Dizionario dei Pittori Bresciani
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SALÒ (DA) MAGNANINI

v. MAGNANINI 0 MANGIAVINI.

SALÒ (DA) MANGIAVINI

v. MAGNANINI 0 MANGIAVINI.

SALODINI FRANCESCO CARLO.

Calvisano, 25 gennaio 1903 - Monza, 29 maggio 1950.

La tenacia popolana di Francesco Carlo Salodini, ammirevole autodidatta, ha saputo fare un artista fra i più singolari della generazione bresciana operante al limite dell'ultimo conflitto mondiale. Giovanissimo si trasferisce a Zanano e da qui, ogni domenica, giunge in città per frequentare la scuola di disegno, consigliato al tempo stesso da Gaetano Cresseri. Segue la stessa via per lavorare con Trainini; consegue diploma e forma famiglia, che si farà numerosa con il sopraggiungere di quattro figli.  Trasferitosi in città, apre studio nel palazzo Gradenigo. Nel 1927 riceve il primo riconoscimento dell'Ateneo. t l'avvio ad un cammino che, iniziato con la partecipazione a mostre, vede il pittore affermarsi in personali e sindacali. Militare a Vicenza, conosce e si fa amico di Angelo Muchetti (v.) dal quale lo divide il trasferimento in Jugoslavia. Anche se lontano, sue tele figurano in una mostra della «Galleria Vittoria» (1942) e nella successiva di Bergamo. Tornata la pace, subito partecipa alla vasta rassegna nel palazzo della vecchia Posta, altre partecipazioni possono citarsi da Campana, da Dante Bravo, a Milano, presso l'Angelicum... e poi Novara, Bergamo ancora, S. Remo dove si afferma, Roma che gli assegna il Premio Montparnasse, porta aperta per Parigi, dove soggiorna e opera assiduamente per più di un mese, conoscendo noti artisti e letterati.  Del lavoro parigino fa motivo di mostra alla A.A.B. Nel maggio 1950 altra mostra a Rovereto, mentre la «Galleria Gianferrari» lo propone a Milano. li volo verso la metropoli lombarda è reciso dalla prematura morte del pittore, a causa di un incidente d'auto. Accanto alla attività pittorica, non meno apprezzabile l'attività dell'illustratore. Xllografo dal segno nitido e robusto, realizza numerose pagine in raccolte di poesie e di narrativa; numerose anche le copertine di riviste edite da «La Scuola», per la quale Salodini ha operato per anni: frutto raccolto sovente durante le ore notturne, dopo l'insegnamento esplicato in Scuole cittadine e della provincia, cui si aggiunge la disinteressata opera per il Comitato di assistenza artisti. Di statura piuttosto bassa, robusto, della terra natia riflette la vigoria asciutta.  Dal 1938 è l'affermarsi di una produzione pittorica che racchiude nature morte rivelanti una ricerca personale sia nella impostazione, sia nella resa ambientale e per l'atmosfera quasi surreale; la materia succosa, le luci radenti, le ombre decise a ricomporre anche maschere, libri, vasellame, fragili portacandele : Più note le figure pensose, che hanno determinato il successo di Salodini.  Fra i paesaggi, segnati dalla stessa matrice, si staccano quelli francesi nel quali le vie, i ponti, le figurette sono motivo per porre in evidenza un mondo raramente proposto dalle tradizionali vedute parigine: compaiono così periferie desolate, e l'uomo che ne vive il dramma ignorato.
Malinconia affiora altresì nelle luci di paesaggi lombardi, in particolare bresciani: Mattino a Bovegno, Garda, I Ronchi, Iseo, non ancora inc isi dal tratto scuro e contornante che apparirà in seguito.
In queste opere è stato ravvisato ricordo di noti artisti: Carrà, Casorati, ciò non di meno Salodiiii vi pone il palpito inedito di un animo capace di singolare linguaggio.
Linguaggio che si fa più evidente con il disegno trasparente oltre lo spessore di cromie ombrate, quel segno scuro a racchiudere ogni oggetto, a stagliare sul fondo ogni personaggio, fino a isolarlo.
t il caratteristico segno del grafico trasposto nelle opere pittoriche, così che il pittore si esprime alfine con personale efficace: nella natura morta, nel paesaggio, nella figura.  Chiaro è il bisogno, ch'è fondamentale impegno morale, di fermare, di rappresentare nella maniera più semplice e sintetica ogni emozione, ogni vibrazione del         umano proposti all'attenzione e alla sensibilità dell'artista. Colto, conoscitore dell'arte antica, aggiornato sui più avanzati movimenti culturali e artistici, negli studi di via Monti prima, in casa Lucini di via S. Faustino poi, aveva riunito vasta biblioteca, ricca del classici della letteratura, della filosofia, della pittura. Lo si ricorda in accese discussioni nel vecchio caffè Roma, discussioni continuate poi sulla strada di casa con gli amici Claudio Botta, Lusetti, Eliodoro Coccoli, Vincenzo Pini...
La prematura morte ne recise la pittura ricca ancora di promesse, ne fa rimpiangere l'animo teso a ideali di nobile bellezza.
 
