Dizionario dei Pittori Bresciani
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DE MARTINO ANTONIO

S. Egidio del Monte Albino (SA), 1945.

Il carattere estroverso, entusiasta, il dinamismo hanno favorito il subitaneo inserimento di Antonio De Martino nell’ambiente artistico bresciano, del quale in poco tempo è divenuto personaggio assai noto. Anche perché, indossata la veste di promotore dell’arte contemporanea, nel 1983 in alcuni ambienti di via delle Battaglie appartenuti al dismesso monastero delle religiose cappuccine, ha dato vita all’Atelier degli Artisti, ideatore di ripetute iniziative ravvivanti l’antica contrada da tempo declassata.
Restano nel ricordo varie intraprese volte al sociale e poi le numerose mostre, susseguitesi con regolarità: mostre collettive oppure personali di noti artefici, altre tematiche, come quella avente per proposta “Uomini del Novecento: omaggio ad Alberto Burri” che nel 1999 ha coniugato dipinti di De Martino, Gianni Coccoli e Pietro Gemini.
Autodidatta, Antonio De Martino ha indirizzato il proprio interesse verso la forza evocativa della materia, che elabora e trasforma mediante tecniche miste, polimateriche, in opere pittoriche di es-senziale composizione e simbologia.
In tal senso tornano alla memoria i vasi e le suppellettili decorati alla maniera antica, che nella evocazione di tempi lontani coniugavano l’applicazione di tecniche decorative desunte dal passato.
Mentre attualmente De Martino è impegnato in particolari forme d’arte ambientale.
Per sua indicazione, note informative relative alla sua attività creativa sono consegnate al Peci di Prato, al Museo di B.A. di Busto Arsizio e alla Civica Galleria d’arte di Gallarate.
 
BIBLIOGRAFIA.
“Antonio De Martino”, opuscolo s.a. e s. editore (1994).
L. ARIOTTI (a cura di), “Uomini del Novecento: omaggio ad Alberto Burri”, Brescia, Atelier degli Artisti, 23 aprile - 22 maggio 1999.

 

DE ORAZI PIETRO

 Secolo XVIII.

Apprese i primi rudimenti dell’arte alla scuola di G. B. Carboni, e fu poi discepolo di Santo Cattaneo.  Oltre che pittore di quadri a olio, tempera e a fresco fu incisore. Di lui restano una pala nella chiesa della Pace raffigurante S. Filippo con Madonna e fanciulli, alla quale apportò correzioni lo stesso Cattaneo, una incisione tratta da opera del Batoni e raffigurante S. Giovanni Nepumoceno nella stessa chiesa della Pace.
 
BIBLIOGRAFIA.
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
“Storia di Brescia”, VoI. III.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

 

DE PAOLIS PIETRO

Galatina di Lecce, 1932 - Brescia, 28 giugno 1998.

