Dizionario dei Pittori Bresciani
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PAOLO VENEZIANO

Secolo XIV

A questo Maestro Paolo si ricollegano i frammenti esistenti nella base del campanile in S. Francesco di Gargnano, illustrati per la prima volta nella «Storia di Brescia», mentre pare sicura la mano dell'artista nei resti del polittico con i SS.  Giovanni Battista, Paolo e due SS.  Vescovi, databili al 1350-1360, custoditi presso la Pinacoteca Tosio Martinengo in città, ma provenienti dalla chiesa. del SS. Cosma e Damiano.  Sono figure condotte con eleganza gotica, d'un vivo cromatismo. Allo stesso Paolo è data la Madonna col bambino e devoti della chiesa di S. Andrea in Maderno; ma altre opere sono ricordate, per essere assimilabili alla corrente di Maestro Paolo, a Salò o in Musei cittadini.  A volte citato come Paolo da- Mademo.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: «Storia di Brescia», Voi. 1.
G. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche della sponda bresciana.... «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, p. 223.
Si veda inoltre: erare il «Giornale di Brescia», 18 agosto 1972, Fuga, inseguimento e sparatoria per ricup polittico di Salò.
 

PAPAGNO LUIGI

Borgo S. Giacomo, 26 novembre 1915.

Pur avendo frequentato per qualche tempo la Scuola del nudo, Luigi Papagno può considerarsi autodidatta. Ha partecipato a numerosi concorsi e collettive provinciali. Presente per la prima volta a Brescia nel 1970, si è ripresentato in personale nel 1975 («Galleria del Carro», 18-30 ottobre); recensito in quell'occasione da Alberto Morucci, -iuniva dipinti in cui si evidenziava da un lato il paesaggio derivato dalla sola natura e dal mutare delle stagioni, dall'altro il calcinato alternarsi di angoli rustici e di paesi caratteristici nel quali sorprendere attimi di romantica poesia: il tratto rapido, spatolato in grado di incidere la rorida materia cromaticamente ricca. Nella ricomposizione delle visioni naturali, la mano si palesa maggiormente libera, in grado pertanto di seguire l'impulso dell'animo. Nascono così degradare di colli, il lontanarsi di torrenti sotto brani di cielo chiaro; i piani prospettici, le chiome degli alberi, la spumosa acqua dal geometrico schema riverberanti immediatezza nel cogliere le suggestioni vissute dal pittore.

PARACCHINI LUIGI

Casalromano di Mantova, 9 giugno 1945.

Poche le note che possiamo offrire di questo giovane pittore che, iniziato a dipingere nel 196 1, si è affacciato alla ribalta delle mostre con una certa assiduità soltanto negli anni Settanta, partecipando a concorsi in Manerbio (1971), Verolanuova (1976), Montichiari (1969, 71, 73), Desenzano (1968), Ghedi (1973), per poi spingersi fuori provincia: a Vlllafranca (1969), Soresina (1975), allestendo personali a Gargnano (1972), Cremona (1973), Quinzano (1975), Manerbio (1977), Castrezzato e Brescia (1979). Tattile, è stata definita la pittura di Paracchini, con i suoi muri corrosi, manifesti della contemporaneità, tratti dai più disparati materiali e in grado di trasformare l'immagine in oggetto, sul quale l'autore ritrova , la voce del tempo che coniuga materia e vita. Un'operazione paziente, inconsueta per la nostra città, in un certo senso analoga alla ricerca che da anni porta avanti, ed i cui esiti ha presentato anche in Brescia, il noto Enzo Vicentini.
 
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, «Piccola Galleria U.C.A.I.», Brescia, 28 aprile - 10 maggio 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 5 maggio 1979.
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, 1-11 maggio 1980.
E. FEZZI, «Galleria Il Poliedro», Cremona, 8-20 novembre 1980.
E. FEZZI, L. Paracchini, «La Provincia», 15 novembre 1980.
A. MAGLIA, L. Paracchini, «Vita cattolica», 16 novembre 1980.
 

PARINI NERY

Desenzano.