BIBLIOGRAFIA
N.F. VICARI, I Mostra triennale bresciana, «Il Popolo di Brescia», 25 aprile 1928. (Si veda s.f. in data 31 maggio).
N.F. VICARI, Pittori e scultori bresciani a Milano, «Il Popolo di Brescia», 24 novembre 1928. «Il Popolo di Brescia», 15 dicembre 1928, Successo di artisti bresciani a Milano.
E.P., Due mostre alla Galleria Campana, «Il Popolo di Brescia», 15 febbraio 1934. «Il Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1934, Catalogo.
«Il Popolo di Brescia», 4 marzo 1934.
P.FEROLDI, «Arengo», a. Vlll, n. 1, gennaio 1935.
P.FEROLDI, Precisazioni.,., «Il Pnnnìc) li Brescia», 2 dicembre 1936.
«IV Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1938, Catalogo.
P. FEROLDI, La quarta mostra sindacale, «Il Popolo di Brescia», 15 febbraio 1938.
L.V.(ecchi), 'Ft2i,olozza triuniplina, «il Popolo di Brescia», 26 agosto 1938.
«Vi Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1942.
O.L. PASSARELLA, La VI mostra sindacale, «Il Popolo di Brescia», 3 maggio 1942.
E. PASINI, í,'I mostra d'ai-te, «L'Italia», 16 maggio 1942.
O.L. PASSARELLA, La mostra del pittore F. Salodini, «Il Popolo di Brescia», s.d. (ottobre 1942).  Si veda s.f'. in data 21 ottobre.
L. FAVERO, Pittori e scultori alla mostra d'arte e cultura, «Il Popolo», 18 ottobre 1945.
AEQUUS, Duecento opere di artisti bresciani, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1945.
AEQUUS, Nel me --o e moderati gli artisti del gruppo B, «Giomale di Brescia», 8 maggio
1947.
0.DI PRATA, La collettiva dell'Associazione artistica, «Il Popolo», I I maggio 1947.
F.SALVOTTI, Pittori bresciani al premio Modena, «Brescia-Lunedì», 12 maggio 1947.
«IV Mostra d'arte sacra all'Angelicum», Milano, aprile-maggio 1948.
D.P., La Biennale d'arte sacra a Novara, «Scuola e vita», a. IV, n. 1-2, novembre-dicembre 1948.
E.ZANZI, I premi S. Remo. «Giomale di Genova», dicembre 1948.
A.LUCIA, L'arte di Salodini convalidata da due premi, «Vernice», Trieste, a. IV, n. 31, 1949.
«Il Popolo», 8 febbraio 1949, Pont Marie, Ill.
VA., Salodini Montparnasse e no, «Giornale di Brescia», 13 febbraio 1949.
A. LUCIA, Due premi, un pittore, «Avanti», 17 febbraio 1949.
«Giornale di Brescia», 12 marzo 1949, Ill.
«L'Eco di Bergamo», 17 marzo 1949, Salodini alla Rotonda.
G.C. PICO, Un artista nostrano, «Gazzetta di Mantova», 30 marzo 1949.
