Dizionario dei Pittori Bresciani
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BISEO CAMILLO

Brescia, 16 agosto 1816 - Taranto, 17 maggio 1887.

Figlio di Gaetano, si dedicò come il padre alla pittura. Patriota, fu vicino a Mazzini, partecipò alla insurrezione bresciana e fu in missione per conto del Governo provvisorio bresciano.
Nascostosi con Tito Speri nel teatrino del collegio Peroni, si rifugiò a Sarezzo, tornando a Brescia in seguito all’amnistia nell’agosto 1849. L’attività patriottica lo porta anche a azioni rischiose e a ten-tare la liberazìone di Tito Speri. Sempre in seguito alle vicende politiche è costretto a rifugiarsi a New - York. Tornato a Brescia nel 1861 partecipò ai moti insurrezionali del Tirolo e alla costituzione di società operaie e altre associazioni.
Nel 1866 il municipio bresciano rilevava le sue condizioni “veramente miserabili”. Trasferitosi a Ro-ma, finì col morire a Taranto.
È palese che l’attività politica lo distolse pressoché costantemente dalla pittura, esplicata senza rile-vanti esiti.
 
BIBLIOGRAFIA
“Storia di Brescia”, Vol. IV.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del Popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

BISEO CESARE

Roma, 18 maggio 1843 - 23 maggio 1909.

Figlio di Giovanni Battista, fu come il padre decoratore, seguendone da prima l’indirizzo ciassicheg-giante da cui si discostò per un gusto realistico post - romantico, dimostrando agilità di mano e vi-vezza descrittiva non scevra di accenti retorici. Invitato dal Kedivè d’Egitto, colà avrebbe decorato il palazzo di Alessandria e il teatro dell’Opera del Cairo. Con Stefano Ussi nel 1875 partecipò alla pri-ma missione italiana in Marocco raggiungendo Fez. Il materiale raccolto servì ad illustrare in colla-borazione con l’Ussi “Marocco” di De Amicis (Milano, 1877) e le illustrazioni furono acquistate anche dall’editore Hachette per l’edizione francese.
Nel 1877 Biseo è con De Amicis a Costantinopoli e illustrò l’opera intitolata appunto “Costantinopoli”, edita in Milano nel 1878. Nel 1877 Biseo partecipò alla Esposizione di B. A. di Na-poli con l’opera Il palazzo di giustizia di Tangeri; nel 1883 con Il ricevimento della prima ambasciata italiana nel Marocco è nella Esposizione di B.A. a Roma e nel 1884 con due tele di soggetto africano alla Esposizione di arte contemporanea a Torino. Nel 1886 il Ministero degli Esteri gli commissiona-va una tela sul Ricevimento della prima missione scioana al Quirinale che ispirò poi l’opera sulla Battaglia di Dogali, oggi al palazzo dei Normanni a Palermo. Nel 1887 il Biseo esponeva a Venezia una serie di acquarelli intitolati Ricordi dell’Africa. Suoi lavori si trovano al Museo del Cairo, alla Galleria d’arte moderna di Roma.
Prese parte attivamente alla vita artistica romana e fu tra i fondatori dei XXV della Campagna ro-mana, il 24 maggio 1904.
Notevole disegnatore, fu anche acquafortista. Pur non avendo svolto attività artistica a Brescia, è qui ricordato per essere figlio del bresciano Giovanni Battista Biseo (v).
 
BIBLIOGRAFIA
Co: Lara, In Arte liberias, “Natura ed arte”, a. l., fas. 5, febbraio 1892.
“Storia di Brescia”, Vol. IV.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
A.M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”. Tutte le edizioni.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

BISEO GAETANO

Brescia, 1791 - 1862.

Studiò a Firenze, Roma e Venezia. Fu bravo prospettico e si dedicò alla pittura decorativa e alla scenografia. Compose anche piccoli quadri, a olio e a tempera, di paesaggio. Soggiornò a lungo a Roma e lavorò anche a Venezia, a Trieste e fu inoltre a Parigi (1847).
Opere sue restano in Brescia: forse di sua mano sono una Veduta di S. Giorgio Maggiore, Veduta della Chiesa del Redentore e un Paesaggio con marina. Da Giulia Mosconi ebbe due figli, Camillo e Giovati Battista, che ne seguirono le orme. Camillo ne seguì dapprima il fare classicheggiante; Gio-van Battista, con la tecnica murale, ne apprese l’abilità del vasto quadraturista.
 
