Dizionario dei Pittori Bresciani
  • INIZIO
  • ELENCO PITTORI
  • VERSIONE ESTESA
  • Inserimento o modifica

PAGLIA ANTONIO

Brescia, 1680 - 9 febbraio 1747.

Fìglio di Francesco e fratello di Angelo. Con Pietro Avogadro e Antonio Cappello è considerato autore rappresentante il «momento di sospensione e di locale fermento all'intemo di una tradizione dura a morire» e scossa dalla nuova visione settecentesca.
Allievo di Sebastiano Ricci, è tuttavia legato anche alla paterna scuola, dallá quale faticatamente sembra scostarsi per giungere a forme più schiarite, fino a palesare l'influenza veneta.  Indicative del suo progredire artistico sono ricordate, fra le altre, opere quali S. Antonio da Padova in S. Maria Calchera, Martirio di S. Giacomo (1711) e Condanna di S. Giacomo (1718) nella parrocchiale di Ospitaletto. Fa pure alla scuola di Sante Cattaneo, dal quale apprese a farsi dei modelli di creta che, «vestiti ed illuminati copiava, ottenendo così nelle sue storie una gran massa di chiaro e scuro». Fu maestro a numerosi artisti, fra i quali Antonio Dusi, Gio Antonio Zadei, Vincenzo Bigoni e Gaspare Turbini, architetto affermatosi quale insegnante di architettura ed autore di numerose fabbriche, civili e sacre, della provincia nostra.  Il Fenaroli lo dice morto assassinato dal proprio servo e sepolto in S. Giovanni Evangelista.  Nota dei dipinti di Antonio Paglia è nella «Storia di Brescia».
 
BIBLIOGRAFIA
F. PAGLIA, «Il giardino della pittura», Ed.  C. Boselli, 1958 e 1967.
P.A. ORLANDI, «Abecedario pittorico», 1704, ediz. varie.
F. MACCARINELLI, «Le glorie di Brescia», 1747, Ed.  C. Boselli, 1959.
G.B. CARBONI, «Notizie storiche di pittori, scultori», 1776, Ed.  C. Boselli, 1962.
L. LANZI, «Storia pittorica dell'Italia», Bassano, 1795-1808, Ed. 1823.
F. NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.
P. ZANI, «Enciclopedia metodica critico ragionata di B.A.», 1819-1824.
P. BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
S. TICOZZI, «Dizionario dei pittori, scultori», Milano, 1833.
A. SALA, « Pitture ed altri oggetti di B.A.» 1834.
F. DE BONI, «BiograFie di artisti», Venezia, 1840.
F. ODORICI, «Guida di Brescia rapporto alle arti», 1853.
G.B. ROTA, «Il comune di Chiari», 1880.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
A. GNAGA, «Guida di Brescia artistica», 1903.
A. UGOLETTI, Brescia, Ist. ital. d'arti grafiche, Bergamo, 1909.
L. RIVETTI, «La scuola del Rosario e la chiesa di S. Maria Maggiore di Chiari», 1921.
P. GIJERRINI, Elenco delle opere d'arte della Diocesi, a. 1921, 22, 23,
P. GUERRINI, «Il Santuario di S. Maria delle Grazie», 1923.  Si veda: La parrocchiale di
Virle, Treponti.
E. BENEZIT, «Dictionnaire des pcintres ... », Paris, 1924.
G. NICODEMI, «Guida di Brescia», 1926.
L. FE' D'OSTIANI, «Storia tradizione e arte nelle vie di Brescia», 1927.
A. PRINETTI, «Inventario degli oggetti d'arte d'Italia: Bergamo», Roma, 1931.
V. PERONI, «Storia di Bornato», 1932.
THIEME, BECKER, Vol.  XXVI, (1932).
E. CALABI «Pitture in Brescia nel Sei-Settecento», 1935.
PANAZZA, BOSELLI, «Pittura a Brescia dal Duecento all'Ottocento», 1946.
P. GUERRINI, La Pieve di Pontenovo di Bedizzole, «Memorie storiche della Diocesi di Brescia», 1951.
C. BOSELLI, Spoliazioni napolconiche, «Comrnentari dell'Ateneo», Brescia, 1960.
F. MURACHELLI, Secondo supplemento a La pittura bresciana nel Sei-Settecento,
«Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1960.
«Storia di Brescia», Vol. 111.
G. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche della sponda bresciana..., «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, p. 248.
 

PAGLIA EUFRASIA

Secolo XVIII.

Figlia di Antonio, è ricordata quale autrice di dipintì a olio e per essersi espressa anche con la tecnica del pastello, inserendosi accando ad Eleonora Monti e alla Poncherali come buona ritrattista.
 
