Dizionario dei Pittori Bresciani
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BERTULLI FRANCO

Brescia, 20 settembre 1932 - 2001. 

Cresciuto alla scuola di Emilio Pasini, del maestro aveva assimilato precipue doti di disegnatore che lasciavano sperare pregevoli cose dal futuro pittore. Bertulli, pur svolgendo attività intensa e godendo la simpatia di molti estimatori, si è attestato su di una pittura tradizionale, limitandosi ad acquisire una “maniera” di facile lettura che, se gli ha spianato la via del successo, ha d’altro canto sacrificato alcune delle possibilità lasciate intravedere dalle prime prove.

Figurativo dal segno rapido e scandito e coloricamente squillante, predilige il paesaggio, le nature morte, non disdegnando tuttavia la figura o il ritratto, a volte risolti con tecnica mista. Numerose le mostre personali allestite a Siena, Firenze, Bergamo, Sabbioneta, più di cento le partecipazioni a mostre collettive e concorsi; a Brescia, particolarmente in seno al gruppo dei sette pittori della Realtà. Nota la sua “Bottega” dove per anni sono passati giovani desiderosi di intraprendere la strada della pittura.

BIBLIOGRAFIA

M. VIGASIO, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 3 - 15 maggio 1969.

JO COLLARCHO, “Galleria S. Michele”, Brescia, 5 - 17 giugno 1971.

A. MAZZA, “Galleria S. Michele”, Brescia, 11 - 23 marzo 1972.

“Galleria S. Michele”, Brescia, 11 - 23 dicembre 1976 (Ripropone una lettera di G. Fiocco datata: Padova, 20 maggio 1970).

“Brescia Club”, 10 dicembre 1976.

“Galleria S. Gaspare”, Omaggio all”800 - ‘900 bresciano, Tip. Zemil, Brescia, dic. 1978.

“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed. Bornato.

R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

Si veda inoltre:

“La bottega” di Franco Bertulli, Brescia, Galleria S. Michele, 5 - 17 giugno 1971.

“Mostra d’estate”, Brescia, Galleria S. Gaspare, 14 luglio - 14 agosto 1971.

“I pittori della realtà”, Brescia, Galleria d’arte A.A.B., 19 febbraio - 2 marzo 1973.

“Seconda Rassegna di chiusura stagione 1972 - 73”, Brescia, Galleria S. Gaspare, 9 - 23 giugno 1973.

“Sette pittori della realtà”, Brescia, Galleria d’arte A.A.B., 17 febbraio - 1 marzo 1973.

“Terza rassegna di chiusura: stagione 1973 - 74”, Brescia, Galleria S. Gaspare, 4 maggio - 2 giugno 1974.

“Sette pittori della realtà”, Brescia, Galleria d’arte A.A.B., 16 - 28 febbraio 1974.

“Sette pittori della realtà”, Brescia, Galleria d’arte A.A.B., 15 - 27 febbraio 1975.

“Sette più sei pittori della realtà”, Brescia, Galleria S. Gaspare, 23 febbraio - 6 marzo 1980

 

BETACINO DA TERCIO

v. Betono da Borno.

BETONO DA BORNO

Secolo XIV.

Con lo scalpellino 10 scultore bergamasco Betacino da Tercio, nel 1336 firma il sarcofago di Isonno Federici a Garzone: l'iscrizione di una targa dice:

HIC IACET DOMINUS YSON DE FEDERICIS DE GORZONE QUI DE CESSIT DIE XII MEN

SIS AGUSTI MILLO  CCCXXXVI MAGI STER BET ACINUS

DE TERCIO ME FECIT Altra iscrizione ricorda:

MAGISTER B/ETONUS DE BURNO FENIV/IT HOC OPUS

Pur assai semplificata rispetto alla di poco precedente tomba Oldofredi (1325) posta nella facciata della antica parrocchiale di Iseo, l'opera di Garzone non è priva di rustica nobiltà nel caldo colore della pietra locale. Da P. Guerrini è data, sia pure dubitativamente, a Facius de Tercio.

