Dizionario dei Pittori Bresciani
  • INIZIO
  • ELENCO PITTORI
  • VERSIONE ESTESA
  • Inserimento o modifica

LECHI TEODORO

Milano, 18 gennaio 1864 - Brescia, 22 dicembre 1939.

Della ben nota e nobile famiglia che ha dato a Brescia uomini insigni, Teodoro Lechi ha compiuto lodevolmente in città gli studi classici, laureandosi in giurisprudenza a Torino.
Dai molteplici interessi, è stato conoscitore profondo della storia dell'arte, ma anche delle lingue latina e moderne, tanto da poter dettare iscrizioni e tradurre poeti francesi e tedeschi, essendo poeta egli stesso.Tutte le discipline affrontate rivelano il notevole talento, così come la pittura: sia che interpretasse in rapide impressioni l'anima raggiante di Venezia e le tranquille virgiliane armonie delle campagne bresciane - come ricorda il prof.  Vincenzo Lonati - sia che si compiacesse di rivivere i delicati sogni dei paesisti settecenteschi, continuando la tradizione di un suo antenato, Teodoro Polini, sia che incidesse quelle sue mirabili acqueforti e segnate con così poetico senso della linea, del tocco, del chiaroscuro.  Legato profondamente alla famiglia, ai pochi amici, predilesse il silenzio e non amò farsi conoscere: pago della soddisfazione di operare.  Appendeva i suoi dipinti negli angoli più apportati delle sue ville, o li adoperava per ingentilire camini, fondali sopra le porte. Le acqueforti, il genere nel quale forse emerse, raramente uscivano dalle cartelle che le custodivano, e solo dietro insistenza degli amici, alcuni dei qualì gliele chiedevanper illustrare loro libri.Rare le partecipazioni a esposizioni, ciò non di meno fu operoso in seno alla Società Arte in famiglia, dalla quale fu designato quale membro di concorsi per manifesto reclamizzante le Esposizioni bresciane, oppure del comitato per la Esposizione del 191 I a Roma, in occasione del cinquantenario dell'unità d'Italia. Ma altri numerosi incarichi fu invitato ad accettare per la riconosciuta rettìtudine e nobiltà d'animo; proprietario in Calvisano e Montirone, in queste località fu consigliere comunale; consigliere provinciale venne eletto per il mandamento di Bagnolo, ispettore onorario degli scavi e monumenti per il circondario di Vdrolanuova, nonché membro della commissione per la conservazione dei monumenti.Socio dell'Ateneo bresciano fin dal 1907, nel 1921 è nominato commendatore della corona d'Italia ... : ma sia gli incarichi, accettati per adempiere dovere civico, sia i riconoscimenti non alterarono la natura dell'uomo schivo, nobilissimo, che a Brescia ed ai suoi monumenti ha dedicato appassionata opera illustrativa, soprattutto con la grafica, in attesa di rinnovata conoscenza.
 
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», 5 giugno 1903, Esposizione d'arte sacra.
«La Sentinella bresciana», 18 febbraio 1907 Nuovi accademici.
«La Sentinella bresciana», 26 gennaio 1909.  I vincitori del concoso cartellone reclame.
«La Sentinella bresciana», 23 marzo 19 I 0, Il comitato per la Esposizione del 1911 a Roma. «La Sentinella bresciana», 16 aprile 19 I 0, Sottocomitato per la Esposizione del 1911 a Roma. «La Sentinella bresciana», 23 maggio 19 I 0, L'inaugurazione della mostra Tagliaferri al Palazzo Marlinengo.
«La Sentinella bresciana», I luglio 19 I 0, Sottocomitato per la Esposizione del 1911 a Roma.
«La Provincia di Brescia», 7 gennaio 1919, La mostra degli artisti bresciani nel Ridotto del teatro Grande.
«La Provincia di Brescia», 15 febbraio 1921 Onorificenza.
«Il Mostra nazionale di pittura e scultura - Gruppo amatori dell'arte», Brescia, 6-20 maggio 1923.
V. LONATI, T. Lechi, Necrologio, «Commentari dell'Ateneo», a 1939-194 1, Vol.  B., p. 55.
V. LONATI, Commemorazione del sen.  U. Da Como, «Commentari dell'Ateneo», a. 1940-1942 Vol.  A, p. 55.
G. PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.  Alfieri e Laeroix, Milano, 1959. «Il volto storico di Brescia», Vol.  IV, (198 1), Tip.  Geroldi, Brescia, 198 1, pp. 210,212, 235.
 

LEIDI PIERO

Brescia, 26 ottobre 1892 - Bedizzole, 19 agosto 1976.

