Gussago, 20 agosto 1912..
Trascorrendo la famiglia le vacanze estive a Gussago, ivi è nato Battista Trainini, figlio di Giuseppe (v.).
Dopo aver frequentato per alcuni anni l'Accademia Carrara di Bergamo, si è diplomato a Venezia.Docente di disegno, tenne cattedra in varie città; a Brescia artisticamente crebbe collaborando dapprima con il padre e quindi frequentando artisti coetanei quali Matteo Pedrali e Oscar di Prata.
Anche se aitreschista, lo si conosce prevalentemente per l'attività espositiva che lo dice autore di figure e di nature morte.
Quando le sue presenze a mostre si intensificano, lo si rileva nelle rassegne sindacali, lungo tutto l'arco degli anni Trenta e l'inizio del Quaranta, fino alle prime manifestazioni allestite dall'Associazione di via Gramsci, appena concluso il secondo conflitto mondiale.
Sembra dapprima affacciarsi timidamente, con Aldino e un Autoritratto.Nel 1936 l'autorevole parola di Piero Feroldi si rivolge a Ritratto, inserito fra alcune opere in cui il pittore dimostra di aver mirato al risultato di contenuto poetico di cose reali ordinate a modo, espresse in forma pacata sempre più libera dall'enfasi come dal preconcetto, fedele al rapporto che deve intercorrere fra il soggetto e lo stile.
Il giudizio del noto critico annota quindi opere di Dolci, Pianeti, Simoni, Pedrali, Vecchia: a dare maggiore evidenza alla validità del dipinti di Trainini che, in successive occasioni, s; farà apprezzare con Frammenti, Natura mo,,ta, Autoritratto (1938), Fig ra m liebre, Aflìesco (1940), Ritratto di Claretta, Ritratto di Signora (1942), nel quali s'afferma rara fantasia di intonazione mistica; ed i dipinti sono apprezzati per l'umiltà e semplicità della concezione, per i mezzi di realizzazione.
La guerra sembra velare l'attività pittorica di Battista Trainini il quale, non molto tempo dopo le partecipazioni alle mostre della nascente Associazione Artistica, si trasferisce a Milano, dividendo la sua esistenza fra il capoluogo lombardo ed il Varesino.
Un suo Ritratto femminile è custodito dalla Pinacoteca Tosio Martinengo.
BIBLIOGRAFIA
«11 Mostra del sindacato prov.B.A.», Brescia, 1934, Catalogo.
«III Mostra del sindacato prov.B.A.». Brescia, 1936, Catalogo.
,P. FEROLDI, Orientamenti... «11 Popolo di Brescia», 26 novembre 1936.
«Giomale d'Italia», Roma, 27 novembre 1936, Gli artisti bresciani alla sindacale. «Il Popolo di Brescia», 29 novembre 1936, Alla mostra sindacale, III.
- FEROLDI,Precisa--ioni, «IlPopolo di Brescia», 2 dicembre 1936.
«Il Popolo di Brescia», 6 dicembre 1936, Il Premio D, Bravo ad Achille Canevari. «IV Mostra del sindacato prov.B.A.», Brescia, 15 febbraio 1938.
«Mostra d'arte», Brescia, 11-25 gennaio 1940, Invito.
E.PETRINI, Panorama d'arte «L'Italia», 16 gennaio 1940.
«V Mostra del sindacato prov. ß.A.», Brescia, 1940, Catalogo.
P.FEROLDI, Orientamenti a ' ha quinta sindacale, «Il Popolo di Brescia», I maggio 1940.
«VI Mostra del sindacato prov.B.A.», Brescia, 1942, Catalogo.
O.L. PASSARELLA, La sesta mostra sindacale, «Il Popolo di Brescia» 3 maggio 1942.
E.PASINI, Sesta sindacale d'arte, «L'Italia», 16 maggio 1942.
0.DI PRATA, Troppe opere e poche idee, «Brescia - Lunedì», 21 ottobre 1946.
AEQUUS, Pittori e sciatori a convegno, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1946.
G.PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.Alfieri e Lacr
Brescia, 8 settembre 1923.
