Secolo XVI.
Il Fenaroli, alla voce: Castenedolo (da) Tonino del «Dizionario degli artisti bresciani», lo dice pittore e rinvia all'Estimo del 1519 della quadra seconda di S. Faustino.La stessa notizia ripropone la «Storia di Brescia» ricordando che questo pittore è pure annotato nello schedario di G. Lonati - R. Vantini presso l'Ateneo civico.Certamente figura di secondo piano, Tonino da Castenedolo potrebbe tuttavia «completare l'ambiente, e la conoscenza di sue sicure opere potrebbe forse ridurre in qualche caso l'elenco dei maggiori artisti» operosi all'inizio del Cinquecento.
BIBLIOGRAFIA
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887. «Storia di Brescia», Vol. 11.
Salò, 1935
Fin dal 1958 è attivo in iniziative varie di Gruppo, affrontando esperienze diverse nel campo artistico: dalle manifestazioni visive alla Mail Art. alla Postal Art., e collages, fotografia... nell'intento dichiarato di affermare quegli indirizzi di comunicazione che sempre più avvicinino l'uomo all'uomo, alla realtà naturale, contro l'alienazione; per una comunità armoniosamente composta. Ne sono nate opere varie: dagli iniziali oggetti di ferro e rafia alle sete colorate all'anilina, dal progetti di collane alle figure geometriche alle fotografie effíglanti i più compositi motivi. Mentalmente all'infinito, ad esempio, è frutto di operazione tramite calcolatore elettronico (serigrafia) a significare la negazione dell'opera di genio, proprio perché programmata e realizzata da macchina; così come è nei propositi di Tonoli di rendere tutti partecipi al suo esprimersi. Fervorosamente attivo, ha partecipato a numerose manifestazioni, fra le quali vale citare: Realtà artistiche oggi, a Ciserano (Bg.), Tenno (Tn.), Bergamo, Milano nel 1976; Adro, ancora Tenno e Milano nel 1977.Experimenta, a Napoli e Venezia (1978). Con il «collettivo lavoro A» è presente a Milano ancora nel 1978, mentre opere relative all'arte postale sono inviate in occasione di collettive ad Anversa, Milano, Napoli, Budapest, Tokio, Roma negli anni 1980 e 1981. Su invito, con G.A. Cavellini ed Attilio Lunardi figura nella rassegna «Informazioni Visive» nella casa dell'Artista in Tenno (1977). Ha collaborato e collabora a pubblicazioni sperimentali edite anche fuori d'Italia.
BIBLIOGRAFIA
«Realtà artistiche oggi», Biblioteca comunale, Bergamo, 26 giugno - I I luglio 1976.Catalogo. «L'Eco di Bergamo», 6 luglio 1976, Realtà artistiche oggi. «Il Gazzettino», 23 agosto 1976, Concettualismo a Tenno.
W. PERINELLI, Arte per e fra la gente, «Vita trentina», 29 agosto 1976.
«Humandesign», Ed.Lem.Milano, n. 19, primo quadrimestre, 1977.
W. PERINELLI, «Casa degli artisti G. Vittone», Tenno, estate 1977.Manifesto.
«Eco di Bergamo», 18 settembre 1978, Operazione artistica in piazza.
«Parole per amore», Biblioteca comunale, Capriolo, Stampa: Tipolitografia R. Pennati, Montichiari, settembre 1980.
Adro, 22 dicembre 1915. Vive e opera ad Adro.
Medico di professione, pittore e scultore per ritemprarsi l'animo dalle angosce e dalle amarezze giorno dopo giomo avvicinate. Un modo per rinvigorire la propria disponibilità.
Questo ci sembra il significato dell'attività artistica di Merino Tononi; e se nelle opere plastiche v'è il segno di rudezza, della escavazione riflettenti la grevità dell'esistere, nelle opere pittoriche s'afferma la fantasia, quasi liberatore canto. Non a caso i soggetti prediletti sono i cavalli, disposti in gruppo, co iti in fremente libertà; tiri mondo incontaminato e fatto quasi Fiaba, anche pel colori che sanno d'affresco.
