Secoli XV-XVI.
Il Fenaroli, alla voce: Brescia (da) Stefano, lo dice pittore e già molto vecchio nel 1513, come si rileva dal Registro delle Custodie nottume della quadra di città vecchia del medesimo anno. Suppone altresì sia da identificare con Rizzo Stefano (v.) forse maestro a Romanino.
RIBLIOGRAFIA
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887. «Storia di Brescia», Voi. 11.
Secolo XV.
Secondo la «Storia di Brescia», recante le poche voci bibilografiche al pittore, è autore di un disegno al quale si riporta il Cristoflagellato del Duomo vecchio; così come a Stefano od a Gentile fa pensare il piccolo polittico nella pieve di Idro, dato a Maestro del XV secolo.
Si ricorda questo pittore, non bresciano, per la influenza che potrebbe aver esercitato fra noi, anche attraverso i suoi seguaci Giovanni Badile, Martino da Verona e Boninsegna da Clocedo, come sembra di capire alla p. 898 del Il Vol. della «Storia di Brescia».
Secolo XVI.
La «Storia di Brescia», non nomina questo pittore «di illustre casato bresciano» che, «recatori a Roma in età giovanile sotto il pontificato di Gregorio XIII (1502-1585) che principiò con l'anno 1572, vi dimorò sino al tempo di Urbano Vlll, che cessò d'I vivere nel 1644».
Secondo Stefano Fenaroli, in Roma fu «molto adoperato da Girolamo Muziano (v.) e da altri».
«Ritomato finalmente a Brescia, qui egli non molto dopo morì nella rispettabile età di 85 anni, lasciando dopo di sè parecchi figli, fra i quali uno di nome Lodovico, che attese con onore alla pittura ed alla musica. Uno Stella Vincenzo, píttor bresciano trovasi scritto nel catalogo degli accademici di Roma». Fin qui il Fenaroli.
Da parte sua U. Da Corno, a motivo dell'età veneranda del pittore, n'tiene possibile ch'egli abbia dato ad Ottavio Rossi notizie sul Muziano; spiega altresì come nella collezione Brognoli vi fosse «un ritratto, da lui firmato, con la seguente iscrizione: Jacobus Maria Rossi, clericus Bri--<iaiìus, Oc-tavi,filiu, incliti, annorum viginti».
Secondo il Bertoletti, lo Stella fu ferito «mortalmente» al petto il 2 giugno 1568 vicino a Ponte Sisto, ma ne uscì fortunatamente in poco tempo.
Artista apprezzato e richiesto per «l'universalità, per la pratica, per la facilità con la quale eseguiva», lo si cita presente «al lavori della libraria. della Galleria Vaticana, della Scala Santa, della Cappella Gregoriana sì nei mo saici come nel dipinti».
BIBLIOGRAFIA
G.BAGLIONE, «Vita dei pittori scultori... del pontificato di Gregorio Vlll», Roma, 1591. P.A. ORLANDI, «Abecedario pittorico», 1704.
F.NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.
L.LANZI, «Storia pittorica dell'Italia», Bassano, Ed. 1823.
P.BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
A.BERTOLETTI, «Artisti lombardi a Roma», Milano, 1881.
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
P.GUERRINI, La galleria del patri io P. Brognoli, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1927.
U.DA COMO, «G. Muziano», Bergamo, 1930. Con bibliografia.
Il nome di questo pittor bresciano è scritto nel Catalogo degli accademici di Roma. Si veda: Stella Giacomo.
Anfo, 18 novembre 1949.
Affacciatosi alla ribalta delle mostre sul far degli anni Settanta, fin dalle prime prove «informali» palesa notevoli capacità tecniche e accuratissima stesura grafica. Opere definite «surreali», ma già racchiudenti, anche nel titoli: Impossibilità di espressione, La realtà del pensiero, Alterazione di una idea il proposito di affermare una latente, ancora indistinta intima espressività. S'avverte in quelle chine una sorta di smarrimento di fronte al mistero dell'universo, e pur l'ansia di comprensione.
