Dizionario dei Pittori Bresciani
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GALLINA LUDOVICO

Brescia, 25 agosto 1752-Venezia, 4 gennaio 1786.

Numerose le testimonianze, alcune tuttora inedite, della fama e delle benemerenze acquisite dal Gallina anche a Venezia. Allievo dapprima di Enrico Dusi, poi dello Zucchi e del Maggiotto all'Accademia veneziana, ben presto acquisisce la ricchezza compositiva e il gusto del colore della scuola veneziana. A soli diciotto anni è soprintendente alla «Galleria Farsetti»; il suo primo grande dipinto raffigura i SS.  Ignazio di Lo ola e Filippo Neri (1 775) ed è ancor oggi nella parrócchiale di Acquafredda.  Altri numerosi ne seguono, anche in affresco; ricordati sistematicamente dalla «Storia di Brescia» ad Artogne, Bedizzole, Breno, Brescia, Capriolo, Calvisano, Castrezzato, Carzago, Chiari, Màlonno, Verolanuova...Nel 1784 è accolto all'Accademia con Francesco Guardi, il che dimostra come i pri 'leg' riscossi anche da nobili famiglie, dallo stesso Doge, siano valsi a facilitargli la vi strada dell'affermazione. Ma dove Ludovico Gallina sembra avere espresso il meglio della sua arte è nelle ligure, nei ritratti che, se in alcuni casi risentono della ufficialità richiesta dalla agiata clientela, in altri, soprattutto in quelli dedicati a volti Femminili, raggiungono «purezza di linee e di volumi ed una amabile quanto fragile eleganza nell'acconciatura e nei tocchi delle carni e delle sete, che rendono più vicini e umani volti consapevoli del rango e del valore della posa».
 
 
BIBLIOGRAFIA
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G.A. MOSCHINI, «Guida per la città di Venezia», 1815.
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F. DE BONI, «Biografie di artisti», Venezia, 1840.
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F. CARNEVALI, «Edifici... di Valle Camonica», Milano, 1912.
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P. GUERRINI, «Elenco delle opere d'arte della Diocesi di Brescia», a. 1920,1921, 1922.  OJETTI, DAMI, «Atlante di storia dell'arte italiana», Voi. 1(1925); Vol.  Il, (1934).
G. NICODEMI, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», 1927.
G. DAMERINI, «Pittori veneziani del Sei-Settecento», Bologna, 1928.
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PANAZZA, BOSELLI, «Pittura a Brescia dal Duecento all'Ottoéento», 1946.
G. PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.  Alfieri e Lacroix, Milano, 1959. «Storia di Brescia», Vol. 111.
G. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche della sponda bresciana.... «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, p. 249.

GALLIS DE GIOVANNI

 o GALLI DE GIOVANNI.  Secolo XVI.

Se fosse possibile congiungere la data proposta dal Fenaroli (1 513) con altra offerta dalle schede di R. Vantini e G. Lonati presso l'Ateneo civico (1 568) e la certezza della unica identità del pittore contraddistinto dai due diversi cognomi, si sarebbe individuato un ampio arco di vita di un artista di cui però non si conoscono opere.
 
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
G. LONATI-R.  VANTINI, Schede presso l'Ateneo di Brescia.
«Storia di Brescia», Vol. 11.
 

 

GALLIZIOLI GIUSEPPE

Costalunga (Bs). 18 gennaio 1935.

Giovanissimo, ha frequentato per cinque anni la scuola serale della A.A.B.; nel 1969 un corso di grafica a Wolsburg, ma può considerarsi autodidatta.Poco più che ventenne entra nel novero di quei pittori bresciani che offrono garanzia di sicuro avvenire. t del 1959 l'invito fattogli dalla «Galleria Alberti» di esporre accanto a Fasser e Carlo Pescatori, segno, questo, assai significativo. Nel successivi anni Gallizioli è con assiduità presente al pubblico bresciano, ma numerose si fanno anche le sortite in importanti Gallerie italiane e straniere. Si ricordano ad esempio le sue mostre personali a Roma (1964, 1969); Milano (1964, 1968, 1972); Cremona (1967); Rovigo (1970); Belgrado (1968); Grosseto (1969); Torino (1969); Mantova (1970); Bologna (1971); Amsterdam (1972); Bruxelles (1973)... per non dire di partecipazioni a collettive nazionali e internazionali quali: Ricupero delfantastico, Viadana, 1967; Prospettive 3, Roma, Napoli ecc., 1967, 1968; Internatìonal Kunstmesse, Basel, 1971, 1972; Triennale di Grafica, Milano, 1972; e poi a Nizza, Vienna; La pittura lombarda, Milano, 1973; la XXVIII Biennale d'arte di Milano (1974) e La coscienza del Reale, Brescia, 1974... Se nelle più lontane opere di Gallizioli era possibile sentire la eco della poetica di un Baj o di Debuffet, i suoi obiettivi vanno via via identificandosi negli emblemi del mondo industrializzato, in particolare di quello lombardo.
Nonostante che il pittore si abbandoni ad una raffigurazione fantastica, le creature: animali dapprima, gli oggetti poi assumono sempre più precisa connotazione racchiudendo l'evidente diffidenza e una ironia che non lasciano dubbi SUI giUdi7io dell'autore.  Tanto che l'opera di Gallizioli si fa «pregnante, più vicina alla realtà osservata... su cui incombe sempre una minaccia o un pericolo».Nelle opere recentemente vedute (1979-1980) ricorrono con frequenza i gabbiani, i conigli, i tassi e i topi; e macchine, strutture ferrigne, ciminiere restituite con lucido verismo.  Le ferite, le compressioni, le violenze che la contemporaneità produce ad ogni essere vivente «diventano area operativa e di ricerca poetica... dove l'artista testimonia quotidianamente il proprio essere dentro la vita».
 
