Dizionario dei Pittori Bresciani
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TISI FRANCO

Sabbio Chiese, 9 agosto 1957

Fino dall'età di tredici anni frequenta lo studio di Dino Decca, seguendone gli insegnamenti per oltre cinque anni.
Intrapresa l'attività artistica autonomamente, partecipa a mostre collettive ed allestisce mostre personali nel salone delle Terme di Vallio, altre a Brescia, nel 1977.
Dal primo insegnamento ha derivato l'aspetto formale e compositivo, sia nel ritratto, sia nel paesaggio condotti con palese accuratezza, soprattutto nel dipinti a tecnica mista.
Se nella figura è attratto da giovanili volti, nel paesaggio insegue l'ambiente rurale, antico: ringhiere di ferro del mondo contadino, la torre medioevale con le campane che suonano per raccogliere il popolo in caso di calamità, la fontana punto d'incontro di vita femminile, la piazza dove il tempo è attesa.  E di attesa è l'atmosfera, il nitido colore, tutto.
 
BIBLIOGRAFIA
A.MORUCCI, F.-MALOSSI, «Galleria Cattaneo», Brescia, 26 marzo - 8 aprile 1977. «Galleria A.A.B.», Brescia, 17-29 dicembre 1977.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 24 dicembre 1977.

TIZIANO VECELIO

Pieve di Cadore, 1490 - Venezia 1576.

Notizie di questo grande artista cadorino è possibile reperire in innurnerevoli opuscoli e repertori.  Qui lo si ricorda soltanto perché autore di dipinti un tempo nel palazzo della Loggia, distrutti da un incendio nel 1575; nel 1522 Tiziano aveva compiuto il noto polittico, per la cappella Averoldi nella chiesa dedicata ai SS.  Nazaro e Celso, uno dei capolavori dell'arte pittorica ammirabili in città.

 

 

TOGNI EDOARDO

Brescia, 21 settembre 1884 - Vestone, 13 novembre 1962.

