Gavardo
La sua educazione artistica è avvenuta dapprima frequentando la Scuola “Gabriele D’Annunzio di Salò, poi l’Istituto “Rodolfo Vantini” di Rezzato, allieva del pittore Squassina e dell’incisore G.B. Tregambe. Il perfezionamento in pittura, affresco e acquarello si è invece compiuto a Tenno.
Intensa la sua attività espositiva, sia mediante mostre personali che partecipazione a collettive, in ciò favorita dall’aver ideato e nel 1981 fatto vivere l’Associazione Artisti valsabbini promotrice di rassegne che riuniscono numerosi appassionati d’arte, professionisti e dilettanti, di convegni e la pubblicazione di cataloghi che ne diffondono le iniziative.
Le doti artistiche riconosciutele le hanno propiziato pure la conduzione di corsi di pittura, come quello patrocinato dalla Biblioteca civica di Sabbio Chiese ed anche la convocazione in giurie di concorsi e manifestazioni varie.
Figurativa nel solco della tradizione, la sua pittura pur annoverando la figura, privilegia il paesaggio e la natura morta, restituendo una realtà “che subisce sempre una trasformazione ritmica di chi guarda e trova comuni assonanze di significato e sentimento, con quanto vede”, come ben ha osservato Alberto Zaina.
E nell’osservazione del creato trasposto nella tela o nella faesite, affiora velata nostalgia per un mondo che ormai è sempre più alterato
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “Sinestesia. Artisti di Valle Sabbia”, Salò, S&B Trade promotion, 1992.
Vedi Sarenco
Chiari, 1939 - 1983.
Ha frequentato l’Accademia di Brera, a Milano, sotto la guida di Domenico Purificato, frequentando al tempo stesso Guido Ballo. Ha insegnato nel Liceo artistico di Brescia, dedicandosi poi esclusivamente alla pittura. Ha esposto in mostre personali a Brescia (1974, 1975 e 1976) a Milano e Roma (1976) alla “Galleria Becheim” di Parigi (1977). Fin dal 1967 ha partecipato a numerosi concorsi provinciali e nazionali. Le sue opere sono state via via illustrate da C. Villanova, E. Maizza, L. Lazzari, A. De Bono, P. Castaldi, G. Quaglino, E. Marcianò. Pittore figurativo, pur avendo iniziato come paesaggista ha poi rivolto esclusivo interesse alla figura. Note le sue giovani donne colte nei più diversi atteggiamenti. Usando tecnica mista, nota classicheggiante, il tono cromatico equilibrato di luci e ombre dona plasticità ai corpi, ai volti, ai drappeggi. Negli oli sono riproposti i temi romantici prediletti, con stesura limpida e forti contrasti luministici. Luciano Spiazzi fa notare che negli ultimi dipinti di Alborghetti è presente la volontà di “cancellare con ampi spazi bianchi tutto ciò che rende trepido l’osservare; il cielo, l’alba o il tramonto e quanto può riportare alle zone del cangiarsi effimero delle sensazioni, bloccando ciò che resta del mondo in masse sempre più sintetiche e nettamente rilevate”.
BIBLIOGRAFIA
C. VILLANOVA, “Galleria Bistrò”, Brescia, 19 ottobre 1974, 18 - 30 settembre 1975.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 2 novembre 1974.
“Arte oggi - exibition”, Magalini Editrice, Brescia 1976.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 9 aprile 1977.
L. SPIAZZI, “Bresciaoggi”, 12 e 29 marzo 1980.
AA. VV., “Brescia ‘80”, Brescia, 1-11 maggio 1980, Catalogo.
“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed., Bornato.
R. Lonati, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
M. COLUSSO (a cura di), “Antologica di L. Alborghetti”, Chiari, Salone Marchettiano, 1-22 novembre 1998
Vilminore di Scalve (BG), 1714 - 1775.
Si formò presso Ferdinando del Cairo ed esercitò a lungo attività pittorica nel Bresciano dove lasciò pale d’altare e affreschi e, da ultimo, dipinse bambocciate, scene di nani e animali. Di lui si ricordano in Duomo nuovo: Miracoli di S. Liborio (perduti); nella Chiesa della Carità: Quattro virtù (affresco); Crocefissione (perduta); in S. Maria dei Miracoli (con Pietro Scotti e Pietro Natali nel 1747): ornamenti in affresco (perduti) e lunette delle cappelle con Il figliol prodigo, Il buon Pastore, La samaritana, Il fariseo, Guarigione del lebbroso, Angoli a chiaroscuro con i SS. Cosma e Damiano (1 747), S. Cristoforo (affresco distrutto); nella Cancelleria dell’Ospedale: S. Girolamo Miami (perduto); a Berzo Inferiore, nella parrocchiale, affreschi in collaborazione con lo Scalvini, nel 1745. Le bambocciate si trovano per lo più presso collezioni private.
BIBLIOGRAFIA
Sta in: “Storia di Brescia”, Vol. III, 1964.
A.M. BARONCELLI, “F. Bocchi e Enrico Albricci, pittori di Bambocciate”, Supplemento ai Commentari dell’Ateneo, Brescia, 1965 (v. Bocchi Faustino).