Trasferitasi fin da bambina in città, ha freciuentato la scuola magistrale.  Ha studiato pittura sotto la guida di Arnaldo Zuccari prima, di Emilio Pasini poi, conservando con il secondo maestro consuetudine di incontri anche in occasione di mostre. I fanciulli della scuola di provincia, dove ha cominciato ad insegnare, sono stati i suoi primi e ancor oggi rimpianti modelli, colti con plasticità, ma con altrettanta freschezza ed espressività.  Presente a collettive bresciane, dalla nostra provincìa ha poi allargato la cerchia delle partecipazioni a Bergamo «Galleria Simonetta», (1971), Londra (1972), a varie località mìnori.
Ripetute mostre personali ha invece allestito a Brescia, a Boario Terme e a Castellanza e Verona, S. Paolo del Brasile.  Oltre che ritrattista, attività ancor oggi assiduamente esplicata, Nery Parini è autrice di paesaggi e di nature morte, di alcune opere sacre. Nascono così angoli della Val Maleneo, di Bagolino, dell'Iseo.  Rustici dalle pietrose pareti illeggiadrite da ciuffi polieromi di fiori alle legnose balconate, viuzze in cui nel controluce si stagliano vivaci figurette, attimi di vita montanara attorno a grandi fontane, nelle stalle...
Dell'Iseo sembra prediligere effuse atmosfere, dove una barca ritma il lontanarsi di piatte rive, od un riflesso limpido di ulivi. Tanti i fiori: rose, dalle, gerani, garofani.  Mazzi rigonfi su uniformi fondali, pochi petali entro esili vasi di vetro... Né vanno ignorate le poche nature morte dedicate a suppellettili: teiere e tazzine il cui candore porcellanato si fa vibratile riflesso di luci.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: «Galleria S. Gaspare», Brescia, 16-28 aprile 1977.
Si veda inoltre: «ENAL.  Cral Cotonificio Cantoni», Castellanza, 28 maggio - 8 giugno 1947.  G.T., Nery Parini, una pittrice, «La Prealpina», 5 giugno 1947.
A.T. PRETE, «Galleria Terme», Boario, 1-15 luglio 1971. «Galleria S. Gaspare», Brescia, 9-24 ottobre 1971.
«Paternoster Corner Accademy», Londra, 1972, Catalogo. «Galleria del Carro», Brescia, 3-16 novembre 1973. «Galleria La Proiezione», Verona, 4-17 maggio 1974. «Galleria A.A.B.», Brescia, 27 marzo - 8 aprile 1976.
C. VILLANOVA, «Galleria del Carro»,Brescia, 15-27 settembre 1979.  Collettiva.
 

 

PARMINI ENNIO

Brescia, 15 luglio 1951.

Mentre si esaurisce la compilazione di questa parte del «Dizionario», si ha modo di conoscere l'opera di questo giovane pittore e grafico, avviato, così ci pare, con intenti lucidi verso l'area realista ma con accenti espressionisti.  Sicuro il segno grafico, e nitido, la stesura accurata fanno bene sperare nel fùturo di Ennio Parmini al quale auguriamo di sapere approfondire con assiduità e impegno i temi adombrati fino ad oggi nelle sue opere, senza indulgere alla tentazione di plateali sottolineature, nocive alla incisività del discorso avviato.  E ci riferiamo soprattutto alle opere in cui la visione naturalistica si traduce in esiti non lontani dalla avanguardia concettuale.

PAROLETTI D.

Secolo XIX.

E’ fra i pittori che presentarono opere in occasione dell'Esposizione Bresciana del 1904.  Non ci risultano dati anagrafici negli atti municipali bresciani, né si conoscono sue opere.

PAROTO DA CEMMO

 Secolo XV.

Magister Parotus, nel 1447 firma il polittico già nella chiesa di S. Siro, in Cemmcí, dopo varie vicissitudini finito in Museo americano.  Opera notevole condotta nell'ambito di Michelino da Besozzo e aperta e vasta visione.  Il polittico si compone di due ordini sovrapposti di Santi e la centrale «allungata e sottile figura della Vergine, con la trovata geniale dell'alta siepe di alberi che s'innalza e si incurva dietro la figura». Da questo dipinto gli studiosi attingono per individuare altri lavori di Paroto, la cui attività è ancora in ombra. S'accostano al polittico, ma con qualità pittoriche assati attenuate e in attesa di certa attribuzione, un frammento di affresco votivo nella cripta della stessa chiesa di Cemmo; altro frammento affrescato nell'oratorio di Montecchio di Darfo; a Berzo Inferiore, nella chiesa di S. Lorenzo, datato forse 1440, è un Matrimonio di S. Caterina al quale si riallaccia la vicina Madonna in trono e S. Antonio abate. Nella collezione Bugatti-Valsecchi di Milano esiste un polittico di ignoto Maestro del XV secolo che «maggiormente deriva dal capolavoro di Paroto», tanto da far pensare, per alcune figure, ad una copia. La figura del Paroto attende altresì di essere dlsgiunta o definitivamente congiunta con quella di Maestro Pietro, citato in atto notarile del 1433 in qualità di testimonio.
 