Nato nella popolosa via S. Faustino, in città, ancora fanciullo si trasferisce con la madre a Milano; forse la nuova sistemazione della genitrice presso i nobili Dalla Porta accende in Edoardo la passione per la pittura, affínata frequentando lo studio di Gaetano Previati, garzone prima, quindi allievo.
Con il trascorrere degli anni può iscriversi all'Accademia Carrara di Bergamo, frequentata però saltuariamente per circa otto anni.  Alterna lo studio con l'attività creativa al fine di procacciarsi l'indispensabile.
Belprato lo accoglie dopo la frequentazione della Carrara, e da Belprato quotidianamente punterà per cercare motivi a cui ispirarsi.
Fatti i quadretti, doveva poi tornare a casa, in città, per venderli.  Così, nel 1912,sono ricordati suoi dipinti esposti nel negozio Svanini, in corso Zanardelli.  Sposa Santina Ballini, fedela compagna di tutta la vita, ed ha tre figli.  Felicità breve; allo scoppio della prima guerra mondiale il pittore è chiamato alle armi, sul Sabotino è gravemente ferito e solo dopo lunga degenza in vari ospedali può tornare a casa.
Nel 1916 si ritrovano alcuni suoi dipinti in esposizione bresciana; dal 1919, soprattutto in seno all'Arte in famiglia, intraprende attività espositiva che lo vede affermarsi nel Premio Magnocavallo (1920 e 1925), nel Premio della Società Elettrica Bresciana (1925) e al Bettoni Cazzago (1,927).
Sono gli anni fecondi.  Pur abitando ancora in città: via Zanardelli, corso Garibaldi, egli ha nel cuore la Valle Sabbia, Idro, la Corna Blanca, e Pertica Alta «adorata», Monte Br-ufione: sono visioni n'correnti nei dipinti suoi.
Divisionista, può considerarsi uno del maggiori esponenti di quella scapigliatura di cui fecero parte Franciosi e Flessi, Vemi e Firmo, Bosio e pochi altri.
Presente alla vasta rassegna del Paesaggio italiano ordinata il Villa Alba di Gardone Riviera nell'inverno 1920-1921, vi espone Dal Castello di Brescia; alternate alle mostre sociali degli amici dell'arte sono le presenze nelle sindacali provinciali degli anni Venti e Trenta.
La Galleria Campana lo accoglie in mostra personale nel dicembre 1930; N. Fortunato Vicari, assai lusinghiero, lo recensisce e lo propone autorevolmente.  Tuttavia il pittore sembra prediligere attività silenziosa, sui luoghi amati, anche se ancora si possono ricordare sue presenze al Premio Bovegno (1938).  Fin che sopravviene il secondo conflitto mondiale, con l'atroce morte d'un figlio, Bruno, arruolato nel battaglione S. Marco e caduto sulla costa francese della Manica.  Lento il cammino dolente della ripresa; forse ha giovato al pittore il definitivo trasferimento a Vestone, in una vecchia casupola arroccata su di una roccia nel pressi della fer ' rovia Brescia-ldro.  Qui, la vicinanza della adorata moglie, di alcuni fedeli amici n'escono a lenire, se non a sanare, la ferita e a far ritrovare la forza d'un impegno.
E ripercorre i sentieri d'un tempo, il panorama vasto fissato in cento, mille dipinti.
E’ un itinerario indicatoci da alcuni titoli: Lago dldro, Stradina verso la luce Corna Blanca, Pertica Alta, oppure Piazza di Vestone, Il Savallese, Torrente ad Agnosine, Monte Zovo, il suo Capanno infuocato di luce, All'Acqua Bianca, Barbaine, Valle Sabbia e le giovanili Pecore al pascolo, Prato con staccionata, Bosco (1914) a cui seguono Piante in fiore, Lago Eridio, Paesággio d'alta montagna.
Alla ritrovata forza di dipingere si contrappone una vita francescana: '1 capanno in cui vive appare più un nido che una abitazione e «le lenzuola, con tanto di cifra affiorante ancora sotto il colore, sottratte al povero corredo della moglie per dipingere, non sono un tocco pittoresco, un estro di Bohémlen... l'uso stesso del miele per i suoi quadri rientra forse in questa condizione primitiva, di una vita ricondotta alla fonte elementare di sussistenza», com'ebbe a dire Elvira Cassa Salvi, in occasione alla mostra postuma ordinata nelle sale della Associazione Artisti Bresciani nel 1967.  Mostra che annoverava ben centoventicinque opere provenienti da private collezioni bresciane, di Vestone, Nozza, Lavenone...
Opere tuttavia non soggette a selezione, tanto che l'arte di Edoardo Togni ne uscì immiserita.
Nonostante la presenza di vari dipinti che lo additavano artista notevolissimo, capace di congiungere la eco divisionista al naturalismo locale, fino alla resa verista, soprattutto in alcuni boschi trafitti dalla luce, nelle distese dei prati punteggiati da casupole, nel frangersi di schiumosa acqua nel torrente, Togni fu sommerso da una produzione decorosa, ma inadeguata a dime i veri meriti.  Nel 1960 il male antico derivato dalla ferita in guerra riaffiora; Togni è ospite per'qualche tempo della figlia e del genero a Bergamo, ma all'approssimarsi della fine chiede di fare n'tomo al suo «nido» di Vestone e là, in riva al Chiese, tante volte interpretato, si spegne.
Oltre che in note raccolte private ricordate anche dal Catalogo della mostra postuma, sue opere: Bosco, Paesaggio, Cortile dell'ev Convento di S. Barnaba, Paesaggio con pianta e Paesaggio, sono custodite dalla Pinacoteca Tosio Martinengo.
Notevole autore di figura si rivela nell'Autoritratto giovanile eseguito a carboncino e sanguigna su carta a mano e proprietà di Nello Asteria.  Non si possono chiudere queste note, dedicate ad un artista meritevole di maggior fortuna in vita, di più meditato giudizio critico oggi, senza ricordare alcune sue parole, fra le tante annotate:
Cammino e mi giunge il rimpianto per la brevità della vita e questo mi induce ad operare alacremente cose buone che lascino il segno onorato del mio passaggio in essa.
 
