Dizionario dei Pittori Bresciani
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BRESCIANI REMO

Virle, 14 dicembre 1941.

Specializzato nella lavorazione e nella posa di marmi e graniti, fin da ragazzo ha però coltivato la innata predilezione per il disegno e i colori espressa mediante la tecnica a olio, l’acquarello, per af-frontare, sia pure raramente, anche l’affresco.
Figurativo nel solco della tradizione, sembra prediligere composizioni aventi come soggetto la na-tura morta, con la frutta deposta su tavoli e raccolta in cesti. La minuziosità della resa plastica d’ogni elemento si concilia con la soffusa delicatezza tonale estesa all’ambiente circostante ravvi-vato da silente luce.
La medesima delicatezza tonale caratterizza la produzione paesaggistica in cui il tratto si fa mag-giormente mosso, pur rimanendo riassuntivo, in grado di cogliere gli elementi determinanti la evi-denza plastica ma anche la soffusa atmosfera avvolgente e proiettata ai piani più lontani. Non a caso Bresciani si avvale anche dell’acquarello che gli consente di pervenire a rapporti cromatici di estrema delicatezza.
 
BIBLIOGRAFIA
G. GALLI, Bresciani, delicate armonie, “STILE Arte” n. 77, aprile 2004.
 

 

BRESCIANINI FRANCO

Lodetto di Rovato, 1944.

Autodidatta, rivolge la propria attenzione ai molteplici aspetti del creato e dell’uomo “rivissuti con l’angoscia della pianificazione di tutta la realtà”, come il pittore stesso afferma autopresentandosi.
La sua pittura può considerarsi figurativa, ma la sintesi operata, sia nel ritrarre il paesaggio, sia nel fissare certe figure geometrizzate ne fa un’artefice moderno, non soltanto per il suo modo d’ac-costarsi ai soggetti che lo interessano, ma anche per il linguaggio usato nei dipinti, dal caldo colore, dalle larghe campiture essenziali.
Lunga la serie delle partecipazioni a Premi e a mostre collettive: in Lombardia, in Piemonte, Tosca-na, Marche. E notevole l’interesse suscitato negli appassionati e nei critici, quali Gastone Breddo, Luciano Budigna, Mario De Micheli ed Elda Fezzi.
Delle ulteriori manifestazioni che hanno proposto dipinti di Brescianini in note sedi espositive non solo cittadine, assume particolare significato la Collettiva “Incontri di tendenze” curata da Alberto Chiappani nel 1986, ricorrendo la festività dei SS. Faustino e Giovita. La valenza della rassegna s’affida alla partecipazione di numerosi fra i più apprezzati pittori locali con i quali Brescianini ha rivaleggiato onorevolmente.
Il coerente suo procedere creativo è poi documentato dall’opuscolo “Brescianini da Rovato” edito in Verona, Colognola ai Colli, nel 1999.
Traguardo prestigioso l’antologia accolta dal 5 al 20 marzo 2005 nel Centro S. Salvatore di Rodengo Saiano, ovvero l’antica chiesa nella quale si ravvisano tracce risalenti ai secoli XI - XII. Con il patro-cinio del Comune di Rodengo, la mostra dedicata a “L’irrinunciabile mistero” è accompagnata da catalogo recante saggi di Vittorio Sgarbi, Margaret Mazzantini e Luisa Brescianini, che rilevano co-me l’operare dell’artista sia intelligente lezione di stile che si radica nella storia dell’arte moderna italiana attingendo in particolare a un certo post - cubismo o al futurismo per una resa figurativa fortemente dinamica e comunicativa.
 
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, Artisti bresciani in Duomo vecchio, “Bresciaoggi”, 3 gennaio 1976.
L. SPIAZZI, Giro dell’arte, “Bresciaoggi”, 3 novembre 1979.
L. SPIAZZI, Arie in città, 1 dicembre 1979.
AA. VV., “Brescia ‘80”, Brescia, 1 - 11 maggio 1980, Catalogo.
A. CHIAPPANI - M. PISTONO, “Galleria La Cornice”, Desenzano, 24 maggio - 5 giugno 1980.
“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed., Bornato.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

BRESCIANINO (IL)

 Vedi Bresciano Giovita 

BRESCIANINO DELLE BATTAGLIE

Vedi Monti Francesco

BRESCIANO GIOVITA

Detto Il Brescianino. Secolo XVI.

