Dizionario dei Pittori Bresciani
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MONTI ELEONORA

Secolo XVIII.

Figlia di Francesco Monti, pittore bolognese, è nata a Brescia nel 1727, dove è morta sul finire del secolo. Si è fatta apprezzare come ritrattista, richiesta dalle «primarie famiglie» locali e di fuori. t altresì autrice di un ex voto custodito nella chiesa del Patrocinio di M.V. sui Ronchi.
 
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
C. BOSELLI, Le opere d'arte del Patrocinio di M. V., «Memorie storiche della Diocesi di Brescia», 1961.
«Storia di Brescia», Voi. 111.
C. BOSELLI, G. Zanardi e E. Monti, autobiografie, supplemento ai «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1964
 

MONTI FRANCESCO

Bologna, 1683 - Bergamo, 1768.

Dapprima allievo del Caula a Modena, passò poi a Bologna presso Dal Sole.
A Brescia, intraprende attività nel 1738, dipingendo «quei giganteschi cammei» nella volta della Pace.  Pitture dal disadorno colorito, dal plastico costruire quasi monocromo, seguite da altri numerosi affreschi in chiese nostre e della provincia.Del 1741 sono affreschi in S. Spirito (Ist.  Magistrale, vicino a piazza Tebaldo Brusato), eseguiti con lo Zanardi, che lo affianca anche in altri lavori; seguono dipinti nella chiesa del Patrocinio di M.V. sui Ronchi, un S. Maurizio (1 746) ancora nella chiesa della Pace; in S. Maria dei Miracoli (1 738), perduti; in S. Maria del Carmine e quindi in chiese varie a S. Zeno, Capo di Ponte, Chiari, Sale Marasino, Zone. Numerose anche le case signorili adomate dal Monti, così come assai esteso è l'elenco di opere un tempo esistenti in chiese ed oggi perdute.  Ultimo suo lavoro bresciano è nella chiesa di Coccaglio (1 745-1754). Il Monti è autore anche di quadri di genere e tenne apprezzata scuola dalla quale uscì Sante Cattaneo. Non essendo artista bresciano si tralascia la bibliografia, rinviando soltanto, per le opere, alla «Storia di Brescia».
 

 

MONTI FRANCESCO

Detto Brescianino delle battaglie.  Brescia, 1646 -Parma, 1712.

Da non confondere con altro Francesco Monti, bolognese e padre di Eleonora (v.); pittore di storie sacre e profane, il Brescianino delle battaglie emerse in questo genere, pur avendo realizzato temi consueti e marine. Secondo l'Orlandi, ha «servito di sue operazioni molti Principi e Cavalieri in Genova, Roma, Venezia, Parma, in Germania e in Napoli, imparò da Pietro Ricchi, detto il Lucchese, poi da Bergognone» ed ebbe, fra gli altri, un figlio, di nome Giuseppe,che ne seguì le orme come pittore di battaglie: nulla si aggiunge per questo figlio, perché considerato parmense.Ben presto Francesco Monti è a Parma, dove lavora presso la Corte Ducale, fin che, nel 1681 entra stabilmente al servizio dei Farnese e vi resterà fino al 1695. S'era dapprima recato nel Veneto per completare la sua formazione e dove da tempo operava il Ricchi, considerato il suo primo maestro.  Ma a Venezia certamente vide e si lasciò attrarre dalle battaglie di Johann Elismann (1604-1698) e del Brisighello (1679-1750). A Roma vede opere del Bergognone e si lascia da esse influenzare. Caratterizzano le opere del Monti spazi ampi «che si perdono fra il fumo e la polvere», il groviglio di armati dei primi piani dove cavalieri disarcionati stanno immoti a terra, mentre i cavalli s'impennano nell'ultimo anelito di vita.  Alcuni studiosi ritengono si sia recato nel Napoletano; certo conobbe opere di Salvatore Rosa rammentate dagli ovali della Rocca di Soragna (1701). Fu pure in amicizia con il Tempesta, come attesta una lettera di questi, e nelle marine ne risente l'influsso.Nel 1670 è testimoniato in Piacenza dove incide il proprio nome nella cupola della chiesa di S. Maria di Campagna, come altri pittori hanno fatto, e si dichiara al servizio della Casa Ducale. Altri motivi affronta oltre a quelli guerreschi: Madonne, feste processionali, marine. Nota delle sue opere e loro collocazione sono nel libro di Raffaella Arisi, che ricorda alcuni dipinti in: S. Maria Calchera, Beata Vergine che adora il Bambino nelpresepe (perduta); tre nella parrocchiale di Pieve Modolena (R.E.), altre ancora custodite nel Museo piacentino e in collezioni private, nel Museo Correr, mentre numerose altre figurano in vari inventari.Anche la raccolta Lechi di Brescia annovera alcuni dipinti del Monti, la cui figura è stata solo recentemente rischiarata.
BIBLIOGRAFIA

Sta in: R. ARISI, «Il Brescianino delle battaglie», Piacenza, Ed. del Museo civico, 1975.
 