BIBLIOGRAFIA
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

BISEO GIOVANNI BATTISTA

Brescia, 8 gennaio 1815 - Roma, ottobre 1865.

Padre del più noto Cesare, figlio di Gaetano e fratello di Camilio. Apprese il disegno dal padre, de-coratore murale, e trasferitosi a Roma (1835?) vi sposò Maria Lucenti (17 agosto 1842) e vi passò tutta la vita, salvo un breve soggiorno a Brescia nel 1849 per partecipare alle Dieci Giornate e a Parigi (1859) dove avrebbe decorato il palazzo della principessa Matilde Bonaparte. Gli si attribui-scono, senza prove, decorazioni nei palazzi Torlonia (in piazza Venezia e poi distrutte) in palazzo Venezia, palazzo Chigi all’Ariccia e nel castello Orsini di Bracciano. È però ricordato come sceno-grafo. Ai fondali piatti e alle quinte tradizionali preferì gli spezzati che conferivano luminosità e profondità alle scene. Avrebbe preparato le scene per: Don Procopio di Bizet, Lucia di Lamermoor di Donizetti, al teatro Apollo; del Deportato in America di M. Aspa, al teatro Valle. Fu scenografo stabile all’Argentina negli anni 1855, 1856, 1858; lavorò all’Apollo (1851, 1856, 1857, 1859) sce-neggiando con C. Bazzani il Ballo in maschera di Cacetti.
Suoi acquarelli preparatori delle scenografie sono conservati presso la Pinacoteca Tosio - Martinen-go, il Burcrarido di Roma. Emularono il padre, Vittorio e Maria morti a Roma.
 
BIBLIOGRAFIA
A. DE ANGELIS, Lo scenografo G.B. Biseo, “La Scala”, sellembre 1953.
“Storia di Brescia”, Vol. IV.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Si veda inoltre il catalogo della “Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento”, 1934, dove è genericamente indicalo: Biseo.
L. ANELLI, “Il paesaggio nella pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, La Scuola editrice, 1984.
 

BISINELLA TARCISIO

Cittadella (Padova) 10 gennaio 1920 - 22 ottobre 1983.

Apprezzato sarto per numerosi anni, Tarcisio Bisinella non ha mai tralasciato di dipingere.
Nelle vesti di pittore si è presentato sul finire del 1961 nella nota galleria “La Loggetta”.
Fin da allora le sue opere, d’una raggiunta maturità, hanno rivelato la natura meditativa dell’autore, anche se dal tratto istintivo, capace di dar vita alle statiche cose ritratte: vecchie case e monumen-ti, alberi dall’esile tronco, nature morte e rare figure femminili. I colori fondamentali (giallo, terre, verde, azzurro) si posano sul piano della tela a creare quasi un mosaico, vivacizzato da ammorbiditi passaggi tonali.
Ne scaturiscono ambienti e natura incantati e silenti, ove non mai compare la figura umana intuibile però per la presenza di un oggetto, di un utensile o di una vuota panchina. Non a caso alla luce e al silenzio: luci rattese nei colori puliti, silenzi inseguiti nel turbine della vita Bisinella ha dedicato più mostre. Mostre numerose anche fuori Brescia; a Venezia, Roma, Verona, Milano, Vicenza, Corno, Jesolo, Torino e Parigi… mentre sue opere sono collocate in collezioni di Monaco di Baviera, Ger-mania, Svezia, Finlandia, America, e critici quali G. L. Verzellesi, Carlo Segala, Mario Portalupi, Dino Villani ne hanno sottolineato la validità.
 