Seguace del Gambara, assai operoso secondo quanto ci dicono le guide, ma le cui opere sono quasi del tutto scomparse.
Si conserva di lui un Presepio nella chiesa di S. Giorgio ma è “opera opaca” e da alcuni attribuita anche al Marone. È autore anche di un affresco sulla facciata di una casa signorile affacciato sulla piazzetta S. Giorgio, che però andò distrutto agli inizi del secolo nostro.
I suoi biografi ritengono sia morto assai giovane.
 
BIBLIOGRAFIA
Non propriamente specifica, stante il problema di attribuzioni varie.
L. COZZANDO, “Vago e curioso ristretto”, 1694.
G.A. AVEROLDI, “Le scelte pitture di Brescia”, 1700.
P.A. ORLANDI, “Abecedario pittorico”, 1704.
G.B. CARBONI, “Notizie storiche di pittori e scultori”, 1776, Ediz. C. Boselli, 1962.
L. LANZI, “Storia pittorica dell’Italia”, Bassano, 1795 - 1808, Ediz. 1823.
E. NICOLI CRISTIANI, “Vita e opere di L. Gambara”, 1807.
P. BROGNOLI, “Guida di Brescia”, 1826.
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
G. P.(asini), Relique d’arte che scomodino, “La Sentinella bresciana”, 3 agosto 1910.
P. GUERRINI, Il castello degli Avogadro a Bagnolo, “Illustrazione bresciana”, 1 settembre 1911.
P. GUERRINI, Un salone affrescato da L. Gambara, “Storia e arte”, 30 settembre 1911.
P. GUERRINI, Due palazzi cinquecenteschi a Bagnolo, “Brescia Industria e Commercio”, a. IV, luglio 1924.
“Storia di Brescia”, Vol. III.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore 1984.
 

BRIGNONI EMILIO

Torino, 1884 - Lugano, 1935.

Si ricorda brevemente questo scultore, torinese di nascita, figlio e allievo di Jacopo Brignoni, perché il suo nome compare in occasione di manifestazioni artistiche bresciane.

Compiuti gli studi artistici a Firenze, si specializza in stucchi ornamentali, proponendo questa sua abilità anche in Argentina, dove soggiorna e opera per qualche tempo. Dal 1919 attivo nel Ticinese, ma anche a Brescia.

Se ben interpretiamo il suo nome, nella "Sentinella bresciana" del 20 agosto 1895, a soli undici anni avrebbe concorso ad una borsa di studio del Legato Brozzoni; nel 1924, con numerosi artisti bresciani, fra i quali Angelo Righetti e Claudio Botta, alle cui rispettive voci si rinvia, è presente alla Mostra regionale di Cremona. ("La Provincia di Brescia", 6 maggio 1924)

BRIGOLI PIERO

 Corzano, 18 dicembre 1921 - Brescia, 22 febbraio 1987.

Diplomato all’Accademia di Brera, a Milano, è stato docente in scuole medie. Ha iniziato l’attività pittorica intorno agli anni Cinquanta. Il bianco e nero, l’affresco sono state le sue prime esperienze, passando poi alla tecnica dell’olio. Ha intrapreso ad esporre nel 1956 e da quell’anno ha allestito mostre personali a Iseo, Breno, Brescia (1958 - 1960 - 1963) Verona, Venezia, Vicenza, Madonna di Campiglio ecc.; sue opere sono collocate in collezioni italiane e straniere: Francia, Germania, Bel-gio, Congo, Stati Uniti.
Pur non disdegnando il paesaggio e il ritratto, Piero Brigoli spesso traspone i temi affrontati in af-fresco o in grandi pale nei suoi dipinti a olio, rivelando l’animo intimamente religioso. E i valori umani in lui hanno prevalente risonanza e si esaltano nel dramma di Cristo: l’uomo contemporaneo, vittima della violenza, la derisione e la noncuranza del prossimo, la impietà si riflettono nei temi sa-cri affrontati. La tragedia del Golgota, attraverso l’opera di Brigoli si attualizza e si riversa sull’uomo, in modo sentito, partecipato. Non per nulla le sue mostre bresciane sono state allestite in prevalen-za nella “Galleria dell’U.C.A.I.”, vicina alla Pace.
Riassuntiva, a larghi piani spatolati, la pittura di Brigoli raggiunge essenzialità di espressione attra-verso la semplicità dell’impianto. Grigi, bianchi, azzurrini gli consentono di manifestare un animo inquieto, estremamente attento alle vicende umane.
Opere decorative: Cristo deposto - Resurrezione, Corzano (Bs), Cappella Alberti, 1953;
Presentazione di Maria - Nozze di Cana - Annunciazione - Gesù nel tempio e altri motivi sacri, Iseo, Santuario, 1954 e segg.;
Deposizione - Sedici Santi, Cedegolo, Cappella palazzo Panzerini, 1960;
Crocifisso (pala), Kindù (Congo), Cappella ai caduti aviatori, 1963;
Il Golgota (olio), Faenza, 1963;
S. Bertillo Boscardio, Verona, Cappella casa Gasdia, 1964;
Trasporlo di Cristo - Golgota, Udine, Cappella Fraccaroli, 1964;
Deposizione - Crocifisso, (olio) Verona, Cappella Lodo, 1964;
Annunciazione - S. Vigilio - Crocifisso - Resurrezione - Battesimo di Gesù, Bergamo, chiesa di S. Vi-gilio, 1966.
 