R. Lonati, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Si veda inoltre: “Enciclopedia bresciana”, Ed. La Voce del popolo.
13 marzo 1917 - 27 luglio 2003.
Ha frequentato la Scuola d’arte della A.A.B. sotto la guida di Emilio Rizzi e Tita Mozzoni. Interrotta per diversi anni l’attività pittorica vi si è riaccostato negli anni Settanta, con dedizione fruttuosa, sfociata in mostre personali allestite a Mantova, Brescia, Iseo; nella partecipazione al Premio “Art libre” di Parigi. Ha preso parte a numerosi altri concorsi in Milano, Visano (Bs), Ferrara, Viareggio, Bergamo, Ghedi (Bs), Corno, Chioggia.
Pittore en plein air, ha dedicato alla sua città e al Garda quasi esclusiva attenzione, cogliendo dei vicoli, dei vecchi quartieri e dei monumenti i fremiti più genuini in una “colata di calde linfe cromatiche”; è una mistione inedita di accenti popolani e quasi naif con un filone espressionista qua e là ancora attizzato da lampi fauves (E. Cassa Salvi). Pittura accesa, robusta, quella di Aldrighi, rasenta la durezza, ma riesce a costituire una nota originale e viva nel campo della pittura della realtà bresciana.
Inconfondibili i luoghi del Carmine vissuti dall’artista, con la presenza pulsante del popolino nelle viuzze ciottolate, nel “salotto” aperto innanzi alla chiesa grande dell’antico rione. Altri luoghi hanno ispirato il “vecchio ragazzo” capace di soavi stupori nel percorrere i Ronchi e, ancora, il lago di Garda a Padenghe, Salò, la Valtenesi, e poi le Torbiere iseane, Tavernole sul Mella: visioni colme di suggestioni dagli accesi colori. S’anima di cento figure la ripetuta prospettiva di Piazza della Loggia, mentre un cantastorie fa risuonare il canto della sua fisarmonica entro le mura della Curt dei Pulì. Il segno elaborato componente i dipinti si evidenzia ancor più quando Aldrighi pone in primo piano gli alberi dal tronco e dai rami espressionisticamente contorti, risaltanti sul lontanante paesaggio.
Altrettanto apprezzate le grafiche, pennarelli per lo più, aventi la compiutezza dei dipinti dei quali paiono sovente studi preparatori. Può dirsi che tutta l’opera di Aldrighi racchiude la palese espressione dell’affetto nutrito per i conterranei, i più umili.
Brescia lo ha onorato, ancora vivente, nel 1996 dedicandogli una rassegna accolta nella Piccola Galleria UGAI.
La Galleria d’Arte moderna di STILE in città e la Saletta Novaglio di Bovezzo, congiuntamente l’hanno ricordato nel 2002, proponendo “Il paesaggio” e le “Storie del Carmine”.
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, “Galleria d’arte A.A.B.”, Brescia, 13 - 26 maggio 1972.
E.C.S.(alvi), Mostre d’arte “Giornale di Brescia”, 25 maggio 1972.
L. SPIAZZI, “Galleria La Cornice”, Desenzano, settembre - ottobre 1972.
C. VILLANOVA, “U. Aldrighi”, La mia Brescia. Tip. Maghina, Brescia, 1973.
“Bresciaoggi”, 1 febbraio 1973, Dodici pittori per un lunario.
G. STELLA, “La Voce del popolo”, 25 marzo 1973.
P. BAGGIO, “La Revue moderne”, Parigi, dicembre 1973.
E.C.S. (alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 2 gennaio 1973; 10 marzo 1977.
L. SPIAZZI, “Galleria U.C.A.I.”, Brescia, 15 novembre 1975.
G. STELLA, “La Voce del popolo”, 5 dicembre 1975.
L. SALVETTI, “Studio G. 7”, Bovezzo, dicembre 1976.
L. SPIAZZI, Dai multipli alle sculture gioiello, “Bresciaoggi”, 17 dicembre 1977.
PICCOLA GALLERIA UCAI, Brescia, “Arte bresciana del passato prossimo”, 24 maggio 1980, Catalogo.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 31 maggio 1980.
AA. VV., “Brescia ‘80”, Brescia, 1-11 maggio 1980, Catalogo.
R. Lonati, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
M. CORRADINI (a cura di), “Aldrighi. Storie in rosso vivo”, Brescia, Artecultura scrl., 1996. (Con Antologia critica).
M. CORRADINI, “Aldrighi, le opere e la memoria”, STILE Arte n. 63, novembre-dicembre 2002.
Rivoltella del Garda, 24 dicembre 1916
Ha frequentato la Scuola d’arte della A.A.B. intraprendendo partecipazione a mostre collettive nel 1974, presso la A.A.B. dapprima, alla “Galleria S. Gaspare”, nel palazzo Ducale di Foggia, nel palazzo Lita di Milano e nella locale “Galleria del Carro”, poi. Ha esordito in personale nel marzo 1977, presentando alla “Galleria del Carro” paesaggi bresciani recensiti in catalogo da Alberto Morucci che, pur evidenziandone l’aspetto realistico, coglie “l’atmosfera irreale, sognata e vissuta secondo un proprio metro poetico”. Pittore dal tratto mosso e incline ai toni sommessi, Alessandrini ha pure partecipato a numerose prove estemporanee a Villanuova sul Clisi, S. Felice del Benaco, Rivoltella, Desenzano.
