Dizionario dei Pittori Bresciani
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SERAFINO

Secolo XVI.

Il Fenaroli («Dizionario») indica soltanto il nome di questo pittore e rinvia all'Estimo del 1525 della quadra quarta di S. Giovanni.
Val soggiungere che nella «Storia di Brescia», Vol. 111, è ricordato un Serafino da Brescia che, operoso nel 1530 «essendo un tecnico del bulino e dell'acquaforte, può dirsi un precursore della più tarda incisione su acciaio».  E che il Fenaroli, ancora, dedica ampio spazio ad un Serafino da Brescia «orefice, scultore in ferro, oro e argento» operoso nel 1520.

 

SIGALINI GIAMBATTISTA

 Dello, 24 ottobre 1936.

Figlio di Piero (v.), dal padre ha ricevuto, oltre che la passione, la educazione artistica, affrontando con lui le prime prove in pubblico.
Nel 1972 espone alcune opere alla A.A.ß., dove Piero Sigalini tiene una mostra personale.
Autore di paesaggi e di nature morte, nei suoi quadri «I colori esplodono come vibrazioni vocali che si rincorrono per dare vita a una composizione».
Ma c'è un'altra piega dell'anima di Sigalini che si traduce in visioni cromaticamente pacate, quasi frutto di esistenziale meditazione... Sono i paesaggi della terra natia dove il sole trafigge foglie e riscalda antiche mura, sono i fiori saporosi di quella terra forse rimpianta dopo l'abbandono per la città.
Alla scomparsa del Padre, nel 1975, Giambattista Sigalini sembra aver 'ceduto al pudore, tanto che più lo si è veduto esporre.
 
BIBLIOGRAFIA
A. MAZZA, «Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977, p. 292.

 

SIGALINI PIERO

Dello, 1908-1975.

Pittore della Bassa bresciana, ne ha colto i molteplici aspetti con spontaneità, tanto che quelle visioni paiono «sogni a occhi aperti nel quali si fondono ricordi lontani di una pittura del passato che riempiva di meraviglia e di entusiasmo il suo cuore di fanciullo, colle osservazioni della natura, della sua terra, dell'età immatura e consapevole, a cui egli dà libero sfogo senza preoccupazioni di indole'intellettualistica, senza vederle attraverso schemi e mode», come gli ha riconosciuto Adolfo Mutti.
Il nome di Sigalini inizia ad essere conosciuto negli anni Sessanta e più assidue si fanno le sue mostre personali in città, a volte a fianco del figlio.
Alla A.A.B., espone così negli anni 1971, 72 e 1974; alla «Galleria S. Gaspare» nel 1973; la stessa Galleria ordinerà una mostra «Omaggio» pochi mesi dopo la scomparsa del pittore.
Le opere di questo «cantastorie» della vecchia Brescia popolana allora esposte riconfermarono la semplicità di una pittura d'impressione, spontanea, «note di piccole, umili canzoni, ritornelli popolari a vincere la solitudine, a esprimere la candida gioia, pago dello spettacolo sempre nuovo del paesaggi familiari e delle visioni di una fantasia ingenua, impressa dal gusto del tempi ormai remoti».  E sono case rustiche sfiorate dal declinante sole, brani di campagna con piccoli, lontani casolari, stradette idealizzate, con smilzi cipressi resi curvi dal vento; con la chiesetta dall'appuntito campanile all'ora di messa... attimi di vita immutabili.
Piero Sigalini è stato anche buon ritrattista.
 
BIBLIOGRAFIA
V., S. Agata come via Margutta, «Giornale di Brescia», 29 aprile 1969.
A.MUTTI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 10-23 aprile 1971.
A.MUTTI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 15-27 aprile 1972.
«Galleria S. Gaspare», Brescia, 3-15 febbraio 1973.
A.MUTTI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 1-10 aprile 1974.
A.MUTTI-A.  MAZZA, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 11-23 ottobre 1975.
E.C.S.(alvi), Piero Sigalini, «Giornale di Brescia», 23 ottobre 1975.
Nota:
La presentazione data ad A. Mutti è ripetuta in vari cataloghi.

