Dizionario dei Pittori Bresciani
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CALLEGARI SANTO

IL GIOVANE. Brescia, 18 novembre 1722 -1780.

Figlio di Antonio e di Angela, fratello di Giuseppe e Luca.

Fu discepolo del padre, distinguendosi per l'abilità del comporre panneggi e per la vigorosa corposità del nudo.

Per i pennacchi del Duomo nuovo in città ha composto i medaglioni con gli evangelisti Luca e Giovanni (1779).

Altri suoi lavori sono indicati a Tavernola bergamasca; a Bergamo, nel cui Duomo compì le statue dei SS. Pietro e Paolo; a Manerbio, ove nella parrocchiale compì il S. Paolo, considerato il frutto dell'ultima sua fatica, e altre statue.

Stefano Fenaroli, nel "Dizionario", gli attribuisce le statue dei SS. Faustino e Giovita poste nelle nicchie esterne dell'abside del Duomo nuovo (verso via Mazzini), contemporanee ai medaglioni sopra ricordati.

CALLEGARI SANTO

 IL VECCHIO. Brescia, 1662 - 1717.

Secondo tradizione, la sua formazione risente dell'ambito dell' Algardi o di un componente la sua bottega quale il ticinese Raggi. Influssi possono ravvisarsi anche della scuola di Roma, città dove sembra abbia soggiornato, tanto che vi è chi nella sua produzione vede "fuse la maniera del Bernini con quella dell' Algardi" entro uno stile classicheggiante e barocco.

Fu anche incisore ed ebbe due figli: Alessandro e Antonio, suoi seguaci, alle cui rispettive voci si rinvia.

Poche le opere attribuite a Santo Callegari, parecchie delle quali ormai perdute. Si possono tuttavia citare quelle di:

- Bergamo: Duomo, SS. Pietro e Paolo all'entrata della cappella del Crocifisso, ultimati dal nipote Gelfino (v.)

- Borgo S. Giacomo: parrocchiale, S. Rocco, posto sul portale, i SS. Pietro e Paolo nella facciata.

- Brescia, chiesa di S. Agata, statue della Fede e della Carità, i quattro Evangelisti nella cappella del Sacramento.

chiesa del Carmine, Gesùflagellato, la Maddalena sull'altare dedicato alla Santa. chiesa di S. Maria delle Grazie, La Vergine, statuetta bronzea sulla fontana del chiostrino.

chiesa dei SS. Faustino e Giovita, le quattro statue della facciata raffiguranti due vescovi e i santi patroni, statue e putti all'altare della Natività (1702 - 1704); ancora in facciata il bassorilievo con il Martirio dei SS. Faustino e Giovita.

palazzo Bettoni di via Marsala, Nettuno e mostri della fontana.

Palazzo Martinengo Palatini, Marte e Pallade ornanti il cornicione (1715).

Ancora sono ricordati suoi lavori in S. Caterina e in S. Domenico, scomparsi forse con la distruzione delle due chiese.

- Trescore Balneario, parrocchiale, statue dei SS. Rocco e Sebastiano eseguite poco prima del 1690.

- Verolanuova, palazzo Gambara, statue nel giardino; Marte e Pallade a coronare i pilastri dell'ingresso e assai somilianti a quelle di palazzo Martinengo Palatini su ricordato.

CALVELLI ETTORE

Treviso, lO ottobre 1912. Vive e opera a Milano e Ponte di Legno.

Si ricorda brevemente il prof. Ettore Calvelli perché, pur non essendo bresciano, della Valle Camonica da tempo ha fatto il prediletto soggiorno; con la sua arte presente a rassegne della Piccola galleria UCAI di via Pace, ma soprattutto capace di influenzare artefici nostri.

Acquafortista, è noto soprattutto come scultore e medaglista, invitato a collettive nazionali quali la Mostra dell'incisione italiana presso la Galleria Arcimboldi di Milano (1936), la Mostra naziona1.e Bianco e N ero di Modena (1941) e lo stesso anno alla III Mostra nazionale B.A. di Milano.

E. Padovano ha redatto la scheda nel "Dizionario degli artisti italiani contemporanei"; L. Servolini nel noto "Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei". (1955)

Numerose sono le opere di Calvelli sparse in chiese non soltanto della provincia bresciana, le medaglie commemorative.

CALVISANO DA APOLLONIO

Vedi Apollonio Da Calvisano.

