFIA
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887, p. 154 (alla Voce Gandino Bernardin(@, «Storia di Brescia», Voi. 111.
Bologna, 1797 - 1874.
Allievo dell' Accademia di Brera in Milano, qui lo si ricorda per i significativi contatti avuti con Brescia dove, dal 1824 al 1828, collabora con Rodolfo Vantini realizzando i cartoni delle statue da collocare nel nuovo grande cimitero: il lavoro preparatorio avviene nell'aula di disegno dell'I.R. Liceo, che nel 1826 è frequentato da studenti sospettati di cospirazione e pertanto fatto oggetto di perquisizione.
Secondo alcuni studiosi è autore del busto dedicato al lonatese Vittorio Barzoni (1829); sua é la statua di S. Michele all'altare della cappella al Vantiniano. Più noti i "colossali" busti di Canova e di Napoleone; il Mercurio bambino che suona la cetra della collezione appartenuta al co: Paolo Tosio.
Pervenuti alI'Ateneo dalla stessa collezione sono i due bassorilievi con i profili di Raffaello e Galileo, commissionati nel 1832, e il ritratto di Napoleone sorretto dalle ali dell'aquila, tondo in cera posteriore al 183
Brescia, 1913.
Vive e opera a Genova. Architetto, ha studiato pittura alla scuola Moretto di Brescia. Dal 1932 vive a Genova dove svolge attività professionale. Ma non appena gli è consentito si dedica al colori. Con la tecnica dell'acquarello e della tempera ricompone «case, alberi, sentieri, vita in tante forme». Com'egli stesso li definisce, i suoi dipinti sono appunti, ma
in essi riesce ad esprimere la sommessa realtà in cui vive. Sue opere sono state vedute in occasione della mostra personale allestita alla «Piccola galleria U.C.A.I.» di Brescia nel maggio del 1980. In esse, Luciano Spiazzi («Bresciaoggi», 4 maggio 1980) ha sottolineato la gamma pallida e smorzata del tono ricreanti «scorci di città e silvestri, nature morte e uccelli».
Secolo XVIII.
Bolognese, con Ferdinando del Cairo e Domenico Mattia Benedetti attese alla deco-razione della volta nella chiesa di S. Antonio. («Storia di Brescia», Vol. 111, p. 634, n. 2).
Vestone, 12 gennaio 1904-3 novembre 1980.
Che dire di Ottorino Garosio, che già non sia noto! Per più di mezzo secolo cantore della sua terra: artista e personaggio. Autodidatta, si ispirò al paesaggio valsabbino e agli uomini che in quel paesaggio agiscono, cogliendone i più comuni e tradizionali aspetti. Negli ultimì anni di vita s'era dedicato con più insistenza al ritratto, e ripetutamente ritrasse anche se stesso, fino a poter allestire rassegne con numerosi suoi volti, così come ultimamente aveva affrontato anche l'incisione, fino a produrre una cartella. «Ultimo rappresentante della scapigliatura valsabbina degli anni Trenta, si sentiva tanto immedesimato da rifiutare ben più alti onori e rìcompense, in varie parti d'Italia, d'Europa e addirittura d'oltre oceano», per non staccarsi da quel lembo di terra di cui conosceva ogni più recondito angolo, il più lieve cangiar di luce, ad ogni stagione. E della quale sapeva cogliere i frutti saporosi in colorite, solide nature morte. In gioventù era stato a scuola a Riva di Trento, conoscendo Giancarlo Maroni, il noto architetto del Vittoriale. Furono gli anni in cui, per aiutare la famiglia, non esitò ad eseguire decorazioni o, addirittura, imbiancare pareti. Negli anni Venti, il nascere dell'amicizia con Edoardo Togni con il quale divìse giorni di spensierata indigenza. «Dormivamo nei fienili insieme - ricorderà - per l'ideale dell'arte».