 

SIGNORI PILADE

Volta Mantovana, 17 gennaio 1919

Il riserbo di Pilade Signori vorrebbe si ignorasse la sua attività pittorica.  Ciò non di meno, desideriamo fissare quel poco che di lui conosciamo.
Autodidatta, vive attivamente le vicende della Associazione artisti bresciani dove 204
lo si trova presente fin dal sorgere degli anni Sessanta, in mostre collettive dapprima, in personale poi.  Se la maniera delle prime opere è legata ad un tradizionale paesaggismo postimpressionistico, evidenti tuttavia sono «la coerenza, l'incisività, e la nativa vivacità coloristica raggiunge effetti non privi di una sua proprietà e suggestione», come negli olli Verso Muratello e Porticciolo a Gardone.
Si afferma poi l'esuberanza dei colori e della luce, in una girandola variopinta e spumeggiante dal sapore fiabesco, acerbo e candido del Naifs, com'ebbe a osservare Elvira Cassa Salvi.
Opere tutte nate a contatto della natura, rese con materia densa, e pennellate effervescenti, sia che il pittore posi il cavalletto a lato di un Canale oppure sulle rive del Garda; che sorprenda prospettive a Borgatina in Puglia oppure luci d'Autunno siíl laghetto o, ancora, Piccole dalie o Quattro vasetti di lori, dimostrando disponibilità ad interpretare i più diversi motivi, atmosfere e diversi cieli.
Presente a collettive in Roma, Pilade Signori ha partecipato a manifestazioni varie in Brescia e provincia, allestendo mostre personali negli anni 1962, 73, 74; rinunziando quindi a esporre anche se intensa è l'attività svolta nello studio affacciato su un angolo della Brescia antica.
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria A.A.B.», Brescia, 1-14 settembre 1962, Tí-enta pittori espongono, Catalogo. «Galleria A.A@B.», Brescia, 22-28 dicembre 1962.
VICE, Signori alla Galleria del Cir(,olo, «Giornale di Brescia», 29 dicembre 1962. «I Concorso autunno a Brescia», Brescia, Enal. 17 ottobre 1965, Catalogo. «Galleria Piccola Paganora», Brescia, 7-19 aprile 1973.
A.MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. Xíll, n. 136, maggio !973. «Galleria del Carro», Brescia, 2-14 novembre 1974.
 

SIGNORINI VALENTINO

Si conosce la pittura di questo schivo artefice solo attraverso le parole di Nella Mariani («Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977) che nel dipinti rileva genuinità di «fresco romanticismo in grado di creare un fascino di indubbia comunicazione, non solo per quanto riguarda il formalismo elegante, ma anche per tutta la tensione lirica di contenuto».
Nelle vedute naturalistiche o rustiche, Signorini esprime con rapidità di soluzione motivi intesi a cogliere non tanto la realtà dei luoghi, ma l'essenziale atmosfera nelle cromie della luce con apporti di evidente sensibilità, sia pure nel forti contrasti colorici del prevalenti verd'azzurri.

SIGNORONI PAOLO.

