Dizionario dei Pittori Bresciani
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MILESI BENIAMINO

 Tignale, 1952.

Già considerevole il curriculum di questo giovane insegnante, che ha allestito mostre personali a Palazzolo (1974), Vobamo (1975), Boario Terme (1976), Tignale (1977, 79, 80), Interlaken (1979) e partecipato a concorsi in Brescia e provincia.  Pittura chiara, la sua, prevalentemente espressa a mezzo dell'acquarello di signorile tratto teso a cogliere i vari aspetti del Garda, del suo entroterra, soprattutto a Tignale. Nascono così degradanti giardini dagli svettanti cipressi, silenti stradicciole illegiadrite da ciuffi di verde; spiragli di lago fra scoscese rocce... a testimoniare un atto d'amore, sempre ripetuto, al luogo natio.
Figurativo dal riassuntivo tratto, Milesi raggiunge effetti di terse atmosfere, di trasparenze caratterizzanti le tepide stagioni benacensi.  Ore inseguite ad ogni cangiar di colore, nella pienezza del giorno, nell'acceso rosato tramonto, nel grigiore di piovose luci.
 

 

MILZANI GIAN BATTISTA

Gottolengo, 22 agosto 1932.

Poco nota ci è l'attività di questo pittore, conterraneo, omonimo e allievo di Pietro Milzani (v.), dalla cui guida ha appreso i primi elementi pittorici, a cominciare dalla metà degli anni Sessanta.Presente a collettive in Carpenedolo, Gambara, nel Veronese, si evidenze meritando riconoscimenti.  S. Marcianò, illustrando la pittura di G.B. Milzani, afferma che l'autore «assume un atteggiamento di franchezza di fronte alla realtà, per cui tende verso una visione sincera con tendenza illustrativa.  IL nella resa dello spazio che più si manifestano le doti di fantasia... che raggiungono positivi risultati sul piano luministico».

MILZANI PIETRO

Gottolengo, 1916-Brescia, 17 gennaio 1971.

Dal padre, decoratore, apprese le prime indicazioni dell'arte, seguendolo fin da ragazzo a Milano, per ingentilire numerose signorili case.  Frequenta al tempo stesso la scuola superiore di pittura, ma ben presto se ne d'stacca.  Il ritorno al paese natio anticipa di pochi anni il servizio militare e l'invio in zona di guerra.  Anche in que' giorni tribolati, non manca occasioni di ritrarre commilitoni e superiori o di decorare i «locali nobili» di caserme. Di ritorno a casa, intensa si fa l'opera di affreschista, operoso nelle chiese di Castelletto di Leno, Milzanello, ßoldeniga, Zurlengo, Cadignano, Montichiari, Clibbio, Manerbio, Provaglio d'Iseo, Toscolano, in Valle Sabbia..Al dipinto a fresco alterna l'olio per realizzare pale d'altare, ed una ne resta anche nella lontana chiesa anconetana di S. Domenico, per il cui seminario dipinge varie medaglie in affresco. Stabilitosi a Brescia intorno al 1950, abita una villetta nei pressi di porta Cremona ed intraprende l'attività di illustratore per la editrice La Scuola: motivi religiosi per testi scolastici.  Anche la nota casa Fratelli Fabbri di Milano richiede la sua opera per illustrare pagine di enciclopedie. Autore di dipinti di cavalletto, ritratti, paesaggi, Milzani si è cimentato anche con la scultura: appositamente si recava in Calabria per raccogliere creta adatta; per la chiesa del paese natale ha intagliato capitelli e fregi nel confessionali. Suoi sono pure i cartoni preparatori dei mosaici destinati alla chiesa della Pavoniana, in città.
 
BIBLIOGRAFIA
V.B.(runoni), P. Milzani affieschista, «Giornale di Brescia», 13 settembre 1969.
V. B. (runoni), -P morto Piet ro Milzani, «Giornale di Brescia», 18 gennaio 197 1.
«La Voce del popolo», 25 marzo 1977, Illustrazione.
 

MINGUCCI GIOVANNI FRANCESCO

Secolo XVII

Pesarese, la «Storia di Brescia» lo dice presente a Breno, senza tuttavia dare ulteriori notizie o indicazione di opere.

MINICI MARIA ELENA

Brescia 1975

2011 Ottobre: Collettiva alla Galleria A. Manzoni  Darfo Boario Terme
2012 Gennaio : Collettiva alla Galleria A. Manzoni  Darfo Boario Terme

MININI CELESTINO

Darfo, 14 settembre 1933.

Diplomato all'Accademia Ge.Pro Pace di Roma.  Ha iniziato a dipingere sul finire degli anni Sessanta ma, secondo quanto afferma W. Guerra, ha bruciato le tappe di un necessario cammino evolutivo, esigente esperienza, per arrivare ad una espressione pittorica sempre più personale.Ne consegue una sperimentazione continua, una insofferenza dei traguardi appena colti e subito invalidati da altri intravveduti. Il dato reale, nelle composizioni di sintetica linea, si fa occasione per un racconto cromatico esuberante, dote precipua del pittore, che in alcuni dipinti particolarmente sembra avvicinarsi al fare naif, sia per la semplicità espositiva dell'insieme, sia per la calligrafica resa di certi particolari. Presente dapprima a collettive provinciali, nel 1971 Minini si è posto in luce al concorso romano indetto dall'Accademia Gen.  Pro Pace e alcune personali ha allestito: a Boario, Varese, Sondrio, Corno, Milano, Venezia, Losanna, all'Aprica, a Madonna di Campiglio.
 