BETTA ENRICO

Pisogne, 1944. 

Vissuta, giovanissimo, esperienza lavorativa a Milano, a ventisei anni ha fatto ritorno al luogo natio cui lo lega indissolubile sentimento. Ma solamente a quarant’anni, nel 1984, ha iniziato a ritrarlo pittoricamente, incoraggiato dall’amico Rik Soardi.

Lungo, silenzioso il periodo di apprendistato, finché compiuti i corsi tenuti dal maestro Emilio Del Prato, ha intrapreso intensa attività creativa utilizzando tecniche diverse, dall’olio all’acrilico all’acquarello prediletto, perché congeniale al suo fare spedito, definitivo. Prevalentemente paesaggista non disdegna la natura morta con la policroma armonia floreale; pittura non immune dall’esperienza impressionista, la sua, ove le campagne innevate, gli specchi d’acqua si animano della teoria di alberi spogli e scuri di contro all’algido candore o al fulgore di fioriture. Allora la tavolozza si fa cangiante e meno descrittiva per cogliere nel motivo ispiratore l’alito mormorante nell’atmosfera.

Presente a rassegne regionali e provinciali, la sua partecipazione è maggiormente evidente in seno alla nutrita compagine di artisti (pittori, scultori, incisori…) gravitante attorno alla pisognese Galleria “La Tavolozza”.

BIBLIOGRAFIA

AA. VV., “L’Arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.

BETTA VALERIO

Vestone, 25 gennaio 1949. 

Studi tecnici con diploma, per affinare le proprie doti creative Valerio Betta ha frequentato i corsi dell’Associazione Artisti Bresciani tenuti da Oscar Di Prata, coniugandovi l’acquisizione della tecnica calcografica con la guida di Giuseppe Nino Ramorino.

Più che l’incisore è comunque noto il pittore,che si avvale di varie tecniche per interpretare il piccolo mondo in cui vive o il più ampio scenario offerto dal lago di Garda. Nei fondi sabbiati inserisce scene invernali dai colori fondi ma di composta aromaticità, ed anche nel comporre la neve la suggestione del freddo viene attenuata. I motivi di particolare frequenza paiono essere i mercatini risaltanti sul complesso degli edifici concludenti il fondo del dipinto: e il pensiero è inavvertitamente portato agli analoghi soggetti di Ottorino Garosio dedicati ai mercati di Nozza. Se qui il tratto è riassuntivo, nei gioiosi motivi svolti con l’acquarello e ritraenti angoli della valle, la sinfonia colorata si frange in mille e mille punteggiature di estrema levità e gli alberi, le affioranti cascine sono costruiti con estrema sintesi. Domina il dolce declivio giallastro dei prati nel risveglio primaverile, l’azzurrino dei più lontani monti sfumante nel colore del cielo percorso da sottili, lievi nubi.

Appartenente all’Associazione Artisti di Valle Sabbia, Valerio Betta con il sodalizio ha proposto varie sue opere nelle quali Alfredo Bonomi ravvisa che le tonalità usate dal pittore “rendono tutto il fascino dell’intimo valtrumplino, i gialli, i rossicci, i viola e i grigi non ancora troppo freddi si fondono in un risultato che è poi di atmosfera autunnale”.

BIBLIOGRAFIA

A. BONOMI, Betta Valerio, “Sinestesie. Artisti di Valle Sabbia”, Salò, S&B Trade Promotion, 1992.

BETTINELLI MARIO

Treviglio, 22 luglio 1880 - Milano, 24 gennaio 1953. 

Allievo della scuola Moretto, fin dal 1896, a soli sedici anni, si distingue meritando una menzione onorevole nel corso di figura. Ancora nel 1902 nella stessa scuola in occasione della mostra dei saggi presenta figurazioni tratte dal vero all’interno delle chiese: S. Maria dei Miracoli e S. Eufemia, nonche’ alcune opere quali Pensieroso, venduto al Comm. Bertelli, Vecchio al co: Federico Bettoni.

