Travagliato, 16 novembre 1953
Autodidatta, si, affaccia alla ribalta delle mostre sul far degli anni Settanta, parteicpando a collettive a carattere provinciale. Nel 1975 allestisce la sua prima personale a Castelcovati, a cui altra seguirà nel 1980 pressò il «Gruppo artistico Moretto», in città. Fra le presenze in concorsi e premi val citare quelle in Castelcovati (Scuola Media, 1977), Castegnato (Sala comunale, 1978), Mompiano e Boniprati (1980). In collaborazione con altri artefici, nel 1977 ha realizzato lo stemma comunale di Castelcovati. In possesso di varie tecniche, si esprime a mezzo dell'olio, della sanguigna, della xllografia. Figurativo, si ispira prevalentemente ai luoghi consueti. Nascono così, nel solco della tradizione, panorami di campagna, rustici: un mondo reso con atmosfere «pulite dal temporale del giorno prima». Verdi chiari, delicati sotto cieli ampi e uniformemente luminosi, d'una luce calma, effusa. Nelle opere grafiche il segno resta evidente, si attenuano le sfumature ed il motivo acquista evidenza plastica: le rugosità dei muri, delle antiche cose e degli attrezzi della campagna manifestano l'impronta lasciata dal tempo.
BIBLIOGRAFIA
L.S.(piazzi), Giro dell'arte, «Bresciaoggi», s.d. (dicembre 1977).
«Bresciaoggi», 16 febbraio 1980, Segnalati al Premio Moretto. (Si veda «Giornale di Brescia» in data 18 febbraio).
«Gruppo artistico Moretto», Brescia, 22 marzo 1980, Rassegna grafica, Catalogo. «Galleria Bellomo», Milano, maggio 1980, Collettiva Gruppo Moretto, Catalogo. AA.VV., «Galleria Gruppo Moretto», Brescia, 1-13 novembre 1980.
«Giornale di Brescia, 7 novembre 1980, Nelle gallerie.
1586 - post. 1627
Secondo il Fenaroli, ripreso da successivi storici, Camillo Rama «uscì ben addottrinato dalla scuola di Palma il Giovane, e seguendo la maniera di lui, seppe darci lavori che molto gli si avvicinano di merito». Se poco o nulla si sa della sua vita, estesa è invece la nota del dipinti da lui eseguiti in chiese a: Bagolino (prepositurale); in città: S. Afra, S. Maria del Carmine, S. Eufemia, S. Giuseppe, S. Faustino Maggiore, S. Alessandro, S. Maria delle Grazie; a Cividate Camuno, Iseo, Manerbio, Quinzano. Attivo nella decorazione a fresco in collaborazione con il Sandrini, Antonio Gandino, Pietro Marone, Francesco Zugno, come nella chiesa di S. Maria delle Grazie, dove la sua mano si congiunge a quelle di Ottavio Viviani, Orazio Pilati e ai citati Gandino, Giugno e Marone. Causa la comune scuola di tradizione bresciana, il suo lavoro si «confonde spesso con quello di altri». Operò altresì nelle stanze del palazzo del Capitano, ora Broletto.
BIBLIOGRAFIA
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Manerbio, 23 ottobre 1948
In arte Rambà, autodidatta, ha esposto per la prima volta in personale nel 1977 suscitando calorosi consensi critici. Definito candido autodidatta, è tuttavia sicuro disegnatore e «dimostra una riflessione poetica non proprio così ingenua e improvvisata». Varie le sue ascendenze, dal naifs alle composizioni iconografiche antiche, in cui prevale ancora la figurazione frontale. E questo sembra servirgli per meglio esprimersi nelle opere a tema sacro: Ultima cena, Bacio di Giuda, Crocifissione, Deposizione ricche altresì di preziose soluzioni cromatiche. Autore di nature morte (uve, pere, mele, fichi) in cui la frutta acquista il «nitore della fantasia resa ferma e splendente come marmo levigato». Ma il suo stupore «ingenuo» non manca di osservare quanto vive oggigiorno e si riversa in opere quali Ritrovo nella quale sembra poter ravvisarsi un attento e partecipe artefice dalla consumata perizia tecnica, dalla non meno fustigante raffigurazione, capace di implicito giudizio.
