Secolo XVI.
Vissuto probabilmente nella prima metà del 1500, firmò con la data 1535 gli affreschi di una cappella della chiesa di S. Maria in Valvendra di Lovere e raffiguranti i Dottori della Chiesa; Le storie della Madonna e di Gesù di una cappella contigua, firmate e datate: 1540. Modesto artista, secondo alcuni è un tardo epigono del Ferramola, secondo altri del Romanino e del Moretto. Gli fu attribuita anche una Madonna con bambino dell’Accademia Carrara di Bergamo.
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
U. DA COMO, “G. Muziano”, Ist. d’Arti graf. Bergamo, 1930, p. 10.
G. GOMBOSI, “Moretto da Brescia”, Basilea, 1943.
“Storia di Brescia”, Vol. II, 1964.
A. VENTURI, “Storia dell’arte italiana”, IX, parte III.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Secolo XV
Ricordato in atto del 1439. Di lui non si conoscono opere.
BIBLIOGRAFIA
“Storia di Brescia”, Vol. II, 1964.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Chiari, 7 aprile 1877 - Cavaglio Spoccia di Novara, 1950.
Studiò all’Accademia di Brera con Bertini, Bignami e Tallone. Pittore sacro, acquafortista, ritrattista. Le sue opere si trovano nella Galleria d’arte Moderna, Ospedale Maggiore, Chiesa di S. Antonio di Milano; nella Galleria d’arte Moderna di Piacenza (Autoritratto), nella Pinacoteca di Chiari. Provato giovanissimo dal dolore, accolto in orfanotrofio, a Milano, dove visse dopo aver compiuto gli studi, si fece conoscere come rivoluzionario ribelle a qualsiasi scuola, per dare alle sue opere un’impronta originale. Originalissimo è giudicato il trittico esposto nel 1906 in occasione di mostra nazionale di B.A. a Milano raffigurante Lotta di elementi; ma già il suo talento era stato apprezzato nel 1900, quando Rapsodia venne premiato con quattromila lire. L’onomastico del parroco, acquistato dal Museo milanese, venne esposto alla Galleria del Castello Sforzesco; nel 1903 altro premio di quattromila lire per L’adultera, opera discussa ma non priva di inventiva. Proprio alla vigilia della mostra nazionale del 1906, Attilio Andreoli si stava preparando a decorare la chiesa milanese di S. Antonio che lo occupò alcuni anni.
Ancora nel 1917 è ricordata la vincita di una medaglia d’oro, seguita dalle affermazioni nei concorsi Fumagalli e Gavazzi. Infine è da ricordare che sue opere apparvero in Venezia, durante una Esposizione internazionale.
BIBLIOGRAFIA
A.M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”, IV Ed. (1971).
“La Sentinella bresciana”, 27 agosto 1906. Gli Artisti bresciani alla Mostra nazionale di B.A.
“La Pinacoteca di Chiari”, Catalogo.
“IV Mostra del Sindacato fascista di B.A. della Lombardia”, Milano, 1933.
“Storia di Brescia”, Vol. IV, 1964.
“Giornale di Brescia”, 1 febbraio 1973, Dipinto dell’800 ricuperato dai CC.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
M. COLUSSO, “Attilio Andreoli”, in AA. VV., “Il ‘900 clarense. Artisti clarensi della prima metà del ‘900”, Chiari, GAM Ed., 1994.
Si veda anche il Catalogo della Pinacoteca di Piacenza.
Chiari, 7 aprile 1877 - Cavaglio Spoccia di Novara, 1950.
Studiò all’Accademia di Brera con Bertini, Bignami e Tallone. Pittore sacro, acquafortista, ritrattista. Le sue opere si trovano nella Galleria d’arte Moderna, Ospedale Maggiore, Chiesa di S. Antonio di Milano; nella Galleria d’arte Moderna di Piacenza (Autoritratto), nella Pinacoteca di Chiari. Provato giovanissimo dal dolore, accolto in orfanotrofio, a Milano, dove visse dopo aver compiuto gli studi, si fece conoscere come rivoluzionario ribelle a qualsiasi scuola, per dare alle sue opere un’impronta originale. Originalissimo è giudicato il trittico esposto nel 1906 in occasione di mostra nazionale di B.A. a Milano raffigurante Lotta di elementi; ma già il suo talento era stato apprezzato nel 1900, quando Rapsodia venne premiato con quattromila lire. L’onomastico del parroco, acquistato dal Museo milanese, venne esposto alla Galleria del Castello Sforzesco; nel 1903 altro premio di quattromila lire per L’adultera, opera discussa ma non priva di inventiva. Proprio alla vigilia della mostra nazionale del 1906, Attilio Andreoli si stava preparando a decorare la chiesa milanese di S. Antonio che lo occupò alcuni anni.
Ancora nel 1917 è ricordata la vincita di una medaglia d’oro, seguita dalle affermazioni nei concorsi Fumagalli e Gavazzi. Infine è da ricordare che sue opere apparvero in Venezia, durante una Esposizione internazionale.
BIBLIOGRAFIA
A.M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”, IV Ed. (1971).
