Secolo XVII.
Dopo la peste del 1630, nel fervore di fede che dette vita a tanti ex voto, numerosi sono i pittori incaricati di eseguire anche ritratti.
Fra essi Gerolamo Trojano, ignorato dalle fonti bresciane, ma operoso a Breno nel 1640, anno in cui dipinse Don Bartolomeo Caldinelli orante ai piedi della Vergine.Ancora nel 1643 il Trojano è a Breno, presente ad un battesimo, come ricorda R. Putelli in «Miscellanea di storia Camuna» (1929).
Da notare che l'indice della «Storia di Brescia» lo pone alla voce: Tropario Gerolamo.
Floridia (SR), 5 settembre 1932.
Giunto nella nostra città dal Sud, alla terra d'on'gine ha riserbato apprezzabile fedeltà anche nelle opere pittoriche, frutto di una attività che a Brescia tuttavia ha potuto evidenziarsi sul fare degli anni Settanta e concretizzarsi in numerose partecipazioni a collettive e personali.Sono così citabili le presenze di Giò Trombadore dapprima a Padova (1967 e 69), poi quasi esclusivamente nel Brescìano: Gardone Riviera (1971), Desenzano (1971, 76), Visano (1971, 72, 73, 75, 76, 78, 79), Leno e Montichiari (1973), Bovegno (1974), Ospitaletto (1975, 76, 77, 78, 79, 80), Gottolengo (1976), Carpenedolo (1978), con sortite a Cemusco (1975), Milano (1975 e 76), Foggia (1975), Vigevano, Siracusa e Monaco (1976).
Le mostre personali sono invece documentate a Brescia (1973, 75, 77, 79), Lumezzane (1973), Verona (1976, 78), Ospitaletto (1976), Sirmione (1977), La Spezia e Bergamo (1979).
Pittura dal tratto postimpressionista, è dedicata prevalentemente alla campagna; ad una natura inconsueta, tuttavia, «due alberi rinsecchiti... si direbbe che intorno non vi sia che gleba arsa e selvaggia, mancano riferimenti precisi, all'orizzont,altri cespugli o segni di lavoro nei campi... e presso quel tronchi scorticati stanno gli uomini, la gente, il contadino e, discosta, s'intravede qualche volta anche la casa.Il tramonto accende terriccio e vecchi muri; non esiste aria come riposo, o geografia ordinata e quieta... vita aspra tutt'intomo... Le pennellate si accavallano posandosi sulla superficie come foglie riverberate di rossiccio, brune, verdi, screziate», come ben ha osservato Luciano Spiazzi.E quella rosata luce effusa, che dona un che d'irreale alle composizioni, penetra anche gli altri motivi composti da ' Trombadore, testimonianti i molteplici aspetti di una cruda realtà, o le numerose scene che hanno a protagonisti i carabinieri.
Numerosi repertori recano notizie del pittore; così come noti i critici che ne hanno detto:-da Guglielmo Carnemolla (Firenze) a Carlo Segala (Verona), da Franco Ortis (La Spezia) a Lino Lazzari (Bergamo); mentre dei bresciani si precisano i testi nella nota documentaria.
BIBLIOGRAFIA
B.MARINI, «Galleria S. Michele», Brescia, 6-18 gennaio 1973. (Anche in «La Voce dell'automobilista», novembre-dicembre 1972).
L.SPIAZZI, E. MARCIANO, «Panorama d'arte '77», Brescia, Magalini Ed., Brescia, 1977.
A.MORUCCI, «Galleria S. Michele», Brescia, 6-18 gennaio 1979.
Cogno, 23 dicembre 1932
Intraprende lo studio della pittura sotto la guida d; Piccinini, Trainini e delio scenografo Fava, frequentando nel contempo gli studi di Ottorino Garosio e Solaro.
Con il maestro Bergagna segue i corsi di arte sacra all'Istituto «B.Aììgelico» di Milano.Frequenta, sotto la guida del prof.Trento Longaretti, l'Accademia Carrara di Bergamo, specializzandosi in mosaico e vetrata con i maestri Peresson e Taragni.
Ancora durante gli studi riceve premi in prove di mosaico, altri ne conseguirà al Concorso «Mondo d'oggi», (1971), quindi a Bormio, Leno, Monticelli Brusatì (1972) in varie altre collettive provinciali.
Mostre personali di cui si è documentati ha tenuto a Salò (1965), Temù (1970), Sarezzo (1973) ed a Brescia, dove si è ripetuto in Galleria varie negli anni 1973, 74 e 1977.
Meritevoli di citazioni alcuni interventi effettuati, anche in collaborazione, nella chiesa di Andrista, dove la «scrupolosa cura e perizia hanno fatto rlaffiorare i colori vivaci e il sorriso del bambino Gesù in braccio alla Vergine», oppure i mosaici raffiguranti il Cantico delle Creature nel convento del Cappuccini di Lovere e nella cappella Giudici di Castelfranco, nonché vetrate varie.