BIBLIOGRAFIA
C. PESCATORI, La scuola di disegno S. Maffeis, “Terra nostra”, a. I., n. 7, maggio 1953.
E. CALZAVACCA, Mostre d’arte, “L’Italia “, 14 luglio 1956.
M. VOLPI, “A.A.d.S”, Iseo, 8 - 23 luglio 1956.
G. P., Cronaca d’arte, “La Voce del popolo”, 20 ottobre 1956.
G. BONFADINI, Presentazione per mostra in Breno, 6 - 20 giugno 1957.
P. N., “Galleria A.A.B.”, Brescia, 1958.
E. CALZAVACCA, Al palazzo vescovile…, L’Italia”, 7 giugno 1959.
P. BRIGOLI, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 8 - 19 ottobre 1960.
L. FAVERO, P. Brigoli alla A.A.B., “La Voce del popolo”, 15 ottobre 1960.
G. P., Cronaca, “Il Cittadino”, Brescia, 20 - 29 settembre 1962.
C. BARBERA, “Galleria Ghelfi”, Verona, 21 - 30 settembre 1962.
C. SEGALA, Mostra d’arte, “Il Gazzettino”, 26 settembre 1962.
G.L. VERZELLESI, “L’Arena”, 29 settembre 1962.
DIOGENE, Arti figurative, “Via libera”, settembre 1962.
CENNA, Le gallerie, “Il Gardello”, 28 settembre 1962.
G. FERRARA, Le Mostre, “Le Arti”, n. 9, settembre 1962.
R. MARGONARI, Mostre d’arte, “Tribuna di Mantova”, 22 novembre 1962.
“Giornale di Brescia”, 29 novembre 1962.
C. BARBERA, “Galleria Venezia”, Venezia 1 - 10 dicembre 1962.
P. R., Mostre d’arte, “Il Gazzettino”, 8 dicembre 1962.
M. ALZETTA, Gallerie veneziane, “S. Marco”, 16 dicembre 1962.
GU.GI, Le Gallerie, “Minosse”, dicembre 1962.
“Galleria Marguttiana”, Vicenza, 20 - 30 aprile 1963.
“L’Avvenire d’Italia”, 20 aprile 1963, Le mostre.
P. S., Le mostre, “Giornale di Vicenza”, 24 aprile 1963.
C. BARBERA, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 2 - 14 novembre 1963.
E. C. S.(alvi), Le Mostre, “Giornale di Brescia”, 8 novembre 1963.
G. T.(onna), P. Brigoli, “L’Eco di Brescia”, 9 novembre 1963.
M.G. MAZZUCCATO, P. Brigoli, “L’Italia”, 9 novembre 1963.
JO COLLARCHO, Galleria d’arte, “Biesse”, a. III n. 31, novembre 1963.
“Galleria Frera”, Trento, 29 gennaio - 14 febbraio 1964.
C. BARBERA, “Galleria Ghelfi”, Verona, 21 - 30 aprile 1964.
R. M., Galleria, “Corriere lombardo”, 15 - 16 aprile 1964.
“Il Gazzettino”, Verona, 21 aprile 1964.
G. L. VERZELLESI, Mostre d’arte, “L’Arena”, 28 aprile 1964.
C. SEGALA, Mostre d’arte, “Il Gazzettino”, 30 aprile 1964.
A. MARINI, Note d’arte, “Verona fedele”, 10 niaggio 1964.
R. M., Galleria, “Corriere lombardo”, 15 - 16 maggio 1964.
L. FIUMI, Le Mostre, “Le tre Venezie”, n. 3, giugno - luglio 1964.
I. SIMEONI ZANOLLO, Gallerie, “Vita veronese”, a. XIII (1964).
L. FIUMI, “Piccola galleria U.C.A.I.”, Brescia, 20 febbraio - 4 marzo 1965.
G. S.(tella), Mostre in città, “La Voce del popolo”, 27 febbraio 1965.
G. S.(tella), Mostre, “L’italia”, 27 febbraio 1965.
E. C. S.(alvi), Le Mostre, “Giornale di Brescia”, 27 febbraio 1965.
G. VALZELLI, Mostre, “ll Cittadino”, 28 febbraio 1965.
A. MORUCCI, Le Gallerie, “Biesse”, a. V, n. 46, marzo 1965.
“Centre Presse”, 30 aprile 1965.
“La Strada”, n. 5, 15 maggio 1965, P. Brigali.
“Flash”, n. 5, settembre - ottobre 1965, Alla Bottega d’arte.
“Artisti italiani contemporanei”, Ed. La Ginestra , Vol. III, p. 113.
“Nuovi orizzonti”, Artisti d’oggi, Edito nel 1965 ma datato 1968.
“Galleria A.A.B.”, Brescia, 25 marzo - 6 aprile 1967.
“Galleria A.A.B.”, Brescia, 8 - 20 gennaio 1972.
P. BRIGOLI, “Studio G. 7”, Bovezzo, 21 maggio - 3 giugno 1977.
“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed., Bornato.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