Allievo di Luigi Rossi a Lugano, si perfeziona all'Accademia di Firenze, frequentando anche la bresciana scuola Moretto dove nel 1913 è premiato per «magnifiche figure». La sua attività espositiva risale a poco oltre il primo decennio del secolo e le sue opere si rifanno alla valida pittura del tempo.  Anche Francesco Filippini sembra influenzarlo, così come PelIizza da Volpedo, come attestano numerosi disegni a carbone: contadini, operai, teste di vecchi che ben riflettono il clima di rinnovamento in atto.  Ma che testimoniano anche la robustezza di tratto d'un pittore che soprattutto in questa produzione dovrebbe essere meglio riscoperto e conosciuto; come meglio conosciuto dovrebbe essere il ritrattista (si veda Ilfratello medico).  Cieli luminosi, primi piani fortemente costruiti e coloristicamente pregnanti caratterizzano i paesaggi che Leidi eseguì fin al 1930 circa.Poi, l'àffermarsi sempre più di quel genere accurato, piacevole che maggiormente lo ha fatto conoscere. Nato da nobile famiglia, non ha tuttavia lungamente goduto i privilegi cui poteva aspirare.  Un bisogno profondo di essere se stesso, quasi a sconfiggere la menomazione fisica che lo isola, senza voce e senza udire voce. La assidua attività è comprovata dalle numerose opere rimaste, dalle sue presenze in notevoli esposizioni a Milano, Torino, Cremona, Verona, Parigi, Genova, Venezia e, in Brescia, in seno all'Arte in famiglia, al Gruppo degli Indipendenti.Figura, ritratto, natura morta, paesaggio: una gamma di composizioni di un pittore ancora poco conosciuto nel suo vero valore, da rivalutare soprattutto per quel che di lui è meno apprezzato.
 
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», I I novembre 1908, Alla scuola Moretto.
«La Sentinella bresciana», 19 agosto 19 IO, Piccola esposizione artistica.
«La Sentinella bresciana», 23 giugno 1913, Alla scuola artistica.
«La Sentinella bresciana», 14, 15, 22 maggio 1916, Esposizione d'arte moderna.
T. BIANCHI, La mostra lotteria nel Ridotto del teatro Grande, «La Provincia di Brescia», 26 novembre 1916.
«La Sentinella bresciana», 26 novembre 1916, Mostra d'arte e lotteria pro assistenza civile. «La Provincia di Brescia», 7 gennaio 1919, La mostra degli artisti bresciani nel Ridotto del teatro Grande.
«I Esposizione del paesaggio italiano sul Garda», Villa Alba, Gardone R., Inverno 1920-1921.  Catalogo.
«La Sentinella bresciana», 30 dicembre 192 1, Tra quadri e artisti.
«La Provincia di Brescia», 6 maggio 1924, Artisti bresciani alla Regionale di Cremona. «Commentari dell'Ateneo», Brescia, a. 1924, p. 172.
«Il Popolo di Brescia», 31 gennaio 1925, Ilpaesaggio di P. Leidi.
«Il Popolo di Brescia», 27 maggio 1925, Mosira d'arte pura e applicata.
N.F.V. (icari), La mostra di P. Leidi, «Il Popolo di Brescia», 22 maggio 1927.
«Il Popolo di Brescia», 24 aprile 1928, La mostra triennale d'arte bresciana.
N.F.V. (icari), Altre opere alla triennale d'arte, «Il Popolo di Brescia», 31 maggio 1928.
N.F.V. (icari), Pittori e scultori bresciani a Milano, «Il Popolo di Brescia», 24 novembre 1928.  R. PUTELLI, «Illustrazione Camuna e sebina», 1929.  Passìm.
«Il Popolo di Brescia», 4 marzo 1934, La mostra degli artisti bresciani. «il Mostra d'arte del sindacato provinciale di ß.A.», 1934, Catalogo.  P. FEROLDI, «Arengo», a. Vlll, n. 1, gennaio 1935, p. 50.
«Galleria Campana», Brescia, 1935.
L.V. (ecchi), Tavolozza triumplina, «Il Popolo di Brescia», 26 agosto 1938.
E. PASINI, Sesta sindacale delle arti, «L'Italia», 16 maggio 1942.
L. FAVERO, Pittori e scultori alla mostra d'arte e cultura, «L'Ora del popolo», 18 ottobre 1945.
AEQUUS, Duecento opere di artisti bresciani, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1945.
E. PASINI, La mostra degli Indipendenti in Duomo vecchio, «L'Italia», 10-24 novembre 1946.  AEQUUS, Gli Indipendenti semprefedeli al vero, «Giomale di Brescia», 20 aprile 1947. «La Provincia di Brescia», 21 aprile 1947, Mostra degli artisti Indipendenti.
A. SIVIERI, «Piero Leidi», Coop. tipografica bresciana, Brescia, settembre 195 1.
R. BRESCIANI, Ilpittore del mese, P. Leidi, «Biesse», a. I, n. 6, luglio 196 1.
G. VALZELLI, Iprofeti e la turba..., «Bruttanome», Vol.  I, (i 962), p. 84.
«I Concorso autunno a Brescia», E.N.A.L., 17 ottobre 1965.
R. LONATI, Artisti di casa nostra, P. Leidi, «Biesse», a. Xll, n. 122, febbraio 1972.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 17 dicembre 1977.
«Galleria S. Gaspare», Brescia, Omaggio all'Otto-Novecento bresciano, Tip.  Zemil, Brescia, dicembre 1978.
«Galleria S. Gaspare», Brescia, P. Leidi, 4-23 ottobre 1980.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», I I ottobre 1980.
«Giornale di Brescia», 12 ottobre 1980, Nelle gallerie.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», tutte le edizioni.
 