Allievo di Cesare Bertolotti, è giudicato ben degno del maestro è premiato con medaglia d’argento.

Nuova affermazione riscuote nel 1904, in occasione della Esposizione bresciana. E d’un balzo, ecco Milano dove, con gli amici Andreoli e Bertolotti espone alla Mostra nazionale di B. A.: sono pastelli e olii ritraenti Mio padre, Mia sorella, Autunno, e Ritorno, fra tutti il migliore.

La serie delle partecipazioni a esposizioni continua in seno alla Società dell’arte in famiglia dove via via sono presentati: Maternità, Vapori del Vesoro, un magnifico Autoritratto, e con amici bresciani effettua sortite a Cremona, ancora a Milano dove nel 1910 espone Frutta, ancora Maternità, Figure di donna, un Nudo di vigorosa esecuzione. A Milano gli sono compagni sovente Bertolotti, Andreoli, Landi e Pasini con i quali divide l’affermazione alla Mostra umoristica di Bergamo, nel 1913.

Poi la guerra. Solo nel 1923 si ha nota di una mostra allestita nella città che lo ospita definitivamente: alla “Galleria Pesaro”. Ma nel 1927 torna ad esporre in personale a Brescia, dai fratelli Campana; e con artisti nostri espone l’anno successivo alla Famiglia bresciana, in Milano. L’ultima sua apparizione in pubblico è alla “Galleria Gavioli”, nel 1951. Fra le quaranta opere esposte, di tutte le epoche, spicca Inverno a Bellagio che conferma le doti di penetrante paesista, dai toni sommessi e capace di esprimere una sensazione di “bellezza libera e vasta”. Sue opere figurano in Gallerie pubbliche e private a Milano, Brescia, S. Paolo del Brasile, dove pare sia stato per qualche tempo; e ritratti fece a Toscanini, Ricordi, Zola ripresi pure in caricatura “per la qual cosa era notissimo nel-l’ambiente artistico milanese”. Premi e altre affermazioni riporta il dizionario “Comanducci”.

BIBLIOGRAFIA

“La Sentinella bresciana”, 15 novembre 1896, Alla scuola Moretto.

“La Sentinella bresciana”, 17 agosto 1902, Esposizione artistica.

“La Sentinella bresciana”, 26 agosto 1902, Esposizione artistica.

“La Sentinella bresciana”, 13 settembre 1902, L’esposizione d’arte moderna.

“La Sentinella bresciana”, 19 settembre 1902, Gli acquisti alla Mostra d’arte moderna.

“La Sentinella bresciana”, 21 settembre 1902, Esposizione d’arte moderna.

“La Sentinella bresciana”, 18 ottobre 1902, Scuola Moretto.

GALMAS, M. Bettinelli, “Il Cidneo - Giornale dell’esposizione bresciana”, n. 3, 5 giugno 1904.

“La Sentinella bresciana”, 27 agosto 1906, Gli artisti bresciani alla Mostra di B.A.

P. F.(eroldi), Mostre artistiche individuali, Bertolotti e Bettinelli, “La Sentinella bresciana”, 11 novembre 1908.

“La Sentinella bresciana”, 27 gennaio 1909, L’Esposizione arte in famiglia per i terremotati.

“La Sentinella bresciana”, 28 gennaio 1909, La Mostra arte in famiglia aprirà oggi.

“La Sentinella bresciana”, 29 gennaio 1909, la Mostra dell’arte in famiglia.

“La Sentinella bresciana”, 31 gennaio 1909, La Mostra dell’arte in famiglia.

“Illustrazione bresciana”, 1 febbraio 1909, p. 7.

“La Sentinella bresciana”, 8 agosto 1909, Il vernissage della mostra d’arte a palazzo Bargnani.

“La Sentinella bresciana”, 30 agosto 1909, Esposizione d’arte.

