Dizionario dei Pittori Bresciani
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LOCATELLI FULVIA

Brescia, 10 agosto 1955.

Ha studiato presso il Liceo artistico «V.  Foppa» di Brescia; ha partecipato ad alcune esposizioni in località benacensi, ma non ha ancora allestito personali. La si conosce per la presenza bresciana in seno alla vasta rassegna «Brescia '80» aperta dall'1 all'1 I maggio 1980.
Esponeva allora un'opera realizzata con tecnica mista: Lafinestra, riprodotta in Catalogo, in cui, attraverso la scomposizione di elementi figurativi collocati entro geometriche superfici scandite, accostava personaggi e aspetti dell'attualità, con intento critico, più che narrativo.Giovane pittrice in evoluzione, nei volti e nei toni incide malinconica espressività.
 

 

LOCATELLI G. BATTISTA

Secolo XVIII.

Solo si accenna a questo scultore veronese, operoso a Milano dove morì nel 1805, perché nel 1770 ha realizzato la decorazione scultorea delle terrazze della ben nota Villa Bettoni di Bogliaco: dei e dee, ninfe e riquadri, satiri e amorini sparsi fra le scalee e le balaustre, inseriti nelle nicchie. Un complesso decorativo denotante uno scultore di buona scuola e di sicura tecnica.

LODA UMBERTO

Brescia, 15 agosto 1932

Dopo alcune fugaci apparizioni in concorsi provinciali, Umberto Loda, autodidatta, nel 1974 ha esordito a Brescia con una mostra personale che ha dato avvio a più evidente attività espositiva.  In quella occasione erano presenti le diverse stagioni delle tele, l'affinarsi dei mezzi tecnici, il maturare della capacità di espressione. Prevalentemente paesaggista, punta l'attenzione sulle nostre Valli, sull'Iseo dei quali coglie trapassi di luce, nella eco di classiche composizioni.  Quando però opera con sguardo meno attento a dipinti di noti artisti riesce a intessere più unitaria trama, e dare verità al suo racconto. Presente a concorsi bresciani, ha partecipato altresì a manifestazioni in Lucca, Caravaggio, Treviglio, Milano; ripetendosi in mostra personale a Castiglione delle Stiviere (1974); Isorella, Desenzano, Gardone Riviera (1975); Sarezzo, Caravaggio (1976)...
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, «Galleria Il quadrifoglio», Brescia, 3-15 novembre 1974. «Galleria La comice», Desenzano, 16-28 agosto 1975.
A. MORUCCI, «Galleria Cattaneo», Brescia, 29 gennaio - 10 febbraio 1977.
AA.VV., «Galleria La comice», Desenzano, 30 aprile - I I maggio 1977.
AA.VV., «Galleria del Carro», Brescia, 26 novembre - 8 dicembre 1977.

LODOVICO DA NOZZA

v. Ludovico da Nozza.

LOMBARDI BATTISTA.

Virle Treponti, 1931. Vive e opera a Virle Treponti.
Già nel "Dizionario dei pittori bresciani" si è rilevata l'attività creativa di questo pittore e scultore.
Così si è detto: Lo si conosce soltanto per aver veduto suoi dipinti esposti nel marzo 1975 nella "Galleria La Cornice" di Desenzano; mostra preceduta da altre personali allestite ad Angolo (1971 e 1974), Moniga e Sirmione (1972), Brescia, Montichiari ed Erbusco (1974).
Presente a collettive provinciali e interprovinciali, la sua pittura è volta soprattutto al paesaggio, alle composizioni floreali nelle quali meglio si evidenziano la capacità di sintesi e la sensibilità cromatica, attraverso le quali riesce a "descrivere" cose umili e quotidiane, con non celata partecipazione.
Nella scultura sembra essere approdato ad ancor più personale resa sintetica d'accen-to metafisico, che diventa fatto "emotivo" come può confermare il gruppo Vivere insieme plasmato nel 1984. Frequentata per qualche tempo la Scuola "R. Vantini" di Rezzato, Battista Lombardi si è poi unito al "Gruppo Moretto" operante nella Galleria della Loggetta prima, alle pendi ci del Castello poi,
In più vicine partecipazioni a rassegne si è posto in luce meritando il terzo premio al concorso "Beato Angelico" di Viareggio (1978), il primo premio di Azzano Mella (1981) e a Breno (1981), il premio "Oscar" a Soave, nel 1982, emergendo altresì in concorsi a Milano (1984-85), Breno (1985). Recente la personale nella "Saletta Stella" di Montichiari, introdotta da Agostino Barbieri.
Lo si conosce soltanto per aver veduto suoi dipìnti esposti nel marzo 1975 nella «Galleria La cornice» a Desenzano; mostra preceduta da altre personali allestite ad Angolo (1 971, 1974) Moniga, Sirmione (1 972); Brescia (1 973); Montichiari, Erbusco (1974). Presente a collettive provinciali e interprovinciali, la sua pittura è volta soprattutto al paesaggio e alle composizioni floreali nelle quali meglio si evidenziano la capacità di sintesi e la sensibilità cromatica, attraverso le quali riesce anche a «descrivere» cose umili e quotidiane, con non celata partecipazione.
 