Allievo per circa dieci anni dello zio Vittorio Trainini (v.), ha frequentato il Liceo artistico dell'Accademia di B.A. in Venezia.Docente di figura disegnata nel bresciano Liceo Calini e nel Liceo Artistico, è presente in numerose giurie di concorsi pittorici e membro di associazioni artistiche in seno alle quali svolge opera divulgativa e culturale.
Presente ad alcune collettive bresciane, fra le quali si può ricordare la ,asta rassegna allestita nelle sale della vecchia Posta, in via Gramsel, nell'ottobre 1945, ha quindi diradato le presenze in pubblico perché assorbito dall'insegnamento e dalle committenze per decorazioni di chiese, anche in località del Meridione.
Dal 1948-1949, lungo si fa l'itinerario per seguire Gianni Trainini, dapprima a Marmentino, dove nella parrocchiale adorna il presbiterio con l'Ultima Cena e la Moltiplicazione del pane e dei pesci: ancora legate alla esperienza accademica ma rivelanti personale visione iconografica e abilità compositiva- poi a Chieti e dintorni: nella chiesa dedicata a S. Agostino del capoluogo compone Sacro Cuore; nella cappella arcivescovile Madonna Teatina, i SS.Protettori della città ed i quattro Evangelisti, dalla notevole continuità discorsiva e morbidezza.A Magno d'Inzino, in Valle Trompia, resta la Cena in Emmaus; ancora a Chieti è chiamato per decorare la parrocchiale dedicata a S. Vito: grandi lunette giudicate un poco fredde, un po' troppo «à tromper l',)ell».Ma l'Abruzzo è la regione in cui il pittore maggiormente ha operato, ed ancora sono almeno da citare la pala d'altare, con la Crocefissione per la parrocchiale di Fassacesia; lo stesso tema è nella pala di S. Giovanni, mentre una vetrata dedicata alla Ultima Cena è a Filetto (Chieti): vetrata di notevole misura e di agevole lettura.A Borghetto, in provincia di Piacenza, è chiamato per dipingere la Conversione di S. Giacomo; a Paladino di Gonzaga, la tela con le Nozze di Cana, il cui motivo è poi ripetuto in un grande affresco, nella parete della navata, per il noto Santuario di Paltone, ricco di opere d'arte.
Centodieci metri quadrati misura il dipinto della nuova parrochiale di Mompiano: Cristo e la Umanità.Oltre l'altare, tre figure soltalito: un giovane ignudo, il centrale Cristo e S. Gaudenzio al quale la chiesa e dedicata.Nel 1976, alfine, il vasto ciclo di affreschi nella parrocchiale di S. Vito Marina, ancora vicino a Chieti.
A questa estesa composizione possono congiungersi quelle in S. Maria Ausiliatrice in Trento; nella raccolta cappella di Cellatica, voluta dagli alpini.Non si può ignorare alfine la «nascosta» attività del pittore di cavalletto, del restauratore operoso in vari edifici antichi, sacri e civili.Particolarmente ci è caro ricordare la quattrocentesca cappella di S. Cristoforo, congiunta alla chiesa di S. Antonino in Mompiano.Qui il pittore ha ridato vita agli ignorati dipinti
E ridestato l'interesse per una cadente e pur preziosa testimonianza di fede incisavnei colori che tutte coprono le pareti: colori dovuti ad anonimi artefici di vena popolare, ma anche ad artisti, se è vero che per il Crocifisso posto oltre l'altare si sussurra il nome di Paolo Cajlina.
«Affreschista per eccellenza», è stato detto di Gianni Trainini, perché quello dell'affresco religioso è il suo genere prediletto e maggiormente consono alle sue possibilità; quello in cui il raccolto misticismo non va disglunto dalla moderna visione conquistati con attenzione sorretta da inconsueta perizia realizzativa.
BIBLIOGRAFIA
AEQUUS, Duecento opere di artisti bresciani, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1945.
«L'Italia»,21 aprile. 1960, Molti pellegrini al Santuario di Paitone.