LENGHI FABIO

Pavia, 25 marzo 1941. Vive e opera a Brescia.

"Scultore dilettante da sempre", com'egli stesso si definisce, Fabio Lenghi riversa le sue spiccate doti cretive anche nel lavoro svolto per una nota azienda tipografica bresciana.

Dopo aver frequentato il Liceo classico in città, si è iscritto alla università milanese. Come autore di opere plastiche esordisce nel 1974, in occasione della mostra che la Associazione artisti bresciani ha dedicato alla "Scultura a Brescia", con gli auspici dell' Assessorato regionale alla cultura. Dello stesso anno la prima mostra personale, ordinata alla "Galleria S. Michele" e alla quale non ci risulta siano seguite altre presenze di Lenghi in pubblico.

Attento alle correnti avanzate, attraverso le composizioni plasmate o realizzate a mezzo di saldatrice, strumento caro a Consagra, le poche opere vedute testimoniano l'intensa ricerca, nell'intento di infondere in esse, sia con forme astratte, sia nelle sagome evocanti primordiali, terrificanti mostri, lo smarrimento, il disagio procurato dalla oppressiva presenza di "idoli" cui l'uomo contemporaneo soggiace.

Anche là dove il modulato moto ascensionale delle masse sembra riflettere anelito ad alti voli, alcuni particolari riconducono al disagio di costrizioni, se non di cedimento, dovuto alla distesa cappa gravante la contemporaneità.

LEONI FRANCESCO

 Secolo XVI.

Nominato nel Registro delle custodie notturne del 1515 della quadra di città vecchia.  Nel 1515 e nel 1517 partecipa con Vincenzo Foppa e col Moretto alle sedute della scuola del Duomo.  Muore nel 153 I; di lui non si conoscono opere.
 
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
P. GUERRINI, La scuola del Duomo, «Memorie storiche della Diocesi di Brescia», 196 1.
«Storia di Brescia», Vol. 11.

LEVI EUGENIO

Brescia, 18 aprile 1937.

