Dizionario dei Pittori Bresciani
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POZZOLI BRUNO

Brescia, 8 gennaio 1915

Ha studiato alla Scuola d'arte «A.  Fantoni», di Bergamo, sotto la guida di Barbieri.
Anche se il suo curriculum ricorda una mostra bresciana, la sua pittura ci è nota soltanto per quanto di lui hanno scritto Elio Marcianò e Nella Mariani che, pur ravvisando nella pittura figurativa matrice ottocentesca, rilevano tematiche ispirate alla realtà del giorni nostri.  Un amore per l'umanità che si evidenze nelle figure «protese nella ricerca, nell'abbandono, nella rassegnazione della vecchiaia, pensose o sorridenti, volti amabili di vecchi con le loro sofferenze e gioie, con i loro sentimenti puri, carichi di simpatia umana in uno scoperto desiderio di dare agli altri ciò che forse gli altri non hanno, che però vanno cercando».
Presente con mostre personali oltre che a Brescia, a Caravaggio, Milano ed in altri centri, ha partecipato a vane rassegne in Milano, Caravaggio e Cremona.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: «Panorama d'arte 1977», Magalini Ed., Brescia, 1977.

PRANDINO OTTAVIO

o OTTAVIANO.  Secolo XV.

Grande risonanza, fin dal tempo di Elia Capriolo, ebbe il nome di questo pittore, considerato al pari, se non più, di Gentile da Fabriano. Non altrettanta fortuna ebbero le sue opere, che dovrebbero aver portato a Brescia «i riflessi della grande pittura padovana», ma delle quali non ha attribuzione certa. Secondo fonti padovane lavorò in quella città accanto ad Altichiero, nel salone del Giganti. Eco di quella pittura resta anche in città, suscitando disquisizione e tentativi di attribuzioni possibili soltanto a specialisti.  Attribuzioni altalenanti anche con il nome di altro pittore: Bartolomeo Testorino (v.) al quale pure potrebbero appartenere i dipinti in... cerca di autore. Ad agitare, ad intorpidire le acque emerge inoltre il nome di un noto architetto, il Coltrino (v.) che però visse un secondo dopo circa. Anche la Critica più ferrata s'arresta dunque, limitandosi ad affermare che Ottaviano Prandino, del quale non vi sono certe notizie locali, operò con Altichiero in quel di Padova.  Ancora attivo nel 1412.
 
BIBLIOGRAFIA
Nota: Stante le incertezze si rinvia alla voce: Testorino Bartolino e si indicano:
M. SAVONAROLA, «Libellus de magnificis ornamentis R. civitatis Padue», (Muratori, R.I.S., XXIV, coll. 1175, a cura di Pagarizzi).
E. CAPRIOLO, «Chronica de rebus Brixianorum», 1505.
L. ALBERTI, «Descrizione d'Italia», Ediz. 1505.
0. ROSSI, «Elogi storici di Bresciani illustri», 1610.
L.P. COZZANDO, «Vago e curioso ristretto», 1694.
P.A. ORLANDI, «Abecedario pittorico», 1704 e Ediz. varie.
M. BOSCHINI, «Dell'origine e delle vicende della pittura in Padova».
L. LANZI, «Storia pittorica dell'Italia», Bassano, 1795 - 1808, Ediz. 1823.
F. NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.
P. BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
C. COCCHETTI, «Brescia e la sua provincia - Illustrazione del Lombardo Veneto», Milano, 1857.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1877.
M.A. MICHIEL, «Notizie d'opere di disegno», Bassano, 1880, Ediz.  Frizzoni, p. 78.
B. BRUNELLI, Una sala dimenticata, «Le Vie d'Italia», 1925.
L. COLETTI, Studi sulla pittura del Trecento a Padova, Altichiero e Avanzo, «Rivista d'arte», 1931.
THIEME-BECKER, Vol.  XVII, (1933).
G. LONATI, Cremonesi a Bres(@ia, «Bollettino storico cremonese», 1935.
S. BETTINI, «Giusto dé Menabuoi e l'arte del Trecento», Padova, 1944.
«Storia di Brescia», Voll.  I e 11.
 