BRIGOLI TIZIANO

 Orzinuovi, 23 luglio 1955.

E’ stato affermato che il vero grande amore di Tiziani Brigoli è quello per la concretezza intesa co-me realtà; concretezza che rifugge dagli astrattismi per cogliere nel reale di cui si compone la vita. Il suo figurativo cattura i dettagli come l’insieme, gli oggetti come i volti, gli interni come gli spazi liberi, le città come il mondo agreste.
Soprattutto dipinge i motori, le automobili che hanno conosciuto i fasti del passato, le motociclette che aiutano a immaginare e ad assaporare il piacere della libertà. E poi i trattori che accompagnano il duro lavoro della campagna. Quando anima gli spazi con figure queste si armonizzano con quanto le circonda, in un rapporto quasi di simbiosi.
Cresciuto nel profumo dell’arte (il padre Pietro fu noto pittore) Tiziano si è dedicato all’arte dopo la scomparsa del genitore e si è educato frequentando l’ambiente artistico locale, godendo in partico-lare l’amicizia di Dino Decca, mantenendo però intatta la propria individualità.
A dire l’intensità del suo impegno stanno le partecipazioni a rassegne collettive e concorsi, fra i quali si distinguono la Grande mostra di pittura e scultura di Calvisano, altro di Montichiari, poi di Boario Terme e Orzinuovi, Pisogne, Chiari, Leno, Manerbio, tutti del 1999. Nel 2000 è tornato a Montichiari e Orzinuovi, estendendo la presenza a New York e Cremona, nel 2001 a Brescia, Arezzo (Centro Congressi), mentre a Torino (Lingotto Fiori) si è ripetuto negli anni 2001, 2, 3, 4, così pure a La Chiarella (Centro “Il Girasole”, 2002, 3).
 
BIBLIOGRAFIA
E. UNGARI, “Le nostalgie colorate”, Orzinuovi, Officina dell’Arte, 14 - 21 ottobre 2000.

 

BRIOLA GIUSEPPE

Orzinuovi, 1938.