Inizia giovanissimo a dipingere; partecipa a concorsi provinciali, fra i quali vai ricordare quelli di Bormio, Gardone R., Peschiera, Caprino Veronese che lo vedono affermarsi. Nel 1964 esordisce in personale alla A.A.B. di Brescia, e in città si ripete varie volte movendo l'attenzione critica riportata nella bibliografia.  Altre mostre allestisce a Gordone R. (1 964), Valenza Po (1 97 1), Venezia (1 974), Vienna (1 975).  Dalle prime opere esposte al pubblico riflettenti un postimpressionismo che mirava a sciogliere le immagini, si è poi portato su di una composizione rigorosa, solida, sia pure nei toni sommessi, di singolare eleganza formale.Oltre che con l'olio, Eugenio Levi si esprime a mezzo del pastello, dell'inchiostro e dell'acquaforte.Negli anni Settanta sembra aver raggiunto la maturità che affida a opere dedicate al paesaggio: ai monti, a cascinali cadenti, a contorti alberi e ai frutti di quelle campagne sperdute nella solitudine, quasi brani di un mondo sopravvissuto alla contaminazione che avvelena e spegne. L'attenzione del pittore, volta alle «cose» dell'uomo, all'uomo stesso, alla realtà contadina, si espande ad altre visioni, ad aridi paesaggi desolati, e la raffigurazione si fa maggiormente monocroma e scarna, «il sentimento dominante non è più di melanconia, tenera nostalgia, ma di autentica solitudine, custode di una emozione che non si effonde in sospiri, ma si condensa in un ermetico, austero, claustrale silenzio», come recentemente ha osservato Elvira Cassa Salvi. In questa espressione Eugenio Levi può riversare appieno la sensibile capacità di partecipazione che il suo animo racchiude.
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria A.A.B.», Brescia, I- I 4 settembre 1962.  Collettiva. «Galleria A.A.B.», Brescia, 8-20 febbraio 1964, Invito.
E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», s.d. (periodo mostra).  JO COLLARCHO, Galleria d'arte, «Biesse», a. IV, n. 34, febbraio 1964.  G.V. Il Garda in un bicchiere, «Giomale di Brescia», 4 giugno 1965. «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, Il -23 giugno 1966.  E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 22 giugno 1966. «Luoghi e storia d'arte della Valtellina», Bormio, 1966.  G. VALZELLI, Vissone, «Giomale di Brescia», 13 luglio 1969. «Pittura e scultura dell'Italia contemporanea», Milano, 1970.  L. SPIAZZI, «Galleria Arcobaleno», Valenza Po, giugno 197 1. «Galleria A.A.B.». Brescia, 28 ottobre, 9 novembre 1972. «Galleria A. Inganni», Brescia, 4-16 maggio 1974.
L. SPIAZZI, E. Levi, «A.  Studio», a. III, n. 5, maggio 1974.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 17 maggio 1974.
L.G., «Galleria Araldo», Brescia, 23 novembre - 5 dicembre 1974.
E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 18 gennaio 1978. «Galleria A.A.B.», Brescia, 16-28 dicembre 1978.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 23 dicembre 1978.
«Galleria dell'Incisione», Brescia, maggio 1980.
E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 25 maggio 1980. «Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bomato.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed., IV, (1972).
 

 

LEVRANGE (DA) GIOVANNI ANTONIO

 v. GIOVANNI ANTONIO DA LEVRANGE

LIA MARCELLO

Asola, 1886 - Fasano del Garda, 1971.

Dal 1920 si è trasferito a Fasano, dove lo si ricorda ancora negli anni Sessanta.  Aiuto ed allievo di Angelo Landi, ha avvicinato anche l'arch.  Maroni, avendo da lui consiglio per ritrarre l'intemo del Vittoriale in alcuni dipinti. Decoratore, acquerellista oltre che autore di olii, la sua pittura non si discosta dalla tradizione ottocentesca: i suoi dipinti, numerosi, ritraggono panorami del lago, figure caratteristiche del paese benacense.  Né mancano ritratti.  Tanto appare delicato ed effuso il paesaggio acquarellato, tanto sostenuta è la figura. Di accurata esecuzione la serie di farfalle, bestiole, eseguite con verosimiglianza scientifica. Dal 1930, nei periodi estivi ha ospitato Giuseppe Mentessi, con il quale intrattenne anche corrispondenza.  Negli autografi custoditi da Lia, la figura dell'insigne maestro di Brera riemerge in tutta la sua affabilità e amorevolezza verso gli allievi, nella naturalezza dei contatti umani. Per la serietà e onestà, Marcello Lia è stato chiamato a coprire cariche in Associazioni della località in cui ha vissuto.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, Un insigne artistaferrarese sulle rive del Garda, «Il Garda», Mademo, a. 111, n. 3, I agosto 1966.
R. LONATI, Giuseppe Mentessi: epistolario gardesano, «L'Ogliolo», a. 111, n. 6-9, giugnosettembre 1977, p. 217.
 

 

LIBERINI NORA

Anfo, 3 maggio 1944. Vive e opera ad Anfo.

Autodidatta, più che farsi conoscere, fino ad oggi si è applicata all'arte plastica; anche le sue presenze in pubblico si limitano ad alcune collettive organizzate in località prossime all'Eridio.

Autrice di opere in terracotta, trae dal mondo degli umili che ancora sopravvive nella valle i motivi da affidare alle composizioni: mossa a volte da eventi che colpiscono l'umanità, altre dalla casualità. Alla osservazione della umanità sofferente sono ad esempio riferibili opere come Il mondo e i suoi problemi, La strage di Brescia, Terremoto, che ha colpito vasta parte dell'Italia. Più raccolti i volti della quotidianità impressa in busti di uomini e donne anziani, di bimbi, e poi le Maternità, i ripetuti ritratti di fanciulle, mentre intrisi di suggestiva improvvisazione appaiono Eremita, il Falletto nato dal ritrovamento di una roccia scolpita dai secoli e dalla quale l'autrice ha immaginato scaturisse un personaggio di favola; così per le maschere, i fantasmi ecc.