«Giornaledi Brescia», 27 maggio 19601 Un grande Affresco nel Santuario di Paitone.
«Storia di Brescia», Vol.IV.
«Giomale di Brescia», 22 settembre 1966, Restauri di S. Luca.
P.G. AGOSTINI, G. Trainini, «Arte cristiana», Vol.LXI, (1973).
P.G. AGOSTINI, Artisti bresciani, «La Voce del popolo», I marzo 1974.
R.LONATI, Chiese in Brescia, «Il Geometra bresciano», novembre 1979.
Secolo XX.
Sono gli autori di alcune «medaglie» eseguite e finnate nel 1936 nella chiesa di S. Antonino a Mompiano. Alte nella navata centrale, raffigurano i Santi Pietro e Paolo, Francesco, Angela Merici e Monica. I quattro Evangelisti nel presbiterio sono invece della sola mano di Luigi Trainini, fratello di Vittorio. (v.). Il nome Giovanni sembra potersi identificare con quello del prof.Gianni Trainini (v.), nel 1936 appena tredicenne.Ma come il nome del poco più che decenne Franco Trainini, figlio di Vittorio, compare in decorazioni eseguite dal padre, così il giovanissimo Gianni poté forse fungere da aiuto e, a mo' di incoraggiamento, apporre firma in alcuni dipinti. Altri esponenti della famiglia Trainini, sia pure meno assiduamente, operarono in edifici sacri e civili di città e provincia: Angelo, fratello di Giuseppe (v.) e con lui autore, nel 1903, delle decorazioni nella chiesa di S. Antonio Abate a Mompiano. Arturo, fratello di Vittorio. (v.).
BIBLIOGRAFIA
R.LONATI, Chiese in Bres(-ia, «Il Geometra bresciano», novembre 1979.
R.LONATI, Chiese in Brescia «Il Geometra bresciano», settembre-ottobre 1982.
Mompiano, 23 gennaio 1872 - Brescia, 27 gennaio 1940.
Di Gio.Battista e di Teresa Erba, fu decoratore e pittore.
Zio e primo maestro di Vittorio Trainini (v.), è ricordato come uomo d'ingegno, di elette virtù e gentilezza; sentì in modo particolare il culto dell'amicizia.Tipica figura del mondo artistico bresciano, fu maestro d'arte e d'artigianato alla Scuola Moretto ed a lui si deve se la scuola stessa poté onorevolmente partecipare ad una Esposizione di Parigi.Insegnò altresì nella Scuola di disegno di Virle, diretta dall'ingegner Tombola, fin dal primi anni del nostro secolo.Numerosi sono coloro che dal maestro appresero a dipingere o a ben operare nel campo delle arti applicate.
Con Gaetano Cresseri collaborò a decorazioni di chiese, ville e palazzi per circa tre decenni, sia in città che nella vicina provincia bergamasca ed a Mìlano.Fra i lavori compiuti si possono citare i restauri nelle chiese bresciane di S. Maria del Carmine e di S. Afra.A Caravaggio intervenne nel Santuario, a Treviglio nel duomo.
Parte creativa compose nella villa lonatese del seri.Ugo da Corno; nella proprietà Beretta di Gardone Valtrompia.
Si accingeva ad intervenire nella chiesa di S. Maria della Neve in Pisogne e nella cittadina S. Lorenzo quando il lungo malanno che lo condusse a morte lo costrinse ad immobilità pressoché completa.
Dalla natia Mompiano, nel 1921 si era trasferito in via Silvio Pellico, in città, dove trascorse il resto della vita.Ed a Mompiano, nel 1903, aveva firmato le decorazioni nella chiesa di S. Antonio Abate.
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», 20 ottobre 1902, La Sciiola di disegno (a Virle). «Brescia», a. 111, n. 7 luglio 1930, Gli Affreschi nella (,-appella dell'ospedalc, militare.
A.SCRINZI, Il volto della vecchia Brevcia, «Brescia», a.V. n. 9-10, settembre-ottobre 1932.
A.MORASSI, «Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Brescia», Roma, 1939.