“La Sentinella bresciana”, 27 agosto 1906. Gli Artisti bresciani alla Mostra nazionale di B.A.
“La Pinacoteca di Chiari”, Catalogo.
“IV Mostra del Sindacato fascista di B.A. della Lombardia”, Milano, 1933.
“Storia di Brescia”, Vol. IV, 1964.
“Giornale di Brescia”, 1 febbraio 1973, Dipinto dell’800 ricuperato dai CC.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
M. COLUSSO, “Attilio Andreoli”, in AA. VV., “Il ‘900 clarense. Artisti clarensi della prima metà del ‘900”, Chiari, GAM Ed., 1994.
Si veda anche il Catalogo della Pinacoteca di Piacenza.
Brescia, 12 febbraio 1951.
Autodidatta, vive della esclusiva attività pittorica, seguendo una passione sentita fin dalla giovane età. Nei primi anni Settanta partecipa a mostre collettive nel Bresciano, a Verona, Bergamo, Sabbioneta…
Nel 1977 esordisce alfine in personale a Caravaggio (Bg) e due anni più tardi altre ne allestisce al “Centro S. Michele” di Brescia e alla “Galleria Modi” in Bergamo. Il suo interesse volto dapprima a composizioni floreali s’è poi indirizzato verso il paesaggio e da ultimo alle ferrigne masse delle locomotive. Figurativo nella eco post-impressionista, sia della campagna, sia degli scali ferroviari coglie masse corpose sotto nevicate e cieli evanescenti: riproponendo un mondo che parrebbe appartenere al passato, ma ben vivo per chi cerca di penetrarlo con moderna sensibilità.
BIBLIOGRAFIA
“L’Eco di Bergamo”, 20 dicembre 1979.
AA. VV., “Brescia ‘80”, Brescia, 1-11 maggio 1980, Catalogo.
O. ZAGLIO (a cura di), Brescia, Galleria “La Pallata”, settembre 1982.
O. ZAGLIO (a cura di), Brescia, Galleria “Vittoria”, dicembre 1982.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Brescia, 1931
Affermato avvocato, acuto osservatore degli eventi politici, l’Anonimo Lombardo. Che a lungo e silenziosamente ha coltivato la vocazione artistica, prima di farsi conoscere pittore, in città, esponendo ripetutamente suoi dipinti e grafici nella Galleria dell’Associazione Artisti “Martino Dolci” di via San Faustino.
Autodidatta, predilige gli esempi offerti dalla pittura impressionista trasponendoli nella propria interpretazione della realtà quotidiana interpretata con accurata verosimiglianza dei soggetti; i colori giocati su tonalità ambrate, scure ravvivate da improvvisi bagliori che accentuano la plasticità dei particolari. Nature morte, essenzialmente, ma anche paesaggi; e studi di nudi femminili realizzati con tratteggi a carboncino o matita al pari di antiche prove accademiche.
Ben è stato osservato che il complesso della produzione dell’Anonimo Lombardo rivela la presenza di una sensibilità pronta ad accogliere le suggestioni della bellezza e la capacità di trasferirla cromaticamente nella tela.
- Tipo Artista: Pittore
- Nome d'arte: BERNARDO
Secolo XVI.
Di Andrea. È nominato in atto dell'archivio civico, dove si tratta di un contratto con il quale assume, unitamente a Martino Bissone (v.) l'incarico di scolpire due arconi e due capitelli nella chiesa di S. Maria dei Miracoli, in città. Era il 3 marzo 1573. Una polizza d'estimo rassegnata all'Ufficio del Censo nel 1568 da certo Gio. Giacomo (v.) fa cénno ad un suo figlio scultore e intagliatore d'anni quaranta, abitante in contrada delle Grazie, inducendo a credere vi sia diretta parentela fra Gio. Giacomo e Bernardino, nato nel 1514 e ancora vivente nel 1576.
Secolo XVI.
Già ricordato alla Voce: Antegnati Bernardino, in una polizza d'estimo del 1568 è detto bresciano e "intagliatore di legnami". La stessa polizza, rassegnata all'ufficio del Censo, fa cenno anche a un figlio di Gio. Giacomo, scultore e intagliatore di anni quaranta e da alcuni studiosi, sia pure dubitativamente, indicato nel su detto Bernardino, nato nel 1514 (v. Maffeo).
MATTEO O MAFO. Secolo XVI.
Antonio Fappani, nella" Enciclopedia bresciana". lo dice nato ad Antegnate nel 1528 è figlio di Giacomo intagliatore .
Secondo contralto stipulato in data 22 giugno 1566 in alti deIl'Archivio civico, si impegnò ad eseguire parti ornamentali della Loggia. Nell'agosto 1559 già erano stati assegnati a lui e a Marco Bonino (v.) dei capitelli dello stesso palazzo. La data di nascita di questo scultore ornatista. che lascia traccia nel fregio sulla facciata settentrionalle del palazzo comunale, potrebbe essere del figlio di Gio. Giacomo di anni quaranta. "scultore e intagliatore" ricordato nella polizza d'estimo del 1568 riferita nelle precedenti voci.