BIBLIOGRAFIA
«Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.

MINO BEPPI

Gardone V.T., 13 marzo 1913

Dal «caro maestro» Giuseppe Mozzoni ha appreso i primi elementi della pittura, anche murale.  Beppi Mino, della sua pittura postimpressionista ha fatto canto dedicato alla sua terra, alla sua gente: tanto che nei suoi dipinti, con scorci di paesi come Polaveno, Gardone, soprattutto quando s'ammantano di neve, compaiono innumerabili «personaggi»: dal Bracconiere a Il montanaro, dalla Vedova ai Carbonari, al Taglialegna, ai Pensionati, al Portatore d'acqua... E accanto a questi umili interpreti ecco momenti di corale attività nella Bottega artigiana, nella Una scodella di minestra ove protagonista è la dura fatica montanara, con l'attimo ristoratore vissuto insieme.  Cupa, al tempo stesso fidente la via percorsa da La partoriente. Ben ha detto Luciano Spiazzi definendo Beppi Mino cantore di ciò che è rimasto valligiano nell'avanzare delle ciminiere.  Un mondo colto con mezzi toni e delicatezze formali rispondenti alla vena di cantore intimo, discreto, che ama restare ai margini dell'aia, più che lanciarsi nel centro per sbattere piedi e testa in allegria. Se alcune figure del suo racconto s'arrestano alla lieve pagina dell'annotazione, non priva tuttavia di umore, in altre la pittura acquisisce robustezza; il tratto si fa mosso, incisivo, plastico, quanto dura, greve è la fatica dei protagonisti racchiusi nei dipinti, a volte raffigurati con drammatici accenti. Attimo di ristoro, tuttavia testimonianza d'uno stesso mondo valligiano, ci appaiono le nature morte, dove cacciagione o fiori offrono al pittore l'occasione di condurci nell'intemo di antiche case e di conoscere quelle ruvide pareti, le suppellettili che «vivono» accanto agli uomini la loro storia d'ogni giorno. Presente a concorsi in città e provincia, Beppi Mino ha allestito esposizioni personali a Gardone V.T. (1958, 60, 63, 72, 73), Bolzano (1973), Gardone R. (1965), Boario Terme (1 967), Lumezzane (1 965, 197 1), Inzino (1 967, 1976), Sale Marasino (1 970), Vallio (i 968, 69, 1970, 71, 72) e Brescia (1 976).
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: «Brescia arte», N.S., secondo semestre 1980. (La Valtrompia di Beppi Mino).
Si veda inoltre: «Il Mostra d'arte dell'A.A.B.», Brescia, 12-27 ottobre 1946, Catalogo.
G. GUERINI, Alpremio Gardone V. T, «Giornale di Brescia», I I ottobre 1967.
A. MAZZA, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 20 novembre-2 dicembre 1976.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 4 dicembre 1976.
L. SPIAZZI, Giro dell'arte, «Bresciaoggi», 8 marzo 1980.
 

MINO UBALDO

 Gardone V.T., 1929.

Autodidatta, nipote di ßeppi Mino (v.), del quale condivide l'estremo amore alla Valle natia e alla gente di quella Valle. Ubaldo Mino ci è noto per la mostra personale allestita iqella «Galleria d'arte Moretto», in via S. Urbano, dal 19 aprile al primo maggio 1980.Dallo stesso catalogo apprendiamo che ha «partecipato a più concorsi di pittura, mostre collettive e ordinato personali, riscontrando lusinghieri consensi sia di pubblico che di critica.  Sue opere figurano in collezioni pubbliche e private a Praga, Breda (Olanda), Roma, Terni, Piacenza, Bergamo, Milano dove recentemente gli è stato assegnato il V' premio, ed una mostra, indetti dall'Oerlicon italiana». Lo stesso catalogo racchiude un cenno critico di L. Spiazzi, che del pittore scrisse: Personaggio a suo modo, Mino con quel tanto di introverso e personale che caratterizza tipi di tal fatta, lavoratori dal duro impegno quotidiano che non si,risparmiano nel tempo libero, pur di dare ossigeno e dimensione diversa al proprio destino, è artista, e il termine gli calza intero al di là dei risultati, che cerca una interpretazione il meno possibile pittoresca dei propri luoghi e della gente che li abita.
Altri cenni hanno redatto: D. Tacci, F. Rusconi, E. Marcian6.
 

MIRKOVIC ORIZIO DARINKA

Montenegro.