«Il Popolo di Brescia», 30 gennaio 1940, Necrologio. «Storia di Brescia», Vol.IV.
- LONATI,Chiese in Brescia, «IlGeometra bresciano», settembre-ottobre 1982.
Monplano, 6 marzo 1888 - 19 agosto 1969.
Da Giovanni e Virginla Bonometti, nasce Vittorio Trainini in frazione Mompiano.E l'ambiente in cui cresce lo conduce naturalmente alla pittura, assimilando al tempo stesso, dell'umile gente dell'antico borgo, l'operosità, la spontaneità caratterizzanti l'intera sua esistenza.
A soli quattordici anni è apprendista falegname, frequenta al tempo stesso la Scuola Moretto e quindi aiuta lo zio Giuseppe, noto decoratore. (v.)
Ma il carattere indipendente lo induce a studiare le opere dei Maestri antichi, che interpreta con spirito di autodidatta.I
S'avvicina a Gaetano Cresseri, Ronchi, Bertolotti, così come successivamente, durante i suoi viaggi di lavoro, sarà vicino ad Angelo Zanelli, Felice Carena, Bargellini, Spadini.
L'esordio avviene a vent'anni, con un lavoro presso i Fatebenefratelli, giudicato dall'Autore stesso assai modesto.Vien quindi l'affermazione, quando è chiamato a decorare la sala rappresentante Brescia nel padiglione lombardo della Esposizione nazionale in Roma (i 91 1).
E la significativa tappa d'una attività molteplice e inesausta, rallentata soltanto dallo scoppio della prima guerra mondiale.Riesce appena ad ultimare le decorazioni nella Camera di Commerio di Mantova.
Gli anni Venti racchiudono un periodo di assestamento nell'esistenza del pittore, che cambia più volte abitazione, si sposa con Ines Meschini (1926), dopo due anni di insegnamento alla scuola d'arte «Beato Angelico» di Milano.
Altre discipline l'attraggono: la scultura, l'architettura.
Della prima, non copiosa di frutti, resta riflesso nella produzione pittorica assai plastica; della seconda sono numerosi studi e realizzazioni, quali le chiese di Concesio, Soprazzocco, del Cappuccini, a fronte del Vantiniano.
Ma sempre più si evidenze l'affreschista ed è cosa improba seguisse passo passo la frenetica attività.Più di cento chiese nel Bresciano, dove Trainini è intervenuto con dipinti modesti o estesi, sono ricordate dal Prof.Schinetti: fra tante val almeno citare quelle dedicate al Sacro Cuore di via Milano, Cristo Re, S. Francesco di Paola; il Santuario delle Ancelle Adoratrici di via Moretto; ancora S. Filippo, oltre ponte Mella, quella del collegio delle suore Orsoline, di S. Maria della Vittoria, le parrocchiali di S. Giulla al Villaggio Prealpino, della Badia.
Nella provincia nostra val ricordare gli interventi nelle chiese di Gussago, Lograto, Ghedi, Montichiari, Carpenedolo, Offiaga, Borgo S. Giacomo, Orzinuovi, Nave, Odolo, Preseglie, Barghe, Sabblo Chiese, Nozza, Anfo, Lumezzane, Ponte Caffaro...
Un itinerario del quale si possono cogliere alcune tappe: come il trittico nella Cappella dell'Ospedale militare (1928); gli affreschi del Duomo di Tortona (1929); le decorazioni di Bagnolo Mella (1932) ultimate in occasione del venticinquennale della SS.Croce.
Del 1934 si possono ricordare gli interventi in S. Francesco di Paola; seguiti a quelli nella raccolta chiesa delle Adoratrici e di poco precedenti il Giudizio i niversale.Dopo un concorso internazionale è chiamato a decorare il Santuario del S. Cuore in Lugano; la seconda guerra mondiale gli impedisce di affrontare l'opera, compiuta soltanto al tomar della pace; ed ecco l'artista chiamato in Vaticano (1952) per dipingere la Cappella della Guardia Palatina, proseguire poi per Napoli, dove affresca l'Eremo Camaldolese, per tornare a Lumezzane (1956) la cui opera fa dire di un «nuovo capitolo nella storia dell'arte decorativa bresciana».