La pittura di cavalletto esplicata da Mino Trombini affonda le radici nell'Impressionismo francese: sono paesaggi, figure, nature morte e scene di vita quotidiana resi con colori pacati ma animati; e spiagge desolate scandite da ampi piani di materia grumosa e macerata.
E il frutto di una ricerca incessante, «calata dentro la vita... la realtà: tutta la realtà, la più piccola realtà che vive il suo luogo, la sua funzione, i suoi limiti.L'ingigantimento del particolari, lo scavo assillante verso il cuore degli oggetti, l'intimità e la profondità sono invece di un'anima tormentata dalla necessità di giungere al possesso caparbio e totale del creato quale eden di meravigliosa perfezione, sovrumana ed etema».
In queste parole di Mauro Togni ci sembra siano coniugate le due vocazioni di Mino Trombini, sacerdote e pittore.
BIBLIOGRAFIA
R.BRESCIANI, W. Trombini, «Biesse», a. 1, n. 1, gennaio 1961.
T.LONGARETTI, «Domus nostra», Salò, 18 settembre - 4 ottobre 1965.Tomasi, MazzoIeni,
Trombini, Catalogo.
AA.VV., «Mino Trombini», Magalini Ed., Brescia, 1972, con 20 ili. «Il Regalo», Brescia, invemo 1972 - 73, Stampa Tip.Vestonese, 1972.
AA.VV., «Galleria A.A.B.», Brescia, 21 gennaio - 3 febbraio 1973. (Testi di G. Valzelli e M. Togni).
A.MORUCCI, «Ristorante Valverde», Sarezzo, 17 f'ebbraio - 8 marzo 1973. «Galleria Bistro», Brescia, 20 ottobre - 3 novembre 1973.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 7-18 febbraio 1974, Collettiva.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arie, «Gior-nale di Brescia», 15 febbraio 1974.L. SPIAZZI, Arte, «La Voce del popolo», 22 febbraio 1974. «Galleria G.C. Abba», Brescia, 2-14 gennaio 1977.
Trescore Comasco, 9 dicembre 1927
Di questo pittore, naturalizzato bresciano, si rileva l'attività espositiva fin dal nascere degli anni Sessanta, con partecipazioni a mostre sociali del sodalizio di via Gramsci (A.A.B.) dove si ripresenta in successive occasioni e dove propone la sua prima mostra personale, allestita nel 1965.
Alla A.A.B. tornerà con altre personali nel 1968, 1972 per poi riapparire nella Galleria della Loggetta nel 1975.
Presente alla vasta rassegna «Brescia '80», vi esponeva un Pae,@aggio trentino i cui piani scanditi da luci e ombre riconfermavano la capacità dell'autore di rendere le pareti delle case, le prospettive di viuzze e contrade con una verità che, espressa dapprima con un naturalismo descrittivo, è poi raggiunta con «espressione di sognate visioni».
Anche la materia, dapprima arida e dalle distese campiture, s'è fatta maggiormente elaborata e preziosa di accostamenti cromatici entro più definiti contorni.
Paesaggista dunque, Adamo Tr-uppia, insegue il mondo rustico, colto un poco dovunque, con quella «pennellata ch'è un atto d'amore, un mattone per la costruzione della verità», com'ebbe ad affermare Gianfranco Rolfi.
Un paesaggio dalle linee e dai volumi definiti dove raramente s'affaccia la figura umana: il silenzio che alita sotto i chiari cieli ne suggerisce tuttavia la presenza, pel moto nostalgico, pel desiderio di un mondo che, a chi sa apprezzarlo, può ancora offrire raccoglimento, intimo colloquio.
Con le presenze in seno al «Gruppo A. Canevari» della Ideal Standard, dove Truppla ha lavorato, si possono citare adesioni al premio di Desenzano, nonché alle collettive della «Galleria La Loggetta», (1974, 1975) e della «Galleria Pallata», (79).
BIBLIOGRAFIA
«Galleria A.A.B.», Brescia, 1-14 settembre 1962, Trenta pittori evpongono, Catalogo. «Galleria A.A.B.», Brescia, 18-30 aprile 1964, Collettiva BS 19, Catalogo.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 6-18 novembre 1965.Invito.
- MORUCCI,Galleria d'arte,«Biesse», a. V, n. 53, novembre 1965.
«Galleria A.A.B.», Brescia, I I maggio 1968, (cfr.), «Giomale di Brescia», I I maggio 1968.
G.F. ROLFI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 13-25 maggio 1972.
«Galleria La Loggetta», Brescia, 11-23 geniìaio 1975.
