Calegari, Caligari.
Nota famiglia di scultori bresciani operosa dalla seconda metà del XVII secolo e fino agli inizi del XIX.
Capo stipite ne è Santo Callegari il vecchio; ultimo esponente Santo 'Callegari il giovane.
Di seguito, specificatamente citati sono:
- Alessandro: figlio di Santo il vecchio e fratello di Antonio.
- Antonio: figlio di Santo il vecchio e fratello di Alessandro.
- Gaetano: figlio di Alessandro, fratello di G. Battista, Gelfino e Paolo.
- Gelfino: figlio di Alessandro, fratello di G. Battista, Gaetano e Paolo.
- Giovan Battista: figlio di Alessandro, fratello di Gelfino, Gaetano e Paolo.
- Giuseppe: figlio di Antonio, fratello di Santo il giovane e di Luca.
- Luca: figlio di Antonio, fratello di Santo il giovane e Giuseppe.
- Matteo.
- Paolo: figlio di Alessandro, fratello di G. Battista, Gaetano e Gelfino.
- Santo il giovane: figlio di Antonio, fratello di Giuseppe e Luca.
- Santo il vecchio: padre di Alessandro e Antonio.
Secolo XVIII.
Figlio di Santo il vecchio, rimane orfano in tenera età.
Più che alla scuola del padre si è quindi formato attraverso la collaborazione prestata al fratello Antonio, tanto che in molte opere non è possibile isolare gli interventi dell'uno o dell'altro.
Secondo il Carboni, consapevole di non poter arrivare a quel grado che desiderava, Alessandro si è recato in Germania, dove è rimasto a lungo (circa vent'anni), fino al 1757, e vi si è sposato. Ma anche gli anni trascorsi lontano da Brescia non gli hanno dato la possibilità di affinarsi come avrebbe voluto. Nelle sue opere, alcuni studiosi ravvisano un modellato a volte secco, duro e spesso inespressivo. Piuttosto monotona è la composizione anche se non manca di sensibilità luministica e di perizia tecnica: il panneggio denuncia sovente una geometria rigida e fredda. Delle opere a lui attribuite numerose sono ormai disperse. Con il fratello collaborò forse alle statue dell'altare dei SS. Fermo e Rustico nel Duomo di Bergamo.
In Brescia possono ricordarsi le statue della cimasa della Biblioteca Queriniana; il Nettuno con Delfino nel giardino di casa Suardi in via Trieste; i putti della sagrestia della chiesa di S. Alessandro; l'Angelo a sera sulla facciata della chiesa della Carità in via dei Musei; l'altare della Madonna del tabernacolo della chiesa di S. Giovanni evangelista, con il bassorilievo raffigurante la Fuga in Egitto.
A Limone del Garda resta il S. Giovanni Nepomuceno, del 1728; a Piedicastello (TN) due statue di vescovi in pietra, firmate e datate 1761. Altre opere dovrebbe aver compiuto a Rovereto e Trento. Il Fenaroli, nel suo "Dizionario" ci parla d'un Nettuno nel palazzo Mazzucchelli a Ciliverghe.
Con il fratello Antonio, nel 1756 ricevette un pagamento per dei lavori a Manerbio; della sua scuola sono citate altresì opere, ormai perdute, per il santuario di S. Maria dei Miracoli in città; come perdute sono quelle della chiesa di S. Clemente.
Morto nel 1770 circa, Alessandro ebbe per figli Giovan Battista, Gaetano, Gelfino e Paolo pur essi scultori e alle cui rispettive voci si rinvia. Ebbe la moglie di nome Angela.
Brescia, novembre 1698 o 1699 - 13 luglio 1775.
Avviato alla scultura dal padre, Santo il vecchio, lo ha aiutato a compiere le statue del presbiterio della chiesa di S. Agata, ma sembra che la sua formazione artistica sia stata determinata da soggiorni a Roma.
Sue prime opere sono la S. Scolastica nel salone della chiesa di S.Faustino, in città; Elia e Mosè poste nella parrocchiale di Palosco, la cui dubbia attribuzione deriva dal gusto e dalla tecnica ancora lontani dalla severità e dalla visione sua matura, affinata secondo alcuni anche con la osservazione di capolavori del Romanino e Moretto. Anche il barocco si insinua in alcune sue realizzazioni: una concezione che però mai perde l'impostazione classica, specie nella modellazione delle figure, solide e alle quali dà "una impronta di vivace realtà, tanto nella ricerca attenta per ciascun volto ... quanto nella volontà di esprimere attraverso i lineamenti il senso immediato del fatto o della virtù che la statua rappresenta o personifica".