BIBLIOGRAFIA
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NINO. Milano, 19 aprile 1894 - Brescia, I luglio 1978
Già nel 1919, a venticinque anni, lo si ritrova fra gli espositori all'Arte in famiglia; ciò vuol dire che i contatti con la nostra città risalgono al periodo della formazione artistica di Ramorino, che a Brescia è rimasto fedele, proponendo in nostre Gallerie il frutto della sua lunga attività artistica, a Brescia compiuta nel 1978, anno di sua morte. Acquafortista, xllografo, acquerellista e miniaturista, si è diplomato all'Accademia Albertina di Torino e all'Istituto d'arte parmense. Docente in scuole d'arte, oltre che a mostre bresciane ha aderito a numerose e note manifestazioni quali la Mostra «Milano vecchia e nuova», (1918), alla Famiglia artistica milanese (1921-22), alla Nazionale di Brera (1925), in collettiva alla «Galleria Pesaro» (Milano, 1934). Nel 1926-27 ha realizzato 12 acqueforti riproducenti aspetti del capoluogo lombardo, acquistate dal Museo del Castello Sforzesco; nello stesso 1927 ha vinto il concorso indetto dall'Istituto geografico De Agostini, di Novara, del quale fu nominato direttore artistico. Così nel 1932 ha vinto altro concorso indetto dalla Associazione acquerellisti lombardi. Mostre personali ha allestito a Brà (1921), sua prima esposizione singola, in occasione della quale il Museo della cittadina ha acquistato Cenciaiola; altre personali si tennero in Italia, Svizzera, Germania. Opere di Ramorino sono così sparse in collezioni varie anche all'Estero. Un dipinto raffigurante Cristo benedicente le risaie è nella chiesa di S. Giuseppe a Novara. A Brescia lo si ricorda con la mostra personale del 1963, alla A.A.ß.; esponeva numerosi disegni, acquarelli e acqueforti, miniature su avorio. E in collettive sono poi apparsi altri suoi lavori dedicati anche alla città nostra, al suoi monumenti, alle sue vie, al Castello. Via via che trascorrono gli anni, ci si va accorgendo che Ramorino «fu un disegnatore formidabile... acquerellista sincero e spontaneo che pratica un impressionismo tutto suo, frutto di lunghi anni di studio e di lavoro». Le sue incisioni dedicate alla Loggetta, alla Rotonda riproducono con sorprendente fedeltà le antiche strutture, le secolari preziosità architettoniche. Critici notissimi si sono interessati all'opera di Ramorino: da L. Gigli a Ojetti, da Carrà ai nostri Favero, Feroldi, per la nota dei quali si rinvia alla bibliografia del «Dizionario» sotto citato.
BIBLIOGRAFIA
Sta in: A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed. IV, (1972).
Si veda inoltre: «Mostra d'arte - Arte in famiglia», Brescia, giugno 1919.
«Premio di pittura città di Brescia, 1952», Brescia, settembre 1952, Catalogo.
VA., Seguendo la cometa del Premio Prescia, «Giornale di Brescia», 5 ottobre 1952.
MARTE-LONI, Alla A.A.B. di scena i tradizionalisti, «Tribuna delle Regioni», 31 dicembre 1953.
G. VALZELLI, I Profeti e la turba.... «Bruttanome», Vol. 1, (1962).
G. PICTOR, «Galleria A.A.B.», Brescia, 25 maggio - 7 giugno 1963.
Brescia, 19 maggio 1926
Dapprima autodidatta, ha quindi affinato le naturali doti frequentando lo studio di Angelo Fiessi. Paesaggista, Franca Rampinelli sembra ascoltare in «contemplazione assorta e appena velata di elegia» quanto le si offre allo sguardo. Sia uno scorcio di lago, sia un prato, sia una distesa alberata l'attraggono soprattutto per le silenti atmosfere. Nascono così visioni dell'Iseo, e gli ulivi delle sponde, sentieri di montagna dai colori autunnali ricreati con esile, fine tessitura. Presente a mostre collettive provinciali, la pittrice ha quindi ampliato le sue partecipazioni a località lontane: Ravenna (1967). Ancona (1968), Riviera di Conero, ecc. Mostre personali ha invece ordinato a Lumezzane (1969), Montichiari (1971), Boario Terme (1971).
BIBLIOGRAFIA
Sta in: A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed. IV, (1972).
Si veda inoltre: «Arte bresciana oggi», Sardini Ed. Bornato.