Queste necessità portano ad una analisi interiore tradotta anche in opere «plastiche» ideate con attento rigore stilistico riflettente la rigorosità del pensiero che le ha concepite: immagini d'un pensiero.
Su questa via, assimilabile al «costruttivismo», Stramacchia giunge a proporsi una domanda: Una poesia può essere vista anziché letta?... Sono così nati quegli oggetti in cui la poesia, da cui gli stessi hanno origine, viene superata dalla percezione e dalla intuizione di un testo che non è più un sintamma, ma la sua immagine, dato che la parola non è scritta bensì incisa, per cui viene percepita non come procedimento manuale ma come intuizione cerebrale. La sensazione di inconsistenza e -di fragilità viene esasperata dalla presenza di un supporto precario il quale, pur consentendo unità alla struttura, lascia ad ogni singolo componente libertà di movimento. Poesia visione... E cosa può esservi di più affascinante di dare immagine ad una idea?
Sembra possibile attribuire al giovane Stramacchia analogo intento a quello dei componenti l'avanguardia concettuale, mirante a tangibilmente tradurre una «visione»; testimonianza della precarietà, delle incognite d'un mondo, soprattutto interiore, vissuto dalla contemporaneità.
Fra le numerose presenze a collettive si possono citare quelle di Modena («L. Muratori», 1971); Brescia (11 Rassegna Città di Brescia), Varese (Pemod di grafica) del 1972; Leno (1973)" Milano (decennale Siarca, 1974); varie nelle Gallerie «Sincron» in città, «Carrera» di Ferrara, «Studio A.M. 16», di Roma, Genova nel 1980.
Personali ha ordinato a Brescia (1973), Milano (1977), Mestre (1979), Monza e Rudiano nel 1980.
Con Bonetti e Tancredi è fondatore e componente il «Gruppo di ricerca» da poco costituitosi.
BIBLIOGRAFIA
«La Stagione», Riv. delle arti, del libro, del turismo, n. 8-9, 1971.
«Gazzetta di Parma», 12 ottobre 1971, I vincitori del Premio Fra Salimbeni. «Giomale di Brescia», 18 aprile 1972, Le premiazioni del (,oncorso Città di Brescia. G. GHELFI, «Galleria Piccola PagaDora», Brescia, 21 aprile - 4 maggio 1973. E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 9 maggio 1973.
M.CORRADINI, In galleria, «Brescia-arte», n. 5, 1973.
A.MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. Xlll, n. 136, maggio 1973.
G.FRANZOSO, «Gailer,.a La darsena», Milano, 15 maggio - 3 giugno 1975.
«La Repubblica», 14 febbraio 1980, Giocare (-on la carta, pasticciare come gli artisti.
E.VOLPI, Giocare con la carta creando sciilture tridiniensionali. «Il Cittadino», 21 febbraio 1980.
«L'Amico del popolo», 23 febbraio 1980, Sette artisti alla Carrera.
Giunto piuttosto tardi alle esposizioni artistiche, ha tuttavia goduto del privilegio di vedere suoi dipinti allineati con quelli di autori notissimi quali De Pisis, Fontanesi, Manzù, Picasso, Semeghini, altri non meno affermati, in occasione di collettive permanenti.
Altre sue presenze sono ricordate a Boario, Desenzano, Montecatini, Napoli, Trieste, Salsomaggiore, Vlllafranca, Bruxelles, Ginevra, Parigi, Milano, Roma, Bergamo, Cortina; mentre sue mostre personali sono state ordinate a Milano, S. Remo, Brescia.
Mostre delle quali ci rammarichiamo di non poter dare adeguata docuì-nentazione. Ed anche la monografia dedicata ad «Isidoro Suardi», che la Editrice Magalini ha stampato alcuni anni orsono, non ci è stato possibile consultare nel testi dovuti a Luigi Servolini, Marcianò e Carlo Segala.
Da quel poco che di Suardi si è veduto si può solamente dire che la sua pittura, prevalentemente dedicata al pesaggio, rivela inclinazione al chiarismo, la pennellata evidente, insistita a comporre panorami accuratamente ricreati con fare arieggiante al nalf.
