Secolo XV.
Secondo Bruno Passa mani (Fatti e monumenti artistici del Sommolago, "Il lago di Garda - Storia di una comunità lacuale", Ateneo di Salò, 1969) Battistino del Guasto è di origine bresciana e intagliatore operoso a Riva. Fornì opere ad un non identificato "armario seu ornamento della ancora de santo Zoan" per le chiese di Condino, nel 1490.
Venezia, 28 settembre 1930.
Personaggio, oltre che pittore, ha esposto a Brescia per la prima volta in personale nel 1973, rivelandosi artefice tradizionale; e la semplicità dei motivi ricreati, le figure ambientate in luoghi consueti e disadorni riflettono il carattere di un uomo semplice, mentre il paesaggio è colto nelle ore di quiete idilliaca, soffusa di malinconia, ormai raramente assaporabile. La solitudine affiorante dai dipinti è forse la stessa vissuta dal pittore “bohémien anni Ottanta”. Un sentimento esposto con discrezione, con nitido colore, con appropriata padronanza tecnica.
BIBLIOGRAFIA
A. MORUCCI, “Galleria piccola Pagagnora”, Brescia, 24 marzo - 5 aprile 1973.
“A.d.S.”, lseo, 10 maggio 1980. Catalogo.
L. SPIAZZI, Giro dell’arte, “Bresciaoggi”, 17 maggio1980.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Verona, 4 settembre 1927.
Da anni è attivo come consulente della Associazione Artisti “M. Dolci” dove sono ricorrenti le proposte di suoi dipinti in rassegne sodali.
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, “Bresciaoggi”, 9 e 14 luglio 1988.
A. PRETTI, “L’Arena”, 25 luglio 1991 e 7 agosto 1998.
M. CORRADINI, “Bresciaoggi”, 5 febbraio 1995.
F. LORENZI, “Giornale di Brescia”, 8 febbraio 1995.
G. VALZELLI, “Archivio”, gennaio 1995.
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.
G. VALZELLI, “STILE Arte” n. 38, maggio 2000.
R. LONATI, Bazzana alla scoperta dei tesori nascosti di Brescia, “STILE Arte” n. 51, settembre 2001.
M. CORRADINI, “Bresciaoggi”, 8 marzo 2005.
R. LONATI, “Dizionario degli incisori bresciani”, Brescia, 1994.
A. GATTI, AA. VV., “Pennini graffianti”, Iseo, L’Arsenale, 2005.
Brescia, 19 ottobre 1947
Laureato in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano, ha iniziato a dipingere nel 1965 in seguito a un dono fattogli di colori e pennelli. La passione che covava in lui ha preso quindi il sopravvento e, pur essendo autodidatta, ha raggiunto in breve tempo compiuta capacità tecnica e di espressione. Già nel 1968 affronta la prima prova in una esposizione collettiva in Brescia, seguita da altre in Provincia, fino alla partecipazione al 1° Premio internazionale d’arte moderna di Berna (1975). Ha nel frattempo affrontato con personali il pubblico di Ravenna, La Spezia e Pisa. Nel 1979 si è ripresentato in Brescia, ospite della “Galleria S. Benedetto”.
Informale, la sua pittura è tuttavia ancorata a temi attuali: lo testimoniano i titoli delle opere quali Mass media, Maternità, Mano che annaffia un fiore, Figure spaziali, Violenza; lo testimoniano i colori dominanti: rossi, neri, azzurri “toni privi di piacevolezza estetica, aggressivi e freddi perchè tale è l’habitat che il pittore vuole rappresentare”. Usando impasti spruzzati e mascherine, riesce a dare ai contorni ben definita chiarezza, gli scarni elementi discritti gli consentono di “fissare” il significato passionale e umano che lo sospinge.
BIBLIOGRAFIA
M. FRANCESCHETTI, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 31 maggio 1975.
R. VERCANI, “Galleria d’arte La Loggetta”, Brescia, 15 - 30 novembre 1975.
“Galleria S. Benedetto”, Brescia, 1 - 13 dicembre 1979.
L. SPIAZZI, Arte in Italia, “Bresciaoggi”, 8 dicembre 1979.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Brescia, 1755–1829.
Figlio di Francesco e di Lucia Silvia.
Incisore della scuola di Giuseppe Longhi, non ebbe maestri di grande valore, mentre la povertà e la numerosa famiglia lo spinsero ad un lavoro che si può dire commerciale. Incise infatti innumerevoli Madonne, Santi e soggetti sacri popolari con altri motivi di ripiego.
Egli stesso si lamentava di non essersi potuto dedicare a lavori più accurati. Dovette anche rifiutare un invito in Inghilterra. Fra i volumi illustrati sono da segnalare “Vite e ritratti di illustri italiani”, “Il Pantheon bresciano”, editi da Nicolò Bettoni; le “Memorie intorno alle pubbliche fabbriche…” di Baldassarre Zamboni, che raccolgono le sue migliori incisioni per nitidezza e bellezza. Illustrò anche le “Dame bresciane per sapere e per costumi e per virtù eccellenti”, dell’abate Rodella (1789) rimasto inedito.
