Nave, 14 maggio 1946
Ben poco ci è dato dire di questo artista bresciano, ormai toscano di adozione, che tuttavia ha voluto nella sua città d'origine «esporre per la prima volta la sua opera grafica» nel 1975. Prima personale in assoluto, come ha scritto Luciano Spiazzi, e salutata dalla Critica come una apparizione prodigiosa. «L'itinerario poetico di Saiani parte da lontani racconti interiori, dai dolci orti, rifugi protettivi abitati da immagini di sogno: volatili, fiori, palme e cactus, colonne e minareti, poeti e fanciulle trasvolanti come uccelli».
Un percorso stilistico fatto di segni scuri, ma sfumati in chiari spazi, ideali per quei giardini orfici, sconvolti in cui si aggirano dlafane figure inquiete- e inquietanti. «Uomini condannati alla solitudine da una paura, anzi da un terrore ico e mosso proprio per 'ò da un inarrestabile bisogno di sussurrato atav monologo, da una timida, appena affiorante richiesta di ascolto, di silenzioso dialogo» come ben ha rilevato E. Cassa Salvi. Come la prima mostra, anche le altre due ordinate a Brescia sono state accolte dalla «Galleria dell'Incisione» (1977, 1980).
BIBLIOGRAFIA (bresciana)
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L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 22 febbraio 1975.
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E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 31 marzo 1977.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 9 febbraio 1980.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 17 febbraio 1980.
Brescia, 28 febbraio 1940
Fin da ragazzo manifesta attitudine al disegno e ai colori; intraprende a dipingere e quindi ha modo di perfezionarsi frequentando l'Istituto artistico «G. Savoldo», in città, diplomandosi maestro d'arte. Paesaggista, autore di figure, nel suo esprimersi v'@ quell'accentuazione che può ben dirsi espressionista, sia pel tratto mosso, sia pel cromatismo fatto di forti contrasti, suggeriti da «stimoli di presenza sociale, di responsabilità civile, di lotta alle ingiustizie». Presente a concorsi provinciali: a Gussago (1969), Gambara e Palazzolo (1971), Saiani ha poi allargato la partecipazione a mostre di Monte Campione (1971), Brescia, fino ad affermarsi a Parigi, nel palazzo d@ll'Unesco, nel 1977, dove è stata allestita la Vlll rassegna internazionale «Primavera Ceic». Mostre personali ha invece allestito. a Lumezzane, Boario, Canneto sull'Oglio, Caino; a Brescia lo si ricorda nell'ottobre 1972 nelle sale della A.A.B., nel 1974 alla «Galleria Magenta».
BIBLIOGRAFIA
L.SPIAZZI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 14-26 ottobre 1972. «Galleria Magenta», Brescia, 21 dicembre 1974.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 28 dicembre 1974. «Bresciaoggi», 22 agosto 1977, Premiato Saiani.
Secolo XVI
Il Fenaroli, alla Voce: Salano (da) Giacomo, lo definisce pittore e rinvia alla polizza d'Estimo del 1525 della quadra prima di S. Faustino. Non si conoscono opere di Giacomo da Saiano e la «Storia di Brescia» indica invece un Saiano Jacomo, armaiolo, presente nel Consiglio Generale del 1574 che approvò la costituzione dell'Università degli Armaroli in Brescia e gli Statuti; nel Consiglio del 1583 (il detto Jacomo) votò per la conferma degli Statuti.
BIBLIOGRAFIA
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887. (per Giacomo). «Storia di Brescia», Vol. III. (per Jacomo).
Brescia, 10 settembre 1771 - 18 giugno 1841.
completando gli studi a Bologna e Firenze. La condizione agiata gli consentì di erudirsi anche viaggiando l'Italia, conoscendo cose d'arte e l'erudizione riversò nella illustrazione di pubblicazioni da lui curate: «Collezione di quadri scelti» e una «Guida di Brescia».
Autore di alcuni ritratti, noti sono quelli eseguiti per Alessandro Cigola, il co: Bettoni fanciullo, Nicolò Tartaglia donato all'Ateneo.
Fu anche autore di opere sacre, come S. Caterina realizzata per la chiesa di S. Carlo e considerata la sua migliore realizzazione.