C.CORNACCHIARI, «L'invisibile», Ed.  Gastaldi, Brescia, 1949. (Varie ill. di Salodini). «Giornale di Brescia», 10 gennaio 1950, Piccola galleria.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 11-26 marzo 1950.
L. FAVERO, F. Salodini, «Il Popolo», 16 marzo 1950.
VA., Il parigino Salodini in via Gramsci, «Giomale di Brescia», 17 marzo 1950.
P. FEROLDI, «Galleria Gianferrari», Milano, 22 maggio - 2 giugno 1950.
«Giomale di Brescia», 30 maggio 1950, Avvolta per sempre nel lutto la tavolozza.
«Giomale di Brescia», I giugno 1950, L7Ilimo viaggio di Salodini. (Si veda stesso giornale in data 21 maggio e I giugno).
«Giornale di Brescia», 15 settembre 1950, Premio Franciacorta.
«Galleria La Loggetta», Brescia, 10-25 maggio 1952. (Con brani da P. Feroldi).
L. FAVERO, Arte, «L'Italia», 17 maggio 1952.
VA., Sette alla Loggetta, «Giornale di Brescia», 18 maggio 1952.
P. FEROLDI, F. Salodini, «Galleria A.A.B.», Brescia, 19 settembre - 2 ottobre 1953.
VA., Palchetto degli artisti, «Giomale di Brescia», 23 settembre 1953.
VA., Palchetto degli artisti, «Giomale di Brescia», 9 maggio 1954.
V., Ricordo di Salodini, «Giornale di Brescia», 18 settembre 1957.
A.COCCOLI, F. Salodini, «Gazzetta di Brescia», n. 5, 1958.
G.PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», Ed.  Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
F.N.(ardini), Salodini a dieci anni dalla scomparsa, «Giornale di Brescia», 5 giugno 1960.  G. VALZELLI, I Profeti e la turba.... «Bruttanome», Vol. 1, (1962).
«Storia di Brescia», Voi.  IV.
E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 14 aprile 1966.
A.A.B., «Mostra postuma dei Soci», Brescia, ottobre 1970, Catalogo.
R.LONATI, 4rtisti di casa nostra, F. Salodini, «Biesse», a. XI, n. 114, maggio 1971.
F.NARDINI, Dalla Bassa a Parigi, «Bresciaoggi», 30 maggio 1975.
«Centro d'arte contemporanea-Brescia2», Brescia, 19-30 marzo 1977. (70 disegni).
L.SPIAZZI, Dopo venticinque anni, «Bresciaoggi», 26 marzo 1977.
R.LONATI, «Mezzo secolo di testimonianze sulla pittura bresciana del Novecento:
1920-1970», Tip.  S. Eustacchio, Brescia, 1979.
«Giomale di Brescia», 25 aprile 1980, Una antologica di Salodini.
AA.VV., «Galleria A.A.B.», Brescia, 13-26 settembre 1980.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 20 settembre 1980.
E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 21 settembre 1980.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  III e IV. (1962-1972).