BIBLIOGRAFIA
Nota: Può essere utile la documentazione relativa al padre, Antonio.  Si veda in particolare: G.B. CARBONI, «Notizie storiche di pittori scultori ... », 1776.  Ed.  C. Boselli, 1962. «Storia di Brescia», Voi. 111.
 

PAGLIA FRANCESCO

Brescia, 1636-1713.

Fecondo pittore e insigne scrittore d'arte.  Scolaro ed epigono del Guercino da Cento, ebbe vita lieta e fu artista apprezzato per i ritratti, sia di grande sia di piccolo formato.  Un suo Autoritratto è custodito in Quadreria fiorentina. Ma a Francesco Paglia va dato merito di avere, con l'arte sacra, «introdotto in un ambiente saturato dal gigantismo di un Palma e di un Tintoretto, una vena di lirismo intinta di temi correggeschi, che preparò il terreno al gusto settecentesco». Meglio la sua sensibilità è ravvisabile in opere dove, scostatosi dall'educazione scolastica, riesce ad interpretare il «senso nobile e raffinato della forma intinta di grazia un poco malinconica tipica del Guercino migliore», come nella Madonna della pappa (propr.  Masetti-Monti), o nella Nascita di Maria della chiesa nostra di S. Giovanni.
Il Paglia, secondo vicini studi, avrebbe potuto «essere il giardiniere» anche nella pittura locale, se non si fosse tenuto avvinto alla scuola guercinesca, ma avesse dato maggiore spazio alla visione cromatica ed alla scioltezza veneta.  Quell'apertura che denota invece nel suo «Giardino della Pittura» dove, fino agli ultimi giorni di vita, annotò fatti artistici ancor oggi prezioso documento per la comprensione e la conoscenza di non pochi dipinti e del loro autori. Artefice in grado di esprimersi anche con il chiaroscuro, ebbe numerosi discepoli; così come all'arte ha potuto vedere avviati i due suoi figli: Angelo e Antonio, del quali si dice alle rispettive Voci. Lunga la nota dei dipinti realizzati da Francesco Paglia.
Qui ci si limita a citare le chiese cittadine che ne custodiscono: dalla Carità a S. Francesco, da S. Maria Calchera a S. Clemente e, ancora, il Duomo nuovo, S. Giovanni, S. Giuseppe, S. Pietro in Oliveto, le Grazie e la Pace, il seminario di S. Angelo, con il quale si può dire del Gesù Cristo, della Madonna e Madonna con S. Rosa Pinacoteca Tosio Martinengo.
Per l'elenco compiuto del dipinti in collezioni private ed in chiese della provincia: da quella di Acquafredda ad altra di Alfianello, da Asola a Barbarano, su su fino a Travagliato, ad Urago Mella, Villanuova, Zone (ogni località del Bresciano, ben si può dire) si rinvia alla «Storia di Brescia».
 
BIBLIOGRAFIA
M. BOSCHINI, «La carta del navigar pitoresco», Venezia, 1660. «Atti dell'Arch. parrocchiale», Berzo, 22 settembre 1675.
E. PAGLIA, «Il giardino della Pittura», Ed.  C. Boselli, 1958-1967.  L.P. COZZANDO, «Vago curioso ristretto ecc.», 1694.
G.A. AVEROLDI, «Le scelte pitture di Brescia», 1700.
P.A. ORLANDI, «Abecedario pittorico», 1704.
E. MACCARINELLI, «Le glorie di Brescia», 1747, Ed.  C. Boselli, 1959.
M. ORETTI, «Pitture della città di Brescia e del suo territorio», 1775 Ed.  C. Boscili, 1957.
G.B. CARBONI, «Notizie storiche di pittori, scultori», 1776, Ed.  C. Boselli, 1962.
L. LANZI, «Storia pittorica dell'Italia», Bassano, 1795-1808.  Ed. 1823.
E. NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.
P. ZANI, «Enciclopedia metodica critico ragionata di B.A.», 1819-1824.
P. BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
S. TICOZZI, «Dizionario dei pittori, scultori», Milano, 1833.
A. SALA, «Pitture e altri oggetti di B.A.», 1834.
E. DE BONI, «Biografie di artisti», Venezia, 1840.
E. ODORICI, «Guida di Brescia rapporto alle arti», 1853.
P. PERANCINI, «Breve illustrazione dei più rimarchevoli oggetti d'arte in Salò», 1871.
G.B., SIMEONI, «Guida generale», Verona 1878.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
A. GNAGA, «Guida di Brescia artistica», 1903.
E. CANEVALI, «Elenco degli edifici monumentali... di Valle Camonica», Milano, 1912.
GUERRINI, SINA, Appunti al libro di Canevali, «Brixia sacra», 1912.
P. GUERRINI, «Elenco delle opere d'arte della Diocesi», 1920-21-22.
E. BTNEZIT, «Dictionnaire des peintres», Paris, 1924.
G. NICODEMI, «Guida di Brescia», 1926.
G. NICODEMI, «La Pinacoteca Tosio-Martinengo», 1927.
G. BUSTICO, «Guida turistica del Garda», Gardone R., 1927.
P. GUERRINI, La galleria del patrizio P. Brognoli, «Commentari dell'Ateneo», 1927.
P. GUERRINI, «La Basilica di S. Giovanni», 1930.
P.G. LANCINI, Quadri e stampe della Pinacoteca di Chiari, «Brescia», febbraio 1931.
THIEME-BECKER, Vol.  XXVI, (1932).
E. CALABI, «La Pittura a Brescia nel Sei-Settecento», 1935, con bibliografia.  PANAZZA, BOSELLI, «La Pittura a Brescia dal Duecento all'Ottocento», 1946.
G. PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.  Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
C. BOSELLI, Spoliazioni napoleoniche, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1960.
F. MURACHELLI, Supplemento a La pittura bresciana nel Sei-Settecento, «Commentari
dell'Ateneo», Brescia, 1960.
«Storia di Brescia», Vol. 111.
G. PANAZZA, Brescia nei libri d'arte, «Giornale di Brescia», 19 giugno 1968.
G. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche della sponda bresciana..., «Il lago di Garda»,
Ateneo di Salò, 1969, pp. 237, 248.
 