Chiari, 15 febbraio 1912

Frequentati i corsi dell'Accademia di Brera, a Milano, nel capoluogo lombardo si è laureato in architettura.
A Brescia si ritrova Signoroni appena dopo il secondo conflitto mondiale, presente alla mostra dell'Associazione artisti bresciani («Giornale di Brescia», 24 ottobre 1946).
Ancora per poco però, perché il pittore nostro intraprende attività che lo conduce a presenziare in mostre a carattere nazionale e internazionale; alla Sonderschau «Modernes Wohuen Italia» di Monaco di Baviera, alla Biennale di Venezia del 1948 e poi alla Biennale di Milano, ai Premi F.P. Michetti, Clusone, Ramazzotti, Poussin, Burano, con rari ritorni nel Bresciano, come per il Premio Iseo...
Mostre personali ha allestito a Brescia, Bolzano, Strà, S. Remo, Milano (1964).  Mostra antologica, quest'ultima, che ha consentito di riunire trent'anni di pittura di Paolo Signoroni.  Trent'anni di lavoro, come ha scritto il compianto Garibaldo Mar-ussi, inseriti nel corso forse più turbinoso delle vicende dell'arte contemporanea.
E come è facile - quando si abbraccia un così lungo periodo d'anni - cogliere il senso del percorso dell'arte, i momenti diversi, le impennate, in personaggi già consacrati dalla fama - prendiamo il caso di Léger in Francia o di Carrà in Italia - volenti essi o nolenti, così riesce del pari agevole effettuare le stesse scoperte, reperire le stesse tracce in tutti coloro che hanno vissuto le identiche vicende della storia della civiltà.
Signoroni, trent'anni fa, non poteva essere diverso da come si presentava: era un pittore figurativo, come si dice oggi, in un certo modo; un pittore che aderiva alla rappresentazione della realtà quale era nell'aria allora, con sue peculiarità di colore, di pennellata, di impaginazione.  Con un suo preciso carattere.  E questo è leggibile con chiarezza, anche oggi, a distanza di anni.  Restava anche in pittore dell'alta Italia, con le sue illazioni di gusto, d'atmosfera, di cultura, e quindi di preferenze che tale fatto comporta.
Poi una sosta prolungata e ripetuta a Panarea, l'incontro e la comunione con la grande luce, l'urto iniziale degli occhi e dello spirito con la violenza del colore, non potevano mancare i loro effetti.  Così come proprio e accaduto a tanti artisti del nostro tempo, per citare i più noti, da Matisse a Klee, da Mathleu a Dubuffet, e De Staél.  Naturalmente, ciascuno con i suoi problemi e con i suoi risultati.
Ovviamente, dopo questa avventura, in Signoroni l'istanza figurativa non fu cancellata.  Nè poteva essere diversamente, per una coerenza forse solo di puntiglio.
Ma se ne è avvantaggiato il colore, diventato più inquetante ed esplosivo.  E se ne è avvantaggiata anche la impostazione formale, fattasi più libera e sciolta, meno legata al persistere di canoni novecenteschi.
Opere come Case a Panarea si accendono di luci quasi surreali.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in:
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (1972).

 

SILVESTRO DA VALSERIANA

Secolo XVI

Stefano Fenaroli, nel suo «Dizionario degli artisti bresciani», lo definisce pittore e lo dice nato nel 1501; rinvia poi alla polizza d'Estimo n. 63 del 1534 della quadra quarta di S. Faustino.  Ma di Silvestro da Valseriana non si hanno altre notizie nè si conoscono opere.

SIMONI BATTISTA GIUSEPPE

Adro, 2 marzo 1909..

