Dizionario dei Pittori Bresciani
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MAGGI AJMO

Brescia, 31 maggio 1756-9 dicembre 1793.

Di nobile famiglia ed egli stesso conte, compiuti gli studi all'università di Bologna, fece ritorno in città ed attese agli studi della letteratura, della pittura e della filosofia, non tralasciando l'esercizio del violino.  Come pittore fu allievo di Agostino Bertelli, del quale scrisse la vita, opera pubblicata dalla tipografia Pasini nel 1794. Emma Calabi, di lui rammenta due paesaggi custoditi dal discendenti e giudicati «cose modeste assai».  Morì ancor giovane, per crudele malattia.
 
BIBLIOGRAFIA
G.B. CARBONI, «Notizie di pittori e scultori», 1776, Ed.  C. Boselli, 1962.
F. NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
E. CALABI, «Pittura in Brescia nel Sei-Settecento», 1935.
«Storia di Brescia», Voi. ili.

MAGGI SERGIO

Si conosce l'attività pittorica di Sergio Maggi soltanto attraverso le parole di Nella Mariani («Panorama d'arte 1977», Magalini Ed., 1977). Figurativo e prevalentemente autore di paesaggi e nature morte.  La sua visione «evolve in larghe pennellate gioiose velate qua e là con lievi accenti nostalgici che indicano come la contemplazione sia alla base della sua pittura, modellata con armonia costruttiva». Soffusi bagliori, sfumature indefinibili dell'acqua, del cieli «dove scioltezza ritmica rivela da quadro a quadro una facilità pittorica che sa dominare il senso emotivo di una precisa personalità». Nelle nature morte, semplici oggetti svel ' ano «un loro palpito espressivo perché resi preziosi da toni e dall'abilità tecnica».

MAGGIO PAOLO

Secolo XVI.

S. Fenaroli, nel «Dizionario degli artisti bresciani» lo dice pittore e nato nel 1550, rinviando poi alla polizza d'estimo del 1588 della quadra di città vecchia.  Non si hanno altre note né si conoscono opere.

MAGISTER DE NEAPOLIS

 Secolo XVI.

Ne resta solo il nome, in atto del 1517, ricordato nelle schede di G. Lonati e R. Varitini presso l'Ateneo civico, come è riferito nella «Storia di Brescia», voi. 11, p. 1005, n. 2.
 

MAGNANINI 0 MANGIAVINI.

Famiglia di Salò che ha dato i pittori di seguito ricordati:
BARTOLOMEO.  Secolo XV.I. Forse autore di un affresco alla Inviolata di Riva, con la B. V fra i SS.  Rocco e Sebastiano.
GIOVANNI PIETRO.  Secolo XVI. Operoso nel Trentino durante il 153 1.
GIOVANNI ANTONIO e PANVINO.  Secolo XVI. Operosi nel Trentino.
 
BIBLIOGRAFIA
THIEME-BECKER, Voi.  XXIV (1 930).
«Storia di Brescia», voi. li.
B. PASSAMANI, Fatti e momenti artistici del Sommolago, «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969.
G. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche della sponda bresciana, «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, p. 232.
T. MINARELLI, Arte br<,Y< iana in 7rentino, «Giornale di Brescia», 19 algo.,,Io 1976.

MAGNASCO ALESSANDRO

Genova, 1667-1749.

Si menziona questa personalità isolata, «che operando nel periodo di transizione dei due secoli, va ricollegata alla cultura genovese e lombarda del tardo Seicento», per la influenza esercitata su alcuni nostri generisti e in particolare su Giuseppe Zola (v.). Per questo aspetto si rimanda a quanto detto nella «Storia di Brescia».

MAIFREDI AGOSTINO

Brescia, 22 gennaio 1932.

Operaio in fabbrica, apprezzato restauratore di antichi mobili con bottega nel rione antico, Agostino Maifredi ha affinato le innate doti pittoriche seguendo l'insegnamento di Adolfo Mutti.  Dapprima presente in concorsi provinciali, nel 1973 ha allestito la sua prima mostra personale a Montichiari, dove nei successivi anni altre ne ha ordinate, alternandole con presenze in varie località ed a Brescia (1975-76-77-78-79-80). Se nel lavori esposti nella prima sortita ben avvertibile era l'influsso del Maestro, per la caratteristica composizione del colore, per l'impianto delle masse, s'avverte poi una maggiore capacità di interpretazione del paesaggio, dei fiori prediletti, fino a fare della trasposizione del dato reale «uno slancio che evidenze sentimenti e sedimenta convinzioni». Accanto alle malinconiche Torbiere, ai Ronchi colti nelle luci estive o invernali, si inserisce il frutto colto durante stagione veneziana, giovevole per la campitura fattasi maggiormente riassuntiva e rivelante «un modo di vedere e di sentire il paesaggio in modo del tutto personale», riflesso anche nelle opere dedicate ad antichi angoli della nostra città ed ai fiori.
 
BIBLIOGRAFIA
P.A. PAGANI, «Galleria del Carro», Brescia, 21 febbraio-4 marzo 1976.
A. MAZZA, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 22 gennaio-3 febbraio 1977.
G. VALZELLI, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 18-30 novembre 1977.
AA.VV., «Galleria A.A.B.», Brescia@ 27 gennaio-8 febbraio 1979.
A. MAZZA, «Galleria S. Michele», Brescia, dicembre 1980. (Per mostra in preparazione).

MAINARDI (DE) GIORGIO

 Secolo XVI.

definito pittore nel «Dizionario degli artisti bresciani» di S. Fenaroli, che lo indica nell'estimo del 1525 della quadra settima di S. Faustino.  Di lui non si hanno ulteriori notizie, né si conoscono opere.
 