Ha compiuto gli studi al Liceo di Montenegro; ultimati i corsi artistici è giunta a Brescia, dove ha soggiornato circa un lustro.  Trasferitasi nel 1952 a Bolzano, ha fatto ritorno nella nostra città nel 1962, e da allora vi risiede.  Presente a numerose collettive, sue presenze si ricordano a Garlasco, Villafranca, Brescia (maggio 1980).  Personali ha invece allestito a Iseo (1969, 72, 75, 78); Brescia (1970, 75); Viareggio (1972); Caravaggio egardone R. (1976); Cremona(1977).
Pittrice figurativa, si esprime a mezzo di varie tecniche: olio, acquarello, pastello, china, acquaforte.Paesaggista, predilige far rivivere con tratto rapido panorami divenuti familiari, come angoli del Garda o delle Valli nostre, ed i fiori di quelle valli raccolti in grandi mazzi entro semplici e plastici vasi. Ritrattista, trasporta poi nelle figure «emblematiche», colte singolarmente o in gruppo, i fremiti di inquietudine che vive, come in La commedia umana di ascendenza espressionista. Nelle poche figurette pastellate, dedicate prevalentemente a fanciulle, il tratto si fa carezzevole, quasi per adeguarsi alla dolcezza dei visi ritratti, a carpirne la fragrante purezza.  Quel tratto si fa invece vigoroso nelle opere dedicate ai «personaggi» umili della terra d'origine, come nel Pastore montenegrino, dalle riassuntive e plastiche campiture; i colori arditamente accostati e pur composti.  Con quel tratto le riesce di fissare anche in lastre attimi di vita della gente montenegrina: riunita in crocchio, intenta al lavoro nei campi, entro rustici ambienti. Nelle acqueforti, le poche vedute, il disegno continuo, or lieve or insistito, insegue gli stessi motivi, gli stessi gesti di quella gente, tuttavia nella nitida grafia s'afferma una'deformazione che, suggerita da intento critico, si traduce in sottolineatura espressionista non immemore di autori tedeschi. In queste opere par di scorgere anche una pittrice dal temperamento drammatico che le opere colorate velano.
Legata da rapporto di lavoro con Gallerie di Sidney e Las Vegas, Darinka Mirkovic ha dipinti in varie collezioni americane.
 
BIBLIOGRAFIA
E. MARCIANÒ, «Azienda Aut. di Soggiomo», iseo, 16-31 agosto 1969.
A. RIZZI, «Galleria G.C. Abba», Brescia, 27 dicembre 1970-7 gennaio 197 1.
E. MARCIANO, «Galleria La conchiglia», Viareggio, 2-15 settembre 1972.
E. MARCIANO, «Azienda Aut. di Soggiorno», Iseo, 14-25 luglio 1972.
L. SERVOLINI, «Galleria A. Inganni», Brescia, 26 aprile-8 maggio 1975.
A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Bie@e», a. XV, n. 158, maggio 1975.
L. SERVOLINI, «Azienda aut. di Soggiomo», Iseo, 16-30 agosto 1975.
E. MARCIANO, «Galleria Incontri», Cavaraggio, 28 febbraio- I I marzo 1976.
«L'Eco di Bergamo», 14 marzo 1976, Rubrica d'arte.
AA.VV., «Galleria Il salotto», Gardone R., 3-18 agosto 1976.
AA.VV., «La Famiglia Cremonesa-Mini galleria», Cremona, 12-24 novembre 1977. E.S., Cronache d'arte, «La Provincia», Cremona, 18 novembre 1977.
«Azienda aut. di Soggiomo», Iseo, 16-31 agosto 1979.  AA.VV., «Brescia'80», Brescia, I -1 I maggio 1980, Catalogo.
 

 

MIRTO GAETANO

Darfo, 21 gennaio 1949.

Dal 1972, data della partecipazione a collettiva della Comunità Montana di Valle Camonica, a Breno, Gaetano Mirto ha esteso la nota delle presenze in concorsi e premi a Brescia e sua provincia, a Castro (Bg., 1976), Olgiate Malgara (Corno, 1977), allestendo altresì mostre personali a Boario Terme (1 973), Ponte di Legno (1 974, 5, 6), Gardone V.T. (1975), Celle Ligure (1977, 78) e Brescia (1 978). Dalla pittura cubista trae strutturazione pei suoi dipinti, con quelle linee spezzate, i piani intersecati a ricomporre con limpidi colori «paesaggi» di borgate montane su cui dominano campanili.  Borgate di Valcamonica, sotto cieli dalla effusa luce, racchiusa in larghi, scanditi tasselli. Cromatismi ritmati e contornanti i tetti, le uniformi facciate dai toni antichi.  Gli stessi rustici motivi il pittore va cogliendo anche in località del Garda, sul comense. «Pittura semplice, di facile comprensione, tale da creare un immediato e felice impatto con il visitatore», è stata definita, frutto di personale espressione data dal vibrare dell'animo.  Animo teso a «cogliere momenti essenziali di ambienti caratterizzati da una civiltà in cui la vita comunitaria è sempre stata privilegiata».
 
BIBLIOGRAFIA
A. MAZZA, «Galleria A.A.B.», Brescia, 25 novembre-8 dicembre 1978.
 

 

  1. MODONESI ELDA
  2. MOGLIADEL
  3. MOJOLI ENRICO
  4. MOJOLI GIACOMO

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