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinelia bresciana», 20 luglio 1912, Per alcuni dipinti di E. Togni.
«La Sentinella bresciana», 14 maggio 1916, E.@posizione d'arte moderna.
«Mostra d'arte in famiglia», Brescia, giugno 1919, Catalogo.
«I Esposizione del paesaggio italiano sul Garda», Villa Alba di Gardone R., Inverno 1920-192 1, Catalogo .
G. BAGNI, La seconda esposi ione degli amici dell'arte, «La Provincia di Brescia», 17
settembre 1921.
B., La seconda mostra degli amici dell'arte, «La Sentinella bresciana», 22 settembre 1921. «Commentari dell'Ateneo», Brescia, a. 1923, p. 57, Fondazione Magnocavallo. (Si vedano anche le edizioni del 1924, p. 174 e 1925, p. LII). «I Mostra d'arte triennale», Brescia, 1928 Catalogo. «Il Popolo di Brescia», 24 aprile 1928, Prima mostra triennale bres(-iana.  N.F.V.(icari), Altre opere alla I triennale bresciana. «Il Popolo di Brescia», 31 maggio 1928.  R. PUTELLI, «Illustrazione Camuna e Sebina», 1929, Passim.
N.F.V.(icari), Personale di E. Togni (da Campana), «Il Popolo di Brescia», 20 dicembre 1930.
«Il Popolo di Brescia», 4 marzo 1934, La mostra degli artisti bresciani. «Il Mostra d'arte del sindacato prov. di B.A.», Brescia, 1934, Catalogo.
P.FEROLDI, Esame dei valori alla sindacale d'arte, «Il Popolo di Brescia», 23 dicembre 19')4.
P.FEROLDI, «Arengo», a. Vlll, n. 1, gennaio 1935.
G.R. CRIPPA, «Adolescenza di C. Monti», V. Gatti ed., Brescia, 1937.
«Il Popolo di Brescia», 14 luglio 1938, Alla festa della montagna.
L.V.(ecchi), Tavolozza triumplina, «Il Popolo di Brescia», 26 agosto 1938.
G.PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.  Alfieri e Laeroix, Milano, 1959.  G.F. MAJORANA, «Momento artistico bresciano», Stampa Apollonio, Brescia, 1963. «Storia di Brescia», Vol.  IV.
L.SPIAZZI, «Mostra commemorativa del pittore E. Togni», Galleria A.A.B., Brescia, 30 settembre - 19 ottobre 1967.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 8 ottobre 1967. (Si veda s.f. in data I ottobre).
A.A.B., «Mostra postuma dei soci», Brescia, 3-22 ottobre 1970, Catalogo.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (1972).
«Galleria La Perla», Vestone, Opere di E. Togni, 15-28 febbraio 1975, Invito.
«Galleria S. Gaspare», Brescia, «Omaggio all'Otto-Novecento bresciano», Tip.  Zeinil, Brescia, dicembre 1978.

TOGNI GIO

Brescia, 13 aprile 1910.

Pur avendo palesato inclinazione alla pittura fin da giovane, anche perché appartenente a famiglia imparentata con Edoardo Togni (v.) è approdata all'attività artistica solo a mezzo degli anni Cinquanta.
Ha dapprima frequentato un giovane pittore concittadino proveniente dall'Accademia di Vienna, quindi il gruppo della locale Accademia di S. Clemente.  Le prime sue apparizioni in collettive risalgono al primi anni Sessanta, in città, e mostre personali ha quindi allestito a Padova, Mantova, Soncino, S. Remo.  Unico riscontro in nostro possesso riguarda la singola ordinata nella Galleria dell'Associazione artistica di via Gramsci nel 1969.
Abbandonata per alcuni anni l'attività creativa, vi si è riaccostata nel 1972 senza più partecipare ad esposizioni,
Partita da un paesaggismo dal tocco impressionistico e pur ampiamente riassuntivo, rivolto per lo più a visioni montane colte nella stagione autunnale, con le terre, i verdi macerati, si è orientata verso una «maniera» naive, per quel fare ingenuo con cui erano composti certi Pretini, i panorami dal pochi elementi compositivi; quindi i fiori, i grandi fiori risolti dapprima con l'olio e poi delineati a mò di graffiti su fondi chiari e uniformi.
E con questa tecnica che ancor oggi Giù Togni opera, trovando estimatori non soltanto in ambito locale.
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria A.A.B.», Brescia, 12-24 settembre 1959.  Collettiva.
«Galleria del Corso», Brescia, 6-15 maggio 1961, Donne che dipingono, Catalogo. «Galleria A.A.B.», Brescia, 8-20 marzo 1969.
 