Bresciano di adozione, fin dalla prima infanzia rivela doti pittoriche. Nell’adolescenza è discepolo d’un pittore della sua terra, e da lui apprende la tecnica del colore alla quale tuttavia è portato naturalmente. La famiglia lo induce a intraprendere gli studi universitari di Economia e commercio, abbandonati d’impeto; intraprende la carriera militare che non placa comunque l’ansia della ricerca pittorica, creando anzi contrasti acerbi nel suo animo.
Nel 1962 può esordire come pittore e subito riscuote lusinghieri consensi critici, tanto che abban-dona l’aviazione per dedicarsi interamente alla pittura.
Numerose le collettive a cui partecipa, sia in Brescia che in provincia e in varie città italiane.
Non poche le personali: a Brescia (1965-6-7-9-1976), Lodi (1966), Bologna (1967), Como (1968), Arezzo (1969), Genova (1969).
La inquietudine del suo animo si  riflette con maggiore evidenza nelle opere degli anni Sessanta allorché i suoi dipinti sanno di reminiscenze tragiche, di testimonianze dell’attualità alienante, angosciose. Ogni tela, che pur offre speranza, offre altresì un’analisi che scompiglia la coscienza e si fa amara lezione di costume, sui temi morali e materiali della umanità.
Forse placato l’impeto dell’animo, sono subentrati terni apparentemente meno grevi: vegetazione e farfalle, sintesi di parabola accesa di luci surreali in cui però si adombra lo stesso viatico dell’uomo.
Anche qui, a ben guardare, riaffiora un simbolo drammatico e di sconforto, sia pure proposto in toni meno vibranti. La ribellione sembra tramutata in amara ironia nei più recenti dipinti, allorquando la serie dei don Chisciotte riflette la impotenza dell’uomo eroe entro la struttura sociale contemporanea.
E forse, con l’appassire d’ogni speranza del pittore, lo spegnersi dell’uomo, a cui De Paolis offre un cuscino di fiori su cui posarsi. “Simbolo piacente allo sguardo, ma tremendo all’intellezione”.
Alla copiosa sequenza di “mostre di gruppo” avente inizio nel 1966 e continuata senza interruzioni fino al 1994, nell’ultimo quindicennio ha corrisposto la presenza di dipinti di De Paolis a Catanzaro, Genova, Roma, Montichiari, Chiari, Pesaro, Rimini, oltre che ripetute volte a Brescia.
Altrettanto nutrito il susseguirsi delle mostre personali sovente ripetute pi d’una o due volte nel medesimo anno, che però dal 1976 è stato interrotto, per riprendere solo nel 1995 a Leno e a Cunedo di Trento. Nel 1998 è seguita l’ultima rassegna ordinata presso la AAB, con una appendice nella Galleria d’Arte “Al di là del fime, tra gli alberi” di Concesio.
Illuminanti le pagine del catalogo edito nell’occasione: emerge l’eccezionale personalità di De Paolis che ha saputo volgere a proprio favore numerose difficoltà conseguenti alla scelta di vivere l’arte con coerenza estrema. È l’artista che ha precorso i tempi denunciando iniquità, individuando realtà che hanno assunto valenza inquietante.
Esemplare in questo senso il “Don Chisciotte” nel quale è esplicita la probità dell’artista, la coscienza dell’uomo onesto che si ribella ai vizi per riscattare i più deboli dalla servitù delle istituzioni corrotte, per riscattare col sangue dei colori i bambini dalle mani dei carnefici, le farfalle dal vuoto dell’esistenza.
Le ultime visioni sono coniugate al sogno degli aquiloni, che nel loro elevarsi incontrano la cometa, l’arcobaleno in una fragranza di colori dalla purezza estrema.
Quasi un presagio di cielo non oscurato dalla acerba morte.
 
BIBLIOGRAFIA.
Sta in: R. MARGONARI (a cura di), “Pietro De Paolis - Antologica”, Brescia, Galleria AAB, 7-25 febbraio 1998. (Concesio, Galleria d’Arte “Di là del fiume, tra gli alberi”).
 

DE ROSSI LAMBERTO ORAZIO

Secolo XVI.

Pittore con sopravvivenza foppesche, è autore di un ciclo di affreschi nella chiesa dei Disciplini a Remedello raffiguranti la Passione, datigli da un manoscritto del 1577 oggi esistente presso la Fondazione Da Corno a Lonato. Nello stesso 1577 il De Rossi dovrebbe aver firmato affreschi, oggi distrutti, sotto l’arco del coro dei frati in S. Francesco, ad Asola.
Altri pensano siano suoi anche gli affreschi nella Disciplina di Gambara, particolarmente belli e testimonianti, secondo P.V. Begni Redona, “la ricchezza della vena della Scuola bresciana del Quattrocento, ancora vitale e lenta ad illanguidirsi… “.
V’è da ricordare che gli affreschi di Remedello sono stati restaurati da allievi dell’Enaip nel 1979.
 
BIBLIOGRAFIA.
P. GUERRINI, Relique d’arte quattrocentesca a Remedello Sopra, “il Cittadino di Brescia”, 26 settembre 1908. (Riprodotto in “Miscellanea bresciana”, Brescia, 1953).
“Rivista di scienze storiche”, 1909.
L. LUCCHINI, Esce dall’anonimo l’autore degli affreschi di Remedello Sopra, “Giornale di Brescia”, 24 giugno 1958. (Riprodotto in “Memorie storiche della Diocesi di Brescia”, XXV, 1958).
L. LUCCHINI, “Chiese e parroci di Remedello Sopra”, Brescia, 1958.
“Arte Lombarda”, V, n. 2, Il sem. 1960, Notiziario scoperte e restauri.
“Storia di Brescia”, Vol. Il e III.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

DE SACCHIS GIOVANNI LUCINIO

1483 - 1539.