Ha studiato all’Accademia Carrara di Bergamo sotto la guida di Trento Longaretti, ha frequentato per due anni (1962) l’Ecole nazionale superieure des B.A. di Parigi dove, con Jean Beisier, si specia-lizza in arti grafiche.
Viaggia lungamente in Europa e nel 1967 è a Carrara dove per un anno lavora come scultore pres-so Norman Mommens. Si porta quindi a Salisburgo (1969); presso l’Accademia di quella città avvi-cina Emilio Vedova con il quale, rientrando in Italia, a Venezia, collabora. Indi il ritorno a Orzinuovi dove apre studio.
Questo in succinto il curriculum di Briola, che al suo attivo ha anche partecipazioni e affermazioni in diversi premi e concorsi: Montecarlo (1961); Teramo (Premio M. Mazzacurati) Milano (Premio S. Ambroeus), Lecce (1970); Verona, Parma, Roma, Madrid, Terni e ancora Milano (1971)…
Composti su fogli di plexiglas o su vetro, i suoi dipinti sono frutto di una ricerca che tende a scru-tare una realtà autonoma, una “realtà altra - com’ebbe a dire Elda Fezzi - non legata al percorso obbligato da condizioni fenomeniche o pratiche, ma che divenga più ampiamente rivelatrice di iti-nerari, forze irrazionali, di temi, di forme, di passaggi anche contro una organizzazione program-mata”.
L’opera di Briola si richiama ad autori dell’astrat - impressionism e della situazione post - informa-le… Ne nascono “topografie” o “tarsie” d’un colore pulito e raffinato, smalti in cui i diversi toni as-sumono per il pittore significati diversi; gli accostamenti d’impeto drammatico a volte, a volte “si placano nell’equilibrio della poesia”. Ogni figura già esiste - afferma Briola - sta all’artista reinven-tarla.
Vissuta una breve esperienza in ambito artistico milanese, i sopravvenuti impegni familiari e l’at-tività didattica hanno indotto Briola ad attenuare e poi esaurire la partecipazione a mostre. Non si è tuttavia interrotta l’applicazione alla pittura esercitata per proprio soddisfacimento e producente alcune decorazioni adornanti sedi comunitarie come quella di Treviso Bresciano compiuta nel 2003. Alla pittura si coniugano la tecnica incisoria destinata a impreziosire armi e lo sbalzo in rame quale quello del reliquario richiesto nel 2004 in occasione dei festeggiamenti alla Beata Ceriola.
 
BIBLIOGRAFIA
E. FEZZI, “Briola - Landriani”, Arti grafiche F.lli Binda, Soncino (Cremona), ottobre 1972.
L. SPIAZZI, G. Briola, “Brescia - arte”, s.d.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

BRIOLA WALTER

Cologne, 28 dicembre 1954.

Metalmeccanico con all’attivo corsi di disegno industriale, Walter Briola come pittore è autodidatta. Favorito comunque dalla appartenenza al Gruppo “Amici dell’arte” locale con il quale opera assi-duamente. Ha superato la fase Naive per approdare a un post - impressionismo conciliato con la tradizione figurativa bresciana. Anche lo sguardo si posa prevalentemente su motivi casalinghi: so-no l’alternarsi di fabbricati di antico borgo, l’aprirsi di caratteristiche piazzette animate dal mormo-rare d’una fontana… “Il suo pennello o la sua spatola riescono a martellare sulla tela gli antichi muri dalle affioranti pietre le cui tinte sembrano rubate alla luce”, e delle rampe esterne, degli arcati portali coglie la leggiadria data da policromi ciuffi fioriti.
Di quegli edifici indaga pure gli interni individuando significativi segni della vita trascorsa, come nello scuro vano delineato da mattoni anneriti dal fumo di un forno in disuso.
Alcune sue opere compongono un “taccuino di viaggio” redatto durante soggiorni marini: allora la tavolozza si colma di cromatismi d’una natura rigogliosa contornante braccia di mare riverberante luci cangianti dell’orizzonte, fatte livide nelle giornate burrascose proiettanti sulle rive candide schiume frante dalle rocce affioranti.
Né mancano immersioni in zone boschive in cui spesso l’algido candore invernale ha sottratto parte delle rigogliose fronde, prospettive di campi di girasole, a dare compiutezza a una espressività nu-trita dall’amore per quanto, nel “piccolo mondo” di Briola, rappresenta palpiti di armonia.
Giunto piuttosto tardi al palcoscenico delle mostre, il pittore può comunque dire di aver presenzia-to, mediante mostre collettive o personali, annualmente a manifestazioni artistiche, a cominciare dal 1991. Sue opere sono così state proposte in Palazzo Gnocchi di Cologne negli anni 1991, 93, 94, Marcheno e Clusane (1995), Chiari e Cologne (1996), Provaglio d’Iseo (1997 e 2000), Palazzolo (1997), Chiari ancora (1998), Pisogne (2000).
 
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.

 

  1. BRIVIO LODOVICO
  2. BRIVIO RENZI ANDREA
  3. BRIXIÉ FRANÇOIS
  4. BRIZZI EMANUELA

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