Dizionario dei Pittori Bresciani
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PRESEGLIO SERGIO

Brescia, 30 aprile 1946

Autodidatta, dapprima paesaggista nel solco della tradizione, Preseglio si è fatto maggiormente apprezzare per una pittura che è frutto di coraggio, ancor prima che di preparazione.  E fonda la sua validità nella «sapienza artigianale», fatta allusione e denunzia. E pure, le sue tavole sono ancora figurative, idealmente congiunte ai capolavori dell'antichità: agli affreschi che ancora possiamo osservare in solitarie chiesuole o nelle basiliche, superfici corrose dal tempo su cui affiorano labili, indistinti colori e figure.  Un pegno di fede tolto alla incuria dell'uomo e all'abbandono.  Nascono così Madonne, Gesù Bambino, Angioli che paiono brani d'affresco strappato a secolari pareti.  Pareti trasformate in quadri, immagini in oggetto, secondo attuali correnti artistiche, che vedono Preseglio operare con ben definita fisionomia. Sembra che «dalle sinopie prenda l'avvio delle sue opere; un lieve brano di colore, un alito di vita lontana appena percepiti e ricomposti nel poco che resta:appassionata ricerca della dimensione, della presenza del tempo», come osservai in occasione di una delle le prime apparizioni'di suoi dipinti, all'inizio degli anni Settanta. Da allora, anche se non frequenti, assai significative le presenze di Sergio Preseglio in mostre collettive bresciane, e poi a Foggia, Torino, Vicenza, L'Aquila... mentre solo una «personale» si ricorda, a Soncino nel 1976. Una Annunciazione, composta in due grandi pannelli, adorna una chiesuola in frazione di Costa Volpino, opera realizzata per volontà della locale comunità nel 1978.
 
BIBLIOGRAFIA
«Giomale di Brescia», 15 settembre 1974, Nel ricordo del sen.  Roselli.
R. LONATI, «Galleria li Rivellino», Soncino, 23 giugno - 8 luglio 1976. (Tratto dal manifesto della «Mostra dei dipendenti della Provincia di Brescia», 6-8 giugno 1975.
L. SPIAZZI, Artisti bresciani in Duomo vecchio, «Bresciaoggi», 3 gennaio 1976.
 

PRESTI CARLO

 Secolo XVI

Stefano Fenaroli («Dizionario») afferma di poter dare soltanto il nome di questo pittore e di segnalare una sola opera nota, collocata vicino alla sacrestia della chiesa di S. Giovanni Evangelista, in Brescia, e segnata Carolus Presti, 1593.  Lo stesso Fenaroli giudica il dipinto di modesta fattura.

 

PREVOSTI RICCARDO

Brescia, 9 gennaio 1942

Giovanissimo e prevalentemente incisore, si è formato sotto la guida di calcografi urbinati, ben noti anche a Brescia, presso il «Gruppo culturale grafica di Brescia».  Ha quindi contribuito alla nascita ed all'affermazione del laboratorio «L'Acquaforte», sorto nel 1974.  In seno a questo sodalizio ha affinato le naturali doti, partecipando altresì a collettive varie nella nostra provincia, allo scopo di divulgare, anche nell'ambito scolastico, la conoscenza delle tecniche incisorie.  Ha avuto così modo di figurare via via a fianco di artefici di larga fama, di giovani bresciani quali Giuseppe Covelli, Gianni Falnl, del più noto Gianni Coccoli (v.). Caratterizzano le'sue opere il costruttivo segno, il forte contrasto chiaroscurale dei piani e delle masse, a dar vita a figurazioni racchiudenti simbologie esistenziali.
 
BIBLIOGRAFIA
«Giomale di Brescia», dicembre 1978, Domani si inaugura la mostra del Premio di Pittura Amicizia.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 20 gennaio 1979.

PROMIS ANTONIO

Secolo XVI.

Sua opera è in una casa iseana, nella contrada che porta a Clusane e rappresenta la Vergine con S. Rocco e altro Santo.  Eseguita nel 1505, manifesta influenza ferramoliana.
Custodito dalla Pinacoteca Tosio-Martinengo, pure del 1505, gli è attribuito dubitativamente altro dipinto: raffigura un Frate orante ed è firmato Antonius Priam.
In quanto di lui si conosce, Antonio Promis si rivela artefice di modesta levatura.
 