CALZA ANTONIO

Secoli XVII-XVIII.

Operoso in Brescia, è autore di paesaggi. Più noto per essere stato maestro a G.B. Cimaroli (v.). Come tale è ricordato nella “Enciclopedia bresciana”, Vol. II, p. 224 alla voce Cimaroli G.B.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

CALZAVACCA DANTE.

Chiari, 1903 - 1955.

Pur avendo vissuto nella Bassa Bresciana, ha avuto contatti con l’ambiente artistico della città. Anche se la sua pittura è scaturita da applicazione “domenicale”, ha raggiunto risultati superiori a quelli ottenuti dai soliti pittori del tempo libero. Ciò è dovuto anche agli studi giovanili condotti a Bergamo, ma non sfruttati per aver scelto altra professione capace di sopperire alle necessità contingenti.
Di lui, secondo la figlia Franca Calzavacca, critica d’arte in fogli bresciani negli anni Sessanta, resta ben poco, perché le opere eseguite sono andate disperse durante gli anni della seconda guerra mondiale.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

CALZAVACCA FRANZINI CORNELIA

Verolanuova, 17 gennaio 1952.

Si è conosciuta solo recentemente la pittrice Cornelia Calzavacca Franzini, in occasione della mostra personale ospitata dalle Terme di Ome nell’agosto-settembre 2005. Successiva ad altre personali tenute nel febbraio 2004 nello spazio della Peschiera di Pompiano e nella Sala Varischi di Cremona nel marzo 2005.
Compendio delle numerose mostre collettive che hanno portato opere della Calzavacca in varie località provinciali, da Chiari a Iseo, da Nave a Breno, Rovato, oltre che Brescia… fino a Bussolengo, Padova, Caravaggio.
Prolungato è stato il suo apprendistato, dedicato inizialmente alla decorazione della porcellana. Frequentato il Gruppo artistico di Coccaglio, poi l’Associazione Artisti Bresciani, ha intrapreso l’ap-plicazione al cavalletto sul quale posava tavolette preparate a gesso e colla di coniglio, supporto da lei prediletto e consonante al suo modo distendere il colore a olio.
Fonte della sua ispirazione sono i paesaggi, gli scorci urbani colti nel quotidiano girovagare. E tradotti figurativamente con raffinata immaginativa, originale impostazione entro atmosfere silenti evocanti moti metafisici.
Visioni rese meticolosamente con attenzione non solo ai particolari, ma anche all’insieme ottenendo “dal punto di vista tonale una superficie cromatica particolarmente fluida per esiti di notevole eleganza compositiva”.
Dimostrazione della costante attenzione posta da Cornelia Calzavacca nell’affrontare i diversi soggetti può essere riscontrata nella infilata di portici di antico palazzo nella quale il nitore del disegno si anima di limpida luce, oppure la chiara massa di un cascinale immerso nella silente circostante campagna, ed ancora nello spumeggiare dell’onda prossima a frangersi contro la compatta scogliera…
 
BIBLIOGRAFIA
P. TEDESCHI, Kermesse musica arte, “Giornale di Brescia”, 27 agosto 2003.
G. GALLI, Anime luminose, “STILE Arte” n. 20, febbraio 2004.
P. TEDESCHI, Pallio di Chiari, “Giornale di Brescia”, 1 settembre 2004.
GALLERIA AAB, Brescia, Ricognizione 2005, Catalogo.
T. CORDANI, Calzavacca Franzini, pittrice serena e meditativa, “Cronaca di Cremona”, 12 marzo 2005.
 

CALZAVACCA PIETRO

Brescia, 28 marzo 1855 - 23 giugno 1890.

Iniziato dal padre al lavoro artigianale, lo abbandonò per seguire le sue aspirazioni artistiche. Dopo aver frequentato una scuola locale di disegno, passò a Brera sopportando gravi stenti e lavorando duramente. Tornato a Brescia si dedicò specialmente al ritratto promettendo una carriera artistica felice, troncata dalla morte.
Sue opere restano anche presso famiglie in Brescia.
 