Dalla “Enciclopedia bresciana” si apprende che, detto “il Moretto”, passò la maggior parte della vita a Venezia dove attinse dalla scuola Giorgionesca. Trasferitosi a Roma, studiò Raffaello a Michelangelo, subendo l’influenza manieristica di Giulio Romano.
Nel 1516 avrebbe restaurato i medaglioni esistenti nella chiesa dei SS. Sebastiano e Rocco, in Aso-la, che però risulta costruita da Cristoforo da Leno nel 1544.
 
BIBLIOGRAFIA.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

 

DE VERIS

Secolo XV.

Pittori del principio del Quattrocento che probabilmente operano anche nel Bresciano.
 
BIBLIOGRAFIA.
P. DA PONTE, “Esposizione della pittura bresciana”, 1878.
“Storia di Brescia”, Vol. II.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

 

DE VINCENTI GIUSEPPE

Acri (CS), 15 maggio 1954.

Autodidatta, Giuseppe De Vincenti ha manifestato fra noi la sua attitudine alla pittura partecipando a varie mostre collettive, come quella ghedese del 2000, ma soprattutto ordinando personali: nella sala di S. Giacomo e Filippo inaugurata il 12 dicembre 2003 e commentata in catalogo da D. Torchiaro. In quella occasione gli era compagno d’esposizione Ugo Donati al quale si rinvia.
Più vicina ulteriore personale “Paesaggio oltre”, ancora accompagnata da saggio di Torchiaro e allestita nella sede dell’Associazione Artisti Bresciani dal 22 ottobre al 9 novembre 2005: 25 paesaggi a olio e a pastello tutti dedicati al tema del mondo mediterraneo nella cui ampiezza lo sguardo dell’artista si proietta, fino al lontano orizzonte, colmo di filiale amorevolezza.
E olio, pastello e acquarello sono appunto le tecniche adottate da De Vincenti per rappresentare con particolare nitore una componente paesistica rivelante attenta e inquieta riflessione di fronte a una natura ove la figura umana non compare, pur essendo la sua presenza incombente.
Sono soprattutto antichi edifici campestri, casolari evocanti la terra d’origine dell’artista e costruiti con campiture di colori uniformi, che si stagliano su ampi cieli uniformemente azzurri, luminosi, mentre alcuni elemento appartenenti alla realtà quotidiana, come i pali della luce o del telegrafo, equivalgono alla rappresentazione del progresso, non sempre apprezzabile.
L’attività creativa di Giuseppe De Vincenti, esercitata a Brescia dove si è stabilito nel 1980, aveva avuto meritati riconoscimenti nell’invito a partecipare al XXV Premio Suzzara, al XII Premio Nazionale dell’Acquarello “Duvini” di Nova Milanese.
Risale al 2000 ulteriore invito, per presenziare alla selezione “Oltre lo sguardo. Otto pittori e il mondo” curata da Milena Moneta. Compagni di esposizione erano Arbosti, Ciferri, Cottini, Donati, Gallizioli, Marpicati, Pescatori, artefici tutti attestanti l’elevata valenza delle scelte operate.
 

DECCA DINO. Pralboino

18 gennaio 1935 - Brescia 31 ottobre 1999.