E con cavalli sono maschere, nudini, maternità, motivi sacri che «contrappuntano un mondo poetico nel quale si rìnvengono i segni di una inquietudine sottile, l'urgenza dell'essenziale, di affondare nell'intimo delle cose». Gli arlecchini, poi, sem brano simboleggiare la solitudine.
Presente a numerose mostre collettive, anche indette nell'ambito professionale, fra le quali si ricordano: Mostra del medici artisti, in Torino (1954), in Legnano (1955), Chiari (1960), Castellammare di Stabbia (1962), Roma e Francavilla (1972), Brescia (1973), nello stesso anno si segnala al concorso interregionale «Europa Unita» indetto dalla «Galleria Simonetta» di Bergamo.
Nella medesima galleria ha ordinato la sua prima personale, seguita nel 1974 dalla seconda e, se non erriamo, ultima, presso la A.A.B.
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI - E CAMMARERI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 2-14 marzo 1974.
Secolo XVIII.
Fin da ragazzo stupisce per i suoi studi di paesaggio. Pertanto inviato presso Antonio Aureggio ed in breve tempo supera il maestro.
Attratto dalle opere dello Zuccarelli, si reca a Venezia per studiarne da vicino l'arte, ed a Venezia dipinge «con somma grazia e proprietà i vari aspetti di mare con belli sbarchi e navigli, con figure vestite secondo l'uso delle varie
nazioni». In breve si fa apprezzare anche per le composizioni a penna, nella eco di Tiziano e di Campagnola, realizzate per il co: Zaccaria Segredo che volle «cento vedute in foglio».
Altre cento gli furono commissionate da Pietro Guarienti.
'Tomato in patria continua l'attività realizzando, fra l'altro, un libro di ritratti di «musici, cantatrici, suonatori eccellenti di quell'età, delineati _a penna ed acquarello con tanta rassomiglianza e morbidezza, che sembravano piuttosto vivi che disegnati».
Andrea Torresani fu anche a Milano, lavorando per committenti stranieri a vedute del capoluogo lombardo e dintorni.Vi stette quattro anni, per poi tornare a Venezia dove una malattia lo privò dell'uso della mano e ne menomò le capacità mentali.
Tornato a Brescia, vi morì nel 1760, a soli trentatre anni (per cui i dati della sua vita potrebbero stare fra il 1727 e 1760).
La sua opera è pressoché ignota.Secondo il Delogu, alcuni suoi dipinti dovettero appartenere anche alla collezione Carrara di Bergamo.
Andrea Torresani è ricordato come uomo morigerato, generoso e culturalmente dotato, come rivelano alcune sue lettere riunìte dal Bottari.
BIBLIOGRAFIA
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L.LANZI, «Storia pittorica dell'Italia», Bassano, 1795-1808, Ed. 1823.
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G.DELOGU, «Pittori minori liguri lombardi piemontesi», Venezia, 1931.
E.CALABI, «Pitture a Brescia nel '600-'700», 1935, con bibliografia.
«Storia di Brescia», Vol. 111.
Nota: Parlicolare carattere ha: BOTTARI, «Raccolta di lettere sulla pittura...», 1782-1825.
Lovere 1965
Diplomato al Liceo artistico di Lovere (BG) e all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove è stato segnalato nel 1985 e nel 1986 al "Premio Brera". Nel 1989 partecipa con le sue opere a "Presenze Giovani nell'arte a Villa Milesi - Sala mostre Liceo artistico - Lovere e alla galleria "La Cornice" sempre a Lovere. Nel 1990 viene invitato ad esporre i propri lavori a "Incontri Novanta" presso Villa Milesi - galleria "La Cornice" a Lovere. Nello stesso anno sarà presente a "Il Conventino" nella città di Bergamo e a "La Bottega delle Stampe" di Brescia. Torri Claudio rimane in pausa di riflessione per alcuni anni per poi riprendere pienamente la sua passione per la pittura dopo la nascita della figlia Rossella. Nel 2005 e nel 2007 sarà presente alla "Biennnale dell'arte", nuova manifestazione indetta dalla città di Darfo Boario Terme (BS), dove saranno presenti vari artisti locali e di fama internazionale. Attualmente è impegnato a proporre su pennelli di medium density immagini del quotidiano vivere.