La scarsa fortuna che lo ha accompagnato in vita ne ha lungamente oscurato pure la memoria postuma. Solo nel 1982 con la mostra dedicata agli “Incisori veneti del Settecento” ordinata nella Pinacoteca Tosio Martinengo, Bruno Passamani lo ha riabilitato, definendolo “il più completo incisore bresciano del XVIII secolo, noto finora per la sua produzione successiva alla svolta stilistica compiuta in ossequio ai nuovi indirizzi neoclassici di cui fu buon interprete”.
Notizie maggiormente estese sono in R. LONATI, “Dizionario degli Incisori bresciani”, edito nel 1994.
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1929, p. 196.
“Storia di Brescia”, Vol. III.
A. M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”, IV Ediz. (1971).
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Fusignano (RA) 8 agosto 1885 - Iseo, 28 dicembre 1963.
Nato da Rodolfo e da Maria Daller, non fu propriamente pittore, ma vogliamo qui ricordarlo per essere stato lungamente professore di disegno all’Istituto Magistrale V. Gambara ed aver con entusiasmo educato generazioni di allievi all’arte. Nel 1945 fu nominato socio dell’Ateneo. Collaborò a “Il Popolo di Brescia”, “Brescia”.
Oltre ai contributi dedicati a Ravenna scrisse: “Mura ignorate di Brescia longobarda” (1932) “Zone suburbane di Brescia entro la cerchia di re Desiderio” (1936) “Una strada e un ponte di Brescia antica” (1946 - 1947), “Che cos’era veramente il medioevale bresciano Serraglio” (1948), “Il volto di Brescia dall’epoca preromana ai nostri giorni” (1953), “Brescia nei secoli” (1951), “Il volto di Iseo”. Compilò inoltre testi e prontuari per scuole d i disegno fra i quali “L’utilità del disegno rustico” (Vannini 1936), “Alcune varietà di alcuni stili. Conversazione coi ragazzi corredata da schizzi illustrativi” (Vannini, 1936), “Il disegno nelle R.R. Scuole secondarie e nei RR. Corsi di avviamento professionale a tipo commerciale, industriale e artigianale” (Vannini, 1937), “Il disegno nella scuola media” (Vannini, 1941), “La prospettiva facile e dilettevole. Conversazione con i ragazzi” (Vannini, 1953).
BIBLIOGRAFIA
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Ponte Zanano, 21 agosto 1953.
Fondamentalmente autodidatta, fin da giovane ha palesato attitudine al disegno e ai colori. Autore di dipinti a olio, nei primissimi anni Novanta ha avvicinato il pittore Pino Negroni che gli ha concesso per alcuni anni l’uso del proprio studio, sostenendolo anche con la propria esperienza. Con lui approfondisce le cognizioni tecniche e ideative.
Ulteriore motivo di arricchimento è stata l’adesione, nel 1994, al Gruppo “Amici dell’Arte” di Lumezzane, località in cui si è trasferito nel 1980, e con il sodalizio ha modo di frequentare corsi di pittura, esporre nella Torre Avogadro in collettive annuali.
Altre sue presenze in rassegne collettive si rilevano a Pontevico (1997 - 98), Pavone Mella e Pizzighettone (1999), in vari concorsi regionali in alcuni dei quali si evidenzia.
Paesaggista, dedica la sua attenzione per interpretare aspetti e atmosfere delle plaghe prossime al luogo in cui vive, cogliendole nell’algido candore invernale, nel tepido fiorire a primavera, nel fulgore estivo; né mancano vedute iseane… Visioni tutte ricreate con fare post impressionista, il tocco minuto, insistito in grado di rendere accordi di notevole sensibilità cromatica, in particolare quando s’inoltra in ampi spazi alberati o lascia vagare lo sguardo fino ad abbracciare estesi declivi collinari irraggiati dall’ultimo sole.
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.
BELLA ITALIA.
È così chiamato dal popolino il monumento alle X Giornate di Brescia esistente in piazza della Loggia.
Ricorda che:
IL POPOLO INSORTO
CONTRO L'AUSTRIACA TIRANNIDE DIECI GIORNI PUGNA V A MDCCCXLIX
Offerto alla nostra città da re Vittorio Emanuele II, è frutto dello scalpello di G. B. Lombardi (v.)
v. Manassi Bella Tecla
1400 c. Venezia, 1470 o 1471.
Grande pittore di scuola veneziana. Gli è attribuita concordemente la tavola raffigurante l’Annun-ciazione nella chiesa di S. Alessandro, in città, databile a poco dopo il 1440. Opera “sontuosa e ricca nella trama degli ori, delicata e sensitiva nelle figure dai volti perlacei” (G. Panazza). I documenti dicono che l’opera è stata portata a Brescia agli inizi del 1441 da Vicenza. Una sua influenza appare evidente a tutti i Critici d’arte nel bresciano Vincenzo Foppa.
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.