Allievo di Emilio Rizzi, di Emilio Pasini, si è poi diplomato presso l’Istituto “P. Toschi” di Parma.
Dal lontano 1952, anno del suo esordio in pubblico, ha allestito numerose mostre personali a Bre-scia (1952-9-61-67-68-69-70-71-72-3-4-5), a Siena (1966-8-70-72), ad Arezzo (1966-73), a Roma (1968), Cremona (1974), Parigi (1972-3-5) alternandole a numerose partecipazioni a collettive fra le quali ben note quelle in seno al Gruppo dei “Pittori della Realtà”, per alcuni anni presenti alla A.A.B.
Alterna paesaggio con la figura ed ha eseguito ritratti a note personalità quali: Marion e Thíbaut d’Orlèans, Michèl Morgan, Mons. Mario Castellano, arcivescovo di Siena, Alexandre, famoso coiffeur parigino, la Sig.ra Marisa Madioni, moglie del noto critico. Ha inoltre dipinto lo stendardo per il palio di Siena (1972) ora al Museo civico della città toscana e alcune pale d’altare, fra le quali la Trasfigurazione per la chiesa di Castelletto di Leno (1968).
Pittore discusso (e polemico), ha nella tradizione la fonte della ispirazione, nella abilità grafica il pregio e il limite. Alterna oli con disegni a tecnica mista, non trascurando anche la incisione.
Nei paesaggi predilige l’estate, con la assolata campagna, i covoni offerenti toni caldi di colore; o l’inverno, in cui il biancore della neve sfuma in lontananza effusa; nei disegni prevale la figura: visi e corpi di giovani donne, rughe, carni sfatte di anziani che, ricreate “realisticamente”, danno alla composizione simboli di vita. Così gli animali prediletti, cani, cavalli, colti nella quiete domestica o nello spasimo di uno sforzo immane… Tecnica mista che nella scia accademica riesce a dare al pit-tore l’esatto modo di esprimersi.
Le poche incisioni vedute e ispirate a città francesi, hanno tratto sciolto e notevoli vibrazioni lumini-stiche.
Quelle sopra ricordate sono alcune delle trenta mostre personali allestite dal 1952 al 1984 da Dino Decca in prestigiose Gallerie italiane e straniere. L’affetto e il rimpianto non solo per l’artista, ma per l’uomo generoso hanno rinnovato il suo ricordo tramite mostre antologiche: la prima nel 2001 ordinata nella Sala dei SS. Giacomo e Filippo, in città, che ha offerto l’occasione di ripercorrere, attraverso numerosi e significativi dipinti, “una memoria, quella di un uomo che seppe tratteggiare sulla tela l’esigenza e la sensibilità di un excursus pittorico cresciuto nel solco dei grandi classici dell’arte figurativa”. A introdurre la rassegna, significativamente, è stato invitato il sindaco, prof. Corsini.
Più contenuta, per numero di dipinti proposti, la seconda antologica del 2005, ma ugualmente densa di moti, voluta dal Circolo culturale “Rinascita Lombarda” con sede in largo Formentone.
Flero deve alla passione di Dino Decca il contributo determinante alla nascita e all’affermazione della Scuola d’Arte attiva nel nome di Angelo Fiessi.
 