 

MAJOCCHI TINA

Ghedi, 7 marzo 1948.

Per circa un lustro allieva di Gabriel Gatti, dal maestro ha appreso la politezza compositiva e derivato la predilezione per il tenue colore espresso a mezzo di varie tecniche: olio, acquarello, pastello con il quale prevalentemente opera.  Ha presenziato a pochi concorsi, segnalandosi o affermandosi a Collio e a Leno, sul fare degli anni Settanta. Mostre personali ha invece allestito in città, presso la Associazione di via Gramsci, negli anni 1969, 71,75. Da allora ha disertato le sale di esposizione, non tralasciando tuttavia di dipingere.  Sono così nati olii con figure femminili, pastelli numerosi dedicati a bimbi e vecchi dei quali riesce a cogliere l'assorta o la vivace espressività; pure pastellati alcuni motivi sacri.  Il paesaggio reca «l'interpretazione poetica» del motivo ritratto; motivi attinti soprattutto accanto a paludi o torbiere in cui il lontanarsi del primo piano par congiungersi al cielo. «Paesaggi dell'anima» ove l'effusa luce penetra e consuma contorni per offrire visioni di sogno, più che reali: terre e gialli s'irraggiano, vaporosi.
 
BIBLIOGRAFIA
G. GATTI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 15-27 novembre 1969.
A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. IX, n. 98, dicembre 1969.
«Madre» maggio 1970, III. in coperta.
A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. X, n. 104, giugno 1970. «Giomale di Brescia», I luglio 1970, Ipremi Collio.
«Galleria A.A.B.», Brescia 8-20 febbraio 197 1.
«Giomale di Brescia», 12 febbraio 197 1, Cronache d'arte.
G. MOLTENI, Mostra di T Majocchi, «Il Secolo d'Italia», 27 febbraio 197 1.
A. MORUCCI, Giovani da conoscere, «Brescia-arte», febbraio 197 1.
«Premio Abbazia di Leno», Leno, marzo 197 1, Catalogo.
E. LAZZARI, Collio visto attraverso la tavolozza, «Giornale di Brescia», 22 luglio 197 1. G.V., Della Tavolozza di C@)llio, «Giornale di Brescia», 25 luglio 197 1.
M.P., E morto a.,@. Colombano il vecchio Baita, «Giornale di Brescia», s.a. (18 dicembre 1972).  Con ill.
A. RIZZI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 13-25 febbraio 1975.
 

MALDERA ALFONSO

S. Paolo del Brasile, 5 novembre 1903-Brescia, 20 aprile 1967.

Di famiglia emigrata bresciana nacque Maldera in terra brasiliana, ma tornato in patria manifestò la brescianità del suo animo, tanto da essere uno dei noti interpreti della vita cittadina come poeta dialettale di facile vena, editore, divulgatore di se stesso. Come pittore ha alimentato il suo estro accanto a noti artisti nostri, Emilio Rizzi lo ritrasse in un non obliabile dipinto. Loquace, spontaneo, possedeva il dono di saper comunicare.  E per riunire amici aveva sempre desiderato di arredare una «sala» della propria abitazìone, per destinarla a galleria e ritrovo. Presente a numerose mostre collettive in seno alla A.A.B., in località quali Gardone R., Chiari, in occasione del centenario di G. Teosa; presente altresì ai Premi Rovato, Orzinuovi, Gavardo, Dalmine, Bergamo, Rizzotti, nonché a concorsi in Roma, Bari, Pisa, Campobasso, aveva allestito alcune personali alle quali non era mancato il consenso di noti critici: da G. Stella a E. Cassa Salvi e, Lorenzo Favero, Achille Riz-zi, Franca Calzavacca; gli stessi che più volte lo segnalarono in occasione di mostre collettive. Quadri ingenui i suoi, fino ad essere definiti «profani, rustici ex voto», frutto di una fantasia che sa di cantastorie popolare. Scene di una «umile leggenda», colme di figurine ritrovabili in vecchi quartieri, nel «vicoli bui della città», ove i personaggi appaiono eroi o macchiette, entro miserie e lazzi. Del canto pittorico di Alfonso Maldera, dell'uomo ben ha detto Elvira Cassa Salvi in occasione della mostra postuma, allestita nelle sale della A.A.B., nel giugno 1967.
 
BIBLIOGRAFIA
E. LANCINI, «L'Unità», 23 ottobre 1945.
«Galleria A.A.ß.», Brescia, 15-28 ottobre 1962.
G. VALZELLI, I Profeti e la turba..., «Bruttanome», Vol. 1(1962). «Galleria A.P.I.», Brescia, 16-30 settembre 1963.
R. BRESCIANI, La letteratura dialettale, «Storia di Brescia», Vol.  IV.
«Galleria della stufa» (A.  A. B.), Brescia, 8 -20 maggio 196 5.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», I 5 maggio 1965.
«Giornale di Brescia», 22 aprile 1967, £ morto Maldera, poeta e pittore.
R.L.(onati), Ricordo di A. Maldera, «Biesse», a. Vll, n. 7 1, giugno 1967.
E.C.S.(alvi),,Vfostre d'arte, postuma di A. Maldera, «Giornale di Brescia», 14 giugno 1967.
R. LONATI, «Mezzo secolo di testimonianze sulla pittura bresciana del Novecento: 1920-1970»,
Tip.  S. Eustacchio, Brescia, 1979.
 
  1. MAMELI FRANCO
  2. MANCABELLI GIULIO
  3. MANCIULLI DUDI
  4. MANDRUZZATO FRANCESCO

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