P. F.(eroldi), L’arte a palazzo Bargnani,

“La Sentinella bresciana”, 15 settembre 1909.

“La Sentinella bresciana”, 10 febbraio 1910, Mostra d’arte individuale per beneficenza.

“La Sentinella bresciana”, 13 febbraio 1910, Mostra d’arte di Bettinelli e Bosio.

“La Sentinella bresciana”, 5 marzo 1910, Esposizione d’arte Rosio e Bettinelli.

“La Sentinella bresciana”, 18 aprile 1910, Da Cremona, l’Esposizione d’arte moderna.

E. BERMANI, Acquarelli e acquerellisti. “Ars el Labor”, a. 66, Vol. I, 15 maggio 1911, p. 347. (Lettura tenuta il 23.3.1911 alla Esposizione dell’acquarello della Soc. Acquarellisti lombardi).

“Illustrazione bresciana”, a. X, 16 maggio 1911, n° 186, Pittori e paesaggi bresciani nel-l’annuale permanente milanese (cfr) Ari. di P. De Luca in “Emporium”.

“La Cultura moderna”, a. XXI, n. 1, dicembre 1911, p, 57. Una nuova esposizione.

G. MARANGONI, Esposizione di pastellisti a Milano, “La Cultura moderna”, a. XXI, n. 6, 15 febbraio 1912.

G. MARANGONI, La X Esposizione internazionale di Venezia, “La Cultura moderna”, a. XXI, n. 11, 1 maggio 1912, p. 728 e segg.

G. MARANGONI, La X Esposizione internazionale di Venezia, “La Cultura moderna”, a. XXI, n. 15, 1 luglio 1912, p. 153.

“La Sentinella bresciana”, 14 settembre 1912, La Mostra di B.A. a Brera.

“La Cultura moderna”, a. XXI, n. 23, 1 novembre 1912, p. 771, Passim.

“La Cultura moderna”, a. XXI, n. 24, 15 novembre 1912, p. 884, ill.

G. BIGI, Mostra umoristica di Bergamo, “Emporium”, n. 37, 1913, pp. 475, 476. “The Studio”, 72 (1918), p. 36.

“Galleria Pesaro”, Milano, Mostra individuale di M. Bettinelli, giugno 1923.

Mostra di M. Bettinelli da Campana, Foglio non individuato, 6 febbraio 1927.

N.F. VICARI, Artisti che espongono, “Il Popolo di Brescia”, 13 febbraio 1927.

N.F. VICARI, Pittori e scultori bresciani a Milano, “Il Popolo di Brescia”, 24 novembre 1928.

M.R., Mostra d’arte, M. Bettinelli, “L’Italia”, 24 marzo 1951.

THIEME - BECKER, Vol. I (1953).

I SIGALINI, AA. VV., “Mostra antologica di Mario Giuseppe Paolo Bettinelli”, Brescia, Galleria d’Arte Bistro, s.a. ma post 1953.

C. PANAZZA, “La Pinacoteca Tosio - Martinengo”, Ed. Alfieri e Lacroix, Milano 1959.

“Storia di Brescia”, Vol. IV.

A.M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”, tutte le edizioni.

“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.

R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

L. ANELLI, “Il paesaggio nella pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, La Scuola editrice, 1984.
 

BEVILACQUA CINZIA

Brescia, 30 luglio 1963

Compiuti gli studi bresciani presso il Liceo artistico “V. Foppa”, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, allieva per la pittura del prof. Goffredo Trovarelli. Al periodo fiorentino appartengono la vicinanza a Pietro Annigoni e la partecipazione a mostre collettive e concorsi nei quali si evidenzia.

Fatto ritorno a Brescia, aderisce al Gruppo dei “Pittori di Raphael” avendo modo di esporre in varie località lombarde.