Nel paese natio avvicina Arturo Bianchi (v.) e, giovanissimo, lo segue compiendo così le prime esperienze artistiche.
A Brescia, si forma nella -cerchia del giovani vicini a Virgilio Vecchia e si affaccia alla ribalta delle mostre sul far degli anni Trenta.  Poco più che ventenne è presente alla Mostra intersindacale, alle Mostre del sindacato provinciale di B.A. bresciano, con paesaggi, figure, nature morte.
Del 1934, Primavera, Sui Ronchi, Mamma rivelano l'attento osservatore e l'equilibrato colorista; dello stesso anno Gesù e i ciechi, è detto dipinto di non comune livello pittorico, soprattutto nella pallida figura centrale retta da una sintesi cromatica, ma ancor più da espressività spirituale.  Non a torto Pietro Feroldi, indimenticato scrittore d'arte e collezionista, vide nella composizione classicamente concepita il segno della nobiltà di contenuto testimoniante le attitudini del pittore a perseguire un'arte intenzionalmente eletta.
Nel susseguirsi delle esposizioni alle quali partecipa, Simoni si pone in evidenza accanto ad artefici quali Battista Trainini, Alessandro Pianeti, Martino Dolci, Virgilio Vecchia, Matteo Pedrali... Opere come il Cesto del pesce racchiudono un contenuto poetico di cose reali ordinate a modo, fedele al rapporto che deve intercedere fra il soggetto e lo stile.  Questo quadro, oggi alla Pinacoteca Tosio Martinengo, è stato giudicato «pezzo di solida pittura moderna, arlosissimo». (1936).
La pacata visione, la meditativa natura del pittore tornano ad evidenziarsi in successive opere: Natura morta, Composi ione, Dal mio studio esposte nel 1938; così nel 1940 Paese di Valcamonica, che fa dire d'una «visione sgorgata da una elevata purificazione dell'animo».
Se il funesto fragore dell'ultimo conflitto mondiale sembra esaurire l'attività del Simoni, il ritorno della pace lo riconduce ad assiduamente operare: dal 1946 Figure di Santi, S. Sebastiano, Paese, Interno, Lo specchio figurano a fianco di dipinti di artefici nostri al quali la guerra non soltanto ha carpito anni di fervore creativo, ma anche affetti e integrità fisica.
Con Vittorio Botticini, Achille Canevari, G.B. Cattaneo, Achille Cavellini, Martino Dolci, i Ghelfi, Ermete Lancini, Matteo Pedrali, Mario Pescatori ricompare in collettive; poco più tardi, con i compagni del Gruppo B., in seno alla Associazione di via Gramsci, rappresenta in città esempio di chi conduce ricerca moderata, pur se modernamente orientata.
Così, non inosservate le presenze alle mostre del «Bruttanome», negli anni Cinquanta, in occasione delle quali si ricordano Ritratto e il Mella; alle rassegne in Episcopio (1949) ove un Omaggio al '600 palesa l'autore interprete del Presepio con fare romantico: contorsione di alberi, animazione di figure e di cose, luci irreali.
Dopo d'allora sempre più si afferma Simoni restautore: operoso in numerose chiese, nel laboratorio all'intemo della Pinacoteca Tosio Martinengo dove, fra le altre, nel 1956 convennero le tele da esporre alla «Mostra dei pittori bresciani dell'Ottocento». (Filippini, Lombardi, Bertolotti, Zuccari e Rovetta).
Nel lungo itinerario percorso dal restauratore è possibile individuare soltanto alcune tappe; rappresentate dai ravvivati colori dell'Assunta del Moretto (1953), del nostro «bel S. Giovanni» (1957), delle decorazioni di Pietro Scalvini nel Teatro Grande (1963); le ritrovate nobilissime raffigurazioni nell'abslde della chiesa dedicata a S. Agata , con il maestoso Croe,@@lìs,vo (1963) e successivi interventi nella medesima chiesa; le cure usate ai dipinti destinati a dar vita alla «Mostra di G. Romanino» nell'incanto del Duomo vecchio (1965); a numerosi altri dipinti della Pinacoteca Tosio Martinengo (1967); e ancora affreschi in S. Francesco (1970), in S. Cristo (1974), nel Teatrino Rovetta a lato della chiesa di S. Maria del Miracoli (1977), in S. Salvatore (1978)...
Sono soltanto alcuni dei pazienti interventi portati a termine da B.G. Simoni in città, ma altrettanto solerte in numerose località della Provincia: da Remedello (1958) alla chiesetta di S. Pietro in Mavino (Sirmione, 1959); da Malegno ad Adro (1961), Bomo, Calvisano (1966), Anfo (1967) Lavenone (1972), Ome (1977), per non dire della paziente attenzione prestata alle opere trasfugate dal Santuario della Stella nel 1969.
E d'altii ricuperati capolavori può essere indice la allegata nota bibliografica.
 