 

SALONI AGOSTINO

Secolo XVII

Il Fenaroli lo dice pittore di poco merito, autore della Immacolata Concezione per la demolita chiesa di S. Domenico; d'un quadro dedicato al B. Serafino, nella chiesa del Cappuccini.
Del 1699 è testimonianza di un pagamento fatto al pittore per un lavoro eseguito a Tavemola bergamasco.
 
BIBLIOGRAFIA
F.NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.
P.BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
S.FENAROLI,, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.

SALUCCI MARIA

Brescia, 18 febbraio 1932.

Nata Favero, sorella del compianto prof.  Lorenzo (v.) indimenticato pittore e critico d'arte, Maria Salucci è docente.
Autrice di numerose pubblicazioni, in particolare testi per ragazzi editi da «La Scuola», con questa attività ha acquisito vasta e autorevole fama.  Soltanto da pochi anni ha intrapreso anche la partecipazione a manifestazioni pittoriche, meritando premi e riconoscimenti.
Sue presenze si ricordano a mostre in Rodengo Salano, Boniprati, Villanuova; nella recente vasta collettiva «Brescia'80».
Tesa a ricomporre aspetti cittadini caratteristici e consueti con tratto postimpressionista, in una visione retta da vibrazioni liriche, la pittura di Maria Salucci va rapidamente «acquisendo maturità nel tocco e nella vena di poesia».
 
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, 1-1 maggio 1980, Catalogo.
 

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SALVADORI CINO

Vobamo, I aprile 1947.

Giovane ancora, ha preso parte a collettive varie in ambito locale e regionale.  Autore di paesaggi e di nature morte.  Dalla visione del Garda trae la motivazione delle sue composizioni nella scia della tradizione figurativa.  Della realtà benacense coglie solitari angoli, ove un casolare, un uliveto si animano per il tratto accurato e penetrante.  Le luci effuse sfiorano ogni particolare della tela.  L'entroterra gardesano gli offre altresì architetture di ponti, di santuari e la sua tavolozza «è riempita da moti lirici soggettivi e da enfasi cromatica», mentre negli scanditi oggetti delle nature morte, nella frutta, nei funghi, nei fiaschi di vino, attraverso «l'apparato illustrativo, fra il reale e l'irreale... s'evidenze l'abilità nel disporre le cose con una certa vigoria di linea e di macchia», come ha osservato A. Marcianò.
 
BIBLIOGRAFIA
.A. MARCIANO, «Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.
 

SALVALAI GIANNI

Chiari, 10 novembre 1936.

Pur avendo frequentato per qualche tempo lo studio di noto artefice clarense, può considerarsi autodidatta.  Sicuro disegnatore avvertito nella sanguigna e nella china, in occasione della sua recente mostra personale in città ha proposto una pittura figurativa dal tono impressionistico, rivolta al paesaggio e alla figura.  Sia nell'uno che nell'altro genere s'avverte l'esito di una ricerca mossa dall'attualità, sociale in particolare.
«Malinconia, tristezza e talvolta drammaticità si altemano in un significato emozionale che diventa altamente suggestivo quando la figura, inserita in ambienti deserti, soffre l'immensità della solitudine e del vuoto che la circonda».  Significativi, in tal senso, i titoli di alcune opere: Incomunicabilità, Disperazione nelle quali le figure effigiate sembrano ergersi a «simbolo» di condizione umana che è possibile avvicinare ogni giorno.  Un misto di commozione, di pietà che si fa specchio ai malesseri della esistenza, fino a divenire atteggiamento morale, denunzia.
A questa «trama» di opere suggerite da impegno umano e civile si altemano temi più sereni: i nudi di donna resi con plastica levità.
Presente a varie manifestazioni d'arte, Salvalai si è ultimamente evidenziato al Premio nazionale Caravaggio (1976), a Capriolo e ad Angolo Terme.
 
BIBLIOGRAFIA
S, MARCIANO, «Panorama d'arte 1977», Magalini Ed., Brescia, 1977, p. 216.  A. MORUCCI, E. CASTALDI, «Galleria Pallata», Brescia, 9-21 febbraio 1980.

 

SALVETTI LUIGI

Sarezzo, 1939.