 

TOGNI GUIDETTI MARIA

Fin dal suo primo apparire, nel 1965, Maria Togni Guidetti si afferma per quella sua grafia che, ben lontana dalla «luminosa bonarietà della vita familiare»resa felice da cinque figli «si plasma di incubi feroci, in immaginazioni dannate e demoniache».
La passione per l;dtecnica dapprima usata è fatta risalire alla esperienza vissuta accanto al padre, Pietro Guidetti, noto collezionista di stampe: un lessico familiare, un rigoroso e nobile tirocinio, una dimestichezza ispiratrice sorretti però da singolare visione, da esplosivo temperamento.
Ben ha scritto Rossana Apicella quando, dell'opera di Maria Togni Guidetti, ha indicato le radici nell'esperienza post-romantica, nel groviglio di quelle ispirazioni satanistiche che caratterizzano una fase del secondo Ottocento francese, dalle squallide e turpi «vecchie donne» di Baudelaire al falso gotico di Barbery d'Aurevilly, in uno sfarfallare di repellenti mostri nottumi.
Ed alla grafica, alla punta secca subentra l'olio.  Accanto alle complesse apparizioni spettrali si inseriscono volti, solo volti tormentati che nella «pasta» cromatica hanno inciso il concitato segno caratterizzante le opere grafiche.
Lo stesso imaginifico universo proposto con colori a volte gelidi, a volte roventi.  Dopo la già citata prima mostra personale allestita a Gardone Riviera nel 1965, seguita nello stesso anno da altra a Cremona, Maria Togni Guidetti ha esposto a Brescia (1970, 73, 77), a Salò («Al Carmine», 1971) a Verona («Galleria Giò, 1972), Collio (1972), Milano («Galleria Le Firme», 1975), mentre fra le partecipazioni a collettive sono da ricordare quelle di Roma, Gardone Riviera (1970, 71), Salò (1971) e Borrnio (1975).
 
BIBLIOGRAFIA
«Giomale di Brescia», 6 settembre 1965, Penna bresciana.
V., La mostra a Gardone R. di M. Togni Guidetti, «Giornale di Brescia», 8 settembre 1965.
R.APICELLA, I disegni di Maria Togni Guidetti, «Eco di Brescia», 18 settembre 1965.
A.MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse» a. V, n. 51, settembre 1965.
A.ZAGNI, «Galleria S. Michele», Brescia, 18-30 aprile 1970.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 29 aprile 1970.
V.M. Togni Guidetti espone a Collio, «Giornale di Brescia», 10 gennaio 1973.
G.ZAMPINI PERA, «Galleria S. Michele», Brescia, 14-26 aprile 1973.
A.MAZZA, «Galleria S. Michele», Brescia, 16-29 dicembre 1977.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 23 dicembre 1977.

TOLA BERNARDINO

Secolo XVI. Architetto e pittore bresciano, attivo in Germania, collaborò con Francesco Ricchino fino al ritorno in patria di questi, nel 1555.

TOMASI ARMANDO

Roé Volciano, 18 febbraio 1940.