Secolo XVII.
Nativo di Chiari, la sua nascita è indicata al 1662; ad oltre il 1738 la sua morte.Appartiene forse alla famiglia di intagliatori clarensi fra i quali emersero Clemente e Bonaven'tura ricordati nel «Dizionario degli artisti bresciani» di Stefano Fenaroli; nipote altresì dell'omonimo e mediocre pittore ricordato operoso nel 1600 a Chiari.
Avviato allo studio delle lettere, quindi della filosofia e del diritto, Giuseppe Tortelli intraprende a disegnare e dipingere come autodidatta, rivelando insospettabili doti, tanto da divenire in breve esperto pittore.Per affinare le sue doti intraprende un viaggio attraverso l'Italia, raggiungendo Roma e Napoli dove può nutrirsi del vari capolavori pittorici incontrati; al ritomo si trasferisce a Venezia, dove riesce ad inserirsi nell'ambiente artistico e ad operare assiduamente, guardando anche al capolavori del Tiepolo.
Se l'apparizione di Cristo a S. Teresa, ancor oggi nella chiesa di S. Pietro in Oliveto, è fra le prime opere quella che lasciò sperare pel pittore rinnovatrice visione, numerose altre sono conosciute ed apprezzate: a Bagnolo Mella (Assunta); in Brescia nella chiesa di S. Agata (Cristo e la Maddalena, Cristo sepolto, S. Tomaso, Le Marie al sepolcro, Cena in Emmaus e nel salone parrocchiale, nel coro ... ); nell'oratorio di S. Alessandro; in S. Clemente, S. Francesco, S. Giuseppe, S. Maria delle Grazie, nel Duomo nuovo e antico, in S. Maria degli Angeli, in S. Nazaro; fuori città se ne incontrano a Chiari (Pinacoteca Repossi) ed a Colombaro (parrocchiale).
Altre ancora ne possiedono collezione privata bresciana (Resurrezione di Crìsto) e la Pinacoteca Tosio Martinengo.
Giudicato artista interessante, la sua pittura rivela un accurato disegno «troppo attento ai contorni ed un chiaroscuro insistito»le cromie tuttavia di ricca gamma fra i rossi, i bianchi, i verdi, i gialli e gli azzurrognoli «graduati a mezze tinte che sono come pause».
Queste caratteristiche meglio sono espresse in opere quali S. Liborio, L'Assunzione, I SS.Faustino e Giovita del Duomo e nel Mistero della SS.Trinità di S. Francesco, oltre a quella già citata di S. Pietro in Castello.
Se la visione di maestri veneti contribuì ad attenuare la pesantezza barocca, Giuseppe Tortelli palesa tuttavia un «certo superficiale e lezioso ammanierarsi» che ne segna il limite.
BIBLIOGRAFIA
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L.RIVETTI, Il convento di S. Bernardino a Chiari, «Brixia Sacra», 1919.
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C.BOSELLI, Spoliazioni napolconiche, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1960.
«Storia di Brescia», Vol. 111.
Brescia, 16 maggio 1914
Giovanissimo, costretto da necessità contingenti, esplica l'attività di imbianchino; per soddisfare la innata passione alla pittura frequenta lo studio di Emilio Pasini fin verso gli anni Trenta, al tempo stesso allievo di Giuseppe, Tita Mozzoni e di Pilera alla Scuola Moretto.
Dal 1935 al 1945 circa, soldato di leva e richiamato, vaga in numerose località lontane da Brescia, costretto ad abbandonare l'apprendistato artistico. Può tuttavia dipingere realizzando ritratti di superiori e dei loro famigliari in varie città: Voghera, Verona, Venezia...
Di ritorno a casa intraprende i corsi all'Accademia di Brera, sotto Carr-à e Funi affinando la tecnica dell'affresco, che lo farà sovente consulente di noti restauratori.
