Concesio, 1949.
Ben poco ci è dato dire di questo giovane che dedica al disegno le ore libere dal quotidiano impegno lavorativo.
Negli anni 1975-1976 ha frequentato la Scuola d'arte della Associazione artistica di via Gramsci, sotto la guida di Giuseppe Gallizioli.Dal maestro sembra aver attinto il modo formale di esprimersi.
Attento alle espressioni innovativi non soltanto pittoriche, nelle poche opere che si ha avuto modo di osservare, ricorre il severo giudizio nei confronti di certi «verticismi» i cui simboli o emblemi di dissoluzione e di distruzione sono trasposti nelle accurate composizioni con efficacia descrittiva e non trascurabile vena poetica.
Non ci risulta che Angelo Zani abbia finora ordinato mostre personali.
Brescia, 1578 - Venezia, 1636.
Pienamente avvertibile la mistione del Veronese, Tintoretto, Palma, ma la conoscenza della materia strozzesca, del Liss, del Fetti, quel riproporre la tradizione veneta fuori degli schemi accademici, lo portarono ad un fare più sciolto, ad una pittura che, per quei tempi, era una novità» e che, secondo il Fiocco, avrebbe avuto un'influenza sul Maffel, uscito anch'egli dalla scuola del Peranda.
Zaniberti tuttavia lasciò nel Bresciano le acque come stavano, caso mai ebbe una funzione indiretta attraverso le opere del Vicentino.Così la recente «Storia di Brescia» evidenze i valori scaturiti da una passione precocemente affermatasi, tanto che a soli quattordici anni Zaniberti è affidato alla scuola del Peranda, dove rimane per un decennio.Fattc;sl amico e collaboratore del condiscepolo Matteo Ponzone, con lui opera nella decorazione di palazzo ducale in Mirandola.Seguono opere a carattere mitologico eseguite in Venezia e nei dintomi, ma esteso si fa l'elenco dei dipinti a lui dovuti, fra i quali lo Sposalizio di S. Caterina già nella bresciana chiesa di S. Carlo, attribuito poi al Maganza; S. Pietro in carcere di S. Faustino Maggiore; alla National Gallery di Londra è La Grazia; in raccolta milanese il Ratto delle Sabine; all'Alte Pinakotek di Monaco Rinaldo e Armida; una pala resta nel Duomo di Sebenico; nelle Gallerie di Venezia Banchetto del Doge Cornaro e nel palazzo ducale della stessa città varie composizioni allegoriche.
Esposta a Firenze nel 1922 è ricordata un'opera raffigurante Susanna e i Occhio.
Altri dipinti elenca Stefano Fenaroli, anche di committenti brescìani, oppure eseguiti per la cappella della Madonna della Badia nel Polesine (Nozze di Cana).Lodato dal Boschini, il nostro pittore aveva «cò suoi lavori raccolto discreto patrimonio, ma le molte liti e questioni, nelle quali fu involto, gielo decimarono e gli rubarono, in una colla quiete, la salute.Ammalatosi durante un viaggio, si spense a soli cinquantuno anni e fu tumulato in S. Giustina a Venezia».
V'è da notare che il Fenaroli data al 1585 la nascita di Filippo Zaiiiberti, clìc più recenti studi anticipano al 1578, ragion per cui il pittore sarebbe morto all'età di anni cinquantotto.
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Borgo Poncarale, 21 dicembre 1918.
Lo stesso pittore dice di sé: Sono nato da umili contadini... dopo parecchie sofferte travagliate battaglie nel mondo operaio, sportivo, sociale ecco la pittura, ultima esperienza nata a tarda età senza scuole, nè maestri d'arte... mi sono buttato.Essa mi fa rivivere tutte quelle cose che ho amato e amo intensamente.Zanola, che è stato uno sportivo, organizzatore e amministratore, dirigente sindacale, sempre impegnato a costruire - come è stato testimoniato - scopre dunque assai tardi la vocazione alla pittura: partecipa a collettive regionali e nazionali conseguendo meritati premi e riconoscimenti; allestisce alcune personali.Ma solo nel 1979 raccoglie il più gradito e apprezzato frutto del suo fare artistico, quando nel salone della Casa del giovane di Borgosatollo può «narrare» la Bibbia su pareti di circa sessanta metri quadrati.
Pittore n;iif, già aveva dato prova in opere di cavalletto dell'appassionato suo interesse agli stessi motivi; motivi che l'avevano indotto a operare nel mondo del lavoro e in campo sociale: la semplice narrazione della vita dei campi, delle nascoste fatiche del contadini, e gli esiti della sua fede nel volto di Cristo sulla croce.