BIBLIOGRAFIA
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E.C.S.(alvi), Notiziario, «Giornale di Brescia», 2 febbraio 1972.
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E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 20 dicembre 1973.
G. STELLA, Arte, «La Voce del popolo», I febbraio 1974.
AA.VV., «La dimensione poetica dell'uomo nella storia contemporanea», Rassegna nazionale E.N.A.L. - Gruppo artistico Moretto, Brescia, 13 ottobre, 9 novembre s.a. (1 975).  Catalogo.  AA.VV., «Giuseppe Gallizioli», Grafo edizioni, Brescia, 1975. «Galleria dell'Incisione», Brescia, 13 marzo-3 aprile 1976.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 27 marzo 1976.
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«Giornale di Brescia», 17 settembre 1977, Il ministro Pedini ha inaugurato la mostra sulla Resistenza.
«Giornale di Brescia», 13 settembre 1977, Le operepremiate alla mostra sulla Resistenza. «Bresciaoggi», 13 settembre 1977, Omaggio alla Resistenza.
G. MASCHERPA, Impegno in tema di Resistenza, «Avvenire», 23 settembre 1977.  E.C.S.(alvi), Collettiva alla S. Benedetto, «Giomale di Brescia», 27 novembre 1977. «Giomale di Brescia», I I settembre 1978, Omaggio al lavoro.
B. PASSAMANI, «Galleria dell'Incisione», Brescia, 20 aprile 1979.  E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», I maggio 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 22 dicembre 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 26 gennaio 1980.
AA.VV., «Brescia'80», Brescia, I -I I maggio 1980, Catalogo. «Arte bresciana oggi», Sardini Ed.  Bornato.
 

GALLONI ANGELO

La breve nota Qui Rovato apparsa a p. 15 del "Giornale di Brescia" del 10 aprile 1985 annuncia la dedicazione di una via di Lodetto allo scultore Angelo Galloni.
La notizia è imprecisa: non di scultore trattasi, ma di Angelo Galloni monsignore. Un prelato, quindi, che ha acquisito meriti, per essere pubblicamente ricordato, nell'as-solvere i compiti dell'alta carica.
Questo si precisa per evitare perditempo a chi, tratto in inganno dall'articoletto giornalistico, volesse intraprendere ricerche su un non mai esistito scultore Galloni.

GALPERTI LUIGI

Verolanuova, 1823-30 luglio 1895.

Padre del più noto Roberto (v), Luigi Galperti è ricordato come ornatista nella parrocchiale e nel palazzo municipale di Verolanuova. Giovane imbianchino, con l'aiuto del conterraneo ingegnere Tadini, si applica alla pittura acquisendo in breve buona clientela, tanto da essere chiamato ad adornare numerosi edifici signorili nel Bresciano.La sua attività lo porta anche nel Veneto, soprattutto nelle ville del co: Leopardo Martinengo da Barco, senatore, che per anni gli fu mecenate. Galantuomo quanto modesto, semplice di modi, seppe farsi amare da quanti lo conobbero e tanto lo apprezzarono per la sua probità che negli ultimi anni di vita venne eletto consigliere comunale di Verolanuova.
 
BIBLIOGRAFIA
Nota: Può valere quella relativa a Roberto Galperti.
Si veda inoltre: «La Sentinella bresciana», I agosto 1895.  Necrologio.
 

GALPERTI ROBERTO

Verolanuova, 6 gennaio 1862-2 gennaio 1905.