Incisore, restauratore (anche di opere del Bonvicino), ebbe inclinazione per l'archeologia, ne lasciò prova in alcune letture, «nella illustrazione dei più bei monumenti della Queriniana e nella Guida di Brescia compilata ad insinuazione del Patrio ateneo».
Altre sue opere sono: S. Affonso dè Liguori, Ritratto difanciullo, (Propr. Bettoni), Ritratto di donna, (Propr. Averoldi); assai nota la sua acquatinta raffigurante S. Pierre à Rome tratta da un dagherrotipo. Alla Pinacoteca Tosio Martinengo resta Danza degli amori con ratto di Proserpina.
BIBLIOGRAFIA
F. NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Garnbara», 1807.
P.BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
P.DA PONTE, «Esposizione della pittura bresciana», 1878.
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
COMUNE DI BRESCIA, «La Pittura bresciana dell'Ottocento», Brescia, 1934, Catalogo.
THIEME-BECKER, Voi. XXIX, (1935).
L. SERVOLINI, «Dizionario illustrato degli incisori d'Italia», 1955.
«Commentari dell'Ateneo», Brescia a. 1957, Atti a(-(-a(leiìii(-i, (Ill,).
G.PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed. A1Fieri e Lacroix, Milano, 1959. A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», tutte le edizioni.
«Storia di Brescia», Voi IV,
Brescia, 10 maggio 1875 - 15 marzo 1939.
Già sono noti i fondamentali dati biografici e l'attività artistica di Angelo Sala, fatti conoscere dalla «Illustrazione bresciana» e dall'affettuoso ricordo di Luigi Vecchi.
Precoce la sua vocazione artistica, testimoniata dalle ripetute affermazioni quando ancora era studente della Scuola Moretto, al tempo in cui erano docenti noti artisti: Amaldo Zuccari, Chimeri, Castelli, Zatti... affermazioni ottenute nel corso di figura (1897, 1898, 1902: menzione onorevole); medaglie d'argento, sempre per la figura, negli anni 1901 e 1904. Già disegnatore della Unione tipografica bresciana, nel 1909 emerge per essere l'autore del bozzetto vincitore per il cartellone a reclamizzare la Esposizione bresciana - sezione elettricità - affisso in città e provincia e raffigurante «la sorgente, prima creatrice della forza che dona alla valle le sue acque. t una figura di donna che versa acqua in una turbina, mentre un uomo ignudo alza la lampada a riflettore riverberando la città posta sullo sfondo». Il motivo è apprezzabile anche per i delicati toni. Per l'autorevolezza acquisita, è chiamato a far parte di vane commissioni, nel 1914 è nella giuria che assegna il Legato Brozzoni allo scultore Regosa. Il successivo anno è apprezzata una sua cartolina. Già da qualche tempo assiduo espositore in seno all'Arte in famiglia, con i più noti artefici di quel benemerito sodalizio condivide le iniziative benefiche sia durante, sia dopo il conflitto mondiale. L'attività artistica di Angelo Sala si protrae a lungo: lo si trova presente alle Triennali d'arte (1928), al premi Valtrumplini (1937). Ed accanto all'attività creativa si manifesta nel campo grafico, nel restauro (e questo suo aspetto si riflette in copie da antichi maestri), nella miniatura (ed un ritratto a G. Cresseri resta presso il Civico Ateneo); nell'insegnamento, tanto che nella sua bottega non pochi sono i giovani ansiosi di far dell'arte motivo di vita. Paesaggista, ritrattista, la sua pittura si fa apprezzare per delicata vivezza dei colori, per il tratto mosso caratterizzanti opere colme di «grazia, finezza, diligenza... mirabili per fusione e dolcezza».
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», 15 luglio 1897, I premiati nel 1897 alla Moretto. «La Sentinella bresciana», 17 gennaio 1898, Scuola Moretto: i pretni.
«La Sentinellabresciana», 25 agosto e 28 dicembre 1901, S'czíola Moretto.- gli alunni premiati.
«La Sentinella bresciana», 18 ottobre 1902, Sciíola Moretto.
«La Sentinellabresciana», 21 marzo 1904, Scuola Moretto.
«La Sentinella bresciana», 22 luglio 1904, Scuola Moretto.