BIBLIOGRAFIA
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«IV Mostra del sindacato regionale di B.A.», Milano, 1933, Catalogo.
«Mostra d'arte - Gruppo artisti bresciani», Galleria D. Bravo, Brescia, 1934, Catalogo.
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«Il Mostra d'arte del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1934, Catalogo.
P.FEROLDI, Esame dei valori alla sindacale, «Il Popolo di Brescia», 23 dicembre 1934.
P.FEROLDI, «Arengo», a. Vlll, n. 1, gennaio 1935.
«III Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1936.  Catalogo.
P.FEROLDI, Orientamenti alla sindacale, «Il Popolo di Brescia», 26 novembre 1936.
P.FEROLDI, Precisazioni, «Il Popolo di Brescia», 2 dicembre 1936.
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P.FEROLDI, La quarta mostra sindacale, d'arte. «Il Popolo di Brescia», 15 febbraio 1938. «Mostra d'arte», Brescia, 11-25 gennaio 1940, Invito. «V Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1940, Catalogo.
P.FEROLDI, Orientamenti e indicazioni alla quinta sindacale, «Il Popolo di Brescia», I maggio 1940.
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E.VIGLIANI, Invito a na mostra, «L'Italia», 8 dicembre 1940.
P.FEROLDI, Pittori a convegno, «Il Popolo di Brescia», I I novembre 1941.
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L.F.(avero), Mostra degli undi(-i, «Il Popolo», 23 maggio 1946.
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0.DI PRATA, La collettiva dell'Associazioize artistica, «Il Popolo», I I maggio 1947. «Giomale di Brescia», 10 aprile 1948, Gli artisti premiati alla mostra sacra.
G. TURELLA, Il Santzíario.fra gli ulivi, «Il Popolo», 25 luglio 1948.
«Mostra d'arte bresciana», Salsomaggiore, 15-31 agosto 1948, Catalogo.
G.VEZZOLI, Novità nella ch,e.sa di Nuvolento, «L'Itaìia», 19 e 21 settembre 1948. «Giomale di Brescia», 27 dice'mbre 1948, Allo mostra dei presepi.
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«Mostra dei pittori e scultori... del Br-uttanome», Brescia, ottobre-novembre 1949, Catalogo.
G.V., Artisti del Bruttanome, «Giornale di Brescia», I novembre 1949.
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L.FAVERO, La ivo.stra del Bruttanome, «L'Italia», marzo 1952.
G.PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio-Martinengo», Ed.  Alfieri e Laeroix, Milano, 1959.
G.VALZELLI, I Profèti e la tiérba.... «Br-uttanome», Vol. 1, (1962).
La seguente documentazione riflette esclusivamente l'attività di restauro.
«Giornale di Brescia», 10 novembre 1952, Nella vigna degli Artigianelli liti leggiadro mosai(,(ì.
G.VEZZOLI, Torna a , aguzzano l',4ssunta del Voretto, «Giornale di Brescia», 15 agosto1953.
L.MONDINI, Invito alla Piriacote(-a 'Iosio ,Ilartinengo, «Giomale di Brescia», 5 agosto 1954.
«Giornale di Brescia», 2 dicembre 1954, Restaurata la paia del pittore inquieto.
F. CALZAVACCA, Opera giovanile del Romanino? «L'Italia», 19 agosto 1955.
«Giornale di Brescia», 6 aprile 1956, Per la sistema-ione del Museo di Bren(ì.
«Giomale di Brescia», 4 settembre 19561 Il sottosegretario S(,aglia inaugura la Ilostra dell'Ottocento.
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«Giornale di Brescia», 9 novembre 1957, Si inaugura il restauro del nostro bel S. Gi()I'anni. «Giomale di Brescia», 30 settembre 1958, L'inizio dei restauri degli affreschi a Remedello.G. V., , L'incanto di S. Pietro per l'ospite di Sirmione, «Giornale di Brescia», 8 febbraio 1959. «Giomale di Brescia», 28 luglio 1960, Restauri a Malegno nel tempio di S. Andrea,