Lungo l'elenco delle opere realizzate da Antonio Callegari, le citiamo qui in base alle località di collocazione, ordinate alfabeticamente.
- Alzano Maggiore: parrocchiale, statue di S. Domenico e S. Rosa all'altare della cappella del Rosario.
- Bedizzole: parrocchiale, bassorilievo con l'Annunciazione entro il paliotto dell'altare della Madonna. (Attribuito).
- Bergamo: Duomo, altare dei SS. Fermo e Rustico (in collab. con il fratello Alessandro), S. Giacomo, ultimato dal nipote Gelfino.
c..:hiesa di S. Leonardo, statue di Ester e Giuditta.
- Botticino Sera: parrocchiale, statue nella facciata.
- Brescia: chiesa di S. Agata, statue di S. Agata, S. Lucia e S. Apollonia poste nella
cimasa del portale.
Chiesa di S.Alessandro, statue della Fede e della Carità, della Vergine, con il bassorilievo della Deposizione.
Chiesa di S. Barnaba, statue della Carità e Umiltà: già nella cappella della Cintura ed ora nella chiesa di S. Giorgio di Lovere.
Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, altare dedicato ai SS. stessi, con le statue della Fede e Carità, considerate fra le ultime realizzazioni.
Chiesa di S. Eufemia, Putti sull'altare maggiore.
Chiesa di S. Faustino, canonica, S. Sebastiano (opera prima).
Chiesa di S. Lorenzo, Putti in facciata ed altri che reggono il drappo di lapislazzuli della Madonna detta della Provvidenza (ultimata dal figlio Luca).
Chiesa di S. Maria degli Angeli, Altare e Putti vari.
Chiesa di S. Maria della Pace, Angeli deIl'altare maggiore e statue dei SS. Giacomo e Giovanni (ante 1760), l'Immacolata, nella sacrestia.
Duomo nuovo, busto del cardinal Querini, statue dei SS. Ottaviano e Gaudenzio, nel presbiterio, (1739), statue della Fede e della Mansuetudine, già in S. Maria degli Angeli, altre varie figure e putti.
Convento delle suore agostiniane, Apparizione di S. Agostino (bassorilievo sull'ingresso ).
Banca S. Paolo (ex palazzo Martinengo Villagana). Statue allegoriche: Disinteresse, Liberalità, statuetta della fontana, cariatidi dello scalone.
Civici musei, Brescia armata, già sulla fontana di piazza del Duomo (ora Paolo VI); bozzetti dei SS. Luigi. Stanislao Kostka e Giovanni evangelista.
Alcuni studiosi nel passato gli attribuirono anche la statua di S. Chiara dell'edicola posta alla sommità della scalinata dell'ex convento di S. Chiara, nella omonima via; il busto di mons. Fè d'Ostiani in S. Nazaro e S. Giovanni Nepumoceno nella stessa chiesa (1760), ora ritenuti di altri autori.
- Chiari, parrocchiale, statue della Giustizia,Prudenza (1756), S. Luigi e S. Stanislao Kostka (1763), il cui bozzetto è alla Pinacoteca; statue allegoriche sull'altar di S. Giuseppe.
- Cremona: cattedrale, altare della Madonna del popolo; statue di Ester e Giuditta (1757); altre statue perdute.
- Desenzano: statua di S. Angela Merici (c. 1772) posta nella piazzetta del porto. Chiesa di S. Giovanni Battista, Angeli ..
- Esine: parrocchiale, Gesù nell'orto, bassorilievo del paliotto; i SS. Pietro e Paolo.
- Lovere: chiesa di S. Giorgio, statue un tempo collocate nella bresciana chiesa di S.
Barnaba (v.)
- Manerbio: parrocchiale, altare del Rosario, statue dei SS. Domenico e Rosa (alle quali potrebbe riferirsi il pagamento fatto anche a nome del fratello Alessandro nel 1756).
- Marone, parrocchiale, Il sacrificio di Isacco (attribuito).