BIBLIOGRAFIA
E.M.(arcianò), «Galleria G.C. Abba», Brescia, 1-12 giugno 1970. AA.VV., «Galleria G.C. Abba», Brescia, 22 gennaio - 3 febbraio 1972. «Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.
Secolo XVI.
Il «Dizionario» di Fenaroli lo dice pittore e rinvia all'Estimo del 15 19 della quadra terza di S. Giovanni. Di lui non si conoscono opere.
v. ROSSI SUSANNA.
Vobarno, 12 ottobre 1936.
Diplomato all'Istituto magistrale (1955), ha quindi frequentato il Liceo artistico di Venezia, ottenendo la maturità (1957).
Negli anni Cinquanta inizia attività di illustratore, tanto che sono alcune decine i libri recanti suoi disegni. Si ricordano qui le annate di «Esploriamo» e «Cantiere» edite da «La Scuola» negli anni 1955-70; «Giorni e Giorni» di Lino Monchieri, testo per la quinta classe elementare, sempre per i tipi de «La Scuola».
Sul far degli anni Settanta ha intrapreso una raccolta di vedute dedicate a «cascinali, angoli di paese, chiese, borgate valsabbini» nell'intento di documentare una architettura, un mondo che giorno dopo giorno si altera e inesorabilmente scompare: sono disegni d'una grafia nitida affiorante da lievi masse compenetrantisi di chiari e scuri.
Ed allo stesso periodo si può far risalire l'inizio della partecipazione a mostre collettive provinciali e regionali. Si citano le presenze a Gussago (1969), Lonato (1970), Santhià, Collio, Bedizzole (1972), Leno, Brescia, Santhià, Bagnolo Mella, Concesio, Marina di Ravenna, Visano (1973); ancora Santhlà, dove ebbe ambita affermazione, Idro, Capn'no Veronese (1975), Villanuova, Brescia (1976), Treviso, Villanuova (1979).
Personali ha invece allestito a Gardone Riviera (1963), Vestone (1973), Brescia (1976 e 1978), Desenzano (1973 e 1980).
Figurativo, si ispira prevalentemente al temi della sua Valle Sabbia, non immemore della visione lungamente svolta da Ottorino Garosio, di cui si sente erede artistico: soprattutto per la continuità del filone di ricerca poetica offerta dal mondo valsabbino. Sono personaggi di quel mondo, sorpresi nell'ora del lavoro, nell'attimo di comune riposo vissuto in locali rustici, custodi di antichi utensili; sono strade e stradette recanti alla circostante campagna affiancate da vecchie costruzioni ricomposte con distesa e rapida pennellata; sono montagne profilate di neve e le creature ed i doni di quelle terre: cacciagione disposta sopra un nudo tavolo o frutti resi con tratto sicuro, riassuntivo, accesa cromia cui uno scuro contorno dà complutezza e rilievo.
A volte, il lago ladro; mentre la più vicina produzione racchiude anche il disagio suscitato dal paesaggio urbano. Sue illustrazioni sono in «Non c'era una volta...» recente fatica di Giuliano Leali.
BIBLIOGRAFIA
G. VALZELLI, Mostra a Gussag(>, «Giornale di Brescia», 4 ottobre 1969.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed. IV, (1972).
«Giomale di Brescia», 15 luglio 1973, A Cavagnini, Olini e Tabarelli il Premio Bagnolo. «Il Concorso sen. E. Roselli», Visano, 16 settembre 1973, Catalogo.
A.MAZZA, «Galleria La Cornice», Desenzano, 3-15 novembre 1973. io COLLARCHO, G. Tabarelli, «Corriere del Garda», 1973.
L.SPIAZZI, «Galleria Mazzini», Brescia, 28 febbraio - 18 marzo 1976.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 3 marzo 1976.
AA.VV., «Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.
G.VALLINI, «Galleria Arengo», Brescia, 4-16 marzo 1978.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», I I marzo 1978.
M.RIGONI STERN, «Galleria La Cornice», Desenzano, 15-27 marzo 1980.