 

MONTICHIARI (DA) GIOVANNINO

 v. GIOVANNINO DA MONTICHIARI

MONTINI ANDREA

Brescia, 10 gennaio 1951.

Ha frequentato la scuola d'arte della A.A.B. sotto la guida di Dino Decca. t insegnante nella scuola d'arte «R.  Vantini» di Rezzato. Fin dai primi anni Settanta è presente a concorsi e collettive in Brescia e provincia; si è affermato a Castelcovati (1972). Ha inoltreallestito mostre personali a Brescia (1973, 74, 75, 76) Bagnolo (1973), Desenzano (1974, 75, 80), Salò (1 977, 78), Firenze (1 977), Bergamo (1 978, 80), Gavardo (1 978).Figurativa nella eco impressionista, la pittura di Andrea Montini è rivolta al tepore di «angoli  tranquilli, distensivi paesaggi, lavori nei campi, nature morte con antichi oggetti inrame, frutta» a vecchie piazze di paese con quel gusto, con quella serenità che ancora in tutto questo può cogliere.  Motivi tradotti con piacevole equilibrio eromatico e di forme. Vien poi il tempo in cui nelle sue opere affiora l'ansia di cogliere il nesso fra l'uomo e la natura, un rapporto fatto più di pena che di gioia.  Così, con un lontano richiamo a certe tele di Segantini, si «colloca la figura umana: curva sotto il peso di una silenziosa fatica, greve il corpo per gli stenti di una vita impietosa», d'una realtà che la maturità del pittore, fatto uomo, rende denunzia.
 
BIBLIOGRAFIA
A. RIZZI, «Galleria del Carro», Brescia, 23 febbraio - 8 marzo 1974.
A. RIZZI-A.  ZAINA, «Galleria La cornice», Desenzano, 20-31 luglio 1974.
«Gazzetta di Mantova», 27 luglio 1974, Mostre d'arte.
G. DI ROSA, «Galleria La comice», Desenzano, 2-15 agosto 1975.
A. RIZZI, «Galleria A. Inganni», Brescia, 29 marzo - 10 aprile 1975.
M.P., Mostr(,,, «Giomale di Bergamo», 9 novembre 1978.
«Galleria Comaro», Bergamo, febbraio 1980.
L. LAZZARI, Note d'arte, «L'Eco di Bergamo», 28 febbraio 1980. «Galleria La Cornice», Desenzano, 25 aprile - 8 maggio 1980.
 

MONTINI EUGENIO

 (Gino).  Pompiano, 4 aprile 1927.

Durante gli studi tecnici, ebbe insegnante Enrico Ragni.  Sul fare degli anni Settanta ha frequentato la scuola d'arte della A.A.B. Al 1970 datano le sue presenze a mostre collettive in città e provincia.  E allo stesso anno risale la sua prima personale, seguita da altre in Brescia, fra le pareti della «Galleria del Carro» di cui è divenuto anche l'animatore.  Dal 1975, ininterrottamente presenta sue opere a Recoaro Terme. Legata alla tradizione, la pittura di Gino Montini s'alimenta ai maggiori nostri contemporanei, sia per il paesaggio, sia nelle nature morte. E come il tocco del suo pennello risente dei colori e del segno di artefici locali, così il suo sguardo è attratto dall'ambiente nostro: il Castello, i Ronchi, angoli di campagna silente colti nel fiorire primaverile; angoli di paese della provincia in cui i «rustici» dalla luce pulita, incantevole, tersa, offrono ancora una parvenza di pace. «La natura morta, in Montini, ripete la stessa ansia poetica d'improvvisa piacevolezza visiva»; accentuato in essa il preziosismo cromatico della luce e ombra di brevi spazi.
Né mancano scorci di lago: piccoli dipinti imbevuti d'azzurro, dal tocco rapido, minuto a ricreare impressioni spontanee, gentile racconto.
 
BIBLIOGRAFIA
F. BERTULLI, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 13-25 maggio 1972.
A. RIZZI, «Galleria del Carro», Brescia, 10-28 maggio 1975.
«Galleria del Carro», Brescia, 16 aprile - 3 maggio 1977. (Con poesia di M. Rizzi).
A. RIZZI, «Galleria del Carro», Brescia, 1-1 3 maggio 1978.
A. MORUCCI, «Galleria del Carro», Brescia, 18 febbraio - 18 marzo 1979.

MORA GIOVANNI

Brescia, 8 febbraio 1942.

Ha frequentato per alcuni anni la scuola dell'A.A.B. ed ha intrapreso partecipazione a mostre collettive intorno al 1975, aggiudicandosi, fra gli altri, premi e segnalazioni a Villanuova, Castiglione delle Stiviere, Bovegno (1975), Tavemole e Carpenedolo (1 976), Gottolengo, Ponte di Legno e Concesio (1977). Personali ha allestito a Bedizzole (1973), Vallio (1974), Muratello di Nave (1975), Gavardo (1976), Capriolo (1977), Desenzano e Brescia (1 978). Lo stesso pittore cerca di spiegare il suo operare quando afferma di «carpire alla natura la semplicità della sua bellezza, rubando attimi al mutare delle stagioni; per fissare sulla tela brevi momenti di poesia». Paesaggista, pertanto, dallo scandito impasto, dagli scorci solitari o dagli ampi panorami immersi entro pacate atmosfere. Colorista gustoso, anche dai fondi toni blu, viola, rosa sa trarre accostamenti modulati, d'un lirismo che nei primi decenni del Novecento ha guidato noti artisti (non pochi operosi anche sul Garda) e ai quali Giovanni Mora sembra accostarsi soprattutto nelle ampie visioni crepuscolari dalle improvvise, balenanti luci entro le nubi.  La padronanza tecnica, lo spiccato senso del colore gli consentono «ardimenti» coi quali può afferrare vibrazioni cromatiche, eco alle intime emozioni. fE docente in Scuole d'arte.
 
BIBLIOGRAFIA
A. MAZZA, «Giomale di Brescia», 29 settembre 1977.
«Galleria La Cornice», Desenzano, 28 gennaio - 9 febbraio 1978. (Con testi di D. Zecchi, A. Pesce, A. Mazza).
«Galleria A.A.ß.», Brescia, 28 ottobre - 9 novembre 1978.
 

MORA ROBERTO

S. Vigilio di Concesio, 5 luglio 1949.

Autodidatta, ha partecipato a esposizioni collettive in Brescia e località vicine. Paesaggista predilige i casolari e i colori delle Valli Camonica e Sabbia, che riprende sia negli angoli raccolti sia in più estese visioni, nel fulgore di stagione piena o nel candore invernale. Soprattutto là dove la neve dà rilievo ai contorni, meglio si esprime Mora; oppure quando coglie quei «vapori» attenuanti i contorni della vegetazione e li avvolge di effuse lontananze. Pittura figurativa, quindi, nella tradizione lombarda.  Roberto Mora conduce nota «Bottega» di corniciaio.
 

MORANDA BRUNO

BOVEGNO 1954

Pittore figurativo, autodidatta, è nato a Bovegno (Brescia) nel 19584. «... Tratta diversi soggetti, attraverso i quali ci comunica le emozioni dell'animo a contatto con la realtà che lo ispira. Affascinato dai paesaggi alpestri e dalla natura nel suo fulgore, ne conserva la precisa identità in una figurazione limpida, equilibrata, palpabile, venata di lirico afflato nelle coloriture e nelle atmosfere ricreate. La sua arte non è mai fredda riproduzione oggettiva delle forme, figure, eventi consegnati ad un'eterna staticità, bensì espressiva sintesi di realtà, creatività e sentimenti volti ad evocare, in un'ideale misura di bellezza, valori spirituali ed estetici di universale respiro. Una pittura realizzata con gusto ed eleganza, che si avvale di tonalità cromatiche e luci armoniose...» (S. Perdicaro)

 

MORELLI GIOVANNI ANTONIO

Gambara 1779 - Brescia, 1857.

Da L. Vecchi, «Brescia», monografia illustrata per gli anni 1941-1942, apprendiamo che Morelli fu «artista di qualità squisite, ideatore di opere pregevoli in mosaico».
Artista tuttavia del quale non siamo in grado di indicare collocazione di esiti artistici o di dare ulteriori notizie biografiche.

 

  1. MORESCHI ANTONIO
  2. MORETTI DA CREMONA
  3. MORETTI DE ARDESIO. PIETRO E ALESSANDRO FRATELLI
  4. MORETTI GIANPIETRO

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