«La Sentinella bresciana», 26 gennaio 1909, I vincitori del con(@orso per il cartellone reclame.
«La Sentinella bresciana», 29 gennaio 1909, La mostra dell'Arte in famiglia.
«Illustrazione bresciana», 16 febbraio,1909, Arte... pittori e altre cose.
«La Sentinella bresciana», 3 agosto 1909, Per il cartellone della Esposi-ione.
«La Sentinella bresciana», 12 settembre 1914, Il concorso Brozzoni allo scultore Regosa. «La Sentinella bresciana», 24 agosto 1915, Una artistica cartolina.
«La Provincia di Brescia», 7 gennaio 1919, La mostra nel Ridotto del teatro Grande. «I Mostra triennale bresciana», Brescia, 1928, Catalogo.
«Il Popolo di Brescia», 24 aprile 1928, I Mostra triennale bresciana.
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R.LONATI, Ricordo di G. Cresseri, «Biesse», a. X, n. 102, aprile 1970.
Brescia
Curiosa la vicenda artistica di Rosa Sala: da domestica ad allieva dell'Accademia. E il suo «caso» appare nei giornali, perché appassionata alla pittura, a diciannove anni riceve l'incoraggiamento di Carlo Carrà che la consiglia di iscriversi alla «Carrara».
«Ricolma di trepido entusiasmo, è accolta a pieni voti e si dispone alla nuova avventura».
Nella città orobica la ospita una piccola congregazione di suore; la prima apparizione in città risale al 1968, presso la «Galleria S. Michele». Quando Rosa Sala torna a Brescia, nel 1974, il quotidiano locale così si esprime: «t una cara sorpresa quella d'un nuovo poeta tra i propri concittadini. Rosa che i casi del vivere hanno portato per imprevisti cammini lontano dalla sua città natale, ritorna ora avvolta nel clima della sua nuova patria, l'Olanda. Clima misto di fiaba e di magia, tipicamente nordico».
Dall'astrattismo cubisteggiante delle sue prime prove è giunta ad un racconto più diretto con immagini vivide e delicate, ironiche e fiabesche, gustose ed allusive; dense di significato e di riflessione... di moralità.
Immagini affidate a grandi e rozze tavole, create con il gioco di veline ricomponenti «trasparenze e veli aerei come brume, tra i quali emergono, quasi apparizione, dal colori intensi e cupi e vividi insieme, i motivi poetici».
Dopo d'allora, di Rosa Sala nulla più si sa dire.
BIBLIOGRAFIA
E.TRAININI, Una domestica pittrice «L'Eco di Brescia», s.d. «Galleria 23», Brescia, 13-25 gennaio 1974.
VICE, «Giomale di Brescia», 20 gennaio 1974.
Brescia, 31 gennaio 1960.
La passione per l'arte prevale nel confronto di studi scientifici intrapresi; ed ecco Maurizio Saldi allievo del prof. Adriano Graziotti prima, studente dell'Accademia di Brera, in Milano, poi. Accanto alla pittura, esercitata fin dalla fanciullezza, affronta ora la scultura, seguendo i corsi del prof. Enrico Manfrini. Nessuna mostra personale ancora, pochissime le presenze in collettive; più assiduo lo studio, che ha dato vita a composizioni e disegni rivelanti il desiderio di ricerca, indispensabile per chi vuole intraprendere una strada artistica. Fig@urativo, Saldi è autore di olii, chine, matite riproducenti paesaggi, figure, nature morte per sua stessa ammissione aventi ancora valore di sperimentazione. Nelle prove vedute s'avvertono ascendenze diverse: moduli del primo Novecento, con colori ombrati, le masse sinteticamente rese a larghe campiture, soprattutto nei motivi urbani; mentre in alcuni rustici di paese prevale il fare assai prossimo a quello di noti pittori nostri.
Più mosso il tratto grafico a ricomporre corpi umani, scorci consueti e, in alcuni casi, a impostare spazi ambientali entro cui introdurre forme plastiche.