L'imponente tempera compiuta a Borgosatolio, non soltanto narra le vicende bibliche con i noti episodi del sogno di Giacobbe, l'assassinio di Abele, la perpetua lotta del bene e del male, il diluvio universale... ma sembra ricongiungere a quelle millenarie «storie» le vicende quotidiane del nostro tempo, di un mondo dominato dalla incertezza, dalla disgregazione e bisognoso di uomini che, al pari del pittore nostro, tutto sappiamo dare, con entusiasmo.L'opera dedicata al giovani condensa dunque " una vita di esperienze nel campo lavorativo, sociale, per ammonire ad aver sempre coraggio, a non limitare il proprio mondo, ma espanderlo fin dove è possibile.Zanola è poeta e scultore,oltre che pittore.
BIBLIOGRAFIA
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Villa Carcina, 7 febbraio 1923.
Autodidatta, Mario Zappa reca nelle matìi mutile il segno della dura fatica vissuta lungamente in opificio e durante la guerra che lo vide ferito e prigioniero.Appassionato di musica, di poesia, ha quindi dato sfogo anche alla antica passione per i colori ed all'inizio degli anni Sessanta ha intrapreso a esporre in occasione di manifestazioni provinciali, aggiudicandosi segnalazioni e riconoscimenti a Gussago (1966, 68), Canneto sull'Oglio (1967), Concesio (1973), Villa Carcina (1974, 75), Ponte di Legno e Pisogne (1977), Breno (1978, 79, 80), Gardone Riviera (1979), per spingersi fino a Pompei (1979, 1980) e a Roccafranca (1980).
Paesaggista dal tocco impressionistico, dedica i colori ai panorami della sua terra, con i rustici edifici adagiati al piede delle rigogliose colline.Fra quel verde che si anima di riverberi, in quegli alti silenzi riesce a dar vita a macerati accordi cromatici, a suggestivi scorci di paese, con le modeste chiesuole, gli svettanti campanili.
Sono visioni giuocate su toni caldi di terre, di azzurri, di rosati; colori prevalentemente autunnali, quando le fronde si accendono degli ultimi raggi di sole.E la quiete e la solitudine di vluzze dove la vespertina luce si effonde a sfiorare le calcinate pareti delle antiche case, solidamente costruite e pur lievemente carezzate dallo sguardo, fin dove il cielo si congiunge al prospettico lontanarsi di comignoli, di scure e più grevi grondale.
BIBLIOGRAFIA
«Giomale di Brescia», novembre 1970, Una mostra alla Loggetta. «Bresciaoggi», I giugno 1980, I premiati alla mostra di Breno
Brescia, 24 giugno 1869 - 2 febbraio 1924.
Di Domenico e di Teresa Coffatti, giovanissimo resta orfano di padre e vive con la madre e un fratello.Precocemente manifesta inclinazione all'arte e, nella Scuola Moretto, dove si forma, intraprende poi l'insegnamento, avendo colleghi . i più noti Chimeri, Zuccari, Castelli, Premol' (1904).
Ancora nel 1892, appena più che ventenne, è già inserito nel clima pittorico cittadino, tanto da figurare fra quanti, soci del Circolo artistico, offrono dipinti a favore del sodalizio; nel l'agosto dello stesso anno emerge nel Concorso Brozzoni, accanto a Castelli, Cresseri e Pasini; pur dovendo cedere il passo al più affermati concorrenti si fa apprezzare come paesista padrone del tono e del colore.
Cetego predice a Cicerone la fine della Repubblica, Monte Baldo, Mandorli in fiore esposti al Circolo artistico nel 1893 non stonano vicino a tele di Lombardi e Glisenti.
Ancora fra i primi al Concorso Brozzoni del 1895, Costantino Zatti è fra i numerosi espositori in palazzo Bargnani, in occasione della vasta rassegna ordinata per i festeggiamenti a Moretto (1898).Suoi paesaggi sono favorevolmente recensiti accanto ad Autoritratto.
Più che pittore, Zatti in seguito è ricordato come insegnante, come membro di commissioni, fino al 1917 allorquando, con Rovetta, Zuccari, Arcioni, Canossi, Contratti ed altri notissimi esponenti dell'arte e della cultura, è membro della Giuria incaricata di scegliere il bozzetto per il monumento da dedicare a Cesare Battisti.
Sposata Emma Lombardi, pressoché esaurita l'attività pittorica, si dedica, con il fratello all'azienda costruttrice di mobili da lui ideati: attività feconda e ricca di riconoscimenti anche fuori d'Italia, fino a Parigi e Londra.
Un ritratto eseguito da Costantino Zatti possiede il rag.Luigi Zatti e, ancora in città, altre opere sono presso vari eredi.Dipinti di Zatti figurarono alla Mostra della pittura bresciana del 1934.
BIBLIOGRAFIA
«LaSentinella bresciana», 17 marzo 1892, Al Circolo artistico.
«La Sentinella bresciana», 29 agosto 1892, I concorrenti al Brozzoni.
«La Sentinella bresciana», 4 settembre 1893, Al Circolo artistico.
«La Sentinella bresciana», 20 agosto 1895, Esposi ione artistica.