Il pittore è ormai settantenne ma non esita ad accogliere l'invito di salire i ponti nella nuova chiesa del Villaggio Prealpino, dove compie l'ultimo suo lavoro.
Quando il fatale declino fisico si accentua a causa di doloroso malanno, impedendogli di ancora operare, Vittorio Trainini nello studio, dove aveva
trascorso lunghe ore in letture o in meditazione, raccoglie innumerevoli fogli su cui traccia «rapidi e sagaci tocchi di penna a ricreare grupp' d' figure, da immagini di guglie e rocce, confermando così il principio che la Natura dona i modelli più veri, più suggestivi e solenni a chi sa indagarla con occhio attento e con animo sgombro da preconcetti».
Accademico virtuoso d'onore del Pantheon, socio effettivo dell'Ateneo civico di Brescia, Croce di S. Silvestro, mai Vittorio Trainini ha riposto lo spontaneo gesto cordiale, l'amichevole accento dell'antico borghigiano.Ed al suo ricordo è stato dedicato anche un Premio di pittura.
Velocissimo esecutore, nella scia dei «quadratisti» bresciani ha ricreato fughe prospettiche;pronto a posare l'attenzione su unica figura resa con plastica evidenza entro nicchie; pronto altresì a comporre movimentate scene in cui i protagonisti spesso sceglieva fra i modelli offerti dalle località in cui si recava per dipingere: ortolani, contadini, ragazzi.
Se a volte il sontuoso colore riconduce adopera di artisti veneti, prediletti, i toni monocromi fanno invece riferimento alla valida tradizione locale capace di attingere motivo d'arte eletta dagli umori più genuini del popolo.L'opera di affreschista ha per lungo tempo velato l'autore di quadri e l'illustratore di pregiate edizioni.E pure, queste neglette attività progredirono si può dire parallelamente a quella che più lo fece conoscere.
Carlo Carrà, ad esempio, fin dal 1935 segnalava lavori esposti a Milano, Emilio Pasini altri accolti nelle sindacali bresciane.
Nella pittura ad olio s'accentua la scioltezza del tratto; e s'avverte una intima spiritualità nella attenuata resa plastica, nel ratteso movimento, nella più sofflisa stesura cromatica.
BIBLIOGRAFIA
«LaSentinella bresciana», 13 dicembre 1904, I preniiati alla S(,uola Moretto.
«LaSentinella bresciana», I I novembre 1908, Alla S(-zi(@la Moretto.
«LaSentinella bresciana», 3 agosto 1910, Sotto(-onlilato per l'Esposi::ione del 1911 a Roma. concorso artistico.
«LaSentinella bresciana»,6 gennaio 191 1, Sotto(@omitato per l'E,@posi-ione 1911 a Roma.
«LaSentinella bresciana», 15 gennaio 1911, La riprodii:i@>n(, dell'a,ff@esco del Gambara per
le sale lombarde a Roma.
«LaSentinellabresciana», 16 maggio 191 1, Il padiglione lombardo.La regina ha i,i,@itato la
sala bresciana.
«La Sentinella bresciana»,20 luglio 191 1, Bres(,ia alla Esposizione di Roma.
«La Sentinella bresciana», 25 luglio 1912, Brescia alla Esposi~-ione di Ro a, 1-elaziont, dal
prof. Bettoni.
«La Seiìtinella bresciana»,20 agosto 1913, I saggi per il @,on(,(@rvo Bi-o:~-oni.
« La Sentinella bresciana», 14 maggio 1916, Esposizione d'arte modtriia. (Si veda s.f. in data 22 maggio).
«Pagine d'arie», Voi. 111, (1916), p. 78.
«ltalianissima», Riv. di Roma, a IV, n. 12, dicembre 1927, I'. l'rainipli.
«Il Popolo di Brescia», 6 giugno 1928, l'ritti(-o per la (appella dell'Ospedale lìlilitare.