Abilitato all'insegnamento, è stato docente in vari Istituti frai i quali il Liceo artistico «V. Foppa», scuole medie e, da ultimo, presso il Liceo scientifico cittadino, raggiungendo i limiti della pensione nel 1977.
Assai ridotta l'attività espositiva, svolta soltanto negli anni Quaranta in occasione di collettive del gruppo Artisti indipendenti operosi in seno alla Galleria La Loggetta.
Come affreschista, da ricordare una Deposi ione realizzata intorno al 1950 nella cappella del cimitero di Corna di Darfo.
Al tema della morte di Gesù ha dedicato anche dipinti a olio di notevoli dimensioni.
Prevalentemente ritrattista, nell'impianto rammemora il maestro Pasini, sia per i fondi scuri, dai quali emergono i personaggi colti con evidente plasticità, sia per resa psicologica. Al toni fondi sono via via subentrati colori più chiari e quinte, composte da drappeggi, oltre le quali lo spazio si estende in cieli percorsi da nubi.
I volti della Madre, della Nonna (1930 circa), i vari Autoritratti sono indicativi di una evoluzione che s'affida tuttavia al prediletti colori del maestri veneti: come testimonia anche la vasta tela raffigurante Leda col cigno.
Nelle nature morte fatte di suppellettili, di fiori, di strumenti musicali, nel paesaggio sono ravvisabili più marcati elementi del naturalismo lombardo: sia per i verdi, sia per i motivi compositivi che lo hanno attratto (località vicine a Brescia, campagne e boschi). Il pittore predilige la composizione in cui è assente la coronante striscia di cielo in grado di accentuare l'effetto prospettico. Di atmosfera tuttavia il dipinto si intride per le trasparenze, per i riverberi resi con velature di cui Cesare Tosca fa buon uso.
V'è da ricordare che il pittore è anche appassionato fotografo, vicino a sodalizi del ramo.
BIBLIOGRAFIA
E.PASINI, La mostra degli Indipendenti in Duomo Vecchio, «L'Italia», novembre 1946.
L.FAVERO, La mostra degli Indipendenti nelle sale del Mercato, «Il Popolo», 19 aprile 1947.
«L'Araldo delle arti», dicembre 1947, Gli artisti Indipendenti di Bres(,ia. «Giomale di Brescia», 15 maggio 1949, Alla Galleria dell'Enal.
E.PASINI, La mostra degli Indipendenti a piazza Loggia, «Il Popolo», 22 maggio 1949.
(Antonio) Brescia, 5 gennaio 1935.
Da Luigi, scenografo lungamente operoso in Francia e cugino del notissimo pittore Mario Tozzi, è nato Nino, formatosi nel Gruppo M'oretto e frequentando artisti locali.
Fondamentalmente autodidatta, ha intrapreso la partecipazione a concorsi e mostre collettive sul finire degli anni Sessanta, dapprima con l'associazione operosa presso -La Loggetta, affrontando poi «gare» in località varie: Milano, Verona, Diano Marina, Rocca di Neto ecc.
Ha allestito alcune personali, in città e fuori, ricordate nella bibliografia.
La pittura di Nino Tozzi rivela la volontà di evoluzione riflettente il carattere insoddisfatto dell'uomo.Prevalentemente paesaggista, note sono le sue visioni di Brescia,'dove tende a cogliere gli aspetti (li vita consueta; attratto da' panorami delle nostre Valli resi con tocco impressionista.Ma dove ci sembra di ravvisare un desiderio di originalità, con i migliori' esiti' pittorici, è in opere quali Volo, La S. Sindone, Il relitto.
BIBLIOGRAFIA
a.ma., L'arte nel tempo libero, «Giornale di Brescia», 5 maggio 1976. «Galleria Abba», Brescia, dicembre 1977.
«Giornale di Brescia», 23 aprile 1978, Sul tema della Resistenza. «Bresciaoggi», 23 aprile 1978, Una mostra impegnata...
AA.VV., «Galleria Incontri», Caravaggio, 28 ottobre - 7 novembre 1979.
v. Trainini Giovanni e Luigi.
v. Trainini Giovanni e Luigi.