Dizionario dei Pittori Bresciani
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PIGLIA CLARA

lesi (Ancona) 191') - Brescia, 4 luglio 1978. Nata Bronchesi.

Affacciatasi alla ribalta pittorica locale nel 1969, alla «Galleria S. Mlchele» esponeva il frutto di alcuni anni di una attività ripresa per assecondare «una vocazione viva fin dagli anni dell'infanzia». t stato quello l'avvio di ripetute esposizioni personali a Sirmione (1969), Verona, Boario, Procchio (Isola d'Elba), Cremona, (1970), Bergamo, Boario ancora (1971), Sarezzo, Brescia, Boario (1972), Castiglione, Desenzano, Iseo, Brescia (1973), Desenzano, Verona, Brescia (1974), ancora Desenzano, Boario, Brescia e Caravaggio (1975), Mantova, Angolo, Boario (1976) alternate con partecipazioni a collettive in città e provincia, fra le quali si inseriscono sortite a Roma e Bergamo (1971), Milano, Marazzone (1972), Legnano, Soresina (1974), Genova (1976). Fin dal suo primo apparire, Clara Piglia espone «mazzi di fiori soffusi da una vena di lieve lirismo, ora dal toni smorzati, che trascolorano nel bianco, ora dai tonipiù vampanti, ma sempre contenuti». Accanto stanno i risultati di una ricerca con la tecnica mista in cui, su «un letto dimagma poroso, il colore si insinua in umbratili venature come uno scorrere di acque sulle trasparenze di una roccia screpolata», .come fa osservare Giuseppe Tonna. Con il trascorrere degli anni, accanto al fion' compaiono paesaggi, figure di donna, ragazze che danzano, spiagge deserte: motivi tutti sfumati in fondali uniformi «astratti» e cangianti dall'azzurro al rosa, al bianco, «quasi un dissolversi in una chiarità marina, color cielo». Se i motivi aspiratori hanno radice romantica, sempre più s'afferma la ricerca espressiva; affiorano temi umani, come in Maternità, e con essi l'emergere «della solitudine, del sogno sperduto nell'aerea, tersa atmosfera ottenuta con velature e trasparenze che permettono di ]individuare li prestigio tecnico della esecuzione».  Un dipin to di Clara Piglia è presso la Galleria d'Arte moderna di Brescia.
 
BIBLIOGRAFIA
T. TONNA, «Galleria S. Michele», Brescia, 24 maggio 1969.
G. TONNA, «Centro culturale S. Michele», Brescia, 25 marzo - 6 aprile 1972.
AA.VV., «C.  Piglia», per mostra personale al Centro culturale S. Michele, Brescia, 25 marzo - 6 aprile 1972. (Con brani da G. Tonna, P. Riccardi, G. Valzelli, Jole Simeoni, A. Morucci, L. Lazzari, T. Tonna, G. Stella, E. Cassa Salvi, M. Pezzotta).
AA.VV., «Galleria La Comice», Desenzano, 2-14 giugno 1973.
A. MORUCCI, «Galleria A. Inganni», Brescia 17-29 novembre 1973.
A. MORUCCI. «Galleria La Comice», Desenzano, 11-23 maggio 1974.
L. SPIAZZI, «Galleria A. Inganni», Brescia, 9-21 novembre 1974.
AA.VV., «Galleria La Cornice», Desenzano, 26 aprile - 8 maggio 1975.
A. MORUCCI, «Galleria Araldo», Brescia, 8-20 novembre 1975. (Con testo da: «Biesse», ottobre 1974).
A. MOR(JCCI, Opuscolo senza indicazione della Galleria. 23 ottobre - 5 novembre 1976.  Con bibliografia essenziale.
«Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.

PILATI ORAZIO

 Secolo XVII.

Il Brognoli lo dice certamente bresciano, ma scarsissime sono le notizie su questo artista che il Fenaroli dice autore di dipinti nelle chiese di S. Domenico, S. Giuseppe, S. Maria in Silva.  In S. Maria delle Grazie operò accanto a Camillo Rama, Rossi e Marone. Altra sua opera è ricordata a Vigo di Rendena, nella parrocchiale: del 1670, è posta sull'altare maggiore.
 