E pur se assimilata e resa personale, la visione artistica di Togni giovò indubbiamente al giovani Ottorino. Quante opere dipinte in così tanti anni di esuberante attività, non interrotta neppure dal ricorrente eczema alle mani prodotto dai colori. Colline dai toni bruciati, strade di paese innevate, interni di case dai bassi soffitti e illuminate da finestre spalancate su orti e monti; la primavera degli alberi, i mercatini di Nozza, con quegli uomini dal largo mantello, e gli stessi poi curvi sotto il peso di grevi sacchi o fasciame... i funghi, i fiori, i frutti... gli autoritratti, infine. Pittura ricca di cromie, come di umore, dal succoso e rorido impasto giocato sui bruni di terre, sui rossi accesi, gli azzurri, i verdi e, nelle figure, quei grigi armonizzanti con i fondali di rustici intonaci a racchiudere «tutto un versante della nostra memoria contadina, montanara, pastorale... gente che in compenso d'una vita dura godeva, quasi senza accorgersene, senza dirselo, le luci dell'inverno, i fremiti della primavera, i misteriosi profili delle creste nevose, i colori che calano esuberanti e nìischiati, lungo le pendici autunnali».E Garosio fu uno di loro, schiettamente spontaneo, estroverso, esuberante «amicone» che sapeva intrattenere gli amici anche facendo vibrare le corde d'una chitarra, cantando, tutt'altro che restio a versare un buon bicchiere di vino. Quanti i suoi dipinti? quanti i disegni e quante le mostre? Dalla nota documentaria risulteranno assai numerose, ma a lui piaceva ricordarne una in particolare, quella che lo aveva condotta a Milano, nel 1956, presso la «Galleria Bergamini». Forse la conferma delle sue doti che poi tornò a spargere fra noi. La notorietà dell'uomo, come il pittore, ha indotto più editori a dedicargli voluminose monografia.
BIBLIOGRAFIA
P.SARTORI TREVES, La V mostra del sindacato interprovinciale ecc. «Brescia», a. V, luglio 1934.
«Il Mostra del sindacato provinciale B.A.», Brescia, 1934.
P.FEROLDI, Esame dei valori alla sindacale d'arte, «Il Popolo di Brescia», 23 dicembre 1934. Idem in: «L'Arengo», a. VIII, n. 1, 1935, p. 50.
P. FEROLDI, Precisazioni... «Il Popolo di Brescia», 2 dicembre 1936.
«IV Mostra del Sindacato prov. B.A.», Brescia, 1938.
P. FEROLDI, La IVmostra sindacale d'arte, «Il Popolo di Brescia», 15 febbraio 1938.
L.V.(ecchi), Tavolozza triumplina, «Il Popolo di Brescia», 26 agosto 1938.
«Galleria Campana», Brescia, 12-28 febbraio 1938. «Il Popolo di Brescia», I 0 maggio 19 3 9.
E.PASINI, VI sindacale delle arti, «L'Italia», 16 maggio 1942. «Galleria Schreiber», Brescia (Piazza del Mercato), 14-30 gennaio 1945.
L. FAVERO, Pittori e scultori alla mostra d'arte e cultura, «L'Ora del popolo», 18 ottobre 1945.
AEQUUS, Duecento opere di artisti bresciani, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1945.
ADEPA, Rubrica d'arte, «Arti», Milano, 23 marzo 1946.
AEQUUS, Pittori e scultori a convegno in via Gramsci, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1946.
AEQUUS, Moderati e nel mezzo gli artisti del Gruppo B, «Giomale di Brescia», 8 maggio 1947.
0.DI PRATA, La mostra dell'Associazione artistica, «Il Popolo», I I maggio 1947.
E.PASINI, Vernice agli Indipendenti, «Il Popolo», 2 dicembre 1947.
«L'Araldo delle arti», dicembre 1947, Gli artisti Indipendenti di Brescia. «Giomale di Brescia», 24 aprile 1952, Garosio e Cloza alla A.A.B.
«Giomale di Brescia», 22 settembre 1952, A un milanese e a quattro bresciani...
A.A., 0. Garosio dalla sua valle alla A.A.B., «il Cittadino», 19 aprile 1953. V.A., Palchetto degli artisti, «Giornale di Brescia», 23 aprile 1953.
«Giornale di Brescia», 28 aprile 1953, All'osteria, Ill.
«Giornale di Brescia», 19 settembre 1953, A quattro concittadini e a due,forestieri il Premio Bre-
scia. (Si veda il Catalogo del «Premio di pittura Brescia», 1953).
V.A., Garosio alla Famiglia artistica, «Giornale di Brescia», 22 ottobre 1953.
MARTE-LONI, Alla A.A.B. di scena i tradizionalisti, «La Tribuna delle Regioni», 3 dicembre 1953.
«Giomale di Brescia», 19 dicembre 1953, 0. Garosio espone a Villa Alba di Gardone R. A.R.(apetti), La vernice della personale di 0. Garosio, «Giornale di Brescia», 22 dicembre 1953.