Diplomato presso l'Accademia Carrara di Bergamo, dov'è stato allievo del prof.  Trento Longaretti e degli architetti Pizzigoni e Angelini; docente nell'Istituto d'Arte in Brescia nel 1967-68, Armando Tomasi ha lungamente viaggiato in Europa acquisendo varie esperienze.  Ha pure affrontato l'affresco, il graffito ed il mosaico: sue opere sono in collezioni pubbliche e private di Austria, Germania, Francia, Brasile, Canadà, oltre che in Italia.
La sua attività espositiva risale al 1958, anno in cui ordina la prima mostra personale.  Ha quindi esteso la sua presenza a note località, partecipando sempre più attivamente a manifestazioni artistiche: a Faenza (1967), Varese, Lecce, Cuneo, Cremona, Roma, Palermo (1968), Parigi, Genova, Napoli, Roma, Milano (1969), Milano ancora («Biennale di Arte contemporanea»), Dubrosnlck, nel 1970, Milano, Firenze, Genova, Cremona, Verona, Cassino, Parma (1971), nello stesso anno è invitato alla «Biennale internazionale della Comer Gallery di Londra».
Del 1972 si ricordano ancora partecipazioni a Reggio Calabria, Imola, Pistoia.  Bologna; nel 1973 Foggia, Varese, Bergamo, Lepnano, Vercelli. l'internazionale premio «Modigliani», del 1974 e 75, Bergamo, Milano, Modena, Imola, S. Remo, Cremona, Bologna, Ferrara, Reggio Calabria, Arco di Trento, Vicennza... per non dire di Brescia e di noti Premi nostri provinciali.
Numerose anche le mostre personali ordinate in note Gallerie di Gardone Riviera (1958, 1970), Salò (1960, 64, 69, 1971, 73), Idro (1965), Brescia (1966, 1970, 76), Boario (1967), Pescara (1968), Desenzano, Cremona e Vicenza (1970), Cassino (1971), Bologna (1972, 76), Folgaria e Venezia (1973), Bolzano e Bergamo (1974).  Rapallo (1975), S. Remo (1976); lungo questo intenso itinerario espositivo si sono congiunte anche le testimonianze offerte a Tomasi da critici autorevoli quali: Trento Longaretti, Elda Fezzi, Mario Lepore, Mario Monteverdi, Mario Portalupl, Marino Mercuri, Tito Spini, Giorgio Mascherpa, Domenico Cara, Sandra Orienti ed i bresciani Cassa Salvi, Guido Stella, Giannetto Valzelll e Luciano Spiazzi.
Sono questi scrittori a dirci di un «artista che non bara, ma che procede onestamente, coscienziosamente alla conquista di un suo mondo».
I suoi dipinti lo indicano dapprima vicino a certa espressione intimista e crepuscolare: finestre ove la luce si effonde attraverso lievi tendagg"., e la realtà avvolta da assorti silenzi.  Ma anche in quelle lontane opere s'avverte l'esigenza di geometrizzare, nel lontano ricordo di un Morandi o di Braque.  Fino ad approdare, nell'areo di un decennio, all'astrattismo geometrico.
Un astrattismo, tuttavia, che sembra avere ascendenze nelle ricerche di Radice, Magnelli, Reggiani, Bonfanti e Korompay, su su fino al concretismo degli anni Cinquanta di cui significativo esponente è stato Luigi Veronesi.
Astrattismo ottenuto con materiali vari, anche l'acciaio, capace di irraggiare tersa luminosità.  E quella ricerca di luce perseguita con rigore e politezza di cromie e di impianto, sembra risentire dell'atmosfera propria del luoghi natii; «sembra procurare allusive sensazioni di paesaggi estremamente stilizzati, soprattutto marini e lacustri».
 
 
BIBLIOGRAFIA (bresciana)
G.VALZELLI, Il Garda in un bicchiere, «Giomale di Brescia», 4 giugno 1965.
T.LONGARETTI, «Domus nostra», Salò, 18 settembre - 4 ottobre 1965, Tomasi, Mazzoleni, Trombini.
G. MASCHERPA, «Galleria Cavalletto», Brescia, 14-28 maggio 1966.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte «Giornale di Brescia», 22 maggio 1966.
G.V., L'occhio dei bresciani s141 Garda, «Giomale di Brescia», I I giugno 1966. «Giornale di Brescia», 17 settembre 1967, A tre di Palazzolo il Premio Inzino. «Galleria d'Arte Cavalletto», Brescia, 8-20 giugno 1968, Pittori italiani, Catalogo.  V. S. Agata come via Marguita, «Giornale di Brescia», 29 aprile 1969.
«Giomale di Brescia», 9 maggio 1969, L'ottavo Premio Treccani.
E.FEZZI, «Galleria Schreiber», Brescia, maggio 1970.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 9 maggio 1970. «Il Regalo», Brescia, Inverno 1972-73, Stampa Tip.  Vestonese, 1972.  E. FEZZI, Arte, «La Provincia», Cremona, 17 dicembre 1975. «Le Firme», Ed.  Castaldi, febbraio 1976.
R. VITALI, «L'Unità», Milano, 13 marzo 1976.
AA.VV., «Galleria Lo Spazio», Brescia, 14-26 marzo 1976.  E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 27 marzo 1976.
L.TRUCCHI, «Momento Sera», Roma, 5-6 maggio 1976.
S.ORIENTI, «Il Popolo», Roma, 13 maggio 1976.
M.TORRENTE, «La Voce repubblicana», Roma, 14 maggio 1976.
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, I -I I maggio 1980, Catalogo. «Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.

 

TOMASONI GIOVANNI

Brescia, 17 giugno 1951.