«ßèrt pitur» lo chiamavano a Verolanuova, dov'era nato da Luigi (v), dove teneva
studio in via Cavour, nella casa Molinelli. Dal padre apprende i primi rudimenti della pittura, frequenta poi l'Accademia di Brera a Milano. Durante il periodo accademico conosce la co: Enrichetta Viganò che a lui si interessa e lo sostiene ospitandolo.  Di ciò il pittore conserverà gratitudine anche dopo essere tornato a Verolanuova.  Nei brevi successivi viaggi a Milano non mancherà di farle visita. Le prime opere datate e firmate sono due Profeti (1 8 8 1) realizzati nella eco di opere settecentesche, ed allo stesso periodo possono ascendere altri dipinti a tema sacro. A poco meno di trent'anni si fa conoscere anche come ritrattista: rimangono ad esempio i lineamenti dell'ing.  Tadini e della moglie Carmelita, il Padre del pittore, il fratello Ennio, mentre nei disegni, sia a penna che a matita, si intravede una inconsueta modernità del tratto.  Altre composizioni tuttavia, ispirate alla storia o al paesaggio, dicono la raggiunta maturità, la raffinatezza esecutiva o la corposità dell'impianto a far rivivere angoli di paese o note vie della cittadina natale.  Fu anche affreschista in alcune chiese di Pievedizio, Milzano; a Brescia lascia una pala nella chiesa di S. Giuseppe: opere queste che appaiono troppo onerose per il suo fisico minato da un male che lo conduce a morte a soli quarantadue anni.
 
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», 4 settembre 1893, Al Circolo artistico. «La Sentinella bresciana», 26 aprile 1904.
COMUNE DI BRESCIA, «Mostra della pittura bresciana dell'Ottocento», Brescia, 1934, Catalogo.
P. FAITA, «Verolanuova», 1968, p. 253.
R. LONATI, R. Galperti, «El Sedas», a. 1, n. 3, febbraio 1973.  Con elenco opere.
G.F. MARINI, «Storia di Verolanuova».
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (1 972).
Nota: Alcuni Autori, A. Mazza («28 studi di artisti bresciani») e C. Boselli (Mostra postuma di G. Cantoni), lo citano soltanto per essere stato maestro a Cantoni.
 

 

GALUZO FILIZIANO

Secolo XVII.
Nel 1629 ha eseguito la piccola ancona per il quadro del Romanino, poi posto in più vasta cornice, nel santuario della Stella a Cellatica di Gussago.
Il Galuzo é definito intagliatore in legno e di lui non si conoscono altri lavori.

GALVAGNI GIUSY

 Vobarno, 26 ottobre 1955.

Insegnante di disegno in scuola elementare integrativa, in pittura si esprime con esiti di eleganza formale a mezzo della china e della tempera; accostandosi ad un mondo quotidiano fatto di piccole, umili.cose, ad angoli di paese, brani di case colti nel loro silenzio.
Guido Stella, bene ha definito le opere della Galvagni, rilevando come nel suoi dipinti «non lasci spazi vuoti, ma li utilizza in funzione compositiva cercando un mondo ora folto di oggetti, di una realtà piena, quasi traboccante, ora facendo vivere tale mondo con essenziale notazione grafica», priva di figure, ma alitante presenza umana.
 
BIBLIOGRAFIA
G. STELLA, «Biblioteca comunale di Vobamo - Mostra di pittori vobarnesi», Vobamo, 26 maggio- 10 giugno 1979.
 

GALVANI GIULIA

Berbenno (BG.), 2 aprile 1909

Figlia di Giulio, pittore ottocentista, dal padre ha ereditato la passione per l'arte e da lui ha acquisito i primi elementi della pittura. Se Giulia Galvani è nota per i dipinti dedicati ai fiori dall'impostazione classica, non meno apprezzabili sono i paesaggi ed i ritratti. Sue opere sono state esposte sia in collettive che in personali, fra le quali val ricordare quella tenuta alla A.A.B. nel 1964.La presentava A.M. Ongaro che nell'illustrare le sessanta opere esposte citava pure una serie di miniature «di finissimo gusto che lasciano il visitatore nell'estasi di un gradito godimento spirituale». A Salò, la pittrice ha dato vita ed ha animato una scuola di artigianato artistico con l'intento di aiutare i giovani a diventare provetti nell'esercizio della pirografia, della decorazione ceramica, della serigrafia.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (i 972).

 

GAMBA

Nome comune a vari marmorai o lapicidi di Rezzato operosi nel susseguirsi dei secoli dal XV e fino ai giorni nostri.
In particolare sono ricordati:
Angelo: Rezzato, 27 luglio 1871 - 6 maggio 1948.
Battista: Secolo XVIII. Nel 1754, con Giovanni Ogna e Santo Palazzi, alle cui rispettive voci si rinvia, lavora alla facciata della chiesa di S. Lorenzo in Brescia. Faustino: Rezzato, lO settembre 1833 - 2 maggio 1869. Figlio di Paolo e di Maddalena Faitini, il che lascia dedurre che si sia imparentato con la famiglia degli scultori Faitini (v.).
Giovannino: secolo XVI. È nominato in documenti del 9 dicembre 1547 e del 12 aprile 1548.
Sisto: nel 1888 esegue il sagrato della chiesa parrocchiale di Pontoglio.
Vincenzo. Secolo XVII. Nel 1698 esegue il portale marmoreo della chiesa parrocchia-le di Puegnago.
  1. GAMBARA LATTANZIO
  2. GANDELLI GIOVAN BATTISTA
  3. GANDINI SAVERIO
  4. GANDINO ANTONIO

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