- Montichiari: parrocchiale, statue della Umiltà e della Carità (in collaborazione con
il fratello Alessandro - fra le ultime realizzazioni).
- Padenghe: parrocchiale, statue della Umiltà e della Carità (firmate e datate, 1773).
- Quinzano: parrocchiale, statue delle Sante Apollonia e Lucia.
- Tagliuno (BG): parrocchiale, varie statue; Vergine e Bambino, i SS. Domenico e
Caterina,varie medaglie (1751).
- Vobarno: parrocchiale, statue dei SS. Ambrogio. Gregorio, Gerolamo, altri dice anche un S. Agostino.
Nel riproporre il giudizio che vuole Antonio Callegari il saliente scultore del Settecento e non soltanto in Brescia, sapiente costruttore di vibranti e mobili corpi, pur nella copiosa massa del panneggio che sembra vivere una sua vita; artista dal personale linguaggio chiaro e vigoroso, si ricordano alcuni altri lavori che a lui si attribuiscono, come i SS. Vescovi del Duomo nuovo, le perdute statue poste sul cancello di Villa Colleoni.
Scultori furono anche i figli suoi: Giuseppe, Luca e Santo il Giovine alle cui rispettive voci si rinvia.
Secolo XVIII.
Figlio di Alessandro, fratello di Gelfino, Giovan Battista e Paolo.
Nulla si sa di sue opere, se non la possibilità assai remota di ravvisare segni di sua collaborazione nei lavori compiuti dal padre o dai fratelli.
Secolo XVIII.
Figlio di Alessandro, fratello di G. Battista, Gaetano e Paolo, nipote di Santo il vecchio. Rivela singolarità di modellato, estro e slancio.
Con il padre, nel 1782 collabora alla realizzazione di quattro statue poste nel Duomo di Bergamo e raffiguranti i SS. Pietro, Paolo, Giacomo Maggiore e Giacomo Minore. Suoi sono altresì gli Angeli che reggono il monogramma mariano sulla cimasa della cappella del S. Rosario nella parrocchiale di Alzano Maggiore in provincia di Bergamo.
Da atto del 1783 risulta che a lui sono stati corrisposti pagamenti per le quattro statue del Duomo bergamasco iniziate da Santo il vecchio.
Secolo XVIII.
Figlio di Alessandro, fratello di Gelfino, Gaetano e Paolo.
Di lui non si conoscono opere, anche se gli è data la probabile collaborazione nei lavori compiuti dal padre e dai più noti fratelli.
Secolo XVIII.
Figlio di Antonio e Angela, fratello di Luca e di Santo il giovane.
Lavora dapprima sotto la direzione del padre dal quale apprende l'arte del disegno e la tecnica della scultura. Di lui non si conoscono opere, anche se è ritenuto collaboratore dei familiari più noti.
Secolo XVIII.
Figlio di Antonio e di Angela, è nato a Brescia il 21 ottobre 1731.
Scolaro del padre, ne ha seguito la tecnica e i modi, che tuttavia palesano una certa stanchezza e modesta personalità.
Ha portato a termine alcuni lavori iniziati dal genitore.
Fra le altre opere è ricordata la statua di S. Paolo posta nella facciata della chiesa parrocchiale di Manerbio, per la quale ha scolpito anche un S. Lorenzo, alcuni angeli e cherubini (1791).
Fratello di Giuseppe e di Santo il giovane.
Secolo XVII.
Artista del quale non è dato alcun legame di parentela con gli altri esponenti della famiglia Callegari; anzi non è certo neppure il nome suo.
In una firma apposta nel finissimo bassorilievo raffigurante la Natività, murato nella sagrestia del convento delle Suore Agostiniane, e che i più propendono a dire di ignoto autore, v'è chi ha pensato di leggere il nome di Matteo Caligari o Callegari. La scritta è: MAE CAL: F. 1625, dove MAE fonde insieme la M con una T e la E, dando la possibilità di leggere, appunto, il nome Matteo:
Giovanni Vezzoli ha rilevato che la composizione è di notevole "morbidezza di modellato, nella integrità dell'espressione, nell'equilibrato rapporto fra figure tra loro o con lo sfondo".
Secolo XVIII.
Figlio di Alessandro, fratello di G. Battista, Gaetano e Gelfino.
Non si conoscono sue opere, anche se gli è riconosciuta la collaborazione col padre e i più noti fratelli.