0. DI PRATA, 0. Garosio, «L'Ora serena», settembre 1955.
G.V., Palchetto degli artisti; 16 pittori delpiccolo quadro, «Giornale di Brescia», I gennaio 1956.
D.PREDAVAL, Rubrica d'arte, «Le Ore», Milano, 27 gennaio 1956.
M.PORTALUPI, Mostre, «La Notte», gennaio 1956.
L. BORGESE, Rubrica artistica, «Corriere della sera»@31 gennaio 1956.
M.DE MICHELI, «L'Unità», 21 gennaio e 3 febbraio 1956.
L.BUDIGNA, Garosio, «La fiera letteraria», Roma, 12 febbraio 1956.
R.DE GRADA, Artiplastiche efigurative (Trasmissione radiofonica del 24 gennaio 1956).
«Giornale di Brescia», 24 agosto 1956, L'ottava rassegna orceana.
V. FAGGI, Alpremio Orzinuovi, «Giornale di Brescia», 31 agosto 1956.
«Giomale di Brescia», I settembre 1957, Premio Orzinuovi.
R.APICELLA, Pittura bresciana del dopoguerra, «Brescia e Provincia», monografia ill. per gli anni 1958-1959, p. 88.
0.GAROSIO, «Galleria A.A.B.», Brescia, 26 aprile-8 maggio 1958.
G.VALZELLI, Pittori bresciani a Breno, «Giornale di Brescia», 20 agosto 1959.
«Premio di pittura Palazzolo», 1-1 5 novembre 1959.
G.PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed. Alfieri e Lacroix, Milano 1959. E.C.S.(alvi), Pittura italiana oggi, «Giornale di Brescia», 7 giugno 1960.
«Il, Mostra A.A.B.», Brescia, 24 settembre-4 ottobre 1960.
L.FAVERO, Mostra alla Galleria Alberti, «La Voce del popolo», 25 marzo 196 1. «La Voce del popolo», 6 maggio 196 1, Omaggio di artisti bresciani alla Madonna. G.V., Ai valsabbini Stagnoli e Garosio ecc., «Giomale di Brescia», I I maggio 196 1.
R.BRESCIANI, 0. Garosio, «Biesse», a. 1, n. 7, settembre 196 1.
F.PELIZZARI, Safari, «Brescia», a. Xlll, n. 39, marzo-aprile 1962.
G.MUSSIO, «Gaiìeria Gussoni», Milano, maggio 1962.
M.LEPORE, Rubrica d'arte, «Corriere d'informazione», 29-30 maggio 1962.
M.MONTEVERDI, Rubrica d'arte, «Corriere lombardo», 31 maggio-1 giugno 1962.
R.B., Ghedi ha commemorato A. Marpicati, «Giomale di Brescia», 28 ottobre 1962.
G.VALZELLI, I Profeti e la turba..., «Bruttanome», Vol. 1, (1 962). «Galleria A.A.B.», Brescia, 23 marzo-4 aprile 1963.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 28 marzo 1963. «ljla Mostra A.A.B.», Brescia, 27 aprile-5 maggio 1963.
JO COLLARCHO, Galleria d'arte, «Biesse», a. 111, n. 25, aprile 1963.
JO COLLARCHO, Galleria d'arte, «Biesse», a. 111, n. 32 dicembre 1963, p. 18, passim.
G.F. MAIORANA, «Momento artistico bresciano», Stampa F.lli Apollonio, Brescia, 1963.
«Artisti italiani contemporanei», Ed. La Ginestra.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 27 marzo 1964.
G.S.(tella), Vivo successo di 0. Garosio, «L'Italia», marzo 1964.
G.S.(tella), 0. Garosio alla A.A.B., «La Voce del popolo», marzo 1964.
G.V., Inizia la fiera di Montichiari, «Giornale di Brescia», 8 maggio 1964.
G.V., Ipittori bresciani sul Garda, «Giomale di Brescia», 5 luglio 1964.
G.VALZELLI, Nella mostra della caccia alla A.A.ß., «Il Cittadino», I I ottobre 1964. «Storia di Brescia», Vol. IV.
R.APICELLA, Lettera aperta a 0. Garosio, «L'Eco di Brescia», 26 marzo 1965.
A.MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. V. n. 46, marzo 1965.
«Giornale di Brescia», 7 maggio 1965, Garosio all'ospedale.
G.VALZELLI, La tre giorni di Montichiari, «Giornale di Brescia», 12 maggio 1965. «Biesse», a. V, n. 48, maggio 1965, p. 36, Cronaca valsabbina.
