Milano, 18 gennaio 1864 - Brescia, 22 dicembre 1939.
Brescia, 26 ottobre 1892 - Bedizzole, 19 agosto 1976.
Pavia, 25 marzo 1941. Vive e opera a Brescia.
"Scultore dilettante da sempre", com'egli stesso si definisce, Fabio Lenghi riversa le sue spiccate doti cretive anche nel lavoro svolto per una nota azienda tipografica bresciana.
Dopo aver frequentato il Liceo classico in città, si è iscritto alla università milanese. Come autore di opere plastiche esordisce nel 1974, in occasione della mostra che la Associazione artisti bresciani ha dedicato alla "Scultura a Brescia", con gli auspici dell' Assessorato regionale alla cultura. Dello stesso anno la prima mostra personale, ordinata alla "Galleria S. Michele" e alla quale non ci risulta siano seguite altre presenze di Lenghi in pubblico.
Attento alle correnti avanzate, attraverso le composizioni plasmate o realizzate a mezzo di saldatrice, strumento caro a Consagra, le poche opere vedute testimoniano l'intensa ricerca, nell'intento di infondere in esse, sia con forme astratte, sia nelle sagome evocanti primordiali, terrificanti mostri, lo smarrimento, il disagio procurato dalla oppressiva presenza di "idoli" cui l'uomo contemporaneo soggiace.
Anche là dove il modulato moto ascensionale delle masse sembra riflettere anelito ad alti voli, alcuni particolari riconducono al disagio di costrizioni, se non di cedimento, dovuto alla distesa cappa gravante la contemporaneità.
Secolo XVI.
Brescia, 18 aprile 1937.
Asola, 1886 - Fasano del Garda, 1971.
Anfo, 3 maggio 1944. Vive e opera ad Anfo.
Autodidatta, più che farsi conoscere, fino ad oggi si è applicata all'arte plastica; anche le sue presenze in pubblico si limitano ad alcune collettive organizzate in località prossime all'Eridio.
Autrice di opere in terracotta, trae dal mondo degli umili che ancora sopravvive nella valle i motivi da affidare alle composizioni: mossa a volte da eventi che colpiscono l'umanità, altre dalla casualità. Alla osservazione della umanità sofferente sono ad esempio riferibili opere come Il mondo e i suoi problemi, La strage di Brescia, Terremoto, che ha colpito vasta parte dell'Italia. Più raccolti i volti della quotidianità impressa in busti di uomini e donne anziani, di bimbi, e poi le Maternità, i ripetuti ritratti di fanciulle, mentre intrisi di suggestiva improvvisazione appaiono Eremita, il Falletto nato dal ritrovamento di una roccia scolpita dai secoli e dalla quale l'autrice ha immaginato scaturisse un personaggio di favola; così per le maschere, i fantasmi ecc.
Altre opere ancora possiamo citare, come l'idea per il monumento agli Alpini, caratterizzato dai tre volti corrispondenti alle età di chi sale la montagna; e poi trofei per gare sportive, bozzetti ...
Figurativa, la scultura di Nora Liberini, pur nella staticità delle forme intrise di un certo arcaicismo, rivela vivezza scaturente dai motivi che l'anno ispirata: motivi nei quali la figura è protagonista, sia essa reale o fantastica, nella interezza o nel solo busto, singola o in gruppo, mossa dallo stesso entusiasmo che anima l'autrice. L'espressione ingenua a volte, altre enigmatica come certi idoli antichi.
Mentre redigiamno questa nota, si annuncia la prima mostra personale di Nora Liberini, nella Biblioteca "P. Neruda" di Pontoglio.
Palazzolo, 21 gennaio 1931
Rezzato, 18 gennaio 1864 - 22 febbraio 1938.
Figlio di Carlo e di Maria Lepreni. Ebbe un fratello, Davide, marmista.
Formatosi come operaio marmista nei laboratori di Rezzato e di Virle, ben presto deve aver manifestato forte inclinazione alla composizione affinata anche con la frequenza della Scuola d'arte del paese natìo.
Ancor oggi alcuni suoi conterranei lo ricordano come buon artista: tale dev'essere stato se l'attività scultorica lo ha condotto a conquistare fama nel Principato di Monaco, tanto da divenire lo scultore ufficiale del piccolo stato.
Il 10 dicembre 1891, in Rezzato sposa la signorina Laura Pasini; negli ultimi anni di vita fa ritorno al paese natìo educando alla lavorazione del marmo alcuni conterranei, fra i quali Ersilio Moretti (v.).
Le nostre ricerche non hanno portato a incontrare eredi dello scultore; ci hanno consentito soltanto di ascoltare alcuni anziani del circondario rezzatese e di annotare ricordi troppo vaghi, nessuna indicazione di opere che, secondo alcuni, rappresentavano fedelmente la realtà. Praticolarmente apprezzata l'abilità esecutiva specie nella decorazione, frutto della manuale esperienza giovanile. Presente con opere in marmo alla Esposizione bresciana del 1904, unitamente al fratello.
Le spoglie mortali di Erasmo Linetti riposano a Virle.