P.GUERRINI, «Mefnorie stor-iche della Diocesi di Brescia», Voi. 1, (1930), pp. 236, 243. «Bollettino parrocchiale», Bagnolo Mella, N.U. per le Feste i,enti(-iizqiieii@iali d(,Ila SS. ('ro(,e, 10, Il, 12 settembre 1932.
«Il Popolo di Brescia», 30 apriìe 1933, I nuovi afft@,s(@hi Pella parro(-(,hiale di S. Fran(,es(-(@ di Pa(>Ia.
E.PASINI, Il Giudizio tiniì@ersale nella (,on(-e::i(>ne cli I'.Ti-ainini, «Natale», 1934, N.U. Brescia.
L.FOSSATI, Il Giudizio universale di V. Trainini, «Arengo». ottobre 1935.
C.CARRA, «L'Ambrosiano», Milano, 24 gennaio 1936.
P.GUERRINI, «Memorie storiche della Diocesi di Brescia», Voi.V, (1936), p. 155.
THIEME BECKER, Vol.XXXIII, (1939).
«VI Mostra del sindacato prov.B.A.», Brescia, 1942, Catalogo.
O.L. PASSARELLA, La VI mostra sindacale, «Il Popolo di Brescia», 3 maggio 1941_.
E.PASINI, Sesta sindacale delle arti, «L'Italia», 16 maggio 1942.
C.MEZZANA, Un grande qffresco del S. Cuore nel Santuario di Lugano, «L'Osservatore
romano», 2 luglio 1943.
P.GUERRINI, «Memorie storiche della Diocesi di Brescia», Vol.Xll, (1944), p. 64. «Bollettino parrocchiale, Boggio e Bosco luganese», settembre 1948.
«L'Osservateur de Génève», 15 gennaio 1949.
C.DU MONT, Un'opera grandiosa il Santuario diocesano del S. Cuore, «La Confraternita del S. Cuore di Gesù alla Madonnetta.In memoria di Mons.A. Lanfranchi», 1951. «Nel primo centenario dell'erezione Canonica dell'Ist.Ancelle della Carità», Arti grafiche B.N. Marconi, Genova, 1952.
«La Voce del popolo», 17 febbraio 1952, V. Trainini in Vaticano.
«La Voce del popolo», 7 settembre 1952, La parrocchiale di S. Michele.
«Ecciesia», Riv. illustrata, Città del Vaticano, a. XI, n. 3, marzo 1952, p. 150.
«Rivista di Lugano», a. XI, n. 19,8 maggio 1952, Sempre più in auge l'arte i(-onografica di V. Trainini.
G.VALZELLI, Un capitolo nuovo nella storia dell'arte bresciana, «Giomale di Brescia», 9 settembre 1956.
«Giomale di Brescia», 21 ottobre 1956, Se ne parla non solo a Brescia.
«La Basilica del S. Cuore, Lugano-Guida storico artistica e religiosa», Off. grafiche della Editrice Ancora, Milano, 1957.
R., L'artistica chiesa di Lumezzane, «Giomale di Brescia», 16 marzo 1957.
«La Voce del popolo», 16 marzo 1957.Pagina centrale illustrata e scritti di A. Fappani e G. Valzelli.
«Lungo la via», Parrocchia del S. Cuore, PP.Cappuccini, a. XXXV, n. 12, dicembre 1957. «L'Agricoltore ticinese», 18 gennaio 1958, Note d'arte.
«Educazione», fase. aprile 1958, pp. 124, 125.Marionette.
L.SERVOLINI, Il tempio del S. Cuore a Lugano, «Arte Cristiana», a. XLVI, fase.VIII, 1958.
0.DI PRATA, V Trainini, titano dell'af .fresco, «L'Ora serena», Brescia, gennaio 1958.
R.APICELLA, Pittura bresciana del dopoguerra, «Brescia e Provincia», a. 1958-59, p. 86.
C.B., Fuorisacco da Lumezzane, «Giornale di Brescia», 5 ottobre 1959.
G.PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
L.SERVOLINI, V. Trainini, «Enciclopedia Motta», fase. 116, 3 gennaio 1959.