LOMBARDI DA VIDE

Secolo XIX.
È operoso nel piccolo Santuario delle Grazie quale scultore durante i lavori di rinnovamento progettati dall'arch. Tagliaferri.
La fiducia del progettista, la collaborazione prestata contemporaneamente ad altri noti artefici quali Modesto Faustini, Chimeri e Franchini depone per la considera-zione che dovette godere come intagliatore in pietra nella seconda metà dell'Ottocento.

LOMBARDI GEROLAMO

Secolo XVI. (+ 1523 - 1524 ca).

Nativo di Serle. Figlio di Giuliano, marengone, aveva bottega a S. Cassiano.

Quando nei primi anni del Cinquecento viene a Brescia per operarvi il veronese Francesco Giolfino (1488-1519), ne diviene socio. Di lui non sono note opere. È quanto rileviamo dalla "Enciclopedia bresciana", alla voce: Intagliatori (VoI. VI, p. 234). S. Guerrini ("Brixia Sacra", a. XXI, n° 1-4, 1986) gli attribuisce due candelabri per S. Agata (1497), altro lavoro per il Vescovato e il Crocifisso di Dello.

LOMBARDI GIOVANNI BATTISTA

Rezzato, 23 novembre 1822 - Brescia 9 marzo 1880.
Anche Giambattista.
Nato da modesta famiglia conduttrice di cave di pietra, manifesta ben presto inclina-zione all'arte plastica.
Con il fratello Giovita (v.) studia alla Scuola "R. Vantini" del paese natÌo, quindi si trasferisce a Milano e all'Accademia è allievo di Lorenzo Vela, fratello del ben più affermato Vincenzo.
Nel 1848 vince un sussidio sul Legato Tosio, nel 1851 , sia pure con qualche titubanza, affronta il viaggio a Roma dove frequenta l'Accademia di S. Luca e, dal 1852, lo studio del noto artista carrarese Pietro Tenerani, una cui opera appartenne alla collezione Fenaroli.
A Roma Giambattista Lombardi svolgerà la sua vicenda artistica. Attratto in particolar modo dalla figura, dal maestro deriva il gusto delle levigate superfici, ma sostanzia le sue composizioni di "spontaneità nativa", dell'espressione in grado di superare il serpeggiante pericolo del Romanticismo.
Il meglio della sua produzione va ricercato fra alcune statue o gruppi funerari adornanti camposanti a Brescia (Vantiniano) e a Roma (Verano).
Un pressoché completo elenco dei lavori del Lombardi è racchiuso nello studio di O. Raggi, "Della vita e delle opere di Pietro Tenerani - del suo tempo e della sua scuola nella scultura", pubblicato in Firenze nel 1899.
Qui riferiamo soltanto di quelli più noti o considerati fra i migliori:
- Brescia: Cimitero Vantiniano. Effige di G .B. Barboglio (1850), Tomba Mazzucchel-li (con il fanciullo e il pellicano), Tomba Dossi (1856), considerata fra i suoi capolavo-ri, Munumento funerario della famiglia Annibale Maggi - Via (1859), la Memoria della tomba Richiedei, l'Angelo sul sepolcro dei co: Lana e quello, con tomba, per i co:
Zoppola; le composizioni dei sepolcri Pitozzi e Dusi; il ritratto del dr. Bortolo Gualla, posto nella sala del faro.
V'è poi da citare il monumento voluto dall' Ateneo per il pittore G .B. Cigola nel 1861. Ben noto ai bresciani altro monumento, quello detto della "Bella Italia" (v.) di piazza della Loggia, donato a Brescia da re Vittorio Emanuele II a ricordo delle X Giornate e compiuto nel 1864. Più che la statua femminile in atto di coronare i Martiri, artisti-camente meglio resi sono gli episodi dell'epopea bresciana scolpiti nel basamento.
- Roma: Cimitero del Verano. Un Angelo dalle ali spiegate per il sepolcro della bambina Maria Russo e il monumento alla Moglie (1875), considerato il suo più alto esito.
- Toscolano: la statua della Immacolata eretta di fronte alla chiesa parrocchiale a memoria della peste del 1855.
Fra le composizioni allegoriche o di libera fantasia possono annoverarsi: Ruth (1859) voluta dal co: Mazzucchelli, Rebecca (1864) per il co: Fenaroli e replicata in formati diversi decine divolte, Susann-a 118b6) acquistata dal baroneErlangerdi Frincoforte-e anch'essa variamente replicata per appassionati di Francia, Germania, Inghilter-ra ... Educatrice del filugello, voluta da Filippo Ugoni; quindi i busti di Estate, Primavera, Autunno e Inverno, La notte, Amore, Bacco, Vendemmia, Purità, Innocen-za ...
Assurta a vasta notorietà Cleopatra, "quel pezzo vivo del dramma causato dalla eruzione del Vesuvio personificato nella fuggente donna".
Perduta la moglie nel 1872, scomparso il fratello Giovita (1876) scosso nel morale e nel fisico l'artista si ammala. Nel 1878 fa ritorno a Brescia e dopo lunghe cure sembra riprendersi, tanto che nel 1879 può presenziare al collaudo del monumento di L. Pagani eretto nel Vantiniano a ricordo dei Martiri delle X Giornate. Ma all'appros-simarsi della primavera le sue spoglie saranno traslate da Brescia a Rezzato, entro la tomba di famiglia. Pur con i limiti proposti da alcuni studiosi, Giovan Battista
Lombardi è considerato il più significativo scultore bresciano negli anni che dal romanticismo
conducono al verismo. Di lui hanno scritto affettuosamente e autorevolmente Giuseppe Gallia, ("Commentari dell'Ateneo", 1881), Arnaldo Gnaga (1903 e 1905), Umberto Treccani ("Il Popolo di Brescia", 26 febbraio 1943) e Bianca Spataro nel capitolo della "Storia di Brescia" dedicato alla scultura nei secoli XIX e XX.
Gaetano Panazza, alla mostra "Brescia postromantica e Liberty", ha recentemente proposto due opere inedite, proprietà Davide Lombardi: Giovane signora seduta in atto dolente (1865 - 1870) e Giovane donna seduta con spighe di grano fra le mani: due gessi che, per il dato compositivo, sono da considerare contemporanei. Da rilevare che l'opera nota come Cleopatra è stata riprodotta in copertina dalla "Illustrazione italiana" del 1879 con il più verosimile titolo di La madre pompeiana, attribuita però ad altro scultore. La "errata corrige" è nella stessa rivista
 