F.LECHI, Riportato all'antico splendore l'orologio dei Vac-(, dè le ure, «Giornale di Brescia», 23giugno 1961.
F.FRASSINE, Una bella iniziativa della --ona di Adro, «Giomale di Brescia», 8 settembre 1961.
«Giomale di Brescia», 29 settembre 1962, Si i-iapre la c,hiesetta a Favento di Adro.
«Giornale di Brescia», I I ottobre 1962, Festa a Favento di Adro.
M.VIGLIANI, Restituito all'antico splendore l'affresco dello S(-alvini, «Giornale di Brescia». 7 febbraio 1963.
A.BERTOLINI, Tempestivo restauro dei dipinti in S. Andrea di Malegno, «Giomale di Brescia», 26 marzo 1963.
A.BERTOLINI, Un patrimonio nelle chiese di Bormio, «Giornale di Brescia», 29 marzo 1963.  M.V.,
Un affresco quattrocentesco torna alla luce in S. Agata, «Giornale di Brescia», 7 agosto 1963.
«Giornale di Brescia», 3 novembre 1963, Una stupenda Crocifìssione rivelata in S. Agala. «Giornale di Brescia», 16 novembre 1964, Il trittico di S. Agata benedetto da uons.  Almici. «Giomale di Brescia», 28 aprile 1965, Ultime carezze all'angelo.
R.PETRUCCI, EYperti al lavoro a Calvisano, «Giornale di Brescia», 10 febbraio 1966. «Giomale di Brescia», 21 aprile 1966, A.ffieschi (-inquecenteschi in luce a palazzo Tosio Martinengo.
G.V., Inaugurata a Breno la mostra del restauro, «Giornale di Brescia», 26 aprile 1966. p.b., Restauro di pre-iosi dipinti alla Pinacoteca, «Giornale di Brescia», 2 gennaio 1967. «Giomale di Brescia», 30 aprile 1967, N ovi tesori d'arte a S. Francesco. «Il Giorno», 7 giugno 1967, Gli al ,f@eschi di Anfo saranno salvati.
P., B.G. Simoni, «Il Cittadino», 23 luglio 1967.
G.VALZELLI, Anche il sindaco di Anfi) sulla impalcatura per restaurar(, gli al re chi di S. Antonio, «Giomale di Brescia», 29 ottobre 1967. «Il Giorno», 9 novembre 1967, Scoperto da un contadino a Pertica Bassa. «Giomale di Brescia», 25 febbraio 1968, Restaurata la Pietà del Romanino. a.m., Preziosi affreschi del Cinquecento scoperti a S. Maria dello, Rose (a Calvisano), «Giornale di Brescia», 6 marzo 1968.
G.C. PIOVANELLI, Medi freschi di S. Francesco, «Giomale di Brescia», 6 novembre 1970.
«Giomale di Brescia», 5 ottobre 1971, Tornate alla Stella le opere trasfugale nel 1969. «Il Giorno», 4 agosto 1972, A Lavenone dopo lungo lavoro. «Giomale di Brescia», 29 settembre 1972, Restaurata la Pieve di S. Pancrazio a Montichiari.  S. FURLAN, Completamente restaurata la cappella della Vergine in S. Giovanni, «Giornale di Brescia», 3 aprile 1973.
«Giornale di Brescia», 8 febbraio 1974, I restauri della parrocchiale di Adro.  L. SPIAZZI, L'Abbazia di Rodengo, «Bresciaoggi», 14 settembre 1974.  P.V. BEGNI REDONA, Alla riscoperta del Gambara, «Giornale di Brescia», 22 ottobre 1974.  G.C. PIOVANELLI, Nella chiesa di S. Cristo, «Giomale di Brescia», 14 novembre 1974. «Giornale di Brescia», 26 giugno 1975, La chiesa di S. Cristo.
R.LONATI, Si lavora per restituire a S. Cristo l'antico splendore, «Giornale di Brescia», 28 dicembre 1975.
L.SPIAZZI, Ricoperta in Franciacorta, «Bresciaoggi», 4 settembre 1976, «Bresciaoggi», 20 maggio 1977, Presso 1.'aula magna di Economia.
«Giomale di Brescia», 14 giugno 1977, Affresco del Fcrramola a Economia.
«Bresciaoggi», 2 agosto 1977, Ricompare un Roi anino. (Nel teatrino Rovetta).
L. SPIAZZI, Alla Pieve di Cerezzate, «Bresciaoggi», 13 agosto 1977.
«Giornale di Brescia», 20 novembre 1977, Restaurati due lunettoni in S. Salvatore.
«Giomale di Brescia», 5 gennaio 1978, Restaurate 18 tele di Monti e Zanardi.
«Giornale di Brescia», 7 settembre 1978, Restauro di sette cappelle nella chiesa del Carinini,.
 