PRATI GIULIANO

Brescia, 23 settembre 1931

Grafico di professione presso nota casa editrice, da alcuni anni ha intrapreso la partecipazione a collettive in Brescia e provincia. Del 1977 è invece la prima mostra personale in città; altra ne ha allestita nel 1979. Fin dalla prima apparizione, prevalente si rivela l'attenzione a «scenari vuoti di case e strade antiche che si ripetono secondo uno stesso modulo nel vecchio cuore di diverse città». Archi, finestre, portici, cortiletti, qua e là qualche albero stecchito, e dovunque solitudine, silenzio. Geometriche superfici sorprese in quartieri bresciani, a Modena, Firenze, Chioggia, Venezia, Lucca... Dapprima schematizzate, assorte in atmosfera quasi metafisica, le viuzze, le pareti, gli scuri androni si sono via via ravvivati, a rispecchiare un interesse palese del pittore, che quelle finestre, quelle soglie ora supera, quasi nel desiderio di sorprendervi alfine un alito di vita. Il colore, un tempo immoto, s'è fatto maggiormente mosso e tepido «nel bagliori di luce», a riproporre, con semplici mezzi, gli scrostati intonaci di poveri ambienti, nel quali «vien voglia, se l'ora permette, di conversare, far quattro chiacchere, conoscersi insomma per il breve viaggio del giomi». Nascono così panorami stilisticamente coerenti e vari, pur nella estrema semplicità compositiva: frutto, non di volontà ripetitiva ma di costante vena poetica pervasa da penetrante malinconia.
 
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 19-28 febbraio 1977.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 26 febbraio 1977.
L. SPIAZZI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 20-31 gennaio 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 27 gennaio 1979.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 30 gennaio 1979.
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, I -I I maggio 1980, Catalogo.

 

PRATI TIZIANA

Brescia.
Dopo aver frequentato la scuola serale della A.A.ß., lo Wins sotto la guida di Schinetti e per qualche tempo lo studio di Adolfo Penocchio, sul fare degli anni Settanta ha intrapreso la partecipazione a collettive in città e provincia, fra le quali val citare le varie edizioni del Premio Visano, estendendo poi la presenza anche a mostre in Cremona (1976, 1977), Milano (1975, 1978), Isola Dovarese (1978), Cervia (1980). Ha allestito una mostra personale, presso la bresciana «Galleria del Carro», nel 1979. Figurativa nel solco della tradizione, Tiziana Prati sembra meglio esprimersi nelle nature morte, in particolare fiori e frutta resi.nella loro plastica essenzialità: dai cardi, motivo di arabescati contrappunti, ai melograni, alle mimose dalla effusa cadenza. Non mancano tuttavia nella produzione della giovane pittrice i paesaggi, ove il raccolto motivo di solitari angoli, di frondosi viali, il rapido precipitare di ruscelli entro folti cespugli le consentono di ricomporre pacate atmosfere che i colori autunnalì prediletti dicono consonanti ad un animo sensibile, che ad essi sa ispirarsi per un racconto semplice e spontaneo. Opere di Tiziana Prati sono in permanenza alla «Alstad Galerie», di Vienna.
 
BIBLIOGRAFIA
«Il Mostra concorso di pittura e scultura E. Roselli», Visano, 16 settembre - 2 ottobre 1973, Catalogo.
«I Concorso V. Trainini», Brescia, ottobre 1973.
«Giornale di Brescia», 21 settembre 1975, Qui Visano.
«Il Nuovo Giornale», 22 novembre 1975, Concluso il IV concorso na ionale Il Pennello d'oro. «Città di Cremona - El Cavalèt», Cremona, dicembre 1976, Catalogo.
C.C.A., Significativo concorso per ricordare G. Renica, «Bresciaoggi», I I ottobre 1978.  A. MORUCCI, «Italia artistica», n. 48, 30 novembre 1978.
«Giornale di Brescia» s.d. (dicembre 1978), Artisti bresciani premiati a Milano.
A. MORUCCI, «Galleria del Carro», Brescia, 6-18 gennaio 1979.
A. MORUCCI, T Prati, «Corriere bresciano», 31 gennaio 1979.
«Giornale di Brescia», 16 settembre 1979, Qui Visano.
«Giornale di Brescia», 3 e 15 febbraio 1980, Mostre e gara di solidarietà per l'Anf s.
 

PRATO FRANCESCO DA CARAVAGGIO

v. CARAVAGGIO (DA) FRANCESCO.

PREDAL (DE) GIACOMO

Secolo XVI.

Il «Dizionario» di Stefano Fenaroli lo definisce pittore e rinvia al Registro delle custodie notturne del 1525 della quadra sesta di S. Faustino.  Di lui non si conoscono opere o altre notizie.

 

PREMOLI ALFREDO

Brescia, 15 ottobre 1876 - Lanzo, 1967.