Giunto piuttosto tardi alla ribalta delle esposizioni, ha lungamente affinato le naturali doti di disegnatore, ma anche meglio definiti gli intimi ferinenti, avvicinandosi ad Ugo Aldrighi e Chico Schinetti; e frequentando per qualche tempo i corsi di incisione della A.A.B.
Prevalentemente grafico, di questa tecnica si serve per esternare gli esiti di una riflessìone sull'odiema condizione umana.  Ed esprimendo implicitamente il giudizio sulle tante forme di oppressione che gravano la creatura umana. «L'eccesso di prevaricazioni della macchina sull'uomo, i rischi di inquinamento generale per cui anche un povero gabbiano vede l'orizzonte oscurarsi di nera oleosa pece, l'incapacità di stabilire un sicuro rapporto con se stessi ... », come ben ha avvertito Luciano Spiazzi.
Nascono così motivi collocabili nel solco figurativo, ma fatti emblema, elementi di desolato paesaggio a riflettere l'attualità ed al tempo stesso in grado di dire chiaramente, anche se non violentemente, la sofferta denuncia.
Presente a varie rassegne collettive locali, a partire dal 1975; mostre personali ha allestito nel 1977 («Galleria La Tela», Iseo); nel 1979 presso la «Pìccola Galleria dell'U.C.A.I.» prima, nella «Galleria Cattaneo» poi.
Ila quindi disertato le sale di esposizione per operare,in silenzio, anche se non ha fatto mancare suoi lavori in occasione delle affollate collettive di fine anno consuetudinariamente ordinate nelle salette della U.C.A.I. di via Pace.
 
BIBLIOGRAFIA
L.SPIAZZI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 3-15 febbraio 1979.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 10 febbraio 1979.
AA.VV., «Galleria Cattaneo», Brescia, 1-13 dicembre 1979.
L.SPIAZZI, Arte in città «Bresciaoggi», 8 dicembre 1979.

 

 

TOMASONI SEVERO

Azzano Mella, 12 gennaio 1916

Autodidatta, non ha fin'ora allestito mostre personali ed assai raramente ha preso parte a manifestazioni collettive, pur risalendo a circa il 1960 la sua attività pittorica.
Uomo schivo, riservato, si rileva il suo nome dal catalogo della vasta rassegna «Brescia '80» ordinata in città nel maggio 1980.
Figurativo nel solco della tradizione, esponeva una composizione con Mele cotogne, dal fare decorativo.
Accanto alla pittura, per sua stessa ammissione esplicata con impegno dilettantistico, Severo Tomasoni da alcuni anni realizza anche opere plastiche in legno e bronzo.
 
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, I -I I maggio 1980, Ca@ogo.

 

TONELLI GIORGIO

Brescia, 1942.

Si conosce questo artista solo per la sua prima mostra personale allestita nel 1978 nella bresciana «Galleria dell'Incisione».
L'attività artistica di Tonelli è iniziata sul fare degli anni Settanta e determinante è stata la conoscenza di Ferroni di cui il pittore nostro può considerarsi il continuatore.
Pittura che può far affiorare a volte il nome di Titonel e, più in là a certo iperrealismo americano di un Hopper; oppure a certa Neue Sachlickent.  V'è nelle sue opere la abissale distanza che esiste fra noi e l'habitat; un mondo che sa di celle ospedaliere, un mondo asettico, freddo, agghiacciante, anche se lucido e perfettamente ordinato.
Anzi, è proprio quella speculare perfezione degli ambienti ricomposti nelle opere: vani modernamente arredati, attrezzati di tutto punto a trasmettere il gelido senso di disagio, di un vuoto incolmabile davanti al nostro cammino.  Nei ritratti v'è lo smarrimento dovuto a quel vuoto, a quell'indecifrabile silenzio.  A se stante, nella rassegna bresciana, il Ritratto del gallerista Roncaglia, che sembra segnare una evoluzione nell'arte di Tonelli.
Invitato nel 1976 alla terza Triennale dell'incisione di Milano, a quel periodo risale anche il trasferimento nella capitale britannica.
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria dell'Incisione», Brescia, 11-23 febbraio 1978.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 18 febbraio 1978.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 18 febbraio 1978.
 

 

  1. TONINO DA CASTENEDOLO
  2. TONOLI GIANNI
  3. TONONI MERINO
  4. TORRESANI ANDREA

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