BIBLIOGRAFIA
D. V. ZINI, “Galleria La Loggetta”, Brescia, 7 - 18 dicembre 1961.
JO COLLARCHO, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 11 - 24 gennaio 1964.
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 20 gennaio 1964.
G. B., Galleria d’arte, “Giornale di Vicenza”, 25 gennaio 1965.
“L’Avvenire d’ltalia”, 26 gennaio 1965.
“Il Gazzettino”, 27 gennaio 1965.
G. VEZZOLI, “Piccola galleria”, (Ucai), Brescia, 24 dicembre 1965 - 6 gennaio 1966.
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 6 gennaio 1966.
“Giornale di Brescia”, 7 aprile 1967, Bisinella e Di Prato a Genova e a Milano
“Galleria d’arte G. C. Abba”, Brescia, 3 - 18 gennaio 1968.
“Galleria La cornice”, Desenzano, ottobre 1970.
T. F.(erro), La poesia di un artista, “Giornale di Brescia”, 22 ottobre 1970.
“Galleria Hotel Brescia”, Brescia, 30 gennaio - 21 febbraio 1971.
A. MAZZA, “Galleria S. Michele”, Brescia, 1 - 13 gennaio 1972.
“Galleria la Toleta”, Venezia, 5 - 18 agosto 1972.
“Galleria Piccola Paganora”, Brescia, 27 gennaio - 23 febbraio 1973.
A. RIZZI - D. PURIFICATO, “Galleria A. Inganni”, Brescia, 3 - 15 novembre 1973. (I testi riprodotti sono di precedenti presentazioni).
C. VILLANOVA, “Galleria Bistro”, Brescia 8 - 21 febbraio 1975.
“Saletta del Torchio A.A.B.”, Brescia, 7 - 19 ottobre 1978.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 14 ottobre 1978.
“Saletta del Torchio A.A.B.”, Brescia, 25 ottobre - 6 novembre 1980. (Con brani tratti da A. Mazza, D. Purificato e L. Spiazzi).
AA. VV., “Brescia ‘80”, Brescia, 1 - 11 maggio 1980, Catalogo.
“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed., Bornato.
A. M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”, IV Ediz. (1971).
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

BISSONE MARTINO

Secolo XVI.

Ha operato con Bernardino Antegnati (v.) nella chiesa di S. Maria dei Miracoli. È quanto risulta dal contratto stipulato il3 marzo 1573 conservato nell'Archivio civico bresciano. Nel 1575 è scelto, quale marmoraio, per eseguire l'erigenda

fontana alle Pescherie ideata dal Piantavigna.

BISTOLFI LEONARDO

Casale Monferrato, 1859 - Torino 1933.

È l'autore al monumento a Giuseppe Zanardelli eretto nella piazza affacciata sul golfo di Maderno.

Pur inserita nel clima "provinciale" che si proietta nel monumento romano a Vittorio Emanuele II, l'opera è fra le più interessanti della nostra provincia.

Scultore verista, Leonardo Bistolfi ha innegabilmente esercitato una certa influenza sull'attività di alcuni artisti bresciani, fra i quali Angelo Zanelli, appunto.

BIZZAI ALBERTO

Strasburgo (Francia), 20 novembre 1926 - Sale Marasino, 5 settembre 2004.

Nato in Francia da genitori emigrati, Alberto Bizzai nella Brescia che lo ha accolto al suo rientro in patria s’è ambientato da molti anni, e si è fatto apprezzare come uomo, ancor prima che come pit-tore. Ha frequentato l’Accademia Carrara, ed è stato per qualche anno alla scuola dei bresciani Emilio Pasini e Giuseppe Ronchi, applicandosi anche nell’affresco.
Se una sua opera, Fucilazione di Partigiani, ha il merito di aver palesato le doti di sintetico e dram-matico interprete di tragedie umane, la sua natura semplice lo conduce tuttavia sul sentiero di un vedutismo tradizionale in cui sentimenti facilmente riscontrabili si accompagnano ad un evidente attaccamento ai motivi inonumentali della città ritratta nei suoi vicoli, nelle sue piazze e nei dintorni collinosi animati da figurette ricche di policromo indumenti tradizionali.
Case, piazze, donne colte in una atmosfera soffusa ma rispondente, com’ebbe a sottolineare Do-menico Purificato, ad una convinzione nella religione artistica.
Presente a numerosi premi in città e fuori, Bizzai ha altresì allestito una decina di mostre personali in varie città: da Bergamo a Siena, riscuotendo il consenso di noti scrittori d’arte.
Arduo identificare i dipinti esposti in occasione di vaste rassegne, come “Invito al collezionismo”, delle quali si è in grado di indicare le sedi espositive: Galleria darte Vittoria negli anni 1981 - 82 - 83, Galleria La Loggetta (1976), e la Galleria La Pallata (1982) che riunivano i più noti paesaggisti bresciani del momento.
 