SIMONI TEODORO

Brescia 19 maggio 1942.

Affermato pianista educato alla scuola di Agostino Orizio, Teodoro Simoni è pittore autodidatta.
Presente in pubblico dai primi anni Sessanta, sia in collettive bresciane che provinciali.
Nel 1962 ordina la prima mostra personale alla Galleria dell'Associazione artistica di via Gramsci.  Le trenta opere esposte: paesaggi, figure, nature morte, pur nelle divergenze dovute alla giovane età del pittore, all'esteso periodo che abbracciano (vi sono alcune composizioni giovanili) sembrano denotare coerenza di ispirazione e di espressione.  Una evidente predilezione per strade e stradette, anche cittadine, colte nel cupo barlume di luce che precede la sera; oggetti dal sapore antico, entro silenti atmosfere; così per le figure, avvolte da fondi toni grigi sotto plumbei cieli...
Si parlò allora di moduli non immemori di Utrillo e di Sironi giovane.
Avanzando nel tempo il pittore ha abbandonato la «mesta contemplazione» della natura e delle cose per privilegiare una «Figurazione di piglio violento e aggressivo»-, figurazione pervasa di ironia, se non di sarcasmo, i toni schiariti di impressionistica ascendenza.
Il rapido tocco, l'accentuarsi dei contrasti cromatici propongono alfine personaggi tipicizzati, e rappresentati con intento denigratorio, soprattutto là dove i dipinti vogliono evidenziare gli aspetti mondani circostanti il teatro che Simoni frequenta a motivo della professione.  Un mondo esibizionista, pettegolo, fatuo che molti conoscono.
Con alteme presenze a mostre collettive in città e provincia, Teodoro Simoni ha allestito altre mostre personali, nel 1971 e nel 1978.
 
BIBLIOGRAFIA (per l'attività pittorica)
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G.TANSINI, Discutiamo la mostra d'arte sacra, «La Voce del popolo», 16 dicembre 1961.
G.TANSINI, Che cosa suggeris(,e la Bibbia a pittori e .scultori, «Giornale di Brescia», 23  dicembre 1961.
G. TANSINI, Arte e Bibbia, «Ora et labora», a. XVII, n. 2, marzo-aprile 1962.
G.V., Il Garda come una bella donna, «Giornale di Brescia», I giugno 1962.
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E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 14 ottobre 1962.
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G.VALZELLI, Nella niosira della c-a(,cia, «Il Cittadino», I I ottobre 1964. «Galier-ia A.A.B.», Brescia, 14-26 novembre 1964, Invito.
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L.SPIAZZI. ,It-te in (,i,tà, «Bresciaoggi», 9 dicembre 1978.

 

SINIBALDI ANSELMO

Mademo, 1935.