Altre opere ancora possiamo citare, come l'idea per il monumento agli Alpini, caratterizzato dai tre volti corrispondenti alle età di chi sale la montagna; e poi trofei per gare sportive, bozzetti ...

Figurativa, la scultura di Nora Liberini, pur nella staticità delle forme intrise di un certo arcaicismo, rivela vivezza scaturente dai motivi che l'anno ispirata: motivi nei quali la figura è protagonista, sia essa reale o fantastica, nella interezza o nel solo busto, singola o in gruppo, mossa dallo stesso entusiasmo che anima l'autrice. L'espressione ingenua a volte, altre enigmatica come certi idoli antichi.

Mentre redigiamno questa nota, si annuncia la prima mostra personale di Nora Liberini, nella Biblioteca "P. Neruda" di Pontoglio.

LIBRETTI GIUSEPPE

Palazzolo, 21 gennaio 1931

Figura schiva, Giuseppe Libretti si colloca su un livello espressivo meritevole di maggiore conoscenza del pubblico bresciano, al quale si è presentato soltanto nel lontano 1967, ripetendosi poi, in personale, ad Iseo, nel 1975. Ciò non toglie che sue opere si siano affermate o distinte ad Abbiategrasso (1965-1966), Mirandola (1967) Valgerola (1967) apparendo altresì in rassegne ordinate a Parigi, Milano, Genova, Venezia, Mantova e in centri minori: acclochages annoveranti noti altri bresciani e maestri quali Carrà, Sironi, Guttuso, Migneco, Lilloni, Cantatore... Nelle sue opere, la realtà naturale appare decantata, colta nelle linee essenziali, in significative atmosfere. Ne nascono visioni (siano case, o laghi, o utensili di quotidiana vita) rarefatte, spiritualizzate «di fermo stupore o di trepida malinconia, o di tensione verso un assoluto immutabile».
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria la Loggetta», Brescia, 20 dicembre 1958, Gruppo artistico di Palazzolo. «Premio di pittura Palazzolo», I- I 5 novembre 19 59.
«Pittori e scultori palazzolesi», Galleria la Loggetta, Brescia, 8-27 febbraio 196 1. G. TANSINI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 5-19 gennaio 1967.
G.S. (tella),,Vfostre, «L'Italia», I I gennaio 1967.
L.S. (piazzi), Rubrica d'arte, «Il Cittadino», 15 gennaio 1967.  E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 17 gennaio 1967.
L. SPIAZZI, «Galleria l'Approdo», Isco, 29 marzo - I I aprile 1975.
L. ,SPIAZZI, Giro dell'arte, «Bresciaoggi», 10 aprile 1975.
«Pittura e scultura oggi», Penepinti Ed., 1976.

LINETTI ERASMO

Rezzato, 18 gennaio 1864 - 22 febbraio 1938.

Figlio di Carlo e di Maria Lepreni. Ebbe un fratello, Davide, marmista.

Formatosi come operaio marmista nei laboratori di Rezzato e di Virle, ben presto deve aver manifestato forte inclinazione alla composizione affinata anche con la frequenza della Scuola d'arte del paese natìo.

Ancor oggi alcuni suoi conterranei lo ricordano come buon artista: tale dev'essere stato se l'attività scultorica lo ha condotto a conquistare fama nel Principato di Monaco, tanto da divenire lo scultore ufficiale del piccolo stato.

Il 10 dicembre 1891, in Rezzato sposa la signorina Laura Pasini; negli ultimi anni di vita fa ritorno al paese natìo educando alla lavorazione del marmo alcuni conterranei, fra i quali Ersilio Moretti (v.).

Le nostre ricerche non hanno portato a incontrare eredi dello scultore; ci hanno consentito soltanto di ascoltare alcuni anziani del circondario rezzatese e di annotare ricordi troppo vaghi, nessuna indicazione di opere che, secondo alcuni, rappresentavano fedelmente la realtà. Praticolarmente apprezzata l'abilità esecutiva specie nella decorazione, frutto della manuale esperienza giovanile. Presente con opere in marmo alla Esposizione bresciana del 1904, unitamente al fratello.

Le spoglie mortali di Erasmo Linetti riposano a Virle.

  1. LOCATELLI FULVIA
  2. LOCATELLI G. BATTISTA
  3. LODA UMBERTO
  4. LODOVICO DA NOZZA

Pagina 117 di 190

  • 112
  • 113
  • 114
  • 115
  • 116
  • 117
  • 118
  • 119
  • 120
  • 121

Copyright © 2023 Associazione Giorgio Zanolli Editore. Tutti i diritti riservati.

Aiuta il dizionario dei pittori Bresciani