PAGLIA GIUSEPPE

Secolo XVIII.

Figlio di Angelo e fedele imitatore del padre; a lui premorto in età giovanile «tanto fu il rammarico (di Angelo) che anch'egli dopo pochi anni morì». Di Giuseppe si ha La Vergine con S. Gaetano da Thiene e la b. Mignani, custodita nel convento di S. Croce (1742).  L'opera fu eseguita con l'assistenza del Genitore. Queste note sono tratte da S. Fenaroli e dalla recente «Storia di Brescia».

PAGNOTTA ANTONIO

Roma, 22 luglio 1939.

Trasferitosi a Brescia sul fare degli anni Sessanta, nel clima locale si è inserito, affinando le sue doti pittoriche sotto la guida di Adolfo Mutti per circa un decennio (1965-1975). Se al maestro deve l'accuratezza tecnica e la chiarezza del linguaggio, ad altri artisti bresciani sembra aver guardato per consonanza espressiva e per i motivi a cui ispirarsi, al fine di esternare in modo proprio quanto meditava di fronte alla natura. Giunto ad una tecnica di ascendenza impressionistica, ha quindi cercato quei panorami che lo sguardo predilige.  Sono così nati paesaggi del nostri laghi, il Garda in particolare, con la sua vastità di orizzonti colti nel trascolorante grigio viola; ma anche spiagge appartate e silenti punteggiate di «macchiette vive intorno ad agili barche». Oppure, soleggiate campagne dove l'uomo ancora lavora curvo sulla terra, declivi dove il lago traspare di tra gli ulivi.  Osservazioni rese con sensibilità cromatica, la materia elavorata in fine tessitura. Per maggiormente affinare la sua pittura, Antonio Pagnotta ha voluto soggiornare, sia pur brevemente, a Parigi (1978) e «la sua ammirazione gioiosa e viva e pura per quella grande arte degli Impressionisti aleggia al di sopra dei suoi dipinti, in alto, in una atmosfera nella quale la sua pittura si adagia rimanendo lei stessa», come ha osservato il suo maestro Mutti. Se mai, le sue visioni si sono imbevute di una più calda luce, nella distesa del campi di grano, nelle vedute della Senna animata da figure sveltamente delineate, da chiostri e barconi. li frutto di appassionato lavoro è stato proposto In prevalenza al pubblico bresciano, tanto che in città si possono contare mostre personali negli anni 1972 («Galleria S. Gaspare»), 1974 («Galleria A.A.B.» e «Galleria Arengo»), 1975 («Galleria A.A.B.), 1976 («Galleria A.A.B.»), 1977, 79, 80 («Galler,a S. Michele»); e nella provincia nostra a Desenzano («Galleria La Cornice», 1976, 78), S. Felice del Benaco («Galleria La Portela», 1976).
Ma Pagnotta si è avventurato in altre città quali Roma (Palazzo Barberini, 1972), Bergamo («Galleria Simonetta», 1972 e «Galleria Modì», 1978 e 1979), Reggio Emiglia («Galleria Pecchini», 1973), Firenze («Galleria del Chiostro), Parigi («Galleria R. Duncan», 1978).
 