Lo stesso pittore chiarisce i propri intendimenti artistici quando propone: Partito con un linguaggio figurativo di ricerca sintetica, In chiave lirica, ha progressivamente ampliato i propri interessi sperimentando e operando ricerche compositive nell'intento, come ha scritto (in chiave psicologica) Francesco Beni Moschini nel 1970 in occasione di una personale dell'artista, di demitizzare la socialità dell'arte perché essa diventi un momento di recupero del valori istintuali dell'uomo... La simbologia è sempre di natura artistica e se lascia posto all'artista, estromette l'uomo. t chiaro che Sinibaldi non sta a registrare le crisi del mondo contemporaneo, come si usa da molte parti, con una sorta di compiacimento.  Neppure si chiude in se stesso diventando incomunicabile con gli altri.  Ha compreso le possibilità aperte alla partecipazione individuale e ha scelto la via dell'impegno, della libertà da qualsiasi costrizione nelle sue forme più attuali: quelle dell'esperimento.  Giungendo (1972) ad una nuova, recentissima,fig razione lirica materica di un'assoluta libertà espressiva, comunicando le proprie ansie ed i timori per la travolgente avanzata del materialismo nel mondo, come ben indicano alcuni titoli di sue opere: Fondo marino ridotto a materia, Pallido tramonto sulla montagna ridotta materia, Due piccole colline materiche, .4culei di materia, Materia sulle ypiagge desolate.
Frutto di macerata ricerca, queste visioni esposte con chiarezza rendono Sinibaldi interprete di atteggiamenti comuni agli uomini sensibili, resi ansiosi dal sopravvanzare di correnti erosive.  Ed attraverso i suoi dipinti mira a esplicitare il disagio esistenziale di chi vede demoliti, giorno dopo giorno, valori materiali e morali.  Dal dato naturalistico racchiuso nel suoi lavori, fatti di tenui colori entro segmenti o linee sinuose ed allusive, è facile giungere al significato spirituale dovuto ad un impegno che aspira ad avere eco nella coralità.
Anselmo Sinibaldi è anche autore di numerose opere calcografiche nelle quali si ravvisano maggiormente la padronanza del disegno e la predilezione al paesaggio e ai frutti della terra; non mancano tuttavia figure e ritratti.
Presente a manifestazioni collettive fin dal 1963, maggiormente si evidenze verso gli anni Settanta, con la partecipazione a concorsi in Brescia e località della provincia, fra le quali si rammentano Desenzano (1969, 1971), Gardone Riviera (1970, 78), Gargnano (1970), Mademo (1971, 76), Bardolino (1979); in varie altre città: Milano (1969), Piacenza (1970), Iglesias, Cassino, Prato (1971), Pompel (1973), Roma (1974).
Mostre personali ha allestito a Gardone Riviera (1970, 76), Forte del Marmi (1971), Toscolano-Mademo (1971, 72, 78, 79), Desenzano (1971), Sarezzo (1976).  Fondatore del Gruppo mademese di libere ricerche, con gli altri aderenti ha ordinato varie esposizioni in Brescia, Riva del Garda, Mademo, Vicenza.  Un suo pannello, Bare-a all'approdo, è nella sala conciliare del comune di Toscolano Mademo.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in:
«Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato, 1972.
Si veda inoltre:
«Galleria A.A.B.», Brescia, 11-23 maggio 1968.  Gruppo libere ricerche, Invito.
«Galleria La vela», Riva del Garda, 1-15 luglio 1968, Gruppo libere ricerche, Invito.  D. LAUDE, «Sala Doti.  Fr-azzini», Mademo, 3-17 agosto 1969, Gruppo libere ricerche. «Galleria La comice», Cassino, 5-15 giugno 1971.
A.I-OMASI, «Galleria Sede», Mademo, 19-25 luglio 1972. «Galleria Artecom», Roma, marzo 1974, Catalogo.
A.PERINI, ,I.  Sibuldi, l'eterno (-on.flitto u ano, «Pinxit», n. 6, dicembre 1974.
E.PELIZZARI, «Valverde», Sarezzo, 31 gennaio - 29 febbraio 1976. (Riprod. in «Le firme»,
Ed. Castaldi, luglio 1977).
A.TOMASI, Mostra di pittori (,ontemporanei, Mademo, 25 aprile - 13 giugno 1976. «Biblioteca comunale - Villa Alba», Gardone R., 30 agosto - 29 settembre 1976. «Galleria Club A.M.», Maderno, 3-16 giugno 1978.
«Controvento», giugno 1978, A. Sinibaldi.
«Hotel Benaco», Maderno, settembre 1978, Invito.
«Galiel-ia Club A.M.», Mademo, 30 giugno - 13 luglio 1979, Invito.
 
  1. SINIBALDI LUCIANO
  2. SIRIA
  3. SOLA CLAUDIO
  4. SOLDI GIACOMO

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