BIBLIOGRAFIA.
“Giornale di Brescia”, 15 agosto 1952, Campo Marte, III.
“Giornale di Brescia”, 6 dicembre 1952, D. Decca alla Sorgente.
G. VALZELLI, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 15 - 26 febbraio 1958.
“Giornale di Brescia”, 15 febbraio 1958, La mostra di D. Decca.
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 21 febbraio 1958.
L. FAVERO, D. Decca espone alla A.A.B., “La Voce del popolo”, 22 febbraio 1958.
F. C.(alzavacca), D. Decca, “L’Italia”, 22 febbraio 1958.
“La Notte”, 22 febbraio 1958, La Provincia adotta giovane pittore.
“Tutto Brescia”, 24 febbraio 1958, D. Decca.
“Corriere lombardo”, 25/26 febbraio 1958, Impiegati e mecenati organizzano una mostra.
L. MONDINI, D. Decca, “Giornale di Brescia”, 15 maggio 1959.
“Galleria A.A.B.”, Brescia, 16 - 28 maggio 1959.
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 20 maggio 1959.
L. FAVERO, D. Decca alla A.A.B., “La Voce del popolo”, 23 maggio 1959,.
A. V., Nel salone della A.A.B. mostra di D. Decca., “Giornale di Brescia”, 24 maggio 1959.
“L’Agricoltore bresciano”, 24 maggio 1959, Ill.
G. VALZELLI, I Profeti e la turba… “Bruttanome”, Vol. I (1962), p. 89.
G. NICODEMI, “Galleria l’incontro”, Arezzo, maggio 1966.
“Giornale di Brescia”, 22 maggio 1966, Il pittore D. Decca espone ad Arezzo.
G. VALZELLI, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 4 ottobre 1966.
U. GALETTI, Milano, 5 ottobre 1966. (Riprodotto in: “Galleria A.A.B.”, 15-27  aprile 1967).
G. VALIGI, Arte, “L’Avvenire d’Italia”, Bologna, 23 ottobre 1966.
A. MORUCCI, Il pittore del mese, “Biesse”, a. VI, n. 64, novembre 1966.
G. FIOCCO, Lettera al Pittore, riprodotta in vari cataloghi. (7 marzo 1967).
A. RIZZI, Rubrica d’arte, “Corriere della Valle”, marzo 1967.
N. SALVALAGGIO, D. Decca, “Il Giorno”, 15 aprile 1967.
AA. VV., “Galleria A.A.B.”, Brescia, 15-27 aprile 1967. (Con testi tratti da: G. Nicodemi, G. Valzelli, U. Galetti, A. Morucci, Jo Collarcho, A. Rizzi, G. Madioni).
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 25 aprile 1967.
A. MORUCCI, Galleria d’arte, “Biesse”, a. Vll, n. 69, aprile 1967.
AA.VV., “Sala delle esposizioni”, Chianciano, 11 - 20 luglio 1967.
L. SERVOLINI, “Galleria G. C. Abba”, Brescia, 7 - 18 ottobre 1968.
E. MARCIANO, “D. Decca”, Magalini Editrice, Brescia, dicembre 1968.
B. MARINI, “Galleria La Mossa”, Siena, 3 - 23 aprile 1971.
AA. VV., “Galleria Bernheim Jeune”, Parigi, 7 - 22 aprile 1972. (Con testi tratti da: Jo Col-larcho, G. Madioni, A. Morucci, B. Marini, A. Mazza).
“Il Campo di Siena”, N. U., Siena, 13 agosto 1972.
G. MADIONI, Rubrica d’arte, “L’Avvenire”, 19 settembre 1972.
G. MAGRINI, Rubrica d’arte, “La Nazione”, 21 settembre 1972.
G. MAGRINI, “Galleria Labus”, Brescia, 25 novembre - 14 dicembre 1972.
“Bresciaoggi”, 1 febbraio 1973, Dodici pittori per un lunario.
E. SANTORO, D. Decca, “La Provincia”, Cremona, 7 dicembre 1974.
A. MAZZA, “Galleria Bernheim Jeune”, Parigi, 15-30 aprile 1975.
A. MAZZA, “Galleria S. Michele”, Brescia, 10-22 maggio 1975.
“Giornale di Brescia”, 31 dicembre 1976, Un angelo augurale, ill.
“Brescia-arte”, N. S., n. 3, 1 semestre 1978.
C. VILLANOVA, “Galleria del Carro”, 15 - 27 settembre 1979. (Per collettiva).
V. ANASTASI, “Hotel Excelsior”, Catania, 24 novembre - 2 dicembre 1979.
“Galleria La Cornice”, Desenzano, 6 - 18 dicembre 1980. (Con testi tratti da: G. Magrini, G. Madioni, C. Ferri).
M. MONTEVERDI, “Artisti in vetrina”, Ed. Seletecnica, Milano.
“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed., Bornato.
A. M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”, IV Ediz., (1971).
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
R. LONATI, “Dizionario degli incisori bresciani”, Brescia, 1994.
T. ZANA, Decca, la forza del reale, “STILE Arte” n. 11, marzo 1997.
P.V. BEGNI REDONA (a cura di), “Opere raccolte da Vittorio Montini nella casa di Conce-sio”, Concesio, 14-22 novembre 1998.
S. VITALE, L’indagine della memoria. Ricordo dell’artista Dino Decca, “Dentro casa”, ago-sto-settembre 2000.
T. ZANA, “Dino Decca, antologica”, Brescia, Sala dei SS. Giacomo e Filippo, 21 dicembre 2000 - 9 gennaio 2001.
M. R., Dino Decca, il ricordo in una antologia, “Giornale di Brescia”, 22 dicembre 2000.
“Omaggio a Dino Decca”, Brescia, Centro culturale “Rinascita Lombarda”, 11 marzo 2005.
R. LONATI, Mostra omaggio a Dino Decca, “La Voce del popolo”, 18 marzo 2005.

 

DEGL’INNOCENTI BRUNO

Marmirolo (MN), 24 marzo 1906 - Brescia, 1 novembre 1967.

