Dizionario dei Pittori Bresciani
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MACCAGNANI EUGENIO

Lecce, 1852 - Roma, 1930.

Si ricorda brevemente questo scultore leccese perché autore del bresciano monumento equestre a Giuseppe Garibaldi, eretto nel cuore di porta Milano.

Ricorda il prof. Angelo Ferretti Torricelli che l'Ateneoaveva voluto suo socio "G. C. Abba fin dal tempo della inaugurazione del monumento, da lui tenuta 1'8 settembre 1889" .

"A quanto diceva a noi scolari vent'anni dopo, si direbbe che anche quella ridottissima epigrafe A Garibaldi gli pareva già bastante mente nota e sentita la figura per aggiungervi parole".

La bronzea opera di Maccagnani poggia su marmoreo basa mento ideato dal bresciano architetto Tagliaferri.

A ideale completamento della motivazione del monumento, entro vicina aiola una lapide ricorda che:

GIUSEPPE GARIBALDI SGOMINATI GLI AUSTRIACI PRESSO COMO ENTRO' DA QUESTA PORTA PLAUDENTE IL POPOLO IL 13 GIUGNO 1859

MACCHELLI NEGRONI MARISA

Brescia.

Autodidatta, affacciatasi alla ribalta artistica sul fare degli anni Settanta, Marisa Macchelli Negroni ha partecipato a manifestazioni artistiche locali, allestendo altresì mostre personali in città negli anni 1972, 75, 76. Se nelle prime opere prevalente era l'elemento naturalistico, interpretato però con personale ricerca espressiva, via via s'è fatta strada la osservazione del mondo contemporaneo con i suoi riflessi sull'uomo, sull'animo umano oppresso da drammatica solitudine. Nascono così «forme di assurdi condomini, di case anonime, di antenne televisive, quel mondo impersonale in cui è costretto a vivere l'essere umano oggi», con l'estendersi e l'accentuarsi di una angoscia riflessa anche nei gelidi accostamenti cromatici, fino alle più vicinefabbriche con le figure fatte parte anonima di alienanti ingranaggi.
 
BIBLIOGRAFIA
A. LANZA, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 15-27 aprile 1972.
A. RIZZI, «Galleria del Carro», Brescia, 22 febbraio-6 marzo 1975.
A. MORUCCI, «Galleria del Carro», Brescia, 3-15 aprile 1976.

 

MADERNO (DA) BATTISTA

v. BATTISTA DA MADERNO

MADONI ENRICO GIUSEPPE

Brescia, 17 aprile 1862-24 settembre 1928.

Di Luigi e di Rosa Gualeni, nel 1891 ha sposato la signorina Flaminia Pogliaghi.  Professore di disegno. Come pittore decorativo s'è posto in luce in seno alla Società dell'Arte in famiglia. Presente alla Mostra d'arte allestita nell'ambito della Esposizione bresciana del 1904 (V. Catalogo), in successive occasioni di manifestazioni sociali del noto sodalizio espose Dittico su pergamena e, accanto a questa «prova», proponeva una classica figura di giureconsulto già lodata in occasione di concorso per il Palazzo di Giustizia in Roma (1 904). Nello stesso anno (agosto 1904), suoi Gruppi erano citati durante una esposizione in palazzo Bargnani. Ancora nel 1916, alla Mostra d'arte moderna nelle sale della Pinacoteca Tosio Martinengo, promossa dalla Pinacoteca stessa, dal Comune e dall'Ateneo, nel folto gruppo di pittori quali Franciosi, Pasini, Coccoli, Castelli, Cresseri, Barbieri, Soldini, ecc., Enrico Madoni presentava «graziosi fregi con putti e vivaci cesti di frutta eseguiti con apprezzabile perizia».
 
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella Bresciana», 28 gennaio 1909, La mostra dell'Arte infamiglia aprirà oggi.
«La Sentinella bresciana», 29 gennaio 1909, La mostra dell'arte infamiglia.
«La Sentinella bresciana», 8 agosto 1909, Il vernissage della mostra a palazzo Bargnani.
«La Sentinella bresciana», 30 agosto 1909, Esposizione d'arte.
«La Sentinella bresciana», 14 maggio 1916, Esposizione d'arte moderna.
 