BIBLIOGRAFIA
G. BRUNATI, Schede manoscritte presso l'Ateneo di Salò.
G. ROSA, «Relazione della Commissione prov. per la conservazione ... », 1872.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani» 1887.
A. SINA, Intorno a due pittori camuni del Quattroc@nto, «Illustrazione bresciana», I settembre 1910.
P. TOESCA, «La casa italiana: Bugatti-Valsecchi in Milano», Milano, 1928.
M.L. FERRARI, «Giovan Pietro da Cemmo», Milano, 1956.
M. MEISS, An early Lombard Altarpiace, «Arte antica e modema», 1961, nn. 13-16. «Storia di Brescia», Voi. li.
E.G., Il politico del maestro Paroto, «Giornale di Brescia», 10 luglio 1979.
 

 

PARUTA BARTOLOMEO

Secolo XVII

Originario di Damaso di Corno, Bartolomeo Paruto nella «Storia di Brescia», alla quale si rimanda anche per la nota documentaria, è definito pittore ed ntagliatore. E operoso con un certo Baccario nella facciata della chiesa della Madonna di Caravaggio in Chiari: sono statue in pietra di Samico e rappresentano «Apostoli e Santi, di forma piuttosto usuale due, altre due discrete.  Si conosce una sua ancona scolpita e dorata a-ßormio, del 1600»

 

PARZIALE GIANNI

Brescia, 3 ottobre 1934.

Diplomato maestro d'arte all'Istituto P. Toschi di Parma, corona così il giovanile impegno profuso nel disegno e nella pittura. Non ancora ventenne si trasferisce a Parigi dove frequenta i corsi di pittura all'Accademia di B.A.; nel 1955, a Milano, allestisce la sua prima mostra personale. Spirito inquieto, si ferma assai poco a Brescia; nel 1957 torna a Parigi e vi allestisce una personale; altre ne ordina a Roma e Genova nel 1958, nel 1959 a Monaco di Baviera, dove intraprende collaborazione per una Enciclopedia scienti ica, attività che seguita ad esplicare anche dopo essere tornato in patria: per «La Scuola», per Mondadori e altre note case e ditrici In quegli anni la sua pittura era ancorata al figurativo tradizionalmente inteso.  Nel 1964, in occasione della sua prima mostra in città, presentava infatti paesi e nature morte echeggianti gli uni il postimpressionismo, le altre la visione metafisica.  Ed anche i titoli delle opere rispecchiavano un mondo consueto: Mercatino d'inverno, Dalie, Il Rosso, Autunno sui Ronchi, Via A. Mario... Ansioso di comunicare, riesce a raggruppare attorno a sé amici ed allievi, dando vita ad una scuola di disegno; così come a lui si deve la manifestazione «Gli artisti per la bontà» ripetuta in occasione del Natale. ,L'Olanda lo accoglie nel 1968 con una personale ad Amsterdam; due anni più tardi è in Australia, dove espone e da dove torna con numerose opere proposte anche in Brescia. Soprattutto in città si è potuta osservare la «metamorfosi» avvenuta nel pittore, emergere in lui prepotente il disagio esistenziale che lo ha portato a «gridarci», pur con lieti colori, «le miserie, le speranze, le delusioni, le bellezze ed i drammi» del mondo. ,Sono opere in cui simbolizza con forma espressiva, portata Cino allo spasimo, il suo mondo, noi stessi immersi in quest'epoca... Senza mezzi termini la sua forte personalità bandisce ogni comodo compromesso, vive a fondo il suo dramma e lo propone in forma chiara, limpida, com'ebbe ad osservare Walter Molino. A questi dipinti, racchiudenti motivi figurativi, animali, fiori, esseri vari vivi, reali, e dal colore fatti astrazione, Gianni Parziale aflida il suo messaggio, scaturito da «attenta coscienza».  Altre mostre ha allestito, a Firenze (1973), Parigi (1974), Brescia (1980).
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria la I-oggetta», Brescia 8-24 febbraio 1964. «L'Ora Serena», febbraio 1964, Parziale.
W. MOLINO, «Galleria la Loggetta», Brescia, 19 aprile - 4 maggio 1968. «Giornale di Brescia», 16 dicembre 1970, Parziale con una personale in Austrialia. «Giornale di Brescia», I I marzo 197 1, Uomo e natura nell'e,@perienza australiana.  A. MARAGHINI, Parziale, «L'Arena», 1973. «Galleria Bistro», Brescia, 15-28 dicembre 1973.
E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 15 febbraio 1974.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 22 febbraio 1974.
«Gianni Parziale», Magalini Ed., Brescia, 15 dicembre 1974.  Monografia ili.
A. DE GRASSI, Le poetiche immagini di Parziale, «Alba», a. LII, dicembre 1974. «Galleria Arengo», Brescia, 27 settembre - 9 ottobre 1975.
AA.VV., «Galleria Bistro», Brescia, 7-20 febbraio 1976.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 26 novembre 1977. «Brescia arte», n. 4, primo semestre 1979, Il Bi-asile di G. Parziale. «Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.
 