Dopo gli studi teologici condotti nel Seminario di Brescia, sacerdote ha conseguito il diploma di Maestro d'arte a Modena (1966) e l'abilitazione a Padova (1967).  Corsi di specializzazione in calcografia ha frequentato a Urbino (1968) e per la pittura moderna ha seguito Emilio Vedova (1969) e Zao Wau-Ki (1970) a Salisburgo.
Un curriculum di studi assai intenso, dunque, riflesso nelle prime opere a olio e a penna tese ad assumere «valori simbolistici, ma non attraverso una idealizzazione stereotipata, bensì attraverso quella liberazione delle linee e della forma che consente ritmi autonomi, non dimentichi della realtà».
Del grafico, del 1970 resta una cartella (altra uscirà nel '71) In cymbalis iubilationis: otto incisioni a testimoniare l'altra «passione» di Salvetti, nel 1973 fondatore e ancor oggi animatore della Corale di S. Faustino, che vanta un repertorio di musica polifonica dal '500 al '700, a riprendere una radicata consuetudine già in vigore nell'ambito della parrocchia di S. Faustino, specialmente rappresentata dalla «Schola cantorum» voluta da don G. Vender.  L'impegno si evidenze mostra dopo mostra: dietro l'ammonimento di don Milani, «la tavolozza dall'impronta calda e macerata» rivela l'ardente passione e i palpiti interiori che, nell'impianto astratto-geometrico dei dipinti, riflettono il contrasto «tra realtà tragica, assurda,. sconvolgente e una ideale, teorica impossibile armonia».
Materialismo, sfruttamento dei misen', egoismo, patemalismo, la logica del profitto divengono altrettanti temi approfonditi: nella denunzia chiara scaturente dalla intima partecipazione, dalla responsabilità «vissute dal pittore nel confronti di una realtà, di una società e un mondo che devono essere necessariamente travolti, distrutti».
Momento di violenza, Momento della giustizia, Umanità e finzione sono tre cicli di dipinti che hanno impegnato don Salvetti sul far degli anni Settanta: rappresentano il più evidente frutto di una coscienza attenta e l'avvio di una sempre lucida rappresentazione, come nel dipinto Situazioni esposto a Bovezzo nel 1977; come nella Crocifissione dello stesso anno, con gli altri quadri esposti alla «Piccola galleria U.C.A.I.» componente una «sola sequenza, un solo discorso unitario: simbologia della sofferenza umana» nella ricerca di una iconografia sacra meno retorica e convenzionale, maggiormente compenetrata al dramma dell'uomo contemporaneo... realisticamente vicina al dramma, al drammi che la vocazione sacerdotale impone al pittore di avvicinare, di penetrare, combattere.  E il prepotente bisogno di intervenire (il fine è palese) con immediatezza sul fatti della quotidianità.
Presente a manifestazioni artistiche in città e provincia, dal 1966 don Salvetti aderisce a mostre a Parma, Cuneo, Padova, Trento, Mantova, Torino, Verona.  Sue mostre personali si ricordano a Milano («Galleria La Cripta») recensita da Giorgio Mascherpa; a Brescia (1967, 70, 72, 73, 77) a Desenzano (1980).
 
BIBLIOGRAFIA
G.T.(ansini), «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 2-14 dicembre 1967.
VICE, Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 10 dicembre 1967.
0.NICOSIA, Piccola galleria, «La Strada», dicembre 1967.
G.VALZELLI, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 17-29 gennaio 1970.
E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 24 gennaio 1970.
A.ZAGNI, «In cymbalis iubilationis», Cartella con otto incisioni. (cfr) G.V. in «Giomale di Brescia», I luglio 1970.
«Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.
1. VETTORI GIANFRANCESCHI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 4-16 marzo 1972.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 15 marzo 1972.
G.STELLA, Arte, «La Voce del popolo», 13 aprile 1973.
L.SALVETTI, «Galleria del Centro iniziative culturali di S. Faustino», Brescia, 13-28 ottobre 1973.
«Giornale di Brescia», 15 settembre 1974, Nel ricordo del sen.  Ro.selli.
G.STELLA, L. Salvetti, «A.  Studio», a. III, n, 9, novembre 1974, p. 28.
L.SPIAZZI, Artisti bresciani in Duomo vecchio, «Bresciaoggi», 3 gennaio 1976.
L.SALVETTI, «Studio G.7», Bovezzo, 8-21 gennaio 1977.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 15 gennaio 1977.
G.STELLA, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 5-17 marzo 1977.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 12 marzo 1977.
E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 18 marzo 1977.
AA.VV., Perché l'uomo viva, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 29 marzo 1980.
«Galleiia La comice», Desenzano, 21 giugno 1980.
«Enciclopedia bresciana», Ed.  La Voce del popolo, Vol. 111, p. 14, alla voce: Corale di S. Faustino.