BIBLIOGRAFIA
G. ROSA, «Relazione della Commissione prov. per la conservazione ... », 1875.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
P. DA PONTE, «Esposizione della pittura bresciana», 1904.
G. NICODEMI, «La Pinacoteca Tosio-Martinengo», 1927.
L. FALSINA, Gemme artistiche valtrumpline, «La Valle Trompia», 1930.
L. VECCHI, «Brescia», monogrìfia per gli a. 1941-1942.
G. PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio-Martinengo», Ed.  Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
«Storia di Brescia», Vol.  Il.

 

PROSPERO BRESCIANO

v. Scavezzi Prospero

QUAGLIA GIO. BATTISTA

q.- BASSANO.  Secolo XVI

Stefano Fenaroli nel suo «Dizionario>, lo definisce pittore e rinvia all'Estimo del 1525 della quadra seconda dì S. Alessandro.
Del pittore non restano opere, né si hanno ulteriori notizie.

 

QUAGLIA MARIO

Botticino Sera, 6 marzo 1946

Ha frequentato i corsi serali della Associazioni artistica di via Gramsei esponendo in seno alla stessa A.A.B. fin dal 1971, in occasione di mostre sociali. Ha quindi esteso la partecipazione a collettive in Bergamo, Verona, allestendo nel contempo mostre personali in Brescia (197'7, 3, 5, 8, 9); Desenzano (1974); Firenze (1976); Prato (1976); Salsomaggiore (1978). Fin dal suo primo apparire, Mario Quaglia evidenze i temi prediletti: paesaggio (dedicato alle nostre campagne e alle spiagge meridionali), natura morta resi con tratto rapi scand'to; figurette ravvivate da policrom' «fazzoletti» racchiudenti i folti capelli. Sono gli stessi motivi riproposti nel susseguirsi delle apparizioni in pubblico, anche se sembra farsi prevalente la produzione dedicata alla natura morta: fiori frutta che acquisiscono plasticità a mezzo del semplice disegno e delle nitide cromie non immemori di capolavori del passato.  Opere accuratamente condotte, in ogni particolare, pur non perdendo in freschezza e «dove l'attenta cromia, con molti panneggi di sfondo» riesce a dire la natura romantica dell'autore.
 
BIBLIOGRAFIA
A. MORUCCI, «Galleria Brixia», Brescia, 9-22 dicembre 1972.
A. MORUCCI, «Galleria la Cornìce», Desenzano, 25 agosto-6 settembre 1974.
A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. XIV, n. 152, novembre 1974.
A. MORUCCI, «Galleria l'Araldo», Brescia, 9-21 novembre 1975.
«Centro culturale S. Michele», Brescia, 4-16 marzo 1978. «Centro culturale S. Michele», Brescia, 10-22 novembre 1979.
 

 

QUAGLIO GIULIO

Secolo XVIII

Nativo di Laino (Co), lo si ricorda per essere l'autore delle belle decorazioni in palazzo Martinengo Palatini (1714-1715) e per l'influenza che la sua arte ebbe su numerosi noti artisti locali, dai Paglia al Carloni, che ne fu discepolo, allo Scalvini... fino a Pietro Corbellini «da poco riemerso ed operante soprattutto in terra camuna». Altre opere del Quaglio sono ricordate a Malonno, nel coro della chiesa di S. Maria del Miracoli, in città, distrutti durante l'ultimo conflitto mondiale, come ricorda la «Storia di Brescia», alla quale si rinvia anche per la nota documentaria.

QUISTINI BERNARDO

Secolo XVII

Ugo Vaglia nel suo «Dizionario degli artisti e artigiani della Valle Sabbia», 1948, lo definisce pittore, nativo di Navono ed operoso nel 1698

 

QUISTINI GIAN MARIA

 Secolo XVII

Ugo Vaglia nel suo «Dizionario degli artisti e artigiani della Valle Sabbia», 1948, lo definisce pittore, nativo di Navono ed operoso nel 1699.

 

  1. QUISTINI LUCA
  2. RABAGLIO PROSPERO
  3. RACCAGNI PIERO
  4. RAFFAELLO E ANDREA (DEL) BRESCIA

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