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, 1-1 I maggio 1980, Catalogo.
Secolo XX.
Presente alla IV Mostra del sindacato provinciale di ß.A. allestita in Brescia nel febbraio- marzo 1938.
Le sue opere ricordate in catalogo sono: Autoritratto e una Composizione.
Si segnala il nominativo di questo artefice, presumibilmente bresciano ma del quale non è possibile fornire ulteriori notizie, tanto meno indicare i caratteri della sua pittura.In occasione della su ricordata esposizione le sue opere figuravano accanto a quelle di quasi tutti i pittori locali operanti negli anni Trenta.
BIBLIOGRAFIA
«IV Mostra del sindacator prov.B.A.», Brescia, febbraio-marzo 1938, Catalogo.
Orzinuovi, 31 maggio 1949.
Frequentata per un solo anno (1966) l'Accademia di Brera in Milano; negli anni 1976-77 iscritto all'Istituto d'Arte bresciano «G.Savoldo», Martino Turotti ha bruscamente interrotto i corsi artistici per proseguire autonomamente una ricerca che ci par di poter definire concettuale e i cui esiti sono «moduli» ordinatamente accostati; semplici, quasi infantili forme ritmicamente ripetute nell'intento di riproporre in armonie cromatiche gli elementi sconvolti della natura, le componenti d'un mondo i cui equilibri appaiono fatalmente alterati.
Questa, almeno, l'immagine che di Turotti rimane, dopo la sua apparizione nella piccola Galleria di via Pace accanto al giovani Almeoni, Furri e Sola, nel 1978.
Quella presenza giungeva dopo le mostre personali allestite a Quinzano d'Oglio e a Soncino, delle quali però non abbiano riscontri, le rare partecipazioni a collettive provinciali.Ed è l'ultima presenza in pubblico perché, pressato da motivi contingenti, Turotti ha dovuto rinunziare ad esporre, pur continuando ad operare nel brevi momenti concessigli dal lavoro.
BIBLIOGRAFIA
«Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 18 marzo 1978, Espongono i pittori Almeoni, Furri, Sola e Turotti, Catalogo.
Palazzolo, 6 novembre 1948.
Ha frequentato la scuola serale dell'Accademia Carrara di Bergamo: vale a dire, tempo impegnato in viaggi, applicazione dopo l'orario di lavoro, e passione irrefrenabile per la pittura.
Con le radici accademiche, la linfa delle opere di Turra deriva da fatti essenzialmente pittorici.Nel suoi dipinti non v'è pertanto l'intenzione chiara di raggiungere determinati contenuti.Semmai questi emergono via via che il dipinto procede.Se dapprima nelle opere si affermava la «statuaria» di singole figure o di gruppo, e forse la inconfessata tendenza a «far grande», nei più recenti volti di persone, nel gruppi, nei paesaggi o nelle nature morte resi con cubisteggianti scansioni, s'avverte una n'cerca del sentimento; sentimenti comuni, di sempre, com'è stato osservato, ma cercati e fatti affiorare «nella speranza dei sogni leggiadri delle fanciulle assorte, nella fatica serena della rassegnazione della donna di casa, nell'interiore compostezza della madre che tiene tra le braccia il figliolo; stanchezza e dolore dell'uomo che siede alla tavola.Fatti, cose comuni, ma è il modo di esprimerle, queste visioni, a renderle uniche».
Ancor -Ilovane Daniele Turra ha intrapreso la partecipazione a mostre collettive, fra le quali si ricordano i Premi a Monticelli Brusati e Palazzolo (1970), Pontoglio (1971), Brescia (1971, 80), Bergamo e Capriolo (1972), Rudiano, Leno, Milano, Parigi (1973), Bovezzo (1977).Numerose le presenze in seno al «Gruppo E», composto da artisti palazzolesi.Fra le personali si ricordano quelle tenute a Brescia, presso la Piccola di via Pace nel 1972 e 1978.
BIBLIOGRAFIA
«Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bomato.@
L.SPIAZZI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 29 dicembre 1972 - 10 gennaio 1973.
L.BUDIGNA, «Studio G. 7», Bovezzo, 12-25 marzo 1977.Collettiva Gruppo E.
S.TORRESANI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 2-14 dicembre 1978.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 9 dicembre 1978.
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, I -I I maggio 1980.
AA.VV., «I pittori del Gruppo E, Palazzolo», Tipolito Masneri, Palazzolo, s.d. (1980).
L.SPIAZZI, Il Gruppo E di Palazzolo, «Bresciaoggi», 13 dicembre 1980.
E’ autore di una sola tela nota.
U.Vaglia, nel suo «Dizionario degli artisti e artigiani di Valle Sabbia», 1948, ravvisa nel dipinto la firma: Carolus Turinus e lo dice di Livemmo, senza dare elementi biografici.