Del 1988 la prima mostra personale alla Galleria dell’UCAI, seguita da ulteriori partecipazioni a manifestazioni artistiche fra le quali quella tenuta nel Circolo culturale “San Paolo” ed altra allestita presso la chiesa di Gombio per la quale ha realizzato una vetrata. Villa Glisenti di Villa Carcina la ospita nel 1993 unitamente a due compagni di Accademia. Con l’attività creativa si intensifica quella decorativa per case private e edifici sacri, esponendo anche copie di capolavori dell’antichità come il Crocifisso di Cimabue, esposta nella chiesa dei SS. Emiliano e Tirso di Villa Carcina, il Ritorno del fi-glio prodigo di Rembrandt e la Sacra Famiglia del Pontorno.

Per la chiesa di Villa Carcina nel 1994 esegue una vetrata con grande Crocifissione, seguita da altre quattro posate nella chiesa della Madonna del Rosario in Villa Carcina illustranti episodi della vita della Vergine.

L’impegno di realizzare un “Grande Crocifisso” la porta in Kenya dove compie pure il ritratto di padre Allamano.

Ulteriori opere sono la Maternità dipinta su muro nel piazzale antistante la chiesa di S. Rocco in Villa Carcina, un quadro donato al Vescovo di Brescia, cinque sanguigne raffiguranti papa Paolo VI e i beati Comboni, Tovini, Piamarta e Tadini commissionate in occasione del restauro della canonica vecchia a Villa Carcina.

Frattanto non manca di partecipare a mostre e concorsi quali Etruria Arte (1997), Premio Moretto di Brescia, il XVII “Fiorino d’Oro” di Firenze (1999), la Biennale di Firenze tenuta nella Fortezza di Basso.

La canonica vecchia di Villa Carcina accoglie nel 2000 la mostra personale riflettente “20 anni di honorato mestiere” seguita dalla affermazione al Premio Moretto dove emerge nella sezione di Arte sacra con la proposta di Icone ed al XVIII “Fiorino d’Oro” fiorentino.

Gli anni successivi vedono Cinzia Bevilacqua evidenziarsi ancora a Firenze, Reggio Emilia, Milano… Fino al novembre 2003 quando allestisce una mostra personale in Villa Glisenti di Villa Carcina e nel marzo 2005 altra accolta dalla Galleria Immagine di Stile. Seguono ulteriori rassegne a Mantova e Torino.

Introducendo la monografia “Cinzia Bevilacqua - Ritratti di natura” Vittorio Sgarbi identifica nella pittura dell’artista, dedita prevalentemente allo studio della figura – quella femminile in particolare – e alla natura morta, la grande abilità trasposta nell’opera creativa ove si evidenzia il suo mondo interiore scegliendo “la via dell’interpretazione della realtà che è tale solo se penetrata attraverso la lente di uno sguardo dotato di sensibilità speciale”, come le viene riconosciuto da Giovanna Galli.

Cinzia Bevilacqua ha intrapreso collaborazione con la Galleria Malatestiana di Rimini e il Coral Gables International Center di Miami.

BIBLIOGRAFIA

“STILE Arte” n. 55, febbraio 2002, La raffinata levità di Cinzia Bevilacqua.

G. GALLI, Cinzia Bevilacqua, il mondo interiore, “STILE Arte” n. 71, settembre 2003.

C. ZANI, Cinzia Bevilacqua, “STILE Arte” n. 71, settembre 2003.

V. SGARBI, in “Cinzia Bevilacqua. Ritratti di natura”, Villa Glisenti di Villa Carcina, novembre 2003. Contiene testi di G. Fusari e G. Galli.

G. FUSARI, Di sospesa, silenziosa allegoria, “STILE Arte” n. 87, aprile 2005.

 

BEVILACQUA GIOVANNi

Isola della Scala, 6 gennaio 1871 - Genova, 14 febbraio 1968. 

Frequentate le Accademie di B. A. a Verona e Firenze, da Maccari apprende l’arte dell’affresco, che rappresentò la principale sua attività e lo condusse a decorare dimore e chiese in varie città italiane: Genova, Asti, Novi Ligure, Oropa, Treviglio. Torino, Alessandria, Biella, Chiavari…Anche in alcune chiese bresciane restano suoi dipinti.