PASINETTI ANTONIO

Montichiari, 2 agosto 1863 - Milano, 13 maggio 1940

Nato negli anni duri seguiti all'unità d'Italia, Pasinetti manifesta precoce passione alla pittura, e solo per intercessione della madre è inviato a Brescia, presso Luigi Campini, dal quale, come concordi testimonianze affermano, apprende soltanto elementi tecnici. A tredici anni è allievo della Scuola Moretto. pur continuando a frequentare il primo maestro. Nel 1880 si iscrive all'Accademia di Brera, in Milano, e tanto si fa apprezzare nel breve tempo che vi rimane; nonostante l'incoraggiamento di Vespasiano Bignami, perché si perfezioni, torna al paese natio e vi apre una scuola d'arte e mestieri. Nel 1882 frequenta lo studio di Napoleone Nani, nel 1884-1886 insegna a Salò. studiando al tempo stesso i grandi della pittura. Anche se legato d'amicizia con noti artisti e nonostante gli studi fatti, la sua produzione lo indica come mirabile autodidatta.  E forse questa passione per la ricerca lo salva dall'essere inserito nella folta schiera di artefici che, operosi a cavaliere dei due secoli, subiscono, dopo un primo positivo periodo, la sorte imposta dal disfacimento della forma, eredità dell'Impressionismo, senza che «venisse rinnovato il colorisnìo fatto sordo e fumoso». Il suonatore di,fìsarmonica, del 1897, secondo recente critica, prova l'attenzione del pittore nei confronti di quel senso del volume proposto da Cèzanne. Già Pasinetti aveva intrapreso le partecipazioni alle mostre di Brera, e si era distinto anche con paesaggi benacensi. A Montichiari, operando pressoché isolato, dà l'avvio alla serie del ritratti: La madre (1880), l'avv.  Zamboni, G. Guerzoni, che lo introduce nell'ambito professionale.  Si allinea così una galleria di personaggi noti e meno noti che vanno da Giuseppe Zanardelli a Marcora, da Carducci a Leoncavallo, da Tempini a D'Ancona, e poi, Moneta, Gelpi, Pegorari, E. Sha@fer, Fau'stino Calvo, la signora Beltrami, al quali si accostano visi di ragazzi e di ragazze, la nota Testa di F-breo, di conoscenti, familiari, soprattutto della moglie adorata. Notevoli valori sono ravvisati in numerose composizioni quali Le amiche (una contadinella con la capretta), Maternità, Figurette sul lago di Ledro o Torso di modella... E paesaggi, realizzati con corposa immediatezza, fra i quali si citano: Il Solcio, Notturno a Craveggia, Castagneto a Edolo, Bosco a Stresa, Lainate, Malesco, Albero spoglio, Capanni a Fano, Porto di Genova, Terrazzo .sull'.4driatico, i vari scorci di Edolo... per non dire delle nature morte dedicate ai fiori ed al frutti dalla evidente plasticità.
L'attività lo riporta a Milano; amico di noti esponenti dell'arte, conosce Segantini, Michetti, Pelizza da Volpedo, Leoncavallo e Carducci; di alcuni fissa i lineamenti, come avrebbe dovuto ritrarre il re: già gli era pervenuto l'invito alla reggia, ma l'assassinio del sovrano fa cadere ogni speranza e lungamente abbatte il pittore. Lunga anche la serie delle esposizioni alle quali Pasinetti ha aderito, intercalando alcune mostre personali: alla Permanente, alle Riunite di Milano, alle Esposizioni di Torino, seguono le Biennali di Venezia, le Quadriennali di Roma, varie sindacali anche in Brescia e, fuori d'Italia, a Vienna, Pietroburgo, S. Louis, S. Francisco, New York, Barcellona, Monaco, Praga. Si è cimentato anche con l'affresco: a Senago, Triano, nella Cappella Bocconi nel Monumentale di Milano.  Ancor nell'integrità fisica, Pasinetti è mancato inopinatamente il 13 maggio 1940.
Il deflagrare del secondo conflitto mondiale, il mutato clima artistico del dopoguerra hanno allontanato il ricordo di questo artista.  Ricordo ravvivato in vicini anni dalla bella monografia voluta dai familiari, da alcune mostre ordinate in varie città. Opere di Antonio Pasinetti sono nella bresciana Galleria d'Arte Moderna, nella Galleria d'Arte Moderna di Milano, nel Museo della Scala di Milano, nell'Ospedale Fatebenefratelli, pure di Milano, così come nella milanese sede della Cassa di Risparmio.
 