Bagnolo Mella, 30 ottobre 1927
Ancor giovinetto partecipa a collettive locali e, per affinare le innate doti, frequenta gli studi del pittori Marengoni, Giuseppe Mozzoni, Emilio Rizzi. Al compiersi del secondo conflitto mondiale, nell'ottobre 1945, presenze alla vasta rassegna degli artisti bresciani nei locali della vecchia Posta, dando avvio ad una attività professionistica che lo porta ad affrontare varie mostre, ad eseguire innumerevoli ritratti, paesaggi, pale per chiese.
Nel paesaggio, ispirato prevalentemente alla nostra città e alla periferia, con i colli, le rustiche stradette, Saleri è «andato riclaborando i suoi temi secondo la costante stilistica che, radicata nel naturalismo locale, assorbe alcuni accenti postimpressionistici, con predilezione per le atmosfere sommesse, per i morbidi impasti». Accanto alle lontane visioni lagunari, toscane, laziali, sarde sono così nati motivi dei nostri Ronchi, di Costalunga, angoli antichi e suggestivi d'una silente città, come in Piazza delle Erbe, Piazza 7'. Brusato, Il Castello.... dell'Iseo: nella fulgente luce primaverile, nel candore invernale, nel dorato riverbero autunnale. Non disattento alla realtà, si ricordano i quadri dettati dalla Fame in India (1966) non disgiunti dalla produzione per cui Gabriele Saleri è stato definito «pittore dell'innocenza». Ai bambini, infatti, il pittore dedica prevalente frutto del suo pennello. Ritrattista si è affermato anche fuori Brescia, tanto che sul far degli anni Sessanta è stato impegnato per più di un anno a Vicenza, per effigiare i personaggi più in vista di quella città. E suoi ritratti sono anche nelle dimore del principi Borghese, dei conti di Valmarana. Alcuni altri ne possiamo ricordare, come quello del vescovo Mons. Giacinto Tredici (1958), del Signor Parolin (1958), della Signora Galanti (1958), dell'Avv. I. Maff@is (1969), della Signora Alari (1969), di Pasquale il fotogrqfo (1973), del poeta Lionello Fiumi (1973), di G. Tovini (1977), del giovane Pierluigi Gozzi (1980), del Signor Lo Bartolo (1980); e i numerosi A.utoritratti... Da poco è stato inviato dal Consolato tedesco ad eseguire dipinti dedicati a varie Autorità di quella nazione; fra le quali, il dottor Gurk, presidente del Parlamento regionale; commissione che si inserisce fra le numerose già realizzate per clienti d'America. Ma come enumerare il frutto più cospicuo dei ritratti e ritrattini fatti a bambini e bambine, a giovanette e giovani: visi contrassegnati dal solo nome del modello; visi colmi di stupore pari al candore e alla vivezza degli sguardi e, a volte, al corruccio d'una età in.cui l'animo si palesa compiutamente.
Saleri ha il dono di saper cogliere questi molteplici aspetti della natura umana adolescente. Né vanno dimenticate le opere a tema sacro realizzate per chiese non soltanto bresciane. Fra le altre, si rammentano Via Crucis, Madonne, Al piede della Croce; il S. Apollonio per Lumezzane, Papa Giovanni XXIII attomiato da due giovani, un povero e un carcerato (1973) eseguito nel decimo anniversario della morte del Pontefice ed esposto nella cappella del Segretariato per le opere brasiliane e all'Associazione Fratemità di via delle Grazie.
Le nature morte, alfine, i motivi suggeriti dalla quotidianità: Contadino, Suonatore di,fisarmonica, Solitudine, La postina...
Una lunga serie di dipinti che dalla realtà traggono lo spunto per rivelarci un artista «dal profondo sentimento umano, l'emozione umana, oltre che pittorica, che i soggetti gli destano dentro», come ha osservato autorevolmente Lionello Fiumi.
La nota bibliografica raccoglie il curriculum espositivo di Gabriele Saleri, val tuttavia ricordare almeno le sue adesioni alle mostre degli Artisti Indipendenti sul far degli anni Cinquanta; le partecipazioni ai Premi Orzinuovi, Borgosatollo, Montichiari; l'affermazione di Bergamo, all'Angelicum (1954).
Mostre personali ha allestito a Brescia (1950, 53, 58, 63, 66, 69, 73, 76, 80); Vicenza (1960); Verona (1960, 61, 62, 64); Legnago (1962).