Val citare un suo disegno dedicato al Crocefisso (1931) nell’oratorio della Pace, la pala dell’altare e la Via Crucis nella chiesa delle Ancelle di Via Cavalletto; la Via Crucis e la decorazione del presbiterio nella chiesa delle Ancelle di via della Lama, a Mompiano. Opere tradotte con segno robusto e costruttivo nei motivi drammatici, con soavità di toni nella evocazione di Sante. Della esperienza decorativa rimane un suo “Testamento di un affreschista per alunni di scuole di B. A.”, pubblicato a Genova nel 1957.

Giovanni Bevilacqua è autore anche di mosaici e vetrate. Anche quadri di cavalletto realizzò: vere e proprie collane di scene bibliche sia del nuovo che dell’antico Testamento, collocando la figura umana nel ruolo di assoluto protagonista. A Genova allestì due grandi mostre nel 1962 e nel 1967, riscuotendo ampi consensi critici. Val ricordare che Giovanni Bevilacqua è fratello del cardinale Giulio “parroco di S. Antonio” in via Chiusure.

Il “Dizionario dei pittori… italiani”, ideato da A.M. Comanducci, elenca numerosi titoli di sue opere e notevole bibliografia. Pur non essendo bresciano, lo si è voluto ricordare per i motivi affettivi e di gratitudine che gli dobbiamo, anche attraverso la figura dell’indimenticabile cardinale Giulio Bevilacqua.

BIBLIOGRAFIA

Sta in: P.V. BEGNI REDONA, AA. VV., “Giovanni Bevilacqua 1871 - 1967”, Brescia, Museo diocesano d’arte sacra - Fondazione Civiltà Bresciana, 1992.

 

BEVILACQUA TIZIANA

Villa Carcina, 15 novembre 1948. 

Risale al 1975 la presenza di Tiziana Bevilacqua in manifestazioni artistiche: dopo la partecipazione alla mostra collettiva ordinata nella Galleria “La Loggetta” in città, sono seguite quelle in Suzzara, lo stesso anno, Desenzano nel 1980, Brescia ancora (1981 e 85), Ospitaletto (1982).

Aderito all’Associazione artistica “Domina”, in seno al sodalizio ha esposto in Calvisano, Arcevi, Genova Pegli, Brescia lungo gli anni 1988 - 1993. Mostre personali ha invece ordinato in Brescia (Galleria “San Michele”, 1983), Cremona (Galleria “Acquarius”, 1984 e 86).

Forte colorista, Tiziana Bevilacqua si muove in un mondo vegetale, con un senso di sottile dramma. Dapprima autrice di tecniche miste e chine, si esprimeva con tratto minuto e insistito, penetrante nella descrizione riflettente la volontà di giungere al cuore della natura: fiori, erbe, foglie, e poi animali, sospesi in una attonita e un pò timorosa atmosfera, come se qualche oscuro evento incombesse.

Nella pittura a olio, invece, l’atmosfera si fa più serena e la natura colta nella sua corposità disvela mille colori, dal verde al blu, al viola, entro luce fulgente.

BIBLIOGRAFIA

F. DE SANTI (a cura di), “Arte e natura”, Brescia, Galleria AAB, 17 - 29 settembre 1988.

F. DE SANTI (a cura di), “America”, catalogo della nostra itinerante dell’Associazione artistica “Domina”, Arcevi, Genova Pegli, Brescia, 1988 - 1993.

BEZZI

Secolo XVII.

Fratelli e originari di Cresiano nel Trentina, sono ricordati per aver appreso l'arte dell'intaglio da G.B. Ramus.

  1. BEZZI ROBERTO
  2. BIANCARDI AMALIA
  3. BIANCHETTI PIETRO
  4. BIANCHI ARTURO

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