BIBLIOGRAFIA
E.M., Un bel ritratto, «Euganeo», 29 febbraio 1888.
G. MACCHI, Gli artisti bresciani espositori, «La Provincia di Brescia», 31 marzo 1898. «La Sentinella bresciana» 23 agosto 1898, L'esposizione d'arte moderna.
«I Esposizione del paesaggio italiano sul Garda», Gardone R., Invemo 1920-1921, Catalogo.
M. MAZZANI, A. Pasinetti, «Rivista di Lecco», n. 5, maggio 1925.
G. BELLANDI, A. Pasinetti, «La Provincia di Brescia», 17 maggio 1928.
N.F. VICARI, Pittori e scultori bresciani a Milano, «Il Popolo di Brescia», 24 novembre 1928. (Si veda s.f. del 15 dicembre).
R. VIVIANI, Artisti dimenticati, A. Pasinetti, «Giornale dell'arte», aprile 1931.
G. REGGIO, Sulla strada, Ed.  Estella, 1934.
L. SANTANDREA, A. Pasinetti, «Metelda», 15 aprile 1936.
R. VECCHI, Note d'arte, «Il Sole», 18 giugno 1936. (Nello stesso «Il Sole», si vedano le
edizioni del: 17 ottobre, 7 dicembre 1937; 6 giugno, 15 giugno 1938; 18 maggio 1940).
F. TAMI, Il Poeta E. Davide a Milano, «Gazzetta del lago Maggiore», I luglio 1936.
D. BONARDI, A. Pasinetti, «La Sera», Milano, I luglio 1936.
G. MARANGONI, La personale di Pasinetti, «Il Perseo», I luglio 1936.
G. MUSSIO, Piccola mostra, «Il Popolo d'Italia», 8 luglio 1936.
«Catalogo Mostra Postuma», Milano, 2-24 maggio 1942, Arti graf.  F.lli Gualdoni, Milano, 1942.
PASINETTI-BORGESE, «A.  Pasinetti, vita ed opere», Ed.  Bestetti, Milano, 1942.
G. BELTRAMI, Museo minore bresciano, A. Pasinetti, «Terra nostra», n. 3 gennaio 1953.
G. PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.  Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
M. LEPORE, Pasinetti,'pittore da ricordare, «Corriere d'iiiformazione», 5 agosto 1963.
G. BELTRAMI, Finì in gattabuia per zin riti-atto del re, «Giornale di Brescia», 20 agosto 1963. «Storia di Brescia», Vol.  IV.
R. LONATI, Artisti di casa nostra, A. Pasinetti, «Biesse», a. Xlll, n. 135, aprile 1973.
R. LONATI, «Mezzo secolo di testimonianze sulla pittura bresciana del Novecento:
1920-1970», Tip.  S. Eustacchio, Brescia, 1979.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», tutte le edizioni.
Nota: Particolare carattere hanno:
A. CAPREDONI, Liriche dedicate al pittore A. Pasinetti, «Il Canzoniere italiano».
R. MANDEL, Elogio fùnebre.
Si sa di una mostra commemorativa ordinata in Treviglio, ma non si possiede la relativa documentazione.
R. LONATI, Pasinetti pr(?feta in patria "Giornale di Brescia", 12 maggio 1981.
  1. PASINI EMILIO
  2. PASINI FRANCO
  3. PASINI LORENZO
  4. PASOTTI GIACOMO

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