Fratello di Rodolfo (v). Ancora durante gli studi, nel 1899 vince un concorso indetto dalla rivista «Memorie di un architetto» presentando lo schizzo di una cancellata immaginata nello stile Liberty, che caratterizzò anche la successiva attività di ingegnere. Laureatosi a Torino nel 1900, durante i frequenti ritorni a Brescia, dove aveva la famiglia, ebbe modo di conoscere l'architetto Arcioni e di collaborare con lui.  Dopo un breve periodo trascorso alle dipendenze della Fiat, di cui fu il primo ingegnere, abbracciò la libera professione, realizzando noti edifici.  Nel 1911 è responsabile dell'Esposizione torinese ordinata in occasione del festeggiamenti per il cinquantenario dell'unità d'Italia; al fratello Rodolfo è affidata la decorazione del palazzo delle Feste. Fra i primi progettisti di campi d'aviazione, operò a Bari, Brescia, dove progettò la chiesa di Santa Maria della Vittoria e, nel 1936, una casa di cura a Desenzano.  L'attività pittorica è svolta durante i periodi liberi dalla professione: nel dipinti ad acquarello coglie aspetti naturali, come attesta un Paesaggio montano del 1920 o architetture testimoniate dal numerosi aspetti di Oropa, dove si recò sovente negli anni 1919-1935 e di cui ritrasse il famoso Santuario (1919).  Vedute giudicate "originalissime nei geniali tagli compositivi, freschissime e trasparenti nella difficile tecnica dell'acquarello eseguito con impressionistica spezzatura».  Ammalatosi, venne ricoverato in una clinica di Lanzo dove si spense. A corredo delle su esposte note si ricorda che nel 1904 la «Sentinella bresciana» dice di un Premoli insegnante alla Scuola Moretto con i pittori Carlo Chimeri, Arturo Castelli, Amaldo Zuccari e Costantino Zatti; un A. Premoli, non meglio identificato, è fra gli aderenti all'Esposizione bresciana dello stesso anno.  Da ricordare l'acquerello Il Tempio della Fortuna Virile in Roma, catalogato dalla galleria d'arte moderna, dato ad Antonio Premoli.
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», 22 luglio 1904, La Scuola Moretio.
«Storia di Brescia», Vol.  IV. (Con la sola indicazione di Premoli A.).
E.P.-A.P., «Alfredo e Rodolfo Premoli», Ed.  Galleria d'arte contemporanea, Torino.
 

 

PREMOLI RODOLFO

Brescia, 31 ottobre 1881 - Orbassano, 3 marzo 1938

Fratello di Alfredo (v.). Af'finò le naturali doti sotto la guida di Cesare Bertolotti con il quale collaborò anche in alcune decorazioni. Interrotti gli studi tecnici seguì quindi vari corsi presso le Accademie di B.A. in Roma e Torino.  Vinto il concorso per l'insegnamento di Omato, è stato lungamente docente in scuole tecniche e normali. Pastorello con flauto, presentato in occasione del concorso per il Legato Brozzoni, lo pone in luce nel 1904.  La commissione giudicatrice, composta da Angelo Dall'Oca Bianca, l'arch.  Augusto Bresciani, Domenico Ghidoni, gli assegna la votazione di 27/30.  La borsa di studio gli consente di soggiornare e di perfezionarsi a Roma. A Torino, nel 1906 è studente ed è primo fra i candidati, ottenendo dal Ministero della P.I. il diploma per l'insegnamento.  A confermare le notevoli qualità artistiche di Premoli è l'acquisto fatto di una sua opera da parte di S.M. il Re, durante una mostra di ß.A. torinese.  L'opera prescelta si intitola Malinconia autunnale (1913).  Ma anche note rinvenute ci dicono dell'attività artistica del nostro pittore: nel 1911 ricordato quale autore della decorazione del torinese Palazzo delle Feste e realizzata per l'Esposizione allestita nel cinquantenario della unità d'Italia.  Ancora nel capoluogo piemontese, nel 1914 si afferma al Concorso di pittura dell'Accademia di B.A.; il successivo anno al Concorso di Plastica indetto dall'Istituto Professionale operaio.
Le sue opere lo dicono attento alle vicende artistiche d'oltre alpe, ma anche sensibile al naturalismo di Grosso, del quale fu assiduo frequentatore. Autore di paesaggi, di nature morte, fu tuttavia essenzialmente figurista e ritrattista fortemente analitico ed indagatore. Si ricorda una Donna con cesta del 1930 e quello che è ritenuto il suo capolavoro Stimmug.
Un Premoli, non meglio identificato, risulta presente all'Esposizione bresciana del 1904.  Presso la Galleria d'arte moderna sono: Vecchio violinista, Nudo femminile, Uomo con berretto e Ritratto di Vecchio.
 
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», 22 luglio 1904, Scuola Moretto.
«La Sentinella bresciana», 19 agosto 1904, Al Legato Brozzoni.
«La Sentinella bresciana», I I febbraio 1906, Bresciano che si.fa onore.
«La Sentinella bresciana», 7 maggio 1913, S.M. il re acquista un quadro del pittore Premoli.
A.P.-E.P., «Alfredo e Rodoifo Premoli», Ed.  Galleria d'arte contemporanea, Torino.
 