BIBLIOGRAFIA
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«La Madre», febbraio 1957, Illustrazione in coperta.
«Giornale di Brescia», 23 aprile 1957, I pittori scoprono Borgosatollo.
«Galleria di Corso Palestro 39», Brescia, 9-23 novembre 1958.
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«Giornaledi Brescia», 18 novembre 1958, La mostra di G. Saleri.
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«Brescia-arte», N.S., n. 6, secondo semestre 1980. Con bibliografia essenziale.
Tavemole, I I luglio 1932
«Angoli di lago, barche appena cullate dall'onda cheta, balte su per il monte, fra le balze, rustici quasi tuffati in una macchia di verde rigoglioso, prorili teneri di vecchie pietre lontane, ammorbidite dalla svelta pennellata e private, gentilmente, della loro coriaceltà, colloqui di piante in Fiore in una natura volta ai mutamenti stagionali e, purtuttavia, legata ad uno stesso filo conduttore ispiratore... Il pastello del ritratto dà al pittore altri lieviti, ma non toglie alla sua mano il tratto immediato e spontaneo. Volti di bimbi (gli occhi trasognati) il peso deposto dalle tante primavere su volti segnati dalla longevità, ma con un tocco di serenità nell'espressione, volti di donna colti, a volte, nell'attimo della istantaneità».
In queste parole di Achille Rizzi ci sembrano racchiusi i vari motivi ispiratori di Giovanni Saleri, che dell'olio fa materia per i paesaggi e le nature morte; del pastello il delicato o robusto tratto pel ritratti. Paesaggi raccontati con accurato segno entro la tradizione locale e dall'accento romantico; paesaggio non di rado posto a fondale di figure dalla schietta impronta popolare, a volte elevata a «emblema» di condizione umana, come in Verso il tramon to, dove l'incisivo colore sembra aver nelle evidenti rughe, nelle vene della anziana donna effigiato il corrispondente «segno» lasciato dal tempo nelle umane creature. Così come accurate le pieghe di panni, le screziature di ripiani, le vellutate o ruvide masse di frutta e di verzure delle nature morte, condotte con puntigliosità sfiorante l'iperrealismo.
Alllievo di Dino Decca, dal noto pittore Saleri ha derivato la predilezione per l'accurato disegno, che tuttavia non sacrifica «l'immediatezza di sentimento, sempre nel segno di una tavolozza piacevole e conforme alle esigenze di tanti fruitori».
Presente a concorsi e a manifestazioni in varie città, ha riscosso riconoscimenti a Caprino Veronese, Boniprati, Gabicce Mare, Villa Carcina; nel 1976 ha partecipato a collettiva allineata nel palazzo Ducale di Pesaro, accanto ad artisti quali Annigoni, Fiume, Lilloni.
Mostre personali ha invece allestito, oltre che a Brescia (1974, 75, 77), a Castiglione delle Stiviere (1973), a Iseo (1975).
BIBLIOGRAFIA
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A.RIZZI, «Galleria del Carro», Brescia, 29 gennaio - 10 febbraio 1977.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 5 febbraio 1977.
Brescia, 15 marzo 1941.
In arte Rodolfo Esse e fratello di Gabriele (v.). Lo si conosce per la mostra personale allestita nel gennaio 1976 alla «Piccola galleria U.C.A.I.», prima sortita d'un «sorprendente artista bresciano», come lo ha definito in catalogo L. Spiazzi. Tratto per temperamento ad esprimersi a mezzo della grafica, «la sua matita minutissima, limpida, paziente nel chiaro scuro a mezzo tono solleva volumi lasciando campo a nuovi volumi e racconta di una pienezza non mai conclusa, sempre aperta a nuove possibilità».
Nascono così motivi figurativi (paesaggi, figura) fatti però visione onirica, palpiti di vita surreale. E come nella grafica, così negli olii, che tuttavia sembrano frenare «la libertà
·disponibilità creativa» del pittore. «Ancora un personaggio che esce alla luce della ribalta... per comunicare le proprie esperienze dopo anni di solitario lavoro», ma del quale nulla sappiamo dire dopo l'esposizione su ricordata, se non che di recente ha intrapreso attività scultorea, in cui esiti attendiamo di conoscere.