Fece dapprima diversi mestieri, vendendo anche verdura su una bancarella e impiegandosi in un ufficio. Negli ultimi anni, per sostenersi, aveva intrapreso a giocare in borsa.
È da considerarsi autodidatta anche se per qualche tempo fu allievo di Emilio Rizzi. Inizia a dipingere verso la fine degli anni Venti, e subito manifesta una spiccata personalità, risultando uno fra i pittori discussi dal 1938 al 1960.
Di lui si ricorda una quarantina di tele dedicate ai personaggi del Carmine che egli amava chiamare pimpinèle.
Dopo anni di alterna fortuna, ebbe un periodo favorevole negli anni Cinquanta, durante i quali alle-stì numerose rassegne e si fece conoscere anche fuori Brescia.
La sua tavolozza era un poco fredda, negli impasti dei grigi, dei verdi generalmente un poco smorzati, ma sempre sorretti da evidente emozione; felici poi i suoi cromatismi in cui inseriva i gialli e i rossi, ad esprimere una interessante vitalità.
Negli ultimi anni di vita si dedicò prevalentemente al paesaggio, con i canali di Missorbo e la laguna di Chioggia e i laghi bresciani, dall’Iseo prediletto, al Garda, all’Idro, nonché la campagna bresciana ritratta anche a mezzo dell’acquarello con tinte sfumate, evanescenti, ma racchiudenti una non trascurabile capacità di evocazione.
Poco tempo prima di morire espresse ad un amico il desiderio che i suoi averi fossero donati al primo bambino, figlio di N. N., nato dopo la sua morte. Colpito da seri malanni, morì solo, nella sua casa di via Capriolo 48, a ridosso della chiesa delle Grazie, ch’egli chiamava Conventino.
La sua morte fu scoperta dopo diverse ore. Caratteristico era anche il personaggio, segalino, dal viso appuntito e il pizzetto, la parola calma ma arguta.
 
BIBLIOGRAFIA.
“II Mostra del sindacato di B. A.”, Brescia, 1934, Catalogo.
P. FEROLDI, Esame dei valori alla sindacale d’arte, “Il Popolo di Brescia”, 23 dicembre 1934.
P. FEROLDI, “L’Arengo”, a. VIII, n. 1, gennaio 1935, p. 50.
P. FEROLDI, Precisazioni…, “Il Popolo di Brescia”, 2 dicembre 1936.
L. V., Tavolozza triumplina, “Il Popolo di Brescia”, 26 agosto 1938.
P. FEROLDI, La IV sindacale d’arte, “Il Popolo di Brescia”, 15 febbraio 1938.
D. BONARDI, La sindacale d’arte a Brescia, “La Sera”, Milano, 29 aprile 1940.
P. FEROLDI, Orientamenti e indicazioni della V sindacale d’arte, “Il Popolo di Brescia”, 1 maggio 1940.
E. PASINI, VI sindacale delle arti, “L’Italia”, 16 maggio 1942.
L. FAVERO, Pittori e scultori alla mostra d’arte e cultura, “L’ora del Popolo”, 18 ottobre 1945.
AEQUUS, Duecento opere di artisti bresciani, “Giornale di Brescia”, 24 ottobre 1945.
E. P., Vernice agli Indipendenti, “Il Popolo”, 2 dicembre 1947.
FAB., Le dieci interpretazioni della mostra in Episcopio, “Il Popolo”, 2 gennaio 1949.
VA., Seguendo la cometa del neon alla mostra del Premio Brescia, “Giornale di Brescia”, 5 ottobre 1952.
G. V., Palchetto degli artisti, “Giornale di Brescia”, 18 ottobre 1953.
V. FAGGI, Premio Orzinuovi, “Giornale di Brescia”, 31 agosto 1956.
G. RIVA, “Bottega d’arte”, Brescia, 15-30 novembre 1958.
F. C.(alzavacca), Il mondo dei poveri di Degl’Innocenti, “L’Italia”, 22 novembre 1958. (Si veda s. f. in data 13 novembre).
“Galleria A.A.B.”, Brescia, 10-21 novembre 1960, Catalogo.
F. C.(alzavacca), La mostra della settimana, “L’Italia”, 16 novembre 1960.
L.  FAVERO, La rassegna dei pittori, “La Voce del popolo”, 19 novembre 1960.
“Piccola Galleria U.C.A.I.”, Brescia, 24 novembre - 12 dicembre 1962.
G. VALZELLI, I Profeti e la turba… “Bruttanome”, Vol. 1, (1962), p. 71 e n.
JO COLLARCHO, Galleria d’arte, “Biesse”, a. III, n. 32, dicembre 1963.
“Storia di Brescia”, Vol.  IV.
“Piccola Galleria U.C.A.I.”, 9 - 21 maggio 1964.
JO COLLARCHO, Galleria d’arte, “Biesse”, a. IV, n. 37, maggio 1964.
E. C. S.(alvi), Le Mostre, “Giornale di Brescia”, 16 maggio 1964.
“Galleria A.A.B.”, Brescia, 12 - 24 novembre 1966.
E. C. S.(alvi), Le Mostre, “Giornale di Brescia”, 20 novembre 1966.
“Piccola Galleria U.C.A.I.”, Brescia, 5 ottobre 1968, Catalogo della mostra retrospettiva.
“Giornale di Brescia”, 5 ottobre 1968, B. Degl’Innocenti.
L. SPIAZZI, “Piccola Galleria U.C.A.I.”, Brescia, 2 ottobre 1971, Retrospettiva.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 17 dicembre 1977.
L. SPIAZZI, Omaggio agli scomparsi, “Bresciaoggi”, 7 ottobre 1978.
“Galleria S. Gaspare”, Brescia, Omaggio all’Ottocento – Novecento bresciano, Tip. Zemil, Brescia, dicembre 1978.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
P.V. BEGNI REDONA (a cura di), “Opere raccolte da Vittorio Montini nella casa di Conce-sio”, Brescia, 1998. (14-22 novembre).
 