 

SALVI CAMILLO

Brescia, 5 maggio 1905 - 7 maggio 1975.

Nipote di Cesare Monti (v.), dal quale ha derivato l'amore ai colori, ha frequentato la Scuola Moretto. Impiegato, si è dedicato interamente all'attività pittorica nel 1958, allestendo una mostra personale nella locale «Galleria del Gamberino».  S. Remo, Nizza, Villenueve, Loubet, Saint Tropezl, Bema, Adelbaden, Parigi e Roma sono le località dove suoi dipinti sono approdati in occasione di mostre collettive.
Nel 1960 è stato premiato a Viareggio.
In città si ricordano i suoi Chierichetti, eseguiti con svelta pennellata su fondi unifon-ni e chiari.  Dal sapore macchiettistico, ripetutamente effigiati in gioiosi «cori» o assorti o soli.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (1972).

SALVOTTI FRANCO

Brescia, 16 giugno 1916.

Si fa cenno a questo pittore-scultore bresciano, da tempo trasmigrato a Milano, con il rammarico di non poter essere esauriente.
Nella nostra città, Salvotti è ricordato quale insegnante e autore di scritti d'arte in quotidiani e periodici, all'inizio degli anni Cinquanta.
Ha studiato pittura con i nostri Giuseppe Ronchi, Emilio Rizzi ed Emilio Pasini; scultura con l'indimenticabile Domenico Lusetti, perfezionandosi poi a Parigi con Breton.
Figurativo, predilige il paesaggio e il ritratto.  I paesaggi, filtrati attraverso una raffinata sensibilità, ci offrono una «realtà mediata dallo spirito, quindi tutta da meditare e capire in chiave intellettuale», come ha osservato G. Curven.  E sono panorami di Parigi: luoghi resi famosi da noti Artisti, come Le Sacre Coeur (1960) o vie anonime preziose solo per lo scandito alternarsi dei vivaci colori di vecchi intonaci; sono vedute colte in brevi soggiorni a Ischia, Cesenatico; in Spagna, Toscana... ove il declinare dei colli ubertosi è profilato da antiche case addossate le une alle altre... Verdi, gialli macerati d'una realtà tradotta nella tela con «cromatismo personale e poeticamente intenso».
Le figure, i ritratti raggiungono invece «profonda interiorità, percorsi da fremito lirico».
Fra le partecipazioni a manifestazioni artistiche, intraprese da Salvotti fin dagli anni Trenta, si possono citare il «Premio A. Inganni» (1947), il «Premio The Ambassadore» (Londra, 1950).
Mostre personali ha allestito a Bergamo, Milano, Varese, Copenaghen, Parigi e Brescia, dove ha partecipato anche a collettive del Gruppo B e alle Sociali della A. A. B.
 
BIBLIOGRAFIA
«Tre mostre personali di E. Salvotti-Milano, Legnano, Brescia», 3 ottobre - 28 novembre 198 1. Catalogo.
Si veda inoltre:
AEQUUS, Pittori e scultori ìn via Gramsci, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1946.
AEQUUS, Nel mezzo e moderati gli artisti del Gruppo B, «Giomale di Brescia», 8 maggio 1947.
0.DI PRATA, La collettiva della Associazione artistica, «Il Popolo», I I maggio 1947.
U.VAGLIA, «Dizi@onario degli artisti e degli artigiani di Valle Sabbia», 1948.
G.V., Palchetto degli artisti, «Giornale di Brescia», 9 marzo 1954.
 

 

  1. SAMPIETRI LUIGI
  2. SAMPILO O SAMPOLI AURELIO
  3. SAMPOLI AURELIO
  4. SANDRINI TOMASO

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