BIBLIOGRAFIA
G. VALZELLI, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 10-17 marzo 1972.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 21-30 dicembre 1974.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 20-30 dicembre 1975.
A. MUTTI, «Galleria S. Michele», Brescia, 26 novembre - 8 dicembre 1977.
L LAZZARI, «Galleria La Cornice», Desenzano, 3-15 giugno 1978. (Testo da «L'Eco di Bergarno).
«Giomale di Brescia», 26 gennaio 1980, Pagnotta alla Galleria Modì di Bergamo. «La Voce del popolo», 21 marzo 1980.  Arte.
A. MUTTI, «Galleria S. Michele», Brescia, 22 novembre-4 dicembre 1980.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 29 novembre 1980.
 

 

PALADINO

Secolo XV.

Citato nell'estimo del 1465 della quadra quarta di S. Giovanni in qualità di pittore.  Di lui non si conoscono opere.
 
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887. «Storia di Brescia», Voi. 11.

 

PALAMIDESE LIVIO

Brescia, Il febbraio 1957.

Si è conosciuto questo giovanissimo pittore, autodidatta, in occasione di sua partecipazione alla vasta rassegna «Brescia '80», una delle sue prime e non frequenti apparizioni in pubblico. Già si evidenziava il sicuro tratto a comporre un mondo fantastico e fantasioso, pur espresso attraverso evidenti elementi della realtà: figure, animali entro una natura rigogliosa e selvaggia dal colori accesi ottenuti con pennarelli e penna a sfera: usati con apprezzabile perizia tecnica. Sia nelle composizioni di media grandezza che in quelle più estese, Palamidese ripete, a volte coniugandoli quasi fossero riflessi da specchi, volti umani, figure femminili, bambini, il Crocifisso... contornati da indissolubili «grovigli» vegetali o forme geometrizzanti.  Figure emblematiche trasposte così entro atmosfere surreali, rese tuttavia con esiti di personale ricerca.
 
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., «Brescia '80», 1-11 maggio 1980, Catalogo.
 

PALATINO GIULIO

Secolo XVI.

Il Fenaroli («Dizionario»), lo definisce pittore e lo dice nato nel 1550.  Rinvia quindi alla polizza d'Estimo n. 160 del 1588 della quadra sesta di S. Giovanni.  Di lui non si hanno ulteriori notizie né si conoscono opere.

PALAZZANI DAVIDE.

Piacenza, 13 luglio 1935

Paesaggista, si ispira al panorama della nostra provincia, ma anche a quelli di Calabria e di Sicilia. Ha intrapreso ad esporre negli anni Settanta, ed anche le sue partecipazioni a mostre si susseguono fra Roma e Gatteo Mare, fra L'Aquila e Monreale, fra Milano, S. Remo, e Vigevano; mentre personali ha ordinato a Collio (1971), Roma (1972), Molinetto (1973), Venezia (1974), Brescia (1978). Pittura corposa, robusta nel colore e nel contrasti, in grado di «cogliere le atmosfere ambientali più diverse, con una immagine rigenerata dall'arte».  Così ebbe a dire Alberto Morucci, che di Palazzani più volte ha sottolineato anche l'impegno, il carattere nomade, ma attento a cogliere i dettati più affascinanti, ora di un bosco, ora del mare: sia sulle sponde del Chiese, sia sui monti d'Abruzzo che nelle Puglie.
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria La Papessa», Roma, aprile 1972.
«Giomale di Brescia», 4 aprile 1972.
M. PEROCCO, «Giornale d'Italia», 19 aprile 1972. «Paese Sera», 29 aprile 1972.
«L'Osservatore romano», 7 maggio 1972.
A . MORUCCI, «La Valle», maggio 1972.
A . MORUCCI, Galleria «Biesse», a. Xll, n. 128, agosto 1972.
A . MORUCCI, Arte, «La Voce del popolo», 4 maggio 1973.
«Panorama d'arte», Magalini Ed., Brescia, 1977.
A. MORUCCI, «Galleria Cattaneo», Brescia, 4-17 novembre 1978.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (1972).

PALAZZOLO (DA) GIO. ANTONIO

Secolo XVI.

Il Fenaroli («Dizionario»), lo dice pittore e rinvia all'Estimo del 1525 della quadra seconda di S. Giovanni.  Di lui non si hanno ulteriori notizie né si conoscono opere.

  1. PALMA IL GIOVANE
  2. PALUMBO VITTORIO
  3. PALVARINI FERNANDA
  4. PANCERA ANGELO

Pagina 141 di 190

  • 136
  • 137
  • 138
  • 139
  • 140
  • 141
  • 142
  • 143
  • 144
  • 145

Copyright © 2023 Associazione Giorgio Zanolli Editore. Tutti i diritti riservati.

Aiuta il dizionario dei pittori Bresciani