- MAZZA,V. Trainini,«La Voce del popolo», 16 gennaio 1960.-
«Bollettino parrocchiale - S. Maria della Vittotia», Brescia, a. III, n. 7 agosto 1960. «Bollettino parrocchiale - S. Maria della Vittoria», Brescia, a. 111, n. 8, settembre 1960.R. BRESCIANI, Il pittore del mese, P'.Trainini, «Biesse», a. 1, n. 2, febbraio 1961.DIOCESI DI BRESCIA, «Chiese costruite negli anni 1934-1961», Tip.S. Eustacchio, Brescia 1961.
G.VALZELLI, I Profeti e la i rba..., «Bruttanome», vol. 1, (1962).'
G.SCHINETTI, «S.Giulia - per la ricorrenza del quinto anno della Comunità», Ed.
Pavoniana, Brescia, maggio 1964.
«Storia di Brescia», Vol.IV.
R.L.(onati), I titanici monumenti di V. Trainini, «Biesse», a. VIII, n. 81, maggio 1968. «Quattro secoli del Seminario di Brescia, 1568, 1968», Tip.S. Eustacchio, Brescia, 1968.V.B.(runoni), Gli ottantuno anni di Trainini, «Giomale di Brescia», 7 marzo 1969. «Giornale di Brescia», 20 agosto 1969, Necrologio.
A.M. FELIX (T.Gatti), Un uomo forte e coraggioso, «La Voce del popolo», 30 agosto 1969. «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1969, I nostri lutti.
G.PANAZZA, Le manijèstazioni artistiche della sponda bresciana... «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, p. 258.
«Parrocchia del S. Cuore-Cappuccini», Tip.Franciscanum, Brescia, 1970.N.U. nel cinquantesimo di fondazior)e della parrocchia.
A.A.B., Brescia, «Mostra postuma dei soci», ottobre 1970, Catalogo.
L.MONCHIERI, «Il mio borgo», Ed.Sardini, Bornato, 1973.
R.LONATI, «I Concorso V. Trainini», bando di concorso, Mompiano, 1973. (Ripr. in
«Biesse», a. Xlll, n. 139, settembre 1973).
R.LONATI, Artisti di casa nostra, V Trainini, «Biesse», a. XIV, n. 151, 2, 3, ottobre-dicembre 1974.
R.LONATI, «Mezzo secolo di testimonianze sulla pittura bresciana del Novecento 1920-1970», Tip.S. Eustacchio, Brescia, 1979.
«Primo centenario della chiesa di Cristo Re in Brescia», 25 novembre 1979, Tip.G. e A.
Podetta, Brescia.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed. 111 (1945), IV (1962).
R.IONATI, Biogrqfie di artisti bres(-iani. ['.Trainini, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1982.
Leno, 23 luglio 1942.
Egli stesso dice del suoi inizi.Fin dalla prima infanzia è nato in me un grande amore per la pittura; la natura e soprattutto i paesaggi della campagna, dove ho sempre abitato, mi hanno dato le prime ispirazioni all'arte.Posso definirmi autodidatta anche se ho avuto molti consigli utili ed una certa rifinitura tecnica dal pittore Ugo Fasani (v.).
Ho partecipato a molti concorsi e collettive dove ho avuto parecchie segnalazioni.Val ricordare pertanto la più recente affermazione, ottenuta al Premio d'arte sacra Moretto del 1979: primo assoluto.
Paesaggista, ma anche autore di figure.Se nel ritrarre paesi e colline può risentire ancora dell'indirizzo avuto dal primo insegnamento, sia per quel che riguarda l'impianto, sia per il mosso tocco, nelle poche figure vedute già si esprime con fare personale, lungo la traccia lasciata dall'Espressionismo; e il cui riflesso s'avverte anche nel titoli delle opere che narrano la dura vita della umile gente
conosciuta dal pittore.
Non si è a conoscenza di mostre personali allestite da Vittorio Treccani.
Brescia, 14 luglio 1937.