PRESEGLIO CARLO.

Bagnolo Mella, 19 marzo 1927

Ha ricevuto i primi elementi pittorici dal fratello Pietro (v.), ma è da considerarsi autodidatta. Presente ad alcune mostre collettive in città e provincia, si è evidenziato in occasione delle ultime edizioni del Premio Olimpia (1979-80) organizzato al quartiere Casazza, ove abita. Recente la prima ed unica mostra personale allestita da Carlo Preseglio, del quale ben interpreta il carattere e l'opera L. Romani, che in catalogo sottolinea del Pittore la personalità «riservata e sensibile, che trova nel colori, a volte delicati, a volte violenti, a volte soffusi di tristezza il modo migliore per esprimersi. La violenza dei toni di alcuni rustici, la delicatezza dei colori di una natura morta, la poesia della bellezza delle piccole e semplici cose sono le battute di un dialogo diretto con i suoi soggetti preferiti, sono la ricerca amorosa di una dimensione perduta».
BIBLIOGRAFIA
L. ROMANI, «Galleria G.C. Abba», Brescia, 3-15 marzo 1979.
 

 

PRESEGLIO PIETRO

Capriano del Colle, 6 maggio 1910 - Brescia, 13 ottobre 1974

Trascorsa la prima infanzìa nel paese natale, accanto a numerosi fratelli, alcuni dei quali appassionati di pittura, Pietro Preseglio con la famiglia si trasferisce a Bagnolo.  In questa località, ancora giovinetto si fa conoscere dipingendo alcune «santelle» o decorando chiesuole, come quella in frazione «Castelvecchio» nella quale realizza una Assunta. Intorno al 1930 è a Brescia; vi frequenta i corsi serali di disegno presso la Scuola Moretto e intraprende l'apprendistato con Giuseppe e Vittorio Trainini, seguendoli nelle loro peregrinazioni artistiche nella provincia; aiuta altri decoratori o affreschisti, fra i quali G.B. Cattaneo e Oscar di Prata. Negli anni Trenta lo si ritrova presente alle Mostre sindacali, dove è notato da Pietro Feroldi.  Combattente durante la guerra d'Africa, indi nel secondo conflitto mondiale, tomato a casa vive il dramma della disoccupazione; ormai sposato e padre di numerosi figli, accetta per breve tempo un lavoro presso ditta industriale, ma si licenzia per tomare ai colori ed ai ponteggi: sacrificando a questa passione la tranquillità economica della famiglia. Fra le numerose decorazioni alle quali ha collaborato si possono citare un grande Pastore in abitazione del villaggio Violino o la cappella dedicata al Caduti nella chiesa di S. Giacinto al Quartiere Lamarmora. Quale pittore di cavalletto è autore di numerose nature morte e di ritratti. Nelle composizioni di più estesa superficie si ravvisa la tempra del decoratore: sono suppellettili casalinghe, frutta, vasi in fiore ben allineati, dall'accurato tratto, ma statico.  Ben più spontanee le piccole tele di frutta (mele, pere, uve) in cui il colore rorido, corposo, saporoso si anima sul fondo luminoso di aperte finestre.  Nei pochi ritratti veduti v'è la caratterizzazione del personaggio; notevoli due Autoritratti, l'uno giovanile dal tono scuro, dal profilo nitido del capo di contro ad uniforme fondale, l'altro, più vicino nel tempo, dal vivo sguardo, dalla composta espressione e tepide tonalità.  Numerosi i disegni colorati realizzati su carta durante gli anni militari, in Africa, in Albania e sparsi ormai in abitazioni di parenti e amici ai quali Preseglio li ha ceduti unicamente a dipinti a olio negli ultimi anni di vita; anni amareggiati da lunga, estenuante malattia a causa di postumi di guerra.
 
BIBLIOGRAFIA
«Il Mostra del sindacato prov. ß.A.», Brescia, 1934, Catalogo. «III Mostra del sindacato prov. ß.A.», Brescia, 1936, Catalogo.
P. FEROLDI, Orientamenti, «Il Popolo di Brescia», 26 novembre 1936.
P. FEROLDI, Precisazioni, «Il Popolo di Brescia», 2 dicembre 1936.
«IV Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1938, Catalogo.
P. FEROLDI, La VI mostra sindacale, «Il Popolo di Brescia», 15 febbrao 1938.

 

  1. PRESEGLIO SERGIO
  2. PRESTI CARLO
  3. PREVOSTI RICCARDO
  4. PROMIS ANTONIO

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