DEL CAIRO FERDINANDO

Casale Monferrato, 1666-1741.

Particolarmente attivo a Brescia, a volte in collaborazione con pittori emiliani. Infatti, alla impegnativa decorazione della volta nella chiesa di S. Antonio (oggi perduta) che l’Averoldi indicava imminente nel 1700, lavoro con il bolognese Giacinto Garofolino in quadrature del reggiano Domenico Mattia Benedetti. Nella cupola della chiesa del Buon Pastore o della Carità, dipinse raffigurazioni allegoriche delle Virtù, tra fregi e ornati dipinti da Carlo Molinari. Sono questi gli unici affreschi salvati. In essi appare, come scrisse il Maccarinelli, “la più bella grazia e dolcezza”...
Fu maestro a Giuseppe Scalvini e a Enrico Albricci.
Non conoscendosi altre opere fuori Brescia, ed avendo operato a lungo in città, è considerato bresciano, anche per l’influsso ch’ebbe fra gli artisti nostri. Altre sue opere si ricordano in S. Domenico, chiesa distrutta, per la quale aveva realizzato una tela raffigurante S. Pio V proteso al Crocifisso, di ubicazione ignota; nella chiesa di S. Giuseppe le SS. Caterina da Bologna e Margherita da Cortona; in S. Giulia Gesù Crocifisso, perduto; in SS. Pietro e Marcellino S. Felice da Cantalice, perduto; S. Maria delle Grazie, Morte di S. Giuseppe, perduto; S. Girolamo, e a fresco, nella volta dell’altar maggiore, entro architetture del Molinari, un Padre Eterno, perduto; in S. Brigida, l’Immacolata Concezione, perduta. Vi sono poi quattro figure femminili custodite nella Pinacoteca Tosio Martinengo che però non gli sono attribuite con certezza.
 
BIBLIOGRAFIA.
Si tralascia, trattandosi di pittore non bresciano. Si rimanda solo ai citati:
G. A. AVEROLDI, “Le scelte pitture di Brescia”, 1700.
MACCARINELLI-BOSELLI, “Le glorie di Brescia”, Ed. 1959.
“Storia di Brescia”, Vol. III.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
R. LONATI, “Catalogo illustrato delle chiese di Brescia aperte al culto, profanate e scom-parse”, Brescia, 1994.
 
  1. DEL SOLE CARLO
  2. DELL’ANGELO MARTA
  3. DELLA BERNARDINA MAURO
  4. DELLA PORTA ANTONIO

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