BIBLIOGRAFIA
“La Sentinella bresciana”, 31 agosto 1887, Al Circolo artistico.
“La Sentinella bresciana”, 2 settembre 1887, Al Circolo artistico.
“La Sentinella bresciana”, 21 giugno 1888, Un busto di Sorelli.
“La Sentinella bresciana”, 31 agosto 1888, A palazzo Martinengo,
COMUNE DI BRESCIA, “Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento”, Catalogo, 1934.
L. VECCHI, “Brescia”, monografia ill. a. 1941 - 1942.
V. LONATI, Arte di ieri e arte di oggi, “Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1954.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
A. M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori italiani”, Ed. 1945 e segg.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
A. ANELLI, “Il paesaggio nella pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, 1984.
 

CAMERLENGO FIORE

Brescia, 1 gennaio 1921 - 15 giugno 1985.

Vedutismo condotto entro i canoni della tradizione lombarda, dal tratto impressionistico e chiari toni, quello di Fiore Camerlengo.
Pittore fin dalla giovinezza, tenne la sua prima mostra personale in città, nel 1956, ripetendosi nel 1963, 1972, 1973 ed affrontando al tempo stesso pubblici di Siena (1970), Roma (1971), Milano (1974) oltre a quello della nostra provincia, sia in mostre singole che collettive.
Inserito in numerosi e noti cataloghi di pittura, può vantare presentazioni e recensioni firmate dai bresciani: Valzelli, Calzavacca, Spiazzi, Mazza e Morucci; fuori città da: G.F. Dodaro (Roma), G. Madioni (Siena), G. Mancini (Roma), G. Magrini (Firenze).
Dalla vastità della sua produzione è possibile estrarre tele in cui Camerlengo “riesce a personalizzarsi e ad uscire dal normale cliché… grazie ad una tavolozza ricca di colori, di vibrazioni cromatiche”, cogliendo risultati di efficacia espressiva soprattutto nelle Nevicate, dove la natura appare interpretata in lieve e sincera chiave poetica.
La sola partecipazione di Camerlengo documentata, a oltre vent’anni dalla scomparsa, risulta essere quella alla “II rassegna di chiusura stagione 1972-73” tenuta nella cittadina Galleria San Gaspare dal 9 al 23 giugno 1973 a cura di Luigi Cremonesi.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

CAMPANA FRATELLI. Galleria.

Velandosi e spegnendosi l’attività di gruppi artistici come la Società dell’Arte in famiglia o degli Amatori dell’Arte, che prima e appena dopo il primo conflitto mondiale avevano contribuito a tener vivo l’interesse per la pittura e la cultura in genere, i nostri artisti intraprendono a partecipare a sindacali o comunque a manifestazioni patrocinate dal partito dominante.
Dal 1924, punto di libero incontro si afferma la Galleria voluta dai fratelli Cesare e Luigi Campana, ai quali in seguito subentra Vittorio Campana.
Nelle sale di via Palestro, in seguito ampliate e abbellite, si radunano consuetudinariamente noti artisti legati al passato secolo, giovani dalle promettenti doti, nonché studiosi, appassionati, collezionisti.
Nelle pagine lasciate da P. Sartori Treves, N. Fortunato Vicari, V. Lonati, P. Feroldi si possono ritrovare le recensioni a tutti gli espositori accolti dai Campana: e sono pittori indimenticati. Con Ciardi v’è Irolli, e poi Petrella, Borgognoni, Simeonni, Baracchi e Michetti, Fattori, Boldini, Signorini; fra i bresciani ricorrono i nomi di Gerolamo Calca, i Campini, Schermini, Lombardi, G. B. Ferrari, Soldini, Rovetta, Zuccari, Venturi, Bertolotti, Amus, Inganni, su su fino ai più vicini Franciosi, Rizzi, Togni, Mutti, Glisenti, Cesare Monti, Vecchia.
Non v’è collezionista cittadino che non si affacci da Campana per assicurarsi una tela, un mobile d’arte. E ciò fino alla vigilia del secondo conflitto, dopo il quale la Galleria ha proseguito il mercato antiquario, che nel gusto e nella serietà ha invidiabile prerogativa, trasferendo però la sede in via Liguria, dove attualmente opera l’erede.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, La Galleria Campana, un’epoca dimenticata, “Brescia arte”, a. 1, n. 5, giugno 1971. (Con l’elenco delle mostre allestite e la nota delle recensioni relative ai pittori bresciani).
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 
  1. CAMPANELLI LIONELLO
  2. CAMPI famiglia
  3. CAMPI FELICE
  4. CAMPINI CESARE

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