BIBLIOGRAFIA
R. Lonati, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Brescia, 1888 - 10 novembre 1947.
Pittore acquarellista. Fu disegnatore e capotecnico al tubificio Togni. Mori tragicamente investito dal treno Brescia - Iseo mentre attraversava il passaggio a livello di via Villa Glori.
BIBLIOGRAFIA
Riv. “Brescia”, a. IV, n. 7, luglio 1934, pp. 48 - 49, con ill.
G. VALZELLI, I Profeti e la turba ecc. “Bruttanome”, Vol. I, (1962).
“Enciclopedia bresciana”, Ed. La voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Operò in Valle Sabbia.
Di lui si conosce soltanto l’Assunzione, nella parrocchiale di Forno d’Ono, del 1656.
BIBLIOGRAFIA
“Storia di Brescia”, Vol. III, 1964.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Brescia, 1911 - 13 ottobre 1989.
Esponente della famiglia conduttrice della nota Ditta fotografica di lunga tradizione, si è diplomato all’Istituto d’arte di Venezia. Oltre che pittore e cineasta, è egli stesso fotografo. L’attività multiforme esercitata lo ha condotto sovente lontano da Brescia e dall’Italia. Pur risalendo assai lontano nel tempo, non sono assidue le sue presenze in mostre, ma ogni sua apparizione ha suscitato interesse negli appassionati e nei Critici, non soltanto bresciani.
Si ricordano le esposizioni nella “Bottega d’Arte” nel 1946; nella “Galleria Montenapoleone” a Milano (1957) e ancora a Brescia, presso la A.A.B., nel 1963. Estro versatile e geniale, egli si esprime con tratto lieve e insistito a formare “esili giochi e ghiribizzi”. Ma da quei fogli, dai legni esotici sui quali interviene sa trarre ricordo vibrante di impressioni disperate, di visioni festose: dalle tempere, dagli inchiostri, dalla matita fatti astrazione decorativa nella eco di Klee, Mirò o Ensor, rivelanti una fantasia autonoma, una sensibilità accesa e variegata, cui danno moto soprattutto gli aspetti naturali, di vita e di folclore, dei paesi brasiliani lungamente visitati.
Nel catalogo della mostra personale tenuta alla A.A.B. nel 1963 è riportata estesa nota degli scritti riguardanti i vari aspetti dell’attività creativa di Danilo Allegri. Fra i tanti si indicano quelli dedicati alla attività pittorica.
BIBLIOGRAFIA
Nel catalogo della mostra personale tenuta alla A.A.B. nel 1963 è riportata estesa nota degli scritti riguardanti i vari aspetti dell’attività creativa di Danilo Allegri. Fra i tanti si indicano quelli dedicati all’attività pittorica.
M. VALSECCHI, “Bottega d’arte”, Milano, marzo 1946.
L. FAVERO, “Il Cittadino”, 30 marzo 1946.
F. GRASSI, “Plebiscito”, 20 aprile 1946.
M. VALSECCHI, “Galleria Montenapoleone”, Milano, febbraio 1957.
G. VALZELLI, “Giornale di Brescia”, 14 febbraio 1957.
M. LEPORE, “Corriere d’informazione”, 16 febbraio 1957.
G. KAISSERLIAN, “Il Popolo di Milano”, 20 febbraio 1957.
M. VALSECCHI, “Il Tempo”, Milano, 21 febbraio 1957.
L. BUDIGNA, “La Fiera letteraria”, Roma, 24 febbraio 1957.
F. RUSSOLI, “Settimo giorno”, Milano, 2 marzo 1957.
G. VALZELLI, “Giornale di Brescia”, 20 settembre 1961; 3 gennaio 1962; 17 gennaio 1963.
L. FAVERO, “La Voce del popolo”, 24 febbraio 1962.
M. VALSECCHI, “Il Tempo”, Milano, 7 aprile 1962.
E.C.S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 18 dicembre 1963; 30 giugno 1970.
JO COLLARCHO, “Biesse”, a. III, n. 32, dicembre 1963.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984..
brescia-1814-1887
Introdusse a Brescia la fotografia. Pittore, compì numerosi viaggi all’estero e fu a Parigi, Vienna, Londra dove portò a Mazzini notizie dei patrioti bresciani.
A Parigi conobbe Daguerre e passò dalla tavolozza al daguerrotipo.
Le sue prime fotografie sono quelle di p. Maurizio Malvestiti, di Tito Speri e dell’entrata di Napoleone III in città.
Aprì il primo studio sul Ronco di Brescia, trapiantandolo poi in un ambiente sopra i portici di corso Zanardelli.
BIBLIOGRAFIA
“Enciclopedia bresciana”, Ed. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.