«Voce amica», N.U., Monticelli B., luglio 1965, p. 7.
G.V., Alla mostra delpremio Monticelli, «Giornale di Brescia», 25 luglio 1965.
A. ZAGNI, Garosio, «Giornale di Brescia», 25 dicembre 1965.
G.V., S. Pancrazio, «Giornale di Brescia», 12 maggio 1966.
L. SPIAZZI, «Galleria Cavalletto», Brescia, 8-21 ottobre 1966. (Collettiva con Dolci e Fiessi).
E.C.S.(alvi), Dolci Fiessi e Garosio, «Giomale di Brescia», 18 ottobre 1966.
A. MAZZA, «28 studi di artisti bresciani», Ed. Squassina, Brescia, 1966.
«Galleria d'arte Cavalletto», Brescia, 28 aprile 1967.
0.GAROSIO, «Galleria A.A.B.», Brescia, 2-15 dicembre 1967. E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 13 dicembre 1967. «Galleria CIDA», Brescia, 10-22 febbraio 1968.
E.C.S.(alvi), Omaggio a sei realisti, «Giornale di Brescia», 26 marzo 1968.
«Giomale di Brescia», 25 giugno 1968, Personale di Garosio a Idro.
R.B., Un pittore errabondo da Vestone al Benaco, «Giomale di Brescia», 14 marzo 1969.
B. MARINI, La divisa cittadina di Garosio, «Giornale di Brescia», 7 dicembre 1969.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 19 dicembre 1969.
«Giomale di Brescia», 3 agosto 19 70, Garosio pittore da copertina. (Per l'edizione Bolaffi).
«Giomale di Brescia», I I giugno 1970, Dieci dipinti di Garosio rubati in una Galleria.
G.V., Pasqua in S. Giuseppe,«Giornale di Brescia», 17 aprile 197 1.
«Giomale di Brescia», 8 agosto 197 1, Assegnati ipremi del terzo concorso di pittura Gambara. G.V., Garosio calabrone musicale, «Giomale di Brescia», 15 agosto 197 1.
«Giornale di Brescia». 30 giugno 1972, A Garosio e Pedrali ilpremio Collio.
A.M., Omaggio all'Eridio, «Giomale di Brescia», 5 agosto 1972.
«Il Regalo», Inverno 1972-73, Stampa Tip. Vestonese, 1972.
«Bresciaoggi», I febbraio 1973, Dodicipittoriper un lunario.
AA.VV., «Disegno perché?», A.A.B., Brescia, 28 aprile-10 maggio 1973, Catalogo.
«Galleria l'Araldo», Brescia, 27 settembre-10 ottobre 1975.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 7 ottobre 1975.
G.S., Arte, «La Voce del Popolo», novembre 1976.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 17-29 dicembre 1977. (Collettiva con A. Franceschini e F. Tisi). L. SPIAZZI, «Le nature morte di 0. Garosio», Grafo edizioni, Brescia, 1978.
«Galleria S. Gaspare», Omaggio all'Otto-Novecento bresciano, Tip. Zemil, Brescia, dicembre 1978.
«Brescia-arte», N.S. 8, secondo semestre 1978, Gli autoritratti di Garosio.
A.MAZZA, Unafesta per 0. Garosio, «Giornale di Brescia», 12 gennaio 1979.
A.MAZZA, «Galleria La comice», Desenzano, 1-26 aprile 1979.
L.SPIAZZI, Giro dell'arte, «Bresciaoggi», 7 aprile 1979.
L.SPIAZZI, «La nuova città», Brescia, I dicembre 1979. (Collettiva con Pedrali e Stagnoli).
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 8 dicembre 1979.
L.SPIAZZI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 8-31 dicembre 1979.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 18 dicembre 1979.
G.TONNA, Garosio patriarca, «Giomale di Brescia», 19 dicembre 1979.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 22 dicembre 1979.
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, I - I I maggio 1980, Catalogo.
A.MAZZA, «Galleria La comice», Desenzano, 25 ottobre-20 novembre 1980. «Brescia-arte», N.S. 5, secondo semestre 1980, Le incisioni di Garosio.
AA.VV., «Giornale di Brescia», 4 novembre 1980, Necrologi.
AA.VV., «Bresciaoggi», 4 novembre 1980, Necrologi.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori italiani», Ed. IV (1972). «Arte bresciana oggi», Sardini Ed. Bornato.
Nota:Particolare carattere ha: «I me culur i mé amur», Tip. Vestonese, 1979.