Allievo della scuola dell'Associazione artistica bresciana negli anni Sessanta, ha avuto quali insegnanti i proff.Aride Corbellini e Dino Decca per la pittura; il compianto Domenico Lusetti per la scultura.
A conclusione del decennale apprendistato ha affrontato il pubblico nel 1970, allestendo la prima sua mostra personale presso la «Galleria del Dragone» a Botticino; altre ne ha poi ordinate alle «Galleria Labus» e «Mazzini» (1975) e «S. Gaspare» (1978), in Brescia.
Docente di disegno della Scuola R. Vantin' di Rezzato, si è fatto apprezzare anche in occasione di partecipazioni a mostre collettive provinciali, a Pralboino (1962), Rezzato (1971), Visano (1972), ecc.Figurativo, è paesaggista, ritrattista e autore di nature morte.
Se le prime opere esposte a Botticino comprendevano anche esiti di un viaggio nel Gargano, in seguito si è approfondita la ricerca delle atmosfere nostre, con «il riverbero interiore di ciò che la visione di un mondo amato suggerisce».E sono cascinali, strade, filari di piante resi con tocco impressionista e pulito: sia nell'impianto, sia nel colore.
La stessa politezza si rinnova nelle nature morte, fatte di consuete suppellettili del mondo rurale, vetri, ceramiche accostati a frutta, dove la luce rende trasparenze e riflessi, e la vellutata freschezza di bucce di mele, uve con foglie sparse a delineare i piani prospettici.
Se il paesaggio è reso con tonalità un poco fredde, nelle nature morte il colore si ravviva e intepidisce.La figura è di plastica evidenza, la peniiel!ata maggiormente riassuntiva e mossa, retta da rapido disegno.
V'è chi nell'opera di Tregambe ha ravvisato «un perfetto equilibrio tra gli intc-nl valori umani e quelli plastici dell'espressione».
BIBLIOGRAFIA
«Galleria A.A.B.», Brescia, 1-14 settembre 1962, Trenta pittori espongono, Catalogo. «Galleria A.A.B.», Brescia, 18-30 aprile 1964, Collettiva BS. 19 Catalogo.
«Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.
M.VALENTE, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 10-22 febbraio 1978.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.IV, (1972).
Collebeato, 10 novembre 1945.
L'attività di Nino Tregambe si manifesta allo spegnersi degli anni Sessanta.Al 1969 data infatti la sua prima mostra personale, allestita in Mantova; seguita nel 1970 da altra in Brescia e poi a Lumezzane (1971), Soncino, Bagnolo e Brescia (1972), Mantova (1974) Brescia ancora (1975, 76).Partecipazioni a mostre collettive si possono invece ricordare a Brescia (1971, 72), Collebeato (1975, 76), Palazzolo, Gussago, Gambara, Concesio, nonché a Montecatini e Viareggio.
Pittore figurativo, Nino Tregambe è prettamente paesaggista dalla evidente immediatezza.Comunicativo per quel lirismo che della realtà mira a cogliere l'aspetto sublime, nel silenzi che vi si possono sorprendere, nelle trascoloranti luci che tutto ovattano e consumano.E questo soprattutto quando il panorama si distende ampio, fino all'orizzonte, avvertibile in tutta l'ampiezza oltre i pochi elementi compositivi del piani più vicini, del modulato ondeggiare dei colli... Ma anche nei paesaggi con borghi o punteggiati da cascinali, Tregambe cerca di penetrare «un mondo non corrotto, ma intatto nella sua umana dimensione: proposta di rifugio per l'anima, nel calore ambientale di case sgretolate dal tempo, immerse nella solitudine», ma animate dalla pace campestre o montana.
BIBLIOGRAFIA
- FERRARI, «Galleria La Loggetta», Brescia, 10-24 ottobre 1970.
AA.VV., «Galleria La Loggetta», Brescia, 23 dicembre 1972 - I gennaio 1973. «L'Ora Serena», I gennaio 1973.
«Galleria L'Araldo», Brescia, 18-30 gennaio 1975.
A.MORUCCI, «Galleria L'Araldo», Brescia, 17-29 gennaio 1976.
«Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.