MAESTRI CAMPIONESI

v. CAMPIONE SI

MAESTRO DI NAVE

Secoli XV-XVI

Fra i numerosi Maestri, bresciani e non, che hanno lasciato opere in Raccolte pubbliche e private, in chiese e palazzi cittadini e della Provincia, qui si fa cenno soltanto per il «Maestro di Nave».  L'appellativo gli deriva principalmente dal notevole ciclo di affreschi adornante la Pieve della Mitra, in Nave.  Ma altre opere gli vengono attribuite, come i SS.  Pietro e Paolo nella Pinacoteca Tosio-Martinengo, in città, o nelle volte della chiesa di S. Valentino a Breno, o a Niardo. Ma l'elevato tono dei dipinti assegnati al Maestro di Nave acquisterebbero ancor più rilevanza se le ipotesi formulate fossero confermate, oltre che per i collegamenti con Giovanni Marone, per la mano, in essi supposta, del Ferramola o di Cajlina Giovane, alle cui voci si rinvia.
 
BIBLIOGRAFIA
M.L. FERRARI, «G.P. Da Cemmo», Milano 1956. «Storia di Brescia», Vol. 11.

MAESTRO GIORGIO.

Secolo XV

Forse padre di Matteo da Gabiano o Gabbiano, alla Voce del quale si rimanda.

MAFFEI FRANCESCO

Secolo XVII.

Vicentino (1 620-1660), pare che il «momento bresciano di questo pittore coincida con la fase più incandescente della sua creazione», tanto che nella «Storia di Brescia», v'è dedicato a lui ampio spazio in quanto «mostrò al bresciani quante possibilità serbassero ancora le forme manieristiche veronesi e palmesche, se debitamente accelerate ed estrosamente composte da una fantasia eccitata per gli effetti dinamici, decorativi,.del non finito, per i toni sensuali della materia». Francesco Maffei lascia opere a: Brescia, nel Duomo Vecchio, la notissima Traslazione dei SS.  Vescovi dal Castello, documento anche per la visione della piazza duomo in essa ravvisabile; nelle chiese di S. Francesco e S.M. delle Grazie; a Carpenedolo, parrocchiale e chiesa del Castello; Palazzolo, collezione privata; Verolanuova, parrocchiale. Essendo il pittore non bresciano, per una più estesa nota delle opere e per la bibliografia si rimanda alla citata «Storia di Brescia».
 

MAFFIA IGINO

Mairano, agosto 1875-Lecco, I I giugno 1924.

Acquisita nel 1895 l'abilitazione all'insegnamento del disegno presso l'Accademia di Brera, insegnò dapprima nel noto Collegio Celana (1 897 -1908) e poi nella Scuola di disegno industriale di Lecco (1909) della quale divenne direttore.  Frattanto assunsel'incarico di insegnante di calligrafia presso l'Istituto tecnico comunale e la Scuola tecnica «A.  Stoppani». Nel 1920 entrò nel ruoli governativi quale titolare delle materie artistiche.  Quale pittore operò molto nelle ore libere dall'insegnamento, ispirandosi soprattutto al lago, cogliendone gli aspetti nelle località care al Manzoni: Pescarenico, il Resegone, con tocco divisionista al quale rimase sempre fedele.  Oltre che autore di quadri a olio, fu acquerellista. Sue opere sono sparse in numerose abitazioni lecchesi e una ne custodisce il Municipio.  Per disposizione della Camera di Commercio, nel 1909 ritrasse il Ponte Azzone Visconti, le cui strutture furono modificate nel 19 IO.  Oltre al necrologio di 1. Maffia, l'autore dell'articolo ricordato nella appendice bibliografica, altri ne scrisse sull'arte del Pittore; una scheda è pure consultabile presso la Pinacoteca di Lecco a cura della quale si annuncia l'allestimento di una mostra dei dipinti di Maf'fia.
 
BIBLIOGRAFIA
A. RUGGIERO, I. Maffia, Necrologio, «Il Prealpino», 14 giugno 1924.

MAGGI (DE) VENTURINO

q.m. NICOLA.  Secolo XV.

IL ricordato in qualità di pittore nel «Dizionario degli artisti bresciani» di S. Fenaroli, che di lui dice: con provvigione 23 aprile 1520 la città dà incarico al medesimo di riattar la radia della palata coll'obligo di conservar illesas imagines S. Marci et ss. Faustini et Jovitae existentes in radia ista.  Nel registro d'estimo del 1517 esso è chiamato Venturino de Urcesi veteribus e dalla polizza ch'egli rassegnava in detto anno si rileva che era nato nel 1477.
A quanto risulta, nessun altro autore ha detto di questo pittore.
 

 

  1. MAGGI AJMO
  2. MAGGI SERGIO
  3. MAGGIO PAOLO
  4. MAGISTER DE NEAPOLIS

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