«La Sentinella bresciana», 27 luglio e 7 agosto 1898, Per le _fèste del Moretto.
«La Sentinella bresciana», 17 agosto 1898, Cremona, esposizione d'arte moderna.
«La Sentinella bresciana», 23 agosto 1898, Esposizione artistica.
«La Sentinella bresciana», 28 dicembre 1901, Scuola Moretto.
«La Sentinella bresciana», 22 luglio 1904, La Scuola Moretto.
«La Sentinella bresciana», 9 giugno 1917, Per il ricordo a C Battisti
COMUNE DI BRESCIA, «Mostra della pittura bresciana dell'Ottocento», Brescia, 1934.V. LONATI, Arte di ieri e arte di oggi, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1954.
Gussago, 31 agosto 1913.
Ha frequentato i corsi di decorazione della Scuola Moretto sotto la guida di Mozzoni e Pilera; dallo zio Costantino Zatti (v.) derivando la predilezione per la tecnica a olio.
Nell'immediato dopoguerra ha seguito i corsi di nudo presso l'Associazione artistica di via Gramsci con Emilio Rizzi.
Non ha mai ordinato mostre personali, ma fin dal 1938 è attivamente presente a manifestazioni pittoriche, meritando nel biennio 1938-1940 borse di studio sul Legato Brozzoni.
Le mostre sindacali bresciane segnano il suo esordio in pubblico, seguono poi rassegne, anche in seno al Gruppo degli Indipendenti e fuori lo stesso pittore ci ricorda le presenze, l'indomani del secondo conflitto mondiale, alla Mostra nazionale d'arte sacra a Bergamo, le accettazioni all'Angelicum di Milano dove una sua opera, accanto ad altra di Mozzoni, ebbe il privilegio di essere scelta per l'invio in Brasile; a Genova espone ripetutamente nella «Galleria Ferrari»; con Martino Dolci è accolto al «Pretnio Michetti».
Socio della A.A.ß. fin dalla fondazione, ha aderito alla nascente sezione bresciana della U.C.A.I. nella cui Galleria anche recentemente ha esposto con Agriconi, G.B. Cattaneo, Guamieri, Tita Mozzoni, Pescatori ed altri amici.
Meritevole del primo premio in occasione del concorso Brescia vecchia abbinato al «Premio Moretto» del 1980, il pittore ricorda che un suo dipinto è stato premiato ed acquisito da collezione in Orario (Algeria).
Pittura semplice, tonalmente ben composto quella di Luigi Zatti, percorre con affetto e simpatia i luoghi più intimi e caratteristici della vecchia nostra città e trova modo di esprimere la serena contemplazione delle colline al piedi delle quali si adagiano le clottolose contrade, come S. Chiara dalla antica e nota immagine voluta da devozione popolare.
BIBLIOGRAFIA
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Sarezzo.
Fin da giovanissima ha prediletto la pittura; nel 1977 ha potuto affinare, sia pur brevemente, le naturali doti frequentando i corsi della Scuola d'arte della Associazione artisti bresciani, allieva di T. Mozzoni, per poi proseguire da sola. una ricerca volta al molteplici aspetti della natura.
Paesaggista, autrice di nature morte dedicate prevalentemente ai fiori, Renata Zatti si è espressa dapprima con fare ingenuo, quasi na:if, quindi con tocco impressionistico.Sono così nate case linearmente costruite, con i caratteristici tetti spioventi, angoli silenziosi del paese natio e del dintorni; scene di lavoro in campagna o attimi di vita rurale come in L'attesa, statica ed espressiva, o Marine conosciute durante soggiorni nell'Italia meridionale.
Nella più recente produzione, svolta anche a mezzo del pastello e dell'acquarello, il tratto s'è fatto disteso e riassuntivo nella materia rarefatta, effusa.Il carboncino ha consentito alla pittrice di affrontare la figura e il ritratto.
Presente a collettive anche fuori provincia, suoi dipinti sono stati accolti al «Premio di Natale» di Viareggio, a Milano, Prato (Gran Premio Toscana), Massa Carrara e Desenzano nel 1976; Viareggio ancora (1976, 77), Firenze (1976, 78), Montecatini (1978), Cannes (1977, 78).Mostre personali ha invece allestito a Travagliato (1975), Sabbioneta (1976), Brescia (1980).
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Secolo XV.
Nativo di Treviglio (1450-1526) pittore e architetto, lo si ricorda per aver decorato la cappella della Immacolata nella bresciana chìesa di S. Francesco; dipinti coperti nel Settecento.A lui è dubitativamente attribuita anche la Deposizione in S. Giovanni, dapprima data al Civerchio; così come potrebbe essere sua una Madonna col Bambino oggi a Brera.
Oltre che per l'influenza esercitata nell'ambito bresciano, lo Zenale va ricordato per l'interesse posto «alla costruzione della piazza di Brescia», come afferma la «Storia di Brescia», alla quale si rinvia per ulteriori notizie sull'artista trevigliese.