BIBLIOGRAFIA
E. MACCARINELLI, «Le glorie di Brescia», 1747, Ediz.  C. Boscili, 1959.
M. ORETTI, «Pitture della città di Brescia e del suo territorio», 1775, Ediz.  C. Boselli, 1957.
P. BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
C. BOSELLI, Spolia--iotii napolconiche, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1960.
«Storia di Brescia», Vol. 111, (cfr) Thieme Becker.
 

 

PINA

Siciliana d'origine, al secolo Pina Buda, si è presentata al pubblico bresciano soltanto nel 1978 avendo all'attivo mostre personali a Mendrisio, Erstfeld (1975), Trieste (1977) e collettive varie alle quali corrispondono favorevoli testimonianze critiche. Varie le tecniche affrontate: olio, tempera, pastello, tecnica mista, «nella quale mette in evidenza una originale personalità, pur maturata nello studio delle più recenti, ed in parte anche più lontane, correnti della pittura moderna».Ne sortono composizioni astratte, paesaggi ottenuti a mezzo di macchie cromatiche, a volte realizzate a spatola, ma non prive di raffinata eleganza formale, di sfumature. Dove tuttavia Pina Buda, per concorde parere, meglio si esprime è nel pastelli, che le consentono di lavorare con notevole slancio e sensibilità compositiva.  I fogli pastellati si animano di forme e di colori che, pur nell'astrazione, esprimono creatività, quasi progetti di sculture, dal tocco lieve, dalle trasparenze sottilmente ottenute.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: AA.VV., «Galleria Arengo», Brescia, 1-13 aprile 1978.

PINI VINCENZO

Offiaga, 18 settembre 1885 - Brescia 4 febbraio 1968

Trasferitosi a Brescia come insegnante in scuole pubbliche, accanto all'opera di educatore (lo si diceva: maestro) con altrettanto impegno professò la pittura, esordendo in mostre locali intorno al 1915. Aderente alla ben nota Società dell'Arte in famiglia, ne divenne segretario.  E queste sue qualità organizzativi riemergono quando, nel 1945, si adopera per dare vita alla Società Ai-te e Cultura, poi A.A.B. (v.). Di questa sua passione, ben dice Giani-fetto Valzelli in «Bruttanome».  Incaricato di tenere corsi di disegno e di storia dell'arte a insegnanti delle scuole pubbliche, venne in seguito abilitato alla docenza nelle scuole superiori.  Vincenzo Pini affronta le prime mostre a fianco di noti artisti, da Bertolotti a G.B. Barbieri, da Cresseri ad Arturo Castelli.  Nel 1921 aderisce alla prima Esposizione del paesaggio italiano sul Garda, in Gardone R., e con altri bresciani è presente a collettive regionali. L'attività espositiva sembra esaurirsi con l'emergere del fascismo.  Solo nel 1945 torna alla ribalta, in seno alla A.A.B., in occasione delle edizioni del Premio Brescia. Ritrattista, nella fisionomia del «modelli» è la resa del caratteri, sia che si accosti al curioso viso di un bimbo, sia che colga la gaia espressione d'un vegliando.  Nel paesaggio, sincera è la mano, evidente la virtù di sintesi; la chiarità del cielo, la levità di zone ombrate stese a larghi piani; ma anche i fiori sono parte signi icativa nella produzione di Pini, e forse per lui rappresentarono vivo ricordo di ore trascorse in contemplazione di vette quando, aggirandosi sulle nostre montagne, si esaltava alla visione di ombre serotine, di armonie sommesse dell'alba. E se a quelle visioni il pittore ha carpito purissime atmosfere, a quelle visioni l'uomo si è educato a cristallino operare.
 
BIBLIOGRAFIA
T. BIANCHI La mostra lotteria nel ridotto del Teatro Grande, «La Provincia di Brescia», 26 novembre 1916. (Si veda «La Sentinella bresciana», 26 novembre).
«La Sentinella bresciana», 6 dicembre 1916.
«La Provincia di Brescia», 7 gennaio 1919, La mostra degli artisti bresciani.
«I Esposizione del paesaggio italiano sul Garda»,Gardone R., Inverno 1920-1921, Catalogo.
G.N., La mostra del paesaggio italiano, «Le Vie d'Italia», 1921, p. 167.
«La Sentinella bresciana», 30 gennaio 1921, Tra quadri e artisti.
«La Provincia di Brescia», 6 maggio 1924, Artisti bresciani alla regionale d'arte di Cremona.
«La Sentinella bresciana», 7 maggio 1924, Artisti bresciani a Cremona.
L. FAVERO, Pittori e scullori alla mostra d'arte e cultura, «Il Popolo», 18 ottobre 1945.
AEQUUS, Duecento opere di artisti Bresciani, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1945. «Giornale di Brescia», I I novembre 195 1. Lettera al Direttore.
«Giomale di Brescia», 24 novembre 1951, Notturna asta alla A.A.B.
G.V., Lo scultore, Botta è i orto, «Giornale di Brescia», 10 settembre 1958.
G. VALZELLI, I prolèti e la turba..., «Bruttanome», Vol. 1, (1962), p. 69.
A.A.B., «Mostra postuma dei soci», Brescia, ottobre 1970, Catalogo. (Si vedano i quotidiani del periodo mostra).
S. MINELLI, La vecchia portineria del Tcatro Grande, «Giornale di Brescia», 9 gennaio 1972.
 

PIOVANI TORQUATO

Brescia, 1938.

Vissuto per qualche tempo in Svizzera e Francia, ha conseguito il diploma di maestro d'arte, intraprendendo poi l'insegnamento in Istituto artistico cittadino.  Fin dal primi anni Settanta è presente in collettive a carattere nazionale ed è invitato, per l'Italia, all'Esposizione Itinerante Italia-Giappone che ha tappa saliente nella capitale nipponica.
Personali ha ordinato a Brescia (1972, 73), Milano («Galleria La Cripta», 1973), Parigi (1973), Cremona (1976). L'esperienza dell'espatrio, dopo la giovinezza vissuta al margine della città, ha certamente influito la scelta, coraggiosa, d'essere operatore artistico.  Singolare operazione che, fin dal primo apparire, addita nell'autore un testimone sensibile, attento della contemporaneità. Dai primi paesaggi, dalle nature morte, ai gabbiani, su su per giungere alla nota più conosciuta, v'è il rifiuto dell'aspetto contemplativo della natura, ma proposta di «un ordine e di un sentimento ben individuati nelle loro componenti e motivazioni». Nascono così i suoi grovigli opprimenti al pari dei condizionamenti che inghiottiscono come una palude. Come Luciano Spiazzi osserva, «non si creda tuttavia che l'universo di Piovani sia privo della propria interiore possibilità di catarsi: se la percezione del malessere quotidiano non ammette dubbi, altrettanto certa è la fiducia dell'artista in una capacità di liberazione verso la quale di necessità è tendere». Sono composizioni alle quali l'autore attribuisce significati esistenziali a volte, a volte emblematici; e se vi è chi nelle sue strutture ha ravvisato eco da Pollock per la ricerca di sensazioni pittoriche, se i «segni di Piovani - com'ebbe a dire Elda Fezzi - richiamano alla memoria certi aspetti dell'opera di Scanavino (ma anche dell'americano Tobey, del nostro De Luigi) la distribuzione diffusa del tratti di colori colma tutta la superficie con una rete a dlàspora ora più rada ora più fitta e prospetta una diversa costruzione ed un diverso rapporto tra noi e il panorama del mondo». Pur nelle ascendenze ricordate, deve quindi riconoscersi al nostro pittore di avere faticatamente perseguito un suo stile «in certo modo irripetibile».
Ma quel che più vale è l'aver saputo insinuare fra quel segni aggrovigliati, ma di una politezza formale esemplare, la impietosa immagine della morte, ma dolcissima nella sua traslocazione, la luce che significa slancio trascendente, dimensione di fede. In effetti, ci sembra ben chiarire ancora Elda Fezzi, la materia di segmenti colorati acquista una fermentazione ossessiva, intreccia una sarabanda da «horror ,vacui», satura lo spazio visivo di una tissurazioiie panica, come a riprodurre il crescere e svilupparsi di caotici assembramenti, di colonie batteriche.  L'insieme si fa allusivo di spettacoli odierni... e non si esaurisce in stilemi e trova sottili intermittenze, ritmi, significati.
 
BIBLIOGRAFIA
L SPIAZZI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 13-25 gennaio 1973.
L. SPIAZZI, Arte, «La Voce del popolo», 19 gennaio 1973.
L.S.(piazzi), Vostre, «La Voce del popolo», 8 febbraio 1973.
«Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 3-15 gennaio 1976.  Catalogo.
L. SPIAZZI, Artisti Bresciani in Duomo i,e(-(-hio. «Bresciaoggi», 8 gennaio 1976. «Galleria Il Poliedro», Cremona, 18-30 settembre 1976.
E. FEZZI, Cronache d'arte, «La Provincia», 23 settembre 1976.  AA.VV., «Brescia '80», Brescia, I -I I maggio 1980, Catalogo. «Arte Bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.
 

PIRLO FRANCESCO

 Flero, 22 settembre 1948.

Ben poco ci è possibile dire di questo giovane che, affinate le naturali doti avvicinando Gianni Parziale e Ghelfi, sul far degli anni Settanta ha altresì frequentato il Gruppo Moretto operante in seno all'Enal. Tuttavia, ha partecipato assiduamente a collettive in Milano, Corno, Verona, ecc. riservando a Brescia rare presenze. Una sola mostra personale si può ricordare, allestita nella bella sala della Galleria La Loggetta dal 20 marzo al 6 aprile 1976. Presentava allora opere suggerite dal paesaggio urbano, «momenti urbani»; e di quel mondo presentava anche alcuni interni, come in L'armadio riprodotto in catalogo.  Olli, collàges dalla corposa materia a cui l'autore affidava, come in un racconto visivo, particolari architettonici, ambientali e cronachistici di un piccolo mondo arido, greve, incombente.  Le cui grondanti pene possono identificarsi con il grondare del colori, a volte cocenti come sangue di una ferita.  Da allora, motivi contingenti hanno indotto Francesco Pirlo a disertare le sale di esposizione.  V'è da sperare che il lungo silenzio non sia sterile; che sia presto possibile rilevare una nuova proposta di opere.  E che i fermenti riscontrati nella lontana mostra e scaturenti da personale e indipendente ricerca ci giungano tradotti in più approfondite e più pungenti motivazioni di consapevolezza.
 

 

PIROVANI GIUSEPPE

Avviato dal padre al commercio, rivelando particolari doti di disegnatore, a penna in particolare, gli fu concesso di recarsi a Roma, presso il Batoni, trattenendosi nella capitale fin verso la fine del Settecento. Affermatosi per l'esecuzione di dipinti da compiere in un palazzo di Filadelfia, colà si recò, non dando più notizie di sé. Nella chiesa di S. Eufemia, in città, resta un suo Battesinio di Cristo. Un Martirio di S. Stefano è conservato a Bedizzole, mentre un disegno a penna, tratto da Raffaello, appartenne alla collezione Brognoli e rivela l'eccellente tratto dell'esecuzione.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in:G. PANAZZA, Le manifèstazioni artistiche della sponda bresciana..., «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, p. 249.

PITTONI GIOVAN BATTISTA

Venezia, 1687 - 1767.

Accanto a Tlepolo e Sebastiano Ricci, cerca nella plasticità cromatica i motivi dell'arte sua, immiserendone tuttavia la vena.  Più fresca e vivace la sua pittura arieggiante al «rococò» del piccoli modelletti. A Brescia lascia la Vergine e S. Carlo nella chiesa di S. Maria della Pace, una Adorazione dei Magi, in SS.  Nazaro e Celso, in S. Gaetano suo è S. Andrea d'Avellino, in S. Orsola il Martirio della Santa e delle slie (-ompagne, in S. Giorgio la Vadonna fra i SS.  Leonardo e Fran(,esco di Paola, il cui bozzetto custodisce la Pinacoteca nostra. Numerosi altri dipinti di Giovan Battista Pittoni sono a Bienno, Calvisano, Erbusco, Leno, Manerbio, Montirone, Rovato e sono annotati nella «Storia di Brescia», che reca altresì cenni bibliografici di questo artista veneziano che qui si è ricordato solo per l'influenza esercitata nell'ambito bresciano.

PIVA GIANNI

 Acquafredda, 24 maggio 1912.

Frequentata l'accademia parmense, ha insegnato educazione artistica in scuole statali.
Già nei cataloghi annotati nella bibliografia che segue sono indicate le numerose presenze di Gianni Plva in collettive allestite in città d'Italia e quelle all'estero, così come più volte lo stesso pittore ha elencato le collezioni che posseggono suoi dipinti. Il cammino espositivo compiuto fra noi n'sale al 1957, quando Plva espone alla A.A.B., olii e disegni chiaramente debitori «alla scuola di un grande maestro, la cui arte ho sempre sentito congeniale al mio spirito ed alla mia sensibilità», com'è scritto nel catalogo.  E le opere compiute in cospetto della natura di Valle Camonica, di Valle Trompia e dell'Isco hanno della pittura vangoghiana i colori accesi, il tratto mosso, tumultuoso. Per alcuni anni il modulo rimane fedele all'esempio prediletto, così come riproposte sono le visioni delle località ispiratrici, l'intensità e lo spessore della materia cromatica, la ricerca di effetti iuministici. Là dove l'ardore si acquieta, meglio si esprime Piva: nel fiori campestri, nelle nature morte. La ricerca degli anni Sessanta sembra condurlo accanto a noti autori moderni, da Morlotti a Birolli o Zlgaina ed è verificabile anche nelle opere esposte nel 1964. Ancor più cromaticamente cariche sono le tele appartenenti agli anni Settanta: con la serie del capanne, immersi in accesi gialli-rossi, quasi che il pittore in essi voglia raffigurare con veemenza le passioni umane.  Quadri lavorati con «materia grumosa, vitale, elaborati a colpi decisi e non casuali... elaborazioni filtrate attraverso' stati d'animo puri e sinceri». Sull'onda dell'impulso e della cromia lucente, seguono le più recenti figurine, le marionette esposte da Majorana nel 1979. Se ancora prevalgono i gialli, i rossi, i verdi, in queste «bambole di pezza» ci pare che il pittore abbia ricuperato una sobrietà di impianto ed una espressività che, non statica, è frutto di interiorità: mestizia, abbandono, stupore sono negli sguardi di queste figurette nelle quali rlaffiora certa giolosità cromatica di certi interni giovanili di Plva ed in cui emergono reminiscenze di maestri francesi, mediati forse da Claudio Botta.
 
BIBLIOGRAFIA
«Premio Brescia 1952», Brescia, settembre-ottobre 1952, Catalogo.
VA., Seguendo la cometa del neon al premio Bres<@ia, «Giomale di Brescia», 5 ottobre 1952. «Galleria A,A.B.», Brescia, 30 marzo - i i aprile 1957.
G.V., Palchetto degli artisti, «Giornale di Brescia», 4 aprile 1957.  L. FAVERO, Arte, «La Voce del popolo», 15 aprile 1957. «Galleria A.A.B.», Brescia, 6-16 novembre 1958.
«L'Italia», 24 aprile 1962.
G. VALZELLI, Pittori bresciana siíl Garda, «Giornale di Brescia», 5 luglio 1964.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 12-24 settembre 1959, Catalogo collettivo.
G. CAVALLO, «Galleria A.A.B.», Brescia, 4-16 aprile 1964.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 12 aprile 1964.
V. QUE'REL, «Galleria S. Michele», Brescia, 25 febbraio - 7 marzo 1970.  E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 5 marzo 1970.
E. MARCIANO, G. Piva, «Corriere bresciano», 20 maggio 1970.
E. MARCIANO, L. SERVOLINI, «Galleria S. Michele», Brescia, 3-15 febbraio 1973 (Ripreso da:  «Panorama d'arte»).
«Galleria S. Michele», Brescia, 20 gennaio-1 febbraio 1979.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei Pittori... italiani», Ed., IV, (1972).

PIZZORNO MARILISA

Brescia, 1941.

Frequentati i corsi di disegno alla Scuola libera di nudo, a Brera; i corsi di incisione all'Istituto d'arte di Urbino, ha intrapreso la partecipazione a mostre collettive nel 1970, nello stesso anno allestendo la prima mostra personale alla «Galleria S. Vidal» di Venezia.
Sono quindi seguite presenze in collettive a Venezia, S. Margherita Ligure, Gardone Riviera (1971), Gorgonzola (1972), la mostra personale bresciana alla «Galleria S. Michele», il 31 marzo 1973. t la sola presenza in città della pittrice che si conosca; si è rivelata allora grafica dalle notevoli qualità, ancorata alla tradizione figurativa, ma capace di affidare alle immagini, di figura e di animali legati all'uomo, palpiti di aspirazioni, moti di un irrequieto animo.
  1. PODAVINI AGOSTINO
  2. PODESTA G. BATTISTA
  3. POLESE ARMANDO
  4. POLPATELLI MARIO

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