LOMBARDI GIOVITA

 Rezzato, 1825 - Roma, 7 febbraio 1876.
Fratello del più noto Giovanni Battista (v.), anch'egli sente nell'ambito familiare nascere l'impulso per l'arte.
Con il fratello studia alla Scuola "R. Vantini" del paese natÌo e con lui vive la vita artistica a Roma.
Ben poco si conosce della sua attività, rivolta in particolare a composizioni ornamentali; ma un giudizio resta a dire che nella capitale non aveva rivali nel genere da lui svolto.
Si sa che per il palazzo del Quirinale ha realizzato un caminetto.
Recente la proposta formulata da Gaetano Panazza, in occasione della mostra "Brescia postoromantica e Liberty" di alcune opere di Giovita: Chioccia tra i pulcini, gesso presso i Musei civici d'arte e storia di Brescia; Capra e capretto, marmo. proprietà del Sig. Davide Lombardi, "nel quale l'animalista provetto raggiunge uno dei suoi culmini"; Tre ovali, con motivi di caccia e pesca, in marmo di Carrara, proprietà della Signora Olimpia Lombardi. Lo stesso dottor Gaetano Panazza dà i seguenti dati biografici: Rezzato, 1835 - Roma 1879.
Siamo in grado di confermare al 1876 l'anno di morte, dedotto dal necrologio apparso nella "Illustrazione italiana"
 

LOMBARDI LUIGI

Brescia, 15 settembre 1853 - Darfo, 23 giugno 1940.