Brescia, 25 maggio 1936
Poesia e pittura: binomio che felicemente si identifica nella. Rapuzzi, altresì collaboratrice di riviste letterarie, di cultura e d'arte. Rivolgendo la nostra attenzione all'attività sua pittorica ricordiamo che, sia pur brevemente, ha affinato le naturali doti seguendo i consigli dei nostri Tita Mozzoni e Gabriel Gatti. Come nella poesia, così nei colori rivela una visione di ampio respiro che del Cristo, ripetutamente fissato nelle tele «a tratti rapidi e a forti tinte, sempre con la fronte fasciata di spine e lo strazio in volto fa quasi simbolo di ogni sofferenza umana». Con la figura del Redentore Angela Rapuzzi sembra inseguire «il nulla e l'infinito, frammenti di luce, attimi d'etemo». Arte, pertanto, rivolta all'uomo, anche se la sua produzione annovera paesaggi, nature morte, ritratti. Una sola partecipazione a mostra collettiva, al Premio indetto dall'Enal alla «Galleria della Loggetta» nel 1972, e l'inattesa assegnazione del primo posto con Fiori di sole, composizione di fantasia allineata a fianco di un paesaggio dolomitico, una scena mitologica, una Deposizione eseguita a china. Negli anni Sessanta Angela Rapuzzi ha svolto anche attività scenografica, operando nel Teatro Sociale all'allestimento di operette come la «Vedova allegra» o nel Teatro Grande per compagnie guidate da famosi attori.
Un profilo critico della giovanissima artista, sia per l'attività sua poetica, sia per quella pittorica è in «La Strada» del settembre 1968.
Secolo XVI
Il Fenaroli («Dizionario»), definisce Rasenti pittore e rinvia all'Estimo del 1525 della quadra di città vecchia. Del pittore, tuttavia non restano opere note, né altre indicazioni.
Carpenedolo, 30 maggio 1895 - Brescia, 4 febbraio 1982
Un «Cenno riassuntivo degli studi compiuti e della carriera percorsa da Girolamo Ravera», manoscritto probabilmente redatto in occasione di avanzamento nella Scuola, ci consente di meglio conoscere la passione per l'arte di un uomo che si è fatto ammirare per l'ardore patriottico e civile. «Diplomato presso la R. Scuola Normale Veronica Gambara di Brescia nell'anno 1913 con voti 140 su 180, ho studiato privatamente latino per colmare una lacuna grave nella mia cultura. Mi sono dedicato alle belle arti; per cui, traendo profitto di una licenza di convalescenza mi sono diplomato nel 1918 presso la R. Accademia di belle arti di Parma ed ho superato nello stesso tempo gli esami di abilitazione all'insegnamento del disegno nelle scuole medie con punti n. 351 su 400 Negli anni 1920-1921 ho frequentato presso la R. Accademia di Venezia un corso di figura. Chiamato alle armi nel 1915 entrai in guerra il 24 maggio dello stesso anno. Ferito e decorato con medaglia d'argento al valore, congedato nel 1920. Ho insegnato lingua italiana e francese per anni tredici cioè dall'anno scolastico 1921-22 all'anno scolastico 1933-34 presso la Scuola Agraria di Remedello. Nel 1934 ho vinto il concorso magistrale regionale della Lombardia classificandomi nella graduatoria generale al 61' posto con votazione 90.700. Negli anni 1934-35 e 1935-36 ho insegnato nelle scuole elementari di Castiglione delle Stiviere (Mantova) e dall'anno scolastico 1936-37 ad oggi in quelle di Carpenedolo (Brescia). Dal 1933 dirigo la Scuola professionale serale di Carpenedolo». Assorbito dall'attività didattica, non appare assiduo partecipante a mostre artistiche: nel 1928, in occasione della prima Triennale bresciana, espone Autoritratto; alla seconda mostra del sindacato provinciale di B.A. del 1934 Interno di stalla, Il Chiese a Mezzane, mentre Assunzione concorre nella sezione per il cartellone delle Manifestazioni bresciane. E quando anche il pittore può alfine porsi in luce, la guerra. Girolamo Ravera, che già aveva combattuto nel primo conflitto mondiale, partecipa ora alla Resistenza, della quale diviene uno dei protagonisti bresciani; perseguitato politico, esule, alla Liberazione è eletto sindaco del paese natio dal 1946 al 1956; presidente dell'Anpl. Il pittore ha ormai ceduto il passo all'uomo impegnato civilmente. Poco s'è potuto vedere delle opere sue pittoriche, alcune delle quali ancor oggi presso gli eredi. Figurativo nel solco della tradizione, ha affrontato con eguali esiti la figura e il paesaggio riuscendo ad esprimersi con delicata chiarezza, anche nel carboncino.
BIBLIOGRAFIA
«I Mostra Triennale bresciana», Brescia, maggio 1928, Catalogo. «Il Mostra del sindacato prov. B.A.», Brescia, 1934, Catalogo.