 
BIBLIOGRAFIA
E. PASINI, Nel campo dell’arte, “La Provincia di Brescia”, 19 gennaio 1948.
“Galleria A.A.B., Brescia, 25 gennaio - 8 febbraio 1964.
“Giornale di Brescia”, 2 febbraio 1964.
G. V.(alzelli), Bizzai e i palazzolesi… “Giornale di Brescia”, 18 ottobre 1965.
“Giornale di Brescia”, 1 novembre 1965, Premiati a Gussago.
A. RIZZI, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 10 - 25 dicembre 1966.
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 16 dicembre 1966.
G. D’INDRI, “Galleria La Loggetta”, Brescia, 14 - 29 novembre 1967.
“Biblioteca S. Michele”, Brescia, 21 novembre - 3 dicembre 1968.
VICE, Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 8 gennaio 1971.
B. MARINI, D. PURIFICATO, M. MERCURI, “Galleria S. Michele”, Brescia, 6 - 18 gennaio 1973.
“Galleria S. Michele “, Brescia, 26 ottobre - 10 novembre 1974.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 2 novembre 1974.
G. E. MAIORANA, “Galleria S. Michele”, Brescia, 13 - 25 novembre 1976.
D. MELIS, “Galleria S. Michele”, Brescia, 11 - 25 novembre 1978.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 18 novembre 1978.
“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed., Bornato.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

 

BOARIN ITALO

Brescia, 1948.

Quindicenne ha cominciato a frequentare i corsi di pittura tenuti da Chico Schinetti e Gabriele Saleri presso l’Associazione Artisti Bresciani. Ha quindi aderito al Gruppo “Moretto” avente sede nella Galleria “La Loggetta”, quindi alle pendici del Castello.
La sua evidente presenza in rassegne risale a metà degli anni Ottanta, con la partecipazione ai premi indetti in S. Eufemia (1988, 89), a Clusane (1992), Breno (1995, 96); ha poi esteso l’ade-sione a manifestazioni regionali, a Torino e Schio… in alcune occasioni affermandosi. Ancora nel 1988 Luciano Spiazzi recensendo con calore una delle prime mostre personali di Boarin notava co-me le sue tele fossero un tutto pieno di colori di cui sono investiti personaggi e vedute. Non arte informale, ma gusto della materia cromatica tenuta su toni ocra dalla quale emergono le vicende quotidiane, la capacità di dare compattezza alle preziose screziature coloriche con le quali è ani-mato l’evento narrativo.
Se anche frangendo il contenuto del quadro, originariamente il pittore rimaneva figurativo ponen-dosi tra rappresentazione visiva e espressionismo, con il procedere della ricerca la sua visione si è rarefatta, sostanziandosi di forme compatte affioranti in una materia luminosa: sembianze umane essenzializzate, così come alcune rappresentazioni sacre volgenti a un informale cubisteggiante in cui “brillano come isolate gemme cromatiche raggrumanti brillii di colore”, come ha osservato Al-berto Zaina.
Sono opere gradevoli che racchiudono una sorta di sospensione tra le nebbie dei sogni e l’evidenza di aggraziate forme reali, ove con l’ocra si alternano sommesse tonalità gialle, grigie oppure tasselli che componendosi danno rilievo al soggetto protagonista del dipinto: figura e natura morta che sia.
 
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.

 

BOCCATO MARILINA

Brescia.
Figlia del pittore Nino Boccato, ha studiato a Milano tecnica e grafica pubblicitaria, nel capoluogo lombardo lavorando presso importanti studi pubblicitari. Tornata nella città natale ha proseguito l’attività professionale in proprio.
Verso la metà degli anni Settanta ha intrapreso a operare nel campo figurativo, esponendo il frutto della sua ricerca alla “Galleria Il Carugio” di Savona.
Nel 1977 ha allestito una seconda mostra in Brescia, alla “Galleria A.A.B. Sala del museo laborato-rio”. L’interesse pittorico testimoniato dalla mostra bresciana è rivolto all’uomo contemporaneo “con la sua inquetudine riferita ai fatti della amara attualità” e alla ricerca, oltre i volti, del personaggio. Tutto ciò realizzato attraverso l’incisione chimicamente trattata.
 
BIBLIOGRAFIA
“Galleria A.A.B. Museo laboratorio”, Brescia, 5 - 18 febbraio 1977.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
  1. BOCCATO NINO
  2. BOCCHI FAUSTINO
  3. BODEI FELICE
  4. BODINI DOMENICO

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