Da Andrea e da Ottavia Carrera nasce Luigi, a S. Bartolomeo; primo di sei fratelli.  Muratore il padre, cucitrice la madre, vive una giovinezza stentata, resa ancor più oscura dalla morte della madre (1 866).Fattosi grandicello, Luigi Lombardi frequenta la civica scuola di disegno, sotto la guida di Luigi Campini e in quei corsi sarà condiscepolo a Francesco Filippini al quale si legherà di amicizia durata tutta la vita.A vent'anni merita un sussidio biennale del Comune di Brescia sul fondo del Legato Brozzoni; alla esposizione dei saggi scolastici d'agosto del 1875 meraviglia «per i progressi realizzati in così breve tempo»; poco dopo, il 20 ottobre, il sussidio gli è confermato fino al 1879 perché frequenti l'Accademia di Brera.  A Milano è allievo di Giuseppe Bertini e merita medaglia argentea per il paesaggio nelle prove del 1876 e 1877. Se i sussidi concessi auspice Pietro Da Ponte a Lombardi e a Filippini premiano le innate doti dei due giovani, da Milano Antonio Caini, segretario dell'Accademia, comunica al nostro Municipio ottime notizie circa i loro studi contrassegnati da ammirevole assiduità e da contegno incensurabile.  Sono i giorni della comunione con il «piccolo mondo» nel quale si aggirano il nostro Ghidoni, Gignous, Bazzaro e il poco più anziano Pellizza da Volpedo nel clima prossimo alla Scapigliatura.
Nel 1876 Filippini emerge e si aggiudica il Legato Brozzoni ma «la virtù d'arte e d'amicizia» che anima i due giovani induce il Comune di Brescia a riconoscere anche a Lombardi un sussidio di 500 lire per l'ottimo piazzamento conseguito: quarantasei cinquantesimi, contro i quar-antotto del vincitore.  Fin da quegli anni, dunque, fra Filippini e Lombardi germoglia una comunione ideale che trascende le difficoltà contingenti per rivelarsi colloquio di anime. Forse la prima apparizione pubblica di Lombardi risale al 1879, in occasione di una esposizione in seno all'Arte in famiglia.  Dai giudizi espressi è facile arguire che le sue opere non demeritano a fronte di quelle presentate da Achille Glisenti, Venturi, Inganni e la sua Sposa, Campini, Amus...Nel mio orto è particolarmente apprezzato, anche se il pubblico è un poco disorientato dal tocco che fa apparire i dipinti frutto di un collàge.  Il valore della sua opera gli assicura il Legato Brozzoni del 1882.  E con il sussidio può fare un viaggio che tocca Porto Maurizio e Oneglia.  Di quel periodo sono numerosi disegni e marine varie.  Nel 1885 nuova affermazione: gli viene assegnata la pensione biennale per il perfezionamento.  Frattanto ha intrapreso la partecipazione a mostre, sia con la società dell'Arte in famiglia in Brescia, sia a Milano, dove nel 1893 espone Paesaggi . o i . nvernale. Nel 1891 aveva sposato la signorina Irene Guaineri, l'indimenticata «maestrina» che gli è stata fedele compagna per tutta la vita. Si stabilisce in via S. Chiara, ma nonostante l'intenso lavoro e il valore dei suoi dipinti, il successo non gli arride.
Sembrano attenuarsi anche le presenze in mostre.  Nel 1900, Nevicata è accolta dalla Società di B.A. di Milano; ma varie difficoltà inducono il pittore a trasferirsi a Darfo e a intraprendere altre attività, quali la fotografia, per sopperire ai bisogni contingenti. In quella piccola casa custodirà alcune opere dei vecchi compagni del periodo trascorso a Milano: Filippini, troppo presto scomparso, Bartolomeo Bezzi, Gignous.  Nonostante il raro apparire di Luigi Lombardi (è presente nell'invemo 1920-1921 alla prima Esposizione del paesaggio italiano sul Garda, a Villa Alba di Gardone R.) la sua attività è assidua, e numerosi sono i dipinti rimasti ad attestare una vena notevolissima.  Fra i più noti basti citare: Nel mio orto (1 879), Case (1 884), Spiaggia con ulivi (del periodo ligure), Capodiponte sotto la pioggia (1 887), Paesaggio d'inverno (1893) le numerose tele della P inacoteca Tosio Martinengo.  Testimonianza di profondo amore alla natura della quale il pittore seppe cogliere i più diversi aspetti.  Paesista, Lombardi percorse «valli, sponde di lago, rapidi torrenti, distese ombrate d'acqua» ripresi in tagli di luce e ombra netti e definiti, da riuscire inconfondibili.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: R. LONATI, Artisti di casa nostra, L. Lombardi, «L'Ogliolo - Bresciaieri», a. IV, nn. 1-2, 3-4 e a.V, n. 1-2, p. 46.

 

  1. LONADO GIOVANNI MARIA
  2. LONARDINI CARLO
  3. LONATI RICCARDO
  4. LONGHENA BALDASSARE

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