Orzinuovi, 30 ottobre 1953.
La pittura di questo giovane ci è nota soltanto attraverso la sua prima presenza a Brescia, alla “Piccola galleria U.C.A.I.”, nel marzo 1978, accanto ai coetanei Furri, Sola, Turotti. Modernamente figurativo, dal disagio esistenziale cui l’uomo è costretto dall’ambiente trae motivo per indagare le negative prospettive, per proporre la riacquisizione di valori per lui ancora validi e che invece l’umanità via via tende a negarsi.
Una riflessione amara, critica non sterile tuttavia, e riproposta attenta e fidente. Certe lusinghe di ricchezza e di affermazione rappresentate con evidenza nelle composizioni dal tratto accurato sono soltanto miti che trascinano, non edificano.
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore,
BARI 1933
Dal 1970 circa vive e opera a Milano.
Ingegnere, si ricorda questo pittore non bresciano sia per la notorietà raggiunta anche fra noi, sia perché avendo operato dal 1965 al 1968 fra Gardone e Brescia, alla nostra città è rimasto legato, tanto da non mancare con sue opere ai tradizionali appuntamenti con la “Piccola galleria U.C.A.I.”, dove ha esposto anche in personale negli anni 1967, 1969, 1974.
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Salò, 1970.
Ha iniziato a esprimersi col disegno quando ancora era molto giovane, accostandosi pure alla poesia. Autodidatta, ha comunque affinato le qualità creative entrando a far parte del “Gruppo culturale d’iniziativa” di Cittadella, con esso intraprendendo partecipazione a mostre collettive, allestendo poi mostre personali che han proposto suoi dipinti a Brescia, Desenzano, Puegnago, Gardone Riviera, Toscolano Maderno, Rezzato, Gavardo… Verona, Siderno Capo d’Orlando, Treviso, Piazzola sul Brenta, Cittadella incontrando l’apprezzamento anche di appassionati stranieri, tanto che le sue opere sono entrate in collezioni private di Germania, Austria e America. Paesaggio, figura, natura morta sono i soggetti affrontati con fare realistico, sostenuto da evidente spontaneità.
Così ha ben interpretato la pittura di Rosa Amadei Fiorenzo Rizzetto, affermando che “la luminosità monocromatica e la suggestione quasi crepuscolare che traspaiono dalle sue tele, dal suo animo, sembrano comunicarci una realtà espressiva filtrata da una particolare sensibilità femminile ed espressa da un cromatismo che degrada e si stempera armoniosamente nelle vibrazioni chiaroscurali”.
Quando poi si esprime con i suoi nudi oppure con le figure di anziani del vecchio mondo contadino perviene ad un verismo romantico coniugante particolarmente il suo mondo pittorico e quello più naturale e immediato delle emozioni.
Famiglia di pittori e scultori bresciani dei secoli XVI e XVII.
AMATORE GIOVANNI BATTISTA. Secolo XVI.
Originario di Carzago Riviera, si trasferì a Brescia verso la metà del Cinquecento, prendendo dimora presso S.Nazaro.
Padre dello scultore Paolo (v.) e del pittore Pietro, è definito scultore di figure, ma di lui non restano opere certe.
Stefano Fenaroli, nel "Dizionario degli artisti bresciani", lo dice, dubitosamente, padre di un altro pittore: Giuseppe.
Secolo XVII.
Su di lui si sanno scarse notizie. Si ispirò nel disegno e nella composizione al Veronese. Dipinse un S. Agostino nella chiesa di S. Barnaba una Madonna dell’abito in S. Alessandro, i quadretti a olio della vita della Madonna sull’organo di S. Giulia; S. Monica che dispensa le elemosine nella cappella della Beata Vergine della cintura in S. Barnaba e poi presso l’Istituto Pavoni; una Cena degli Apostoli, un tempo in S. Tommaso e oggi in S. Faustino; i Martiri e Santi al seguito di Cristo, nella parrocchiale di Borgo S. Giacomo.
BIBLIOGRAFIA
E. MACCARINELLI, “Le glorie di Brescia”, 1747, Ediz. C. Boselli, 1959.
E. NICOLI CRISTIANI, “Vita e opere di L. Gambara”, 1807.
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
“Storia di Brescia”, Vol. III, 1964.
C. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche della sponda bresciana.... “Il lago di Garda”, Ateneo di Salò, 1969, p. 236.
“Enciclopedia bresciana”, Ed. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
AMATORE PAOLO. Secoli XVI - XVII.
Figlio di Giovanni Battista (v.) e fratello di Pietro (v.) ricordato soprattutto come pittore, è autore di statue lignee, come egli stesso si definisce in atto del 1627 01617, dal quale apprendiamo altresì che abitava a S. Nazaro, che aveva circa 35 anni; una famiglia composta dalla moglie di 25 anni e da tre figli.
Un tempo gli era dato il Crocefisso nella Chiesa di S. Maria dei Miracoli, riconosciuto poi di P. Costa (v.).
L'unica opera certa di Paolo Amatore è la Madonna che sorregge il bambino Gesù, col Battistafanciullo afianco, nella basilica bresciana dei SS. Faustino e Giovita: opera testimoniante un'arte "inserita nella tradizione di alto carattere che può riferirsi al Lamberti (v.) o al Tortelli (v.)".
Stefano Fenaroli ("Dizionario degli artisti bresciani") sia pure dubitativamente, lo dice fratello del pittore Giuseppe. Di recente gli è stato dato il Crocefisso della parrocchiale di Maguzzano, firmato nel 1613: data che fisserebbe la nascita al 1592.
AMATORE PIETRO. Secoli XVI - XVII.
Noto come pittore, qui lo si cita perché recentemente è stato detto anche scultore, del quale però non si hanno opere.
Figlio di Giovanni Battista (v.) e fratello di Paolo (v.)
Società di artisti degli inizi del secolo XX, ebbe fervida attività e si avvalse della presenza di noti pittori, fra cui principalmente Emilio